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"Attività esterne: valutazione dei rischi, formazione e DPI"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
24/09/2014 - Concludiamo con questo breve articolo la presentazione del documento dell’Inail dal titolo “ Le attività esterne. Valutazione dei rischi per attività svolte presso terzi”,
a cura di Raffaele Sabatino (INAIL - Dipartimento Tecnologie di
Sicurezza), relativo a obblighi e valutazione nelle attività lavorative
che svolge un lavoratore, inviato dal proprio datore di lavoro,
fuori dalla propria sede di lavoro.
Abbiamo già parlato, in precedenti articoli, degli obblighi del
DL mandante che
rimane il “responsabile per la sicurezza e la tutela della salute dei
propri lavoratori anche quando questi prestino la loro opera al di fuori
dei confini materiali dell'Azienda di appartenenza”. Abbiamo affrontato
l’obbligo primario del DL mandante di preventivo coordinamento con il
DL ospitante e i rischi di incidente stradale relativi al trasferimento sul posto e al rientro in sede.
Il documento sottolinea che la
preventiva valutazione dei rischi
“resta di competenza del DL mandante” e che tale valutazione deve essere
condotta “prendendo in rassegna tutte le tipologie di rischio presumibilmente
rilevabili nelle diverse attività svolte all’esterno dai lavoratori
dell’Azienda”.
Il documento, che vi invitiamo a
visionare integralmente, riporta specifiche indicazioni relative al modo di
condurre la “valutazione dei rischi per attività svolte presso terzi”, con
riferimento sia ai rischi (normati o meno) che all’individuazione delle misure
di prevenzione e protezione.
Sono presenti inoltre alcuni
utili
casi esemplificativi e sono
riportate alcune
schede di rilevazione
tipo, “riportanti le criticità per le quali le indagini condotte dal
valutatore (RSPP in primis) hanno evidenziato la potenziale sussistenza di
un’esposizione al rischio”.
Ricordando che le attività svolte
presso terzi si possono suddividere, ai fini dell’individuazione dei fattori di
rischi collegati, in due fasi temporali successive (il trasferimento sul posto
e rientro in sede - l’esecuzione delle diverse attività), nei casi
esemplificativi presenti nel documento si è ipotizzato che le tipiche attività
svolte all’esterno dai lavoratori dell’Azienda siano:
- manutenzione impianti (extra DUVRI);
- campionamenti ambientali;
- accertamenti presso cantieri edili.
Ad esempio riguardo in specifico
all’attività correlata ai
campionamenti
ambientali, oltre alle indicazioni relative ai rischi di incidente stradale
(trasferimento e rientro), sono riportati alcuni possibili rischi non
irrilevanti con le correlate misure di protezione:
- “
imbrattamento con materiale contaminato da agenti biologici se ed
in quanto l’intervento prevede il prelievo di campioni (di varia natura):
utilizzo di procedure scritte di accesso e trasporto atte alla minimizzazione
del rischio. DPI: guanti, non in lattice, usa e getta, maschera
e occhiali;
-
inalazione di aerosol contaminato da agenti biologici (se ed in
quanto l’intervento prevede il prelievo di campioni potenzialmente infetti):
uso di contenitori per i campioni che non presentino rischio di rottura (se
compatibile con le procedure di campionamento). DPI: guanti, non in lattice,
usa e getta, maschera e occhiali;
-
caduta dall’alto (verifica di parti dell’impianto elettrico, di
componenti o di utilizzatori ubicati in posizione particolare): attenzione
nelle fasi di salita, discesa e stazionamento in quota. Verificare l’idoneità
del punto di aggancio. DPI: cintura di sicurezza;
-
investimento da mezzi guidati da terzi (transito in aree esterne
del sito ospitante): i lavoratori in servizio presso il sito ospitante, durante
il transito in aree esterne, dovranno utilizzare indumenti
ad alta visibilità;
-
punture, tagli, abrasioni (utilizzo attrezzature di lavoro): uso di
procedure scritte che trattino questo rischio, sostituzione del materiale in
vetro con materiale plastico (pipette,bottiglie), acquisto di utensili
provvisti di sicurezza anti-taglio. DPI: guanti in pelle;
-
sprofondamento in buche o vasche (pericoli derivanti dalle asperità
del terreno, dalla presenza occulta di botole, tombini, ecc.): seguire il
percorso sicuro indicato dal ‘responsabile’ del sito ospitante. Fare attenzione
alle condizioni in cui si presenta il terreno; manutenzione e pulizia dei
percorsi”;
-
manipolazione di sostanze chimiche (se ed in quanto l’intervento
prevede un’esposizione ad agenti
chimici): “uso di contenitori ed accessori per il trasporto, la
manipolazione e la conservazione, adeguati allo scopo e che non presentino
rischio di rottura o sversamento (compatibilmente con le procedure di
campionamento). DPI: uso di indumenti di lavoro e guanti specifici per il tipo
di sostanze utilizzate;
-
caduta materiale dall’alto (durante gli interventi, accedendo negli
ambienti di pertinenza del sito ospitante): attenzione durante le fasi di
movimentazione di materiale. Controllare il bilanciamento e l’aggancio di
materiale posto in alto. Verificare la presenza di ostacoli nel raggio di
azione. Controllare la portata massima di eventuali apparecchi di sollevamento
in uso. DPI: elmetto;
-
scivolamento o caduta a terra, urto contro ostacoli (attività in siti
che presentano un’elevata densità di materiali accumulati e/o pavimenti
dissestati): prestare attenzione al percorso e ad eventuali ostacoli presenti.
