News
"Movimentazione manuale: soluzioni operative per la grande distribuzione"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
27/06/2014 - Per i lavoratori della
Grande Distribuzione Organizzata (GDO) un report europeo (“ Working conditions in the retail Sector 2012”), ha individuato nei
disturbi muscoloscheletrici, insieme ai fattori di rischio psicosociale, uno dei problemi di salute più rilevanti.
E se già nel 1996 una ricerca della CGIL della Regione Marche aveva evidenziato la rilevanza dei disturbi muscoloscheletrici nel comparto, la UILTUCS (Unione
Italiana Lavoratori Turismo Commercio e Servizi) in relazione anche
alle recenti trasformazioni (ad esempio la liberalizzazione degli orari)
ha promosso e finanziato una nuova ricerca e ha organizzato il 10
aprile 2014 a Milano il seminario "
Disturbi muscoloscheletrici nella Grande Distribuzione Organizzata — dalla ricerca alle soluzioni".
In relazione al convegno e alla
ricerca di nuovi strumenti operativi per migliorare la prevenzione, ci
soffermiamo sull’intervento “
Indicazioni
operative per l’identificazione dei rischi MMC negli ambienti di lavoro della
Distribuzione Moderna Organizzata - Il supporto di Federdistribuzione alle
Aziende associate in tema di salute e sicurezza sul lavoro”, a cura di
Maria Stella Motta e Alessandro Sallì (FederDistribuzione).
L’intervento riporta innanzitutto un breve estratto del Rapporto 2013
ANMIL Onlus e ANMIL Sicurezza, realizzato in collaborazione con la Clinica
Ortopedica dell’Università degli Studi di Milano presso l’Istituto Ortopedico
Galeazzi IRCCS di Milano, rapporto dal titolo “
I disturbi muscolo-scheletrici e da sovraccarico biomeccanico dei
lavoratori nel settore del commercio: un quadro comparato”.
Il rapporto segnala che i disturbi muscolo-scheletrici e le patologie da sovraccarico biomeccanico “
sono
considerati ai primi posti nella lista dei dieci problemi di salute più
rilevanti nei luoghi di lavoro”. Il problema è che tali patologie – “
a differenza delle malattie professionali
per le quali è riscontrabile una causa-effetto diretta tra un agente nocivo
collegato al lavoro e la malattia” – sono definibili come “
malattie ad eziopatogenesi multifattoriale,
in quanto riscontrabili anche nella popolazione non esposta ai rischi
specifici, ma comunque soggetta a fattori extra-lavorativi”.
Per questo motivo è “
particolarmente
difficile il riconoscimento automatico di tali disturbi come malattie
professionali (inserimento nelle tabelle INAIL nel 2008) o, meglio ancora,
imputare normali e comuni sofferenze come lavoro-correlate”.
L’intervento sottolinea la
carenza
di certezze: è difficile “individuare ed accertare il nesso causale
lavoro-correlato (metodi di rilevazione; lunghi periodi di latenza delle
patologie; interfaccia casa lavoro; esposizioni lavorative pregresse)” ed è
dunque necessario “un clima di collaborazione e di fiducia reciproca tra tutti
i soggetti coinvolti nell'analisi di questa materia (prevenzione/ispezione)”.
Tra l’altro il
contesto
normativo/istituzionale è caratterizzato da una “molteplicità dei ‘centri
di valutazione e decisione’ che produce frammentazione interpretativa e
difformità di approccio su medesime norme in materia di salute e sicurezza. L'incertezza
normativa, rendendo complicata l’individuazione della normativa applicabile al
caso concreto, rischia di divenire un ostacolo ad una piena definizione del
sistema di tutele”.
A questo proposito FederDistribuzione ha elaborato delle specifiche
indicazioni/istruzioni operative:
- “per fornire uno strumento operativo unico e condiviso a livello nazionale,
conforme alla volontà del legislatore ed alle norme di buona tecnica richiamate
dal legislatore stesso;
- per far fronte ad una necessità
di chiarezza rispetto ad alcuni nodi interpretativi, riepilogando e ricordando
le fonti normative - vigenti e vincolanti - che disciplinano lo specifico
argomento;
- per orientare tra le molteplici prassi interpretative e approcci differenti
o addirittura discordanti e spesso confliggenti, articolate a livello territoriale”.
È stata fatta in particolare una
analisi
di dettaglio della normativa applicabile, ad esempio con riferimento a:
- “
Legge delle Stato 26.04.1934
n. 653 - Tutela del lavoro delle donne e dei fanciulli;
-
Legge Ordinaria del 17.10.1967
n. 977 — Tutela del lavoro dei bambini e degli adolescenti;
-
Decreto Legislativo 26.03.2001
n. 151 — Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità;
-
Decreto Legislativo 09.04.2008
n. 81 — in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di
lavoro (artt. 167, 168, 169 e allegato XXXIII)”.
Senza dimenticare la
normativa
tecnica:
-
norma UNI ISO 11228-1 per
la valutazione del rischio da movimentazione con sollevamento e trasporto (metodo
NIOSH);
-
norma UNI ISO 11228-2 per
il rischio da movimentazione con spinta e traino (metodo Snook &
Ciriello);
-
norma UNI ISO 11228-3 per
il rischio da movimentazione ripetitiva di bassi carichi ad alta frequenza (Metodo
OCRA)”.
Si sottolinea inoltre che le norme tecniche della serie ISO 11228 (parti
1-2-3) "Movimentazione Manuale", “in forza del rinvio espresso
effettuato dall'allegato XXXIII, richiamato a sua volta dall'art. 168 del DLgs
81/2008, acquisiscono forza di legge”.
