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"Imparare dagli errori: le cause degli infortuni mortali in Italia"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
11/09/2014 - La nostra
rubrica “
Imparare dagli errori”,
dedicata agli esempi più significativi di infortuni professionali, in questi
anni si è avvalsa spesso dei casi presentati dalle schede di INFOR.MO.,
strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di
sorveglianza degli infortuni mortali e gravi. Uno strumento - utilissimo
per impostare, a livello aziendale come a livello nazionale, efficaci campagne
e azioni di prevenzione – che abbiamo visto crescere sia dal punto di vista
della quantità di dati contenuti, sia dal punto della qualità della
comunicazione, implementata ad esempio da disegni e animazioni.
Non potevamo dunque non
soffermarci oggi su un nuovo strumento comunicativo reso disponibile da
Infor.mo.: le
Schede Informative (
factsheets) o schede di analisi degli
infortuni mortali. Queste schede hanno un ruolo importante: a partire dai
fattori di rischio riportare non gli aspetti descrittivi e l’analisi puntuale
delle dinamiche infortunistiche riscontrate, ma anche possibili misure
preventive e protettive che le aziende possono adottare per ridurre i rischi.
La prima scheda che presentiamo –
curata dal settore Ricerca INAIL e dagli operatori di prevenzione delle ASL - è
la “
Scheda n.1: l'approfondimento delle
dinamiche infortunistiche e dei fattori di rischio”.
Essendo la prima (ad oggi ne sono
state prodotte sei) non ha il compito di affrontare l’esame di un fattore di
rischio, ma di offrire una visione generale del Sistema di sorveglianza
nazionale degli infortuni mortali riportando anche utili dati sulle principali
problematiche in tema di sicurezza.
Il Sistema Infor.MO
Sul
Sistema di sorveglianza degli infortuni mortali sul lavoro,
denominato Infor.MO, il nostro giornale si è soffermato più volte. Ricordiamo
qui, brevemente, che è stato avviato nel 2002 con un progetto di ricerca in
collaborazione tra le Regioni e le Province Autonome, l’ISPESL e l’INAIL ed è
stato, nel tempo, supportato dal Ministero della Salute per il consolidamento a
livello nazionale della rete di rilevazione degli infortuni mortali.
L’
obiettivo di tale Sistema di sorveglianza è quello di “raccogliere
ed analizzare le informazioni provenienti dalle inchieste infortuni condotte
dai Servizi di prevenzione negli ambienti di lavoro delle ASL, al fine di
evidenziarne le modalità di accadimento e, soprattutto, le cause. Le
informazioni, rilevate grazie ad un modello multifattoriale di analisi della
dinamica infortunistica, sono inserite nell’archivio nazionale attraverso la
trasmissione via web dei dati direttamente dal territorio. L’archivio Infor.MO
dispone, ad oggi, di oltre
6.000
infortuni mortali e gravi avvenuti nel periodo 2002-2012. In particolare,
sono raccolti tutti gli infortuni mortali indagati dalle ASL ed una quota di
infortuni gravi ritenuti di interesse per la loro specifica dinamica”. E se gli
strumenti operativi ed i contenuti sviluppati dal Sistema sono disponibili
online attraverso uno specifico sito web, ogni utente può accedere a varie
applicazioni per la consultazione e l’analisi personalizzata delle informazioni
presenti nella banca dati.
Ricordiamo infine che nel corso
degli anni è stata sviluppata “un’iniziativa parallela al Sistema di
sorveglianza, ovvero il progetto denominato ‘
Panel aziendali’, che prevede un’azione di assistenza da parte
delle Istituzioni alle aziende per l’utilizzo del modello multifattoriale degli
infortuni. Infatti, nel processo di valutazione
dei rischi, il modello stesso costituisce un supporto per l’azienda nel
verificare quali fattori di rischio non sono stati contemplati e contenuti
adeguatamente nel ciclo lavorativo. L’obiettivo è quello di sostenere
operativamente le imprese, attraverso corsi e seminari, nella gestione della
salute e sicurezza dei lavoratori, al fine di migliorare l'approccio al
processo di valutazione dei rischi tanto nelle grandi aziende che nelle PMI,
prevedendo anche il coinvolgimento delle associazioni datoriali e sindacali”.
Ricordiamo sinteticamente che il
modello di analisi degli infortuni Infor.MO (conosciuto anche come Sbagliando
s’Impara, acronimo SSI) “rientra tra i modelli multifattoriali ad albero delle
cause e consente di esporre in maniera strutturata e standardizzata la dinamica
infortunistica, ovvero quella sequenza di eventi che hanno portato al
verificarsi dell’infortunio”.
I dati
Il Factsheet riporta alcune principali
risultati riferiti “all’ultimo anno consolidato di dati, ovvero il
2012, per 305 infortuni mortali
analizzati”. Confrontando i dati è possibile comprendere meglio quali siano le
situazioni, i fattori di rischio, i luoghi lavorativi le modalità d’infortunio
più consueti.