DPI: calzature
di sicurezza antiscivolo onde evitare cadute dovute in genere a superfici
di calpestio scivolose;
-
urto con materiali movimentati da terzi (attività in siti dotati di
aree esterne ove si verifichi la costante movimentazione di attrezzature):
seguire le indicazioni dell’accompagnatore; disporre che eventuali attività in
corso nell’area d’intervento vengano sospese per tutto il tempo necessario per
l’intervento DPI: indumenti ad alta visibilità;
-
puntura di insetti, morso di animale (se ed in quanto l’intervento
prevede una continuativa presenza all’aperto): adottare le necessarie cautele
per verificare la presenza di insetti e animali. Acquisire informazioni su
eventuali allergie dei lavoratori addetti alla mansione. Fornitura di idonei
presidi di primo soccorso;
-
stress e condizioni di lavoro difficili (situazioni in cui
necessita prendere decisioni rapide e/o di pressante urgenza): conoscenza e
disponibilità di tecniche di comunicazione, di tecniche di gestione dello
stress e di procedure di lavoro che facciano riferimento a questo rischio”.
Dopo questa breve carrellata su
alcune possibili misure di prevenzione tratte da un caso esemplificativo di
valutazione dei rischi, concludiamo dando qualche indicazione relativa alla
formazione dei lavoratori.
Ricordiamo, a questo proposito,
che il DL mandante ha l'obbligo di informare i lavoratori sui rischi specifici
dell'attività e deve “assicurare la formazione e informazione ai propri
lavoratori riferita ai rischi oggettivamente riscontrabili nei vari ambienti”.
Infatti al di là della prevenzione primaria (azione collettiva che
agisce sul rischio) nella gestione di rischi - quali quelli oggetto della
trattazione del documento dell’Inail - risultano di fondamentale importanza
anche azioni di prevenzione secondaria da attuare attraverso la formazione e
l'informazione degli addetti alla mansione: “misure cardine cui fare
riferimento al fine di sviluppare nei lavoratori la capacità di identificazione
dei pericoli e di valutazione delle necessarie condizioni lavorative”.
Spesso può essere necessario uno
sforzo rilevante, “da parte del DL mandante, in termini di comunicazione e di
formazione corretta sui rischi lavorativi, affinché la presa di coscienza
dell'esistenza di un rischio non rappresenti un evento episodico, non condiviso
e, come tale, non generatore di cambiamenti significativi. Inoltre l'accurata
consultazione del RLS e la raccolta critica dei giudizi soggettivi dei
lavoratori rappresentano un momento decisivo per l'integrazione delle
conoscenze di quegli aspetti di rischio che sfuggono o sono sottovalutati dal
management”.
Il documento fa poi riferimento
all' Accordo
Stato-Regioni del 21 dicembre 2011 relativo alla formazione dei dirigenti,
dei preposti e dei lavoratori nonché dei datori di lavoro che intendono
svolgere, direttamente, i compiti di prevenzione e protezione.
In particolare per le mansioni
trattate nel documento può essere necessaria una fase di formazione che,
“realizzata attraverso la tecnica dell’affiancamento, si proponga di assicurare
la trasmissione delle conoscenze relativamente alle fasi del lavoro, alle
procedure specifiche e alle dotazioni di sicurezza. Si presuppone ovviamente
che la persona già esperta (preposto), che affianca colui il quale deve essere
addestrato ad assumere la mansione in termini sicuri, sia messo in grado di
informare l’interlocutore sui rischi specifici dell’attività che sarà chiamato
a svolgere”.
Infine qualche informazione sui
dispositivi di protezione individuale,
cioè “qualsiasi attrezzatura destinata a essere indossata e tenuta dal
lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di
minacciare la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento
o accessorio destinato a tale scopo”.
Il DL mandante “fornisce a
ciascun tecnico i Dispositivi di Protezione Individuale ordinari ossia i
dispositivi generici di protezione per i rischi comuni alle attività svolte”.
Si sottolinea che il DPI è “un
sistema di protezione da riservare ai casi in cui non sia stato possibile
pervenire in altro modo ad un rischio residuo accettabile. Il rischio residuo,
come noto, è quella percentuale di rischio che permane dopo l'attuazione delle
misure di riduzione: è quel rischio che comunque sussiste anche dopo l'adozione
delle misure tecniche, organizzative e procedurali, ritenute necessarie per
ridurre il rischio stesso”.
Concludiamo ricordando che
qualora si tratti di un'attività di tipo particolare - per la quale sono
richiesti speciali DPI – “gli operatori, acquisita anche verbalmente la
valutazione del rischio dell'Azienda ospitante, provvederanno a farsi dotare,
da quest'ultima, dei predetti DPI; in mancanza di tale fornitura, oppure in
presenza di un'evidente situazione di rischio, gli operatori dovranno astenersi
dall'effettuare l'attività in questione”.
Inail - Settore Ricerca -
Dipartimento Tecnologie di Sicurezza, “ Le attività esterne. Valutazione dei rischi per attività svolte
presso terzi”, a cura di Raffaele Sabatino (INAIL - Dipartimento Tecnologie
di Sicurezza), edizione aprile 2014 (formato PDF, 5.46 MB).
RTM
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