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"Sicurezza delle macchine: sicurezza funzionale e norme tecniche"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
14/11/2014 - Sempre
più spesso nei documenti dedicati alle funzioni di sicurezza delle macchine realizzate
con tecnologie elettriche, elettroniche ed elettroniche si parla di “
sicurezza funzionale”, un concetto
nuovo che si è venuto affermando negli ultimi anni in relazione alla
pubblicazione di numerose norme che lo utilizzano: ad esempio le norme IEC
61508, IEC 62061, IEC 61511, ISO 13849-1 e la IEC 61800-5-2; norme entrate in
vigore in Europa e pubblicate come norme EN.
Per parlare di sicurezza
funzionale, su cui ci eravamo già brevemente soffermati presentando un
documento sulla sicurezza delle macchine prodotto dall’azienda
Rockwell Automation, facciamo riferimento alla “ Guida Applicativa Sicurezza Macchine” realizzata
dall’azienda Schneider Electric, una guida che offre utili
informazioni in grado di aiutare i costruttori di macchine e gli utenti finali
a garantire la sicurezza dei lavoratori con macchine sicure, a norma ed
efficienti.
La guida, che ha offerto spunti
al nostro giornale per parlare di identificazione/riduzione dei rischi e di progettazione delle funzioni di sicurezza, dedica
alla
sicurezza funzionale un intero
capitolo con diversi esempi pratici di applicazioni.
Per presentare la sicurezza
funzionale, concetto relativamente recente che viene a sostituire alcune
categorie definite dalla norma EN 954-1, nella guida applicativa si ricordano
innanzitutto i
principi della norma EN
954-1 e il vecchio “
diagramma di
rischio” da molti “utilizzato in passato per progettare le parti dei
sistemi di comando legate alla sicurezza in base alle categorie B da 1 a 4”. In
particolare “all’utilizzatore veniva richiesto di valutare in modo soggettivo
la gravità del danno, la frequenza e/o il tempo di esposizione al pericolo e la
possibilità di evitarlo. La gravità della lesione veniva valutata con i
parametri da lieve a seria, e l’esposizione al rischio da rara a frequente, da
possibile in determinate condizioni a virtualmente impossibile. L’obiettivo era
di arrivare alla categoria richiesta per ogni parte del sistema legata alla
sicurezza”. La teoria alla base di tutto questo è che “più la riduzione dei
rischi dipende dal funzionamento corretto del sistema di controllo elettrico di
sicurezza e più questo dovrà essere in grado di resistere ai guasti (quali
cortocircuiti, saldatura dei contatti, ecc.)”.
Veniamo invece alla “
sicurezza funzionale” che viene
definita come “
parte della sicurezza
della macchina e del suo sistema di controllo che dipende dal funzionamento
corretto dello SRECS, di altri sistemi con tecnologia relativa alla sicurezza e
ad impianti esterni per la riduzione del rischio”. Dove lo SRECS (Sistema
Elettrico di Controllo Relativo alla Sicurezza) è “il sistema elettrico di
controllo di una macchina il cui guasto può produrre un immediato aumento del
rischio”. E con “funzionamento corretto” si intende che “il sistema deve
eseguire correttamente una funzione di sicurezza: questo significa che le
funzioni devono essere scelte correttamente”.
Se in passato si tendeva a
“scegliere sempre componenti con una categoria superiore specificata dalla norma EN 954-1 al posto di componenti di
categoria inferiore” (secondo “l’erroneo concetto gerarchico delle categorie”),
le norme relative alla sicurezza funzionale “mirano ad incoraggiare i
progettisti a
focalizzarsi maggiormente
sulle funzioni effettivamente necessarie a ridurre ogni singolo rischio,
oltre che sui livelli prestazionali richiesti a ciascuna funzione, piuttosto
che fare semplicemente affidamento su componenti specifici”.
Quali norme sono applicabili alla funzione di sicurezza?
Secondo la guida “attualmente la
norma EN 954-1 può dirsi quasi superata, mentre le valide alternative
disponibili cui fare riferimento sono la norma EN/IEC 62061 e EN/ISO 13849-1.
Entrambe le norme permettono una valutazione precisa delle prestazioni di ogni
singola funzione e degli elementi di rischio, anche se in modo diverso. In base
alla norma EN/IEC 62061 si determina il livello di integrità della sicurezza
richiesto (SIL) mentre sulla base della EN/ISO 13849-1 si calcola il
Performance Level (PL). In entrambi i casi l’architettura del circuito di
controllo che realizza la funzione di sicurezza è un fattore, ma diversamente
dalla EN 954-1 le nuove norme prendono in considerazione l’affidabilità dei
componenti scelti”.
In particolare si indica che con
la
norma EN/IEC 62061 “è importante
considerare nel dettaglio ogni singola funzione; la norma EN/IEC 62061 richiede
la stesura di una specifica dei requisiti di sicurezza (Safety Requirements
Specification o SRS). Questa comprende una specifica funzionale (cosa fa in
dettaglio) ed una specifica dell’integrità della sicurezza che definisce la
probabilità richiesta che una funzione venga eseguita nelle condizioni
specificate”.
Per comprendere come funziona la
norma suddetta la guida presenta l’esempio relativa all’arresto della macchina
all’apertura del riparo.