Dopo aver ricordato che la classe
d’età degli infortunati più rappresentata è quella compresa tra i 45 e i 54
anni (31%) e che, a livello di rapporto lavorativo, c’è una rilevante la
presenza di infortuni mortali tra gli autonomi, i soci e i coadiuvanti
familiari (32%), il Factsheet si sofferma su altri tre aspetti essenziali degli
infortuni:
-
dove avviene l’infortunio: “nel 38% dei casi si tratta di un sito
industriale, nel 25% di un cantiere di costruzione e nel 22% di un luogo agricolo
o forestale. All’interno di siti industriali, ben il 34% ha riguardato ambienti
dedicati principalmente al magazzinaggio, carico
e scarico delle merci. Spostando l’attenzione sulle aziende di
appartenenza, risulta che i settori produttivi più coinvolti, per effetto anche
dell’alto numero di addetti, sono le costruzioni con il 33%, l’agricoltura con
il 23%, l’industria dei metalli (9%) e i trasporti (8%)”;
-
come avviene l’infortunio: le cadute
dall’alto di lavoratori e quelle di gravi sui lavoratori “
descrivono oltre la metà degli eventi
mortali”. Un dato che “si presenta costantemente anche nelle analisi degli
anni precedenti”. Inoltre “analizzando le singole modalità di accadimento
secondo il comparto dove sono avvenute, emerge che il 55% delle cadute
dall’alto dell’infortunato è avvenuto in edilizia, il 9% in agricoltura -
silvicoltura e il 5% nei trasporti. Le cadute dall’alto di gravi su lavoratori
sono invece distribuite in maniera più eterogenea nei diversi settori di
attività: al primo posto si registra l’industria dei metalli (21%) seguita
dall’edilizia (17%) e dalle industrie della plastica e dei minerali e
agricoltura, entrambe con una quota pari al 10% del complessivo. La terza
modalità più frequente di incidente mortale presente in archivio, ovvero la perdita
di controllo di veicoli/mezzi di trasporto (con deviazione dal percorso idoneo
o ribaltamento), accade essenzialmente nel settore dell’agricoltura e della
silvicoltura (74%)”. Se analizziamo l’
agente
materiale dell’incidente rilevato nella dinamica infortunistica, si può
dire che per le cadute dall’alto degli infortunati “la categoria più numerosa è
rappresentata dai tetti (31%), seguiti dalle attrezzature per il lavoro in
quota (20%) e da altre parti in quota di edifici (12%). Nei casi di cadute
dall’alto di gravi sui lavoratori, queste sono avvenute principalmente da muri
e pareti di scavo per crolli o franamenti (21%) e da tetti o
coperture (21%). Non trascurabile la quota del 17% di cadute di oggetti da
aree predisposte per lo stoccaggio di materiali. Negli infortuni riconducibili
a perdite di controllo di veicoli/mezzi di trasporto (fuoriuscita percorso o
ribaltamento), le macchine
agricole (trattori) sono i mezzi coinvolti in prevalenza (79%) (in questo
caso, l’agente materiale è definito come ciò di cui si perde il controllo)”.
-
perché avviene l’infortunio: i 305 casi del 2012 evidenziano “448
fattori di rischio considerati determinanti dell’incidente, mediamente 1,5 per
infortunio mortale, e 102 fattori indicati come modulatori” (che non
influiscono sull’accadimento dell’incidente ma sulla gravità dei traumi subiti
dai lavoratori). Tra i sei fattori di rischio che identificano i determinanti,
“nel 46% dei casi si tratta di
Attività
dell’infortunato (modalità operative non idonee), seguite da problemi
riguardanti l’
Ambiente di lavoro
(22%) e gli
Utensili, macchine, impianti
(18%). Quando è stato riscontrato come fattore di rischio l’
Attività dell’infortunato, nell’83% dei
casi è stato rilevato come problema di sicurezza un
errore di procedura, nel 14% un uso improprio o errato di
attrezzatura. Le cause di questi problemi di sicurezza son state individuate
principalmente (51%) in ‘azioni estemporanee’, in pratiche abituali
nell’azienda (22%) o in carenza di formazione, informazione o addestramento
(17%). Le ‘azioni estemporanee’ in due infortuni su tre sono associate a
problemi riscontrati su Utensili, macchine, impianti o in Ambienti di lavoro e
spesso appaiono come un tentativo ‘istintivo’ del lavoratore di farvi fronte”.
Se poi nella dinamica infortunistica sono coinvolti “utensili macchine,
impianti”, l’analisi degli incidenti “rileva una quota molto elevata (76%) di
determinanti caratterizzati da un problema di ‘assetto’, ovvero l’indagine ha
evidenziato delle criticità preesistenti al verificarsi dell’evento” che, quindi,
potevano essere individuate già in fase di valutazione dei rischi. In
particolare, “il più frequente problema di sicurezza legato all’assetto delle
macchine riguarda le protezioni, nel 48% dei casi assenti, manomesse
o inadeguate”.
Inoltre quando nelle indagini è
stato indicato il fattore “
Ambiente di
lavoro”, i problemi di sicurezza più frequenti sono stati:
- “nel 45% dei casi l’assenza di
apprestamenti di sicurezza, percorsi attrezzati, segregazione di zone
pericolose o illuminazione adeguata;
- nel 31% degli eventi il
cedimento o smottamento di strutture, muri, pareti di scavo. Rispetto agli anni
precedenti, nel 2012 questa percentuale è sostanzialmente più elevata. Una
parte di questo aumento è riconducibile anche agli eventi sismici che hanno
interessato alcune aree del nostro paese nel corso di attività lavorative;
- nel 17% dei casi la presenza di
elementi pericolosi (elettricità, materiali sul percorso, spazi ristretti,
liquidi su pavimento, gas, vapori)”.
Concludiamo rimandando i lettori
alla visione integrale del Factsheet: i dati riportati sono accompagnati da
utili immagini e tabelle che riepilogano fattori di rischio, luoghi e modalità
di accadimento degli infortuni mortali.
Il sito Infor.MO web
Sistema di sorveglianza nazionale
degli infortuni mortali, “ Scheda n.1: l'approfondimento delle dinamiche infortunistiche e
dei fattori di rischio”, curata dal settore Ricerca INAIL e dagli operatori
di prevenzione delle ASL (formato PDF, 2,7 MB).
Tiziano Menduto
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