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"Imparare dagli errori: la perdita di stabilità con i carrelli elevatori"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
27/11/2014 - Come
evidenziato nelle scorse puntate di “ Imparare
dagli errori” sono tanti, sicuramente ancora troppi, gli infortuni gravi o
mortali dovuti al
ribaltamento
dei carrelli elevatori. La quantità di
dinamiche infortunistiche correlate a questo fattore di rischio e presenti tra
le schede di INFOR.MO.,
strumento per l'analisi dei casi di infortunio collegato al sistema di
sorveglianza degli infortuni mortali e gravi, ci permetterebbero di andare
avanti mesi e mesi a raccontare solo di questi incidenti nei luoghi di lavoro.
Anche la puntata di oggi è
infatti dedicata a questo tema e continueremo nei prossimi mesi a parlare di
carrelli elevatori – e spesso di
ribaltamenti - focalizzando tuttavia la nostra ricerca di infortuni da
“raccontare” su vari aspetti particolari: l’eccessiva velocità, la perdita di
controllo del mezzo, la mancanza di cinture di sicurezza e di visibilità, i
problemi correlati alla viabilità in azienda e agli errori nelle attività di
carico, ...
I casi
Il
primo caso riguarda un incidente avvenuto ad un dipendente di una
cooperativa di pulizie.
Il suo compito è quello di
trasportare i rifiuti nei cassonetti presenti nell’area cortiliva dell’azienda.
Per tale lavoro utilizza un carrello elevatore a tre ruote, di cui solo quella
posteriore sterzante, e carica manualmente i rifiuti di vario tipo e trucioli
sulle forche per trasportarli all’esterno. L’area in cui si trovavano i
cassonetti è in leggera pendenza. Ad un certo punto il carrello,
nell’affrontare una curva in leggera pendenza, si ribalta, ma, data l’assenza
di testimoni, non è possibile stabilire con certezza le cause.
Secondo gli accertamenti
successivi probabilmente l’infortunato “ha cercato di saltare giù dal mezzo, ma
è stato colpito al dorso dal tettuccio del carrello stesso ed è deceduto per le
conseguenze di un trauma toracico da schiacciamento. I motivi del
ribaltamento non sono noti, ma si suppone che probabilmente l’infortunato
abbia affrontato con eccessiva velocità la curva in pendenza e che il fatto
stesso di trovarsi in curva abbia agevolato il ribaltamento nel senso della
curva stessa. In più il carrello elevatore era arrivato in azienda solo da 15
giorni e probabilmente l’infortunato non aveva ancora acquisito sufficiente
confidenza con il mezzo, anche se era simile a quello che era stato sostituito.
Sul carrello erano inoltre disponibili tutti i dispositivi di protezione
individuale necessari, quindi anche la cintura di sicurezza che al momento
dell’incidente non era allacciata. Questo può dipendere dal fatto che
l’infortunato scendeva di frequente dal mezzo (ogni 10/15 minuti circa) per
caricare manualmente i rifiuti sulle forche del carrello”.
I
fattori causali riportati sulla scheda riguardano la mancanza della
cintura di sicurezza e l’eccesso di velocità.
Un
secondo caso riguarda un incidente avvenuto durante l’uso di un
muletto per il
trasporto di sacchi d’asfalto.
Un lavoratore alla guida di un
muletto deve trasportare questi sacchi dal locale deposito nel piazzale
dell'unità produttiva. Il collegamento tra detti locali avviene tramite il
transito di una rampa con pendenza valutata tra il 14% (misurato) e il 16,85%
(di progetto). Per raggiungere il piazzale, partendo dal deposito occorre
transitare sulla rampa, al termine della quale bisogna svoltare a sinistra.
Una volta giunto al termine della
rampa il muletto si ribalta e la testa dell'infortunato rimane schiacciata
sotto la tettoia del muletto stesso (trauma cranico).
