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"Quaderni tecnici Inail per i cantieri: sistemi di protezione degli scavi"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
04/11/2014 - Per elevare il
livello di sicurezza dei lavoratori nei cantieri temporanei o mobili e migliorare
le misure di prevenzione contro i vari
rischi
correlati alla presenza di scavi, l’ Inail
ha dedicato un
Quaderno Tecnico per i
cantieri temporanei o mobili proprio
ai sistemi di protezione degli scavi a cielo aperto.
RTM
Il Quaderno tecnico “
Sistemi di protezione degli scavi a cielo
aperto” - realizzato dal Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza
degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (DIT) e a cura di Luca Rossi,
Luigi Cortis, Francesca Maria Fabiani e Davide Geoffrey Svampa (DIT) con la
collaborazione di Carlo Ratti e Calogero Vitale (DIT) – ricorda che i sistemi
di protezione degli scavi a cielo aperto vengono utilizzati nei cantieri
temporanei o mobili per attività come, ad esempio, la costruzione o
manutenzione delle reti infrastrutturali, di fondazioni e, più in generale, di
manufatti interrati.
Tali sistemi di protezione sono “
dispositivi di protezione collettiva
che proteggono il lavoratore, che lavora all’interno dello scavo, dal rischio di
seppellimento” e possono essere utilizzati “in aree non antropizzate (scavi
di splateamento o sbancamento) ed antropizzate (scavi a sezione obbligata per
trincee, sottomurazioni o fondazioni)”.
I sistemi di protezione possono
essere realizzati in cantiere o prodotti in fabbrica e possono essere
suddivisi in:
-
sistemi realizzati in cantiere: sistemi realizzati totalmente in
legno; sistemi realizzati con puntoni in metallo;
-
sistemi realizzati con componenti prefabbricati: sistemi realizzati
mediante blindaggi; sistemi realizzati mediante palancole.
Sottolineando che le “principali
attenzioni da porre nell’utilizzo dei sistemi prefabbricati sono relative al rispetto
delle indicazioni contenute nel libretto di uso e manutenzione del fabbricante”
e che se i sistemi realizzati in cantiere “sono apparentemente di minore
complessità”, è opportuno che anche questi “siano soggetti a regolare
manutenzione e controllo visivo, prima della messa in opera”, veniamo a qualche
informazione ulteriore sulle diverse tipologie di sistemi di protezione:
-
sistemi realizzati in cantiere totalmente in legno: “sono
costituiti da tavole orizzontali affiancate, disposte sulle pareti dello scavo,
sostenute da montanti a tutt’altezza con interasse compreso tra 1,5 e 2 metri
affiancati e vincolati fra loro al piede ed alla sommità attraverso puntelli
orizzontali”. Il documento indica che il puntello “deve essere collocato
sull’elemento verticale che lo sostiene e non direttamente sulla tavola
orizzontale”;
-
sistemi realizzati in cantiere con puntelli in metallo: sono
costituiti da “tavole e montanti sui quali agiscono i puntelli. L’adozione di
tali sistemi presuppone la verifica che i carichi trasmessi dai puntelli siano
compatibili con quelli sopportabili dai montanti”;
-
sistemi realizzati mediante blindaggi (componenti prefabbricati): tali
sistemi, definiti come “sistemi di puntellazione per scavi” dalla UNI EN
13331-1: 2004, “devono assicurare la stabilità delle pareti verticali e sono
composti da diversi componenti prefabbricati, assemblati fra loro, che creano
un sostegno blindato dello scavo”. In particolare la protezione
dello scavo lungo tutta la profondità “prevede l’assemblaggio di un modulo
detto ‘insieme di base’ ed un modulo detto ‘insieme superiore’. L’insieme di
base viene collocato nello scavo prima dell’insieme superiore che può essere
più di uno per supportare scavi profondi. Il blindaggio dello scavo avente
larghezza variabile (distanza fra i lati dello scavo) è effettuato con puntelli
regolabili in modo continuo o in modo incrementale. La realizzazione della
protezione lungo il tracciato dello scavo è attuata collegando in orizzontale
uno o più moduli”;
-
sistemi realizzati mediante palancole (componenti prefabbricati): “la
palancola è un elemento in acciaio, di opportuno profilo, provvisto di incastri
(guida metallica o gargame) maschio-femmina che, collegati fra loro ed infissi
nel suolo, formano un pannello continuo resistente alla spinta laterale del
terreno. I profili delle palancole si distinguono in sezione ad U e a Z; la
loro lunghezza varia a seconda dei produttori e per gli utilizzi abituali può
arrivare fino a 12 metri circa”.
