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"Sicurezza delle macchine: la valutazione e la riduzione dei rischi"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
09/06/2014 - Sono diverse le
aziende che hanno prodotto in questi anni documenti a supporto delle aziende per
la conformità alla nuova Direttiva
Macchine 2006/42/CE.
Ad esempio per ricordare che,
riguardo all’attestazione di conformità, dal 2012 la Direttiva macchine europea
non fa più riferimento alla norma EN 954-1 per la sicurezza.
Su questi temi l’azienda Rockwell Automation
ha pubblicato “
Safebook 4 – Principi di
sicurezza delle macchine: principi, standard e implementazione”, un
documento che include informazioni sulle normative EN ISO 13849-1 e IEC/EN
62061 (alternative alla EN 954-1), esempi applicativi nei calcoli dei livelli
prestazionali e una guida sui principi di sicurezza delle macchine, sugli
standard applicabili e sui metodi di implementazione della sicurezza.
Ricordando che questa guida è
utile per tutti coloro che si occupano di sicurezza
delle macchine e, in particolare, dei sistemi di protezione, ci soffermiamo
sulla “
strategia della sicurezza”.
Il documento ricorda che da un
punto di vista puramente funzionale, “maggiore è l’efficienza di una macchina
nello svolgere la propria attività di lavorazione dei materiali”, migliore è la
macchina. Tuttavia, “affinché una macchina sia utilizzabile deve anche essere
sicura. La sicurezza deve certamente essere considerata di primaria importanza”.
E per individuare la corretta
strategia di sicurezza è necessaria l’interazione di
due fasi chiave:
-
valutazione dei rischi: “basata su una chiara comprensione dei
limiti e delle funzioni della macchina e delle attività che la macchina può dover
svolgere durante la sua vita operativa”;
-
riduzione dei rischi: “viene eseguita se necessario e le misure di
sicurezza vengono selezionate in base alle informazioni ricavate dalla fase di valutazione
del rischio”.
È inoltre necessario un elenco di
controllo “da seguire per garantire che tutti gli aspetti siano presi in
considerazione e che il principio fondamentale non venga perso di vista nei
dettagli. Innanzitutto l’intero processo dovrebbe essere documentato. Questo
non solo assicura l’esecuzione di un lavoro più accurato, ma consente anche di
rendere disponibili i risultati affinché siano controllati da terzi”.
Si sottolineano i
compiti di produttori e utilizzatori di
macchine:
-
produttore: “deve garantire che la macchina possa essere utilizzata
in sicurezza. La valutazione dei rischi dovrebbe essere iniziata in fase di
progettazione e dovrebbe considerare tutte le attività previste per la
macchina”. Una macchina per la quale “siano state considerate tutte le attività
durante la valutazione dei rischi sarà più sicura ed efficiente”;
-
utilizzatore: “deve garantire che le macchine, nell’ambiente di
lavoro, siano sicure. Anche se una macchina è stata dichiarata sicura dal
produttore, l’utilizzatore dovrebbe comunque procedere a una valutazione dei
rischi per determinare se l’apparecchiatura è sicura nel proprio ambiente di
installazione. Le macchine vengono spesso usate in circostanze che il
produttore non può prevedere. Ad esempio, una fresatrice usata in un
laboratorio scolastico richiederà che vengano fatte ulteriori considerazioni
rispetto al caso di una fresa usata in un’officina industriale. Occorre inoltre
ricordare che se una società utilizzatrice acquista due o più macchine
indipendenti e le integra all’interno di un processo, diventa a sua volta
produttrice della macchina combinata risultante”.
La
valutazione dei rischi non deve essere considerata come un onere, è
invece una procedura utile che “fornisce informazioni essenziali e consente
all’utente o al progettista di prendere decisioni ragionate sui metodi per
garantire la sicurezza”.
Dopo aver ricordato i vari
standard che trattano questo argomento, si sottolinea che “qualunque sia la
tecnica usata per la valutazione dei rischi, un team interfunzionale di persone
arriverà a un risultato più esaustivo ed equilibrato rispetto a un singolo”.