Riguardo alla normativa
riportiamo alcune precisazioni relative ai
criteri
per la determinazione del peso minimo e dei pesi limite nella movimentazione
manuale dei carichi, come riportate nelle Indicazioni operative:
- “
nell’art. 11 della Legge 653/1934, tuttora vigente, si determina in 20
Kg il peso massimo sollevabile dalle donne adulte;
- l’art. 14 della Legge 977/1967, definisce i pesi massimi sollevabili
da fanciulli (minori di 15 anni) e adolescenti (minori di 18 anni)
differenziati per sesso;
- l’Allegato XXXIII del DLgs 81/2008 s.m.i., fa esplicito riferimento
alle tre parti della norma UNI ISO 11228 e in particolare, nel caso della
movimentazione manuale dei carichi, indica 3 gruppi di popolazione di
riferimento. Per ogni gruppo sono indicati i valori di “massa di riferimento”
con le relative percentuali di popolazione utilizzatrice protetta. Il valore di
riferimento adottato per la popolazione lavorativa adulta è 25 Kg, che protegge
il 95% della popolazione adulta maschile;
- la medesima norma tecnica, per una protezione pari almeno al 90%
della popolazione adulta femminile, indica come valori 15, 20, 23 Kg. Pertanto,
in ottemperanza al disposto legislativo vigente (Legge 653/1934) e in coerenza
con le conclusioni di diversi autori, si ritiene congruo il riferimento ai 20
Kg quale valore limite per la popolazione femminile adulta;
- relativamente alle differenze di età, in particolare rispetto alla
popolazione ‘anziana’, delle quali bisogna tenere conto nella valutazione del
rischio secondo quanto previsto dall’art. 28, comma 1, del DLgs 81/2008 s.m.i.,
sarà cura del medico competente valutarle nel momento di formulazione del
singolo giudizio di idoneità”.
L’elaborazione delle indicazioni/istruzioni ha necessitato poi di un’attenta
rilevazione delle diverse realtà operative della
Distribuzione Moderna Organizzata (DMO): ipermercati, supermercati, negozi di prossimità a libero servizio,
discount, distribuzione ingrosso a self service (cash and carry), grandi magazzini, ...
Infine è servita una
analisi dei
processi di lavoro che comportano la movimentazione manuale dei carichi. Sono state individuate 12 Aree di Lavoro normalmente presenti nelle
organizzazioni della DMO (ricezione merci, orto frutta, panetteria, pasticceria,
gastronomia, macelleria, pescheria, latticini, drogheria scatolame, surgelati, acqua
bevande, non food bazar, casse).
Per ognuna di esse “sono stati identificati attività e compiti che gli
addetti, in funzione dell’organizzazione del lavoro, possono effettuare nell’arco
di una giornata lavorativa”. E per ogni area è stata definita una
corrispondente tabella analitica “con la scomposizione in compiti e
sottocompiti e l’individuazione, per ognuno di essi, della tipologia di
potenziale rischio, identificato secondo la tripartizione delle norme tecniche
ISO 11228 (parti 1-2-3): movimentazione con sollevamento e trasporto
(individuato con sigla "M"), movimentazione con spinta e traino
(individuato con sigla "T"), movimentazione ripetitiva di bassi carichi
ad alta frequenza (individuato con sigla "R").
In particolare:
-
M -
movimentazione con sollevamento e trasporto
(Lifting and carrying): “si identifica la presenza di un rischio, e quindi si
procede alla valutazione utilizzando gli strumenti indicati nella norma tecnica
(NIOSH), quando i pesi superano i 3 Kg”;
-
T- movimentazione con spinta e traino (Pushing and polling): “si
identifica la presenza di un rischio in presenza di operazioni di spinta o
traino con trasportatori manuali”;
-
R - movimentazione ripetitiva di bassi carichi ad alta frequenza
(Handling of low loads at high frequency): “si identifica la presenza di un
rischio in presenza di
lavori con compiti
ciclici che comportino l'esecuzione dello stesso movimento degli arti superiori
ogni pochi secondi, oppure la ripetizione di un ciclo di movimenti per più di 2
volte al minuto per almeno 2 ore complessive nel turno lavorativo.
L’intervento si conclude ricordando che, riguardo alla pubblicazione
elaborata, “il rischio da potenziale diventa concreto e da valutare solo nel
caso in cui l'effettiva modalità di svolgimento dei compiti e sottocompiti
rientri nelle definizioni previste da letteratura scientifica e normativa
vigente come riportate all’interno delle
Indicazioni
operative".
“ Indicazioni operative per l’identificazione dei rischi MMC
negli ambienti di lavoro della Distribuzione Moderna Organizzata - Il supporto
di Federdistribuzione alle Aziende associate in tema di salute e sicurezza sul
lavoro”, a cura di Maria Stella Motta e Alessandro Sallì
(FederDistribuzione), intervento al seminario "Disturbi muscoloscheletrici
nella Grande Distribuzione Organizzata — dalla ricerca alle soluzioni"
(formato PDF, 378 kB).
FederDistribuzione, “ Indicazioni operative per l’identificazione dei rischi e degli
strumenti da utilizzare per la loro valutazione nei processi di movimentazione
manuale dei carichi negli ambienti di lavoro della Distribuzione Moderna
Organizzata” (formato PDF, 463 kB);
FederDistribuzione, “ Allegato 1: Tabelle compiti e sottocompiti per le aree di
lavoro”, allegato delle Indicazioni operative (formato PDF, 256 kB).
Tiziano Menduto
Segnala questa news ad un amico
Questa news è stata letta 1296 volte.
Pubblicità