Rimandiamo alla lettura integrale
del Quaderno - con riferimento sia al dettaglio della varie tipologie di
protezione, che alle diverse e utili immagini esplicative – e passiamo a
qualche indicazione relativa alla
scelta,
montaggio, uso e smontaggio delle protezioni:
- “la scelta del sistema di
protezione degli scavi a cielo aperto, da adottare in una specifica realizzazione,
dipende dai rischi da eliminare e/o ridurre, preventivamente individuati
nell’attività di valutazione
dei rischi;
-
prima del montaggio è “necessario verificare: le caratteristiche
del terreno; la morfologia del terreno; la presenza di falde d’acqua; la
presenza di impianti interrati (energia elettrica, gas, acqua,
telecomunicazioni); la presenza di opere e/o strutture interrate o fuori terra”;
- per l’uso del sistema di
protezione degli scavi a cielo aperto “è necessario attenersi alle indicazioni
del fabbricante”;
-
prima dello smontaggio del sistema di protezione “è necessario
verificare: le condizioni del luogo di lavoro; la presenza di falde d’acqua;
l’applicabilità della procedura o delle istruzioni di smontaggio.
Dopo lo smontaggio del sistema di protezione
degli scavi a cielo aperto è necessario verificare: l’integrità di tutti i
componenti; l’assenza di danni ai materiali in legno; l’assenza di danni ai
materiali metallici; l’assenza di deformazioni o ammaccature”.
Si ricorda inoltre che la
manutenzione del sistema di protezione
degli scavi deve essere effettuata da parte di personale qualificato e
prevede la verifica:
- per i componenti metallici di:
stato superficiale; usura; deformazioni; danni dovuti alla corrosione; stato
dei dadi e bulloni; serraggio dei dadi o dei bulloni; ingrassatura eventuali
parti mobili”;
- per i componenti in legno di:
presenza di tagli; presenza di abrasioni; usura; danni dovuti al calore e a
sostanze aggressive (acidi, solventi); deterioramento dovuto ai raggi del sole”.
Ricordando che il documento
riporta vari riferimenti alla normativa tecnica e al D.Lgs. 81/2008,
concludiamo riportando le risposte alle domande più frequenti (FAQ - Frequently
asked questions):
D.
Un sistema di protezione degli scavi a cielo aperto completamente in
legno, realizzato in cantiere, può essere utilizzato come dispositivo di
protezione collettiva contro il rischio di seppellimento?
R. Sì, purché idoneo.
D.
Cosa si intende per idoneo?
R. Che deve possedere le
caratteristiche di resistenza adeguate per impedire il franamento delle pareti
dello scavo.
D.
In che modo può essere dimostrata l’idoneità del sistema di protezione
degli scavi?
R. Dimostrando che esso resiste
alle sollecitazioni del terreno in cui si effettua lo scavo.
D.
Oltre che alle caratteristiche di resistenza a cosa bisogna prestare la
massima attenzione prima di installare un sistema di protezione degli scavi?
R. Alle caratteristiche del
terreno.
D.
Un sistema di protezione degli scavi a cielo aperto in acciaio può essere
utilizzato come dispositivo di protezione collettiva contro il rischio di
seppellimento?
R. Sì.
D.
In che modo può essere dimostrata l’idoneità del sistema di protezione
degli scavi?
R. Dimostrando, ad esempio, che
esso resiste alle sollecitazioni previste dalle norme tecniche specifiche (UNI
EN 10248-1: 1997, UNI EN 10248-2: 1997, UNI EN 13331-1: 2004, UNI EN 13331-2:
2004, UNI EN 1993-5: 2007).
D.
Un sistema di protezione degli scavi prefabbricato deve essere marcato
CE?
R. No, in quanto non esiste una
direttiva di prodotto.
D.
In assenza della direttiva di prodotto il fabbricante a cosa deve fare
riferimento? R. Per i prodotti non coperti da direttiva di prodotto si
applica il D.Lgs 206/05 (Codice del consumo) parte IV, titolo I - Sicurezza dei
prodotti.