Invece la
norma EN ISO 13849-1 “utilizza una combinazione tra Tempo Medio dei
Guasti Pericolosi (MTTFd), Copertura Diagnostica (DC) e architettura
(categoria) per determinare il Performance Level PL”. Una tabella nella guida
mostra un metodo semplificato di valutazione del PL.
Quale norma utilizzare?
La guida ricorda che a meno che
una norma di tipo C (le norme tecniche di tipo C trattano i requisiti di
sicurezza specifici per una macchina o per un particolare gruppo di macchine)
specifichi un livello SIL o PL richiesto, “il progettista è libero di utilizzare
indifferentemente le specifiche della norma EN/IEC 62061 o della norma EN/ISO
13849-1, o anche di altre normative. Sia la norma EN/IEC 62061 che la EN/ISO
13849- 1 sono norme armonizzate che assicurano un’automatica presunzione di
conformità ai requisiti Essenziali della Direttiva Macchine. Tuttavia occorre ricordare
che qualsiasi norma venga scelta questa dovrà essere utilizzata integralmente e
che non è possibile mischiare i requisiti di più norme in un unico sistema”.
Si ricorda inoltre che:
- è in corso uno studio che
“punta ad un’ integrazione degli standard IEC e ISO per la redazione di un
Allegato comune ad entrambi gli standard, con l’obiettivo finale di produrre
eventualmente un’unica norma di riferimento”;
- la norma EN/IEC 62061 “è forse
più completa in materia di responsabilità relative alla specifica e alla
gestione della sicurezza, mentre la EN/ISO 13849-1 è concepita in modo
specifico per permettere una più facile transizione dalla EN 954-1”.
Rimandando ad una lettura
integrale della guida, anche in relazione alla complessità della materia,
riprendiamo per concludere un
esempio
pratico di applicazione relativo all’applicazione della norma EN/IEC 62061
(“Sicurezza del macchinario – Sicurezza funzionale dei sistemi di comando e
controllo elettrici, elettronici ed elettronici programmabili correlati alla
sicurezza”) in relazione all’esempio di “un’apertura della protezione con
conseguente arresto delle parti mobili di una macchina, ove il mancato arresto
potrebbe comportare la rottura di un braccio o l’amputazione di un dito
dell’operatore”.
Riguardo alla norma si indica che
“i
sistemi di controllo elettrici di
sicurezza delle macchine (SRECS) svolgono un ruolo chiave nell’assicurare
la sicurezza totale delle macchine ed utilizzano sempre più spesso apparecchi
elettronici complessi”. La norma è “rivolta in modo specifico al settore delle
macchine e deriva della norma EN/IEC 61508”.
Per l’ approccio funzionale alla sicurezza il
procedimento “parte dall’
analisi dei
rischi (EN/ISO 12100) per stabilire i requisiti di sicurezza. Una
caratteristica specifica della norma EN/IEC 62061 è quella di spingere in prima
istanza l’utilizzatore ad effettuare un’analisi dell’architettura necessaria a
realizzare le funzioni di sicurezza, quindi a prendere in considerazione le
sottofunzioni e ad analizzare le interazioni prima di procedere alla scelta di
una soluzione hardware per il sistema di controllo elettrico di sicurezza della
macchina (SRECS)”. Per ogni progetto la norma richiede un “
Piano di sicurezza funzionale documentato” e nella guida sono
riportati i contenuti di tale piano.
Si sottolinea inoltre che i
vantaggi di questo approccio “sono rappresentati dalla possibilità di offrire
un metodo di calcolo comprendente tutti i parametri che possono influire sull’
affidabilità dei sistemi di controllo.
Il metodo consiste nell’assegnare un livello SIL (Safety Integrity Level) ad
ogni funzione, tenendo conto di vari parametri” (probabilità di guasto
pericoloso dei componenti, tipo di architettura, cause comuni di guasto,
probabilità di trasmissione di errori pericolosi in caso di utilizzo di
comunicazione digitale, interferenze elettromagnetiche, ...).
Concludiamo l’articolo ricordando
che, sempre in relazione all’utilizzo della EN 62061, la
procedura di progettazione di un sistema prevede cinque fasi successive
alla realizzazione del piano di sicurezza funzionale:
- in base alla valutazione del
rischio assegnare un livello di integrità della sicurezza (SIL) e identificare
la struttura base del sistema di controllo elettrico (SRECS), descrivendo
inoltre ogni funzione di controllo relativa alla sicurezza (SRCF) ad esso
correlata;
- scomporre ogni funzione di
controllo relativa alla sicurezza (SRCF) in blocchi funzionali (FB); -
dettagliare le prescrizioni di sicurezza per ogni blocco funzionale, assegnando
i blocchi funzionali ai sottosistemi dello SRECS;
- selezionare il dispositivo per
ciascun sottosistema;
- progettare le funzioni
diagnostiche come prescritto e verificare il raggiungimento del livello di
integrità (SIL) specificato”.
Nella guida sono descritte nel
dettaglio le varie attività e definiti i parametri correlati ai vari aspetti
della progettazione di un sistema.
Ricordiamo che, per ulteriori
approfondimenti, sul tema della sicurezza dei sistemi di controllo delle
macchine l’Inail ha pubblicato nel 2014 un documento dal titolo: “ Sicurezza funzionale dei sistemi di controllo delle
macchine: requisiti ed evoluzione della normativa”.
Schneider Electric, “ Guida Applicativa Sicurezza Macchine” (formato
PDF, 2.85 MB).
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