Inoltre la valutazione
dei rischi è un “processo iterativo che deve essere realizzato in diverse
fasi del ciclo di vita della macchina. Le informazioni disponibili varieranno
in base alla fase del ciclo di vita. Ad esempio, una valutazione dei rischi
condotta da un costruttore potrà avvalersi di ogni dettaglio sui meccanismi
della macchina e sui materiali di costruzione ma, probabilmente, potrà soltanto
ipotizzare l’ambiente di lavoro finale della macchina. D’altra parte, una
valutazione dei rischi effettuata dall’utilizzatore della macchina non entrerà
nel merito di tutti i dettagli tecnici ma potrà considerare con precisione
l’ambiente di lavoro della macchina”.
Importante è la
determinazione dei limiti della macchina.
Tale determinazione “comporta la
raccolta e l’analisi di informazioni sulle parti, sui meccanismi e sulle
funzioni di una macchina. Inoltre, sarà necessario considerare tutti i tipi di interazione
umana con la macchina e l’ambiente in cui questa opererà. L’obiettivo è una
chiara comprensione della macchina e delle sue modalità d’uso. Le macchine
singole che vengono collegate, meccanicamente o mediante sistemi di controllo,
dovrebbero essere considerate come un’unica macchina, a meno che non siano
“separate a zone” da adeguate misure di protezione. È importante tener conto di
tutti i limiti e di tutte le fasi della vita di una macchina, compresa
l’installazione, la messa in servizio, la manutenzione, la messa fuori
servizio, l’uso corretto e il funzionamento, oltre alle conseguenze di
malfunzionamenti e usi errati prevedibili”.
Si arriva poi all’
identificazione delle attività e dei
pericoli: tutti i pericoli inerenti alla macchina devono essere
identificati ed elencati in base alla loro natura e posizione. “I tipi di
pericolo includono schiacciamento, taglio, intrappolamento, espulsione di
pezzi, emissione di fumi, radiazioni, sostanze tossiche, calore, rumore ecc. I
risultati dell’analisi delle attività dovrebbero essere confrontati con quelli
dell’identificazione dei pericoli. Ciò servirà a evidenziare l’eventuale
compresenza di un pericolo e di una persona, ossia una situazione pericolosa.
Tutte le situazioni pericolose dovrebbero essere riportate in un elenco”.
Uno degli aspetti importanti
della valutazione è la
stima del rischio.
Ci sono molti modi di affrontare
questo aspetto e nel documento non solo sono illustrati i principi di base, ma
viene proposto uno dei possibili metodi (“non è l’unico metodo possibile poiché
circostanze diverse potrebbero richiedere approcci diversi”).
In particolare vengono presi in
considerazione i seguenti fattori: la gravità delle lesioni potenziali; la
probabilità che si verifichino.
Rimandando ad altri articoli
l’approfondimento delle misure di protezione e dei sistemi di controllo,
concludiamo questa presentazione con qualche informazione sulla fase di
riduzione dei rischi.
È infatti necessario prendere in
considerazione la macchina, i rispettivi rischi e attuare le misure necessarie
per risolverne tutti i rischi.
Il documento riporta la gerarchia
delle misure per la riduzione dei rischi. Sono proposti
tre metodi di base, “da considerare e usare nel seguente ordine:
- eliminare o ridurre i rischi
nella maggiore misura possibile (progettazione e costruzione di macchine
intrinsecamente sicure);
- installare i sistemi e le misure
di protezione necessari (ad es. protezioni interbloccate, barriere
fotoelettriche, ecc.) in relazione ai rischi che non possono essere eliminati
in fase progettuale;
- informare
gli utenti dei rischi residui dovuti a eventuali lacune delle misure
protettive adottate, indicare l’addestramento necessario e specificare
l’eventuale necessità di fornire al personale equipaggiamento protettivo
aggiuntivo”.
Rockwell Automation, “ Safebook 4 – Principi di sicurezza delle macchine: principi,
standard e implementazione”, versione marzo 2011 (formato PDF, 5.67 MB).
Tiziano Menduto
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