D.
Secondo il D.Lgs 81/08 qual è la profondità oltre la quale deve essere
valutato l’utilizzo di un sistema di protezione degli scavi?
R. Il limite è 1,5 m (art.119,
comma 1).
D.
Come può un fabbricante di sistemi di protezione degli scavi prefabbricati
dimostrare che i suoi prodotti soddisfano i requisiti essenziali di sicurezza
previsti dal D.Lgs 206/05?
R. In molti modi, ad esempio
redigendo una propria specifica tecnica di prodotto a cui far riferimento. In
questo caso il fabbricante dovrà dimostrare il soddisfacimento dei requisiti
essenziali. Il modo più rapido tuttavia è quello di realizzare il sistema di
protezione degli scavi secondo quanto previsto da una norma tecnica condivisa
(UNI EN 10248-1: 1997, UNI EN 10248-2: 1997, UNI EN 13331-1: 2004, UNI EN
13331-2: 2004, UNI EN 1993-5: 2007).
D.
Il lavoratore che installa un sistema di protezione degli scavi deve
avere particolari requisiti?
R. I sistemi di protezione degli
scavi vengono utilizzati come dispositivo di protezione collettiva contro il rischio
di seppellimento. In relazione all’elevato rischio si ritiene opportuno che
la loro installazione sia riservata ai lavoratori allo scopo incaricati che
abbiano ricevuto informazione, formazione ed addestramento adeguati.
D.
Il lavoratore che effettua la manutenzione di un sistema di protezione
degli scavi deve avere particolari requisiti?
R. I sistemi di protezione degli
scavi vengono utilizzati come dispositivo di protezione collettiva contro il rischio
di seppellimento. In relazione all’elevato rischio si ritiene opportuno che
la loro manutenzione sia riservata ai lavoratori allo scopo qualificati in
maniera specifica. Le indicazioni relative alla manutenzione del prodotto sono
indicate dal fabbricante nel libretto di uso e manutenzione.
D.
Cosa significa che il lavoratore deve essere qualificato?
R. Che il lavoratore: sia in
possesso della necessaria idoneità tecnico professionale (art. 26 D.Lgs 81/08);
abbia partecipato a tutti gli addestramenti obbligatori (come previsti, ad
esempio, per i DPI contro le cadute dall’alto, i lavori su fune, l’utilizzo di
PLE ecc.); prima di procedere nell’attività sia stato affiancato da persona
esperta; sia in possesso della documentazione attestante quanto sopra. Il
processo di qualifica è interno all’azienda, visto che il datore di lavoro
stabilisce le necessarie competenze.
L’
indice del documento:
1. Denominazione
2. Documenti di riferimento
3. Cosa sono
4. Destinazione d’uso
5. Tipologia
5.1 Sistemi realizzati in
cantiere
5.1.1 Sistemi realizzati
totalmente in legno
5.1.2 Sistemi realizzati con
puntelli in metallo
5.2 Sistemi realizzati con
componenti prefabbricati
5.2.1 Sistemi realizzati mediante
blindaggi
5.2.2 Sistemi realizzati mediante
palancole
6. Marcatura
6.1 Marcatura dei sistemi realizzati
in cantiere
6.2 Marcatura dei sistemi
realizzati con componenti prefabbricati
6.2.1 Marcatura dei sistemi
realizzati mediante blindaggi
6.2.2 Marcatura dei sistemi
realizzati mediante palancole
7. Indicazioni essenziali per la
scelta, il montaggio, l’uso e lo smontaggio
7.1 Scelta
7.2 Montaggio
7.3 Uso
7.4 Smontaggio
8. Indicazioni essenziali di
manutenzione
9. FAQ (Frequently asked
questions)
Riferimenti nel D.Lgs 81/08
Inail, Dipartimento innovazioni
tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici, “ Sistemi di protezione degli scavi a cielo aperto”, Quaderno
Tecnico per i cantieri temporanei o mobili a cura di Luca Rossi, Luigi Cortis,
Francesca Maria Fabiani e Davide Geoffrey Svampa (DIT) con la collaborazione di
Carlo Ratti e Calogero Vitale (DIT), edizione 2014 (formato PDF, 4.00 MB).
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