La “distanza percorsa dal
magazzino al punto in cui è avvenuto il ribaltamento è di circa 8 metri. Dalla
ricostruzione della dinamica si ipotizza che il ribaltamento del mezzo sul lato
destro sia stato determinato sia dall'eccessiva velocità sia dalle condizioni
del manto stradale reso particolarmente sdrucciolevole in quanto bagnato”.
Questi i
fattori causali indicati:
- guida del carrello elevatore ad
alta velocità;
- manto stradale bagnato.
La prevenzione
Per parlare di prevenzione del
ribaltamento dei carrelli elevatori pubblichiamo oggi un estratto di un’utile
guida che abbiamo già presentato su PuntoSicuro nelle scorse settimane: il
documento “ 19
punti che il Carrellista Esperto conosce a memoria per lavorare in sicurezza -
Spunti e riflessioni per favorire una guida più sicura del Carrello Elevatore”
sviluppato per gli operatori di muletto e per gli addetti alla sicurezza nelle
aziende e a cura di Francesco Tortora.
Il documento ricorda che per i carrelli
elevatori non si può parlare di “sicurezza certa e garantita contro il
pericolo della perdita di stabilità e delle sue spiacevolissime conseguenze. È
sempre infatti possibile, per un carrello, trovare o indurre situazioni che ne
possano determinare la perdita di stabilità che, appunto, può provocare il
ribaltamento del mezzo stesso”.
E, come evidenziato spesso anche dalle dinamiche degli
incidenti che abbiamo presentato, in caso di
perdita accidentale della stabilità, il guidatore “viene sbalzato
fuori dal carrello e può rimanere schiacciato sotto le strutture del mezzo e
quando lo schiacciamento riguarda testa, torace o addome, spesso l’esito,
purtroppo, è mortale”.
Dunque è bene tener presente che al di là di quanto può
essere messo in atto dal costruttore del mezzo, “rimane significativo per ogni
carrello un
pericolo residuo di
perdita di stabilità, quando viene utilizzato o si viene a trovare al di fuori
delle condizioni di corretta utilizzazione”.
E se il pericolo
di ribaltamento accidentale non può essere eliminato completamente ma solo
ridotto a un livello accettabile, nasce la “necessità di ridurre al massimo le
conseguenze del suo eventuale verificarsi”. E la tutela della sicurezza degli
operatori viene aumentata “con
mezzi
tecnici che limitano le conseguenze della perdita di stabilità del veicolo
stesso (cabine chiuse con porte rigide, barriere laterali o cancelletti,
cinture di sicurezza di vario tipo)”.
Mezzi tecnici di cui tratteremo più ampiamente nelle
prossime puntate di “Imparare dagli errori” dedicate agli incidenti nell’uso
dei carrelli.
Torniamo al documento di Francesco Tortora ed elenchiamo
le
situazioni di maggior pericolo per i
lavoratori.
Infatti il “pericolo di rovesciamento accidentale è
maggiore quando:
- si affrontano svolte repentine ad una velocità non
moderata;
- si marcia con il carico tenuto irregolarmente alto;
- ci si sposta in direzione obliqua su rampe o superfici
in pendenza;
- si percorrono le salite e discese con il carico rivolto
a valle;
- si inclina in avanti il gruppo di sollevamento con il
carico sollevato;
- si percorrono pavimenti irregolari (superfici non
uniformi o in pendenza o terreno morbido o sconnesso);
- si sovraccarica il carrello
elevatore oltre i limiti consentiti;
- si valuta in modo errato il baricentro del carico
movimentato;
- si trasportano carichi oscillanti o con il baricentro
sensibilmente spostato rispetto al piano mediano longitudinale del carrello
elevatore;
- si urta contro strutture fisse, ma anche mobili”.
Quindi – conclude il documento - è bene che l’operatore
“guidi sempre con una certa attenzione e prudenza” prendendo tutte le
precauzioni necessarie per evitare soprattutto le situazioni pericolose
indicate.
Segnaliamo infine – lo faremo in
tutte le puntate dedicate ai carrelli - che il
carrello elevatore semovente con conducente a bordo è tra le
attrezzature di lavoro per le quali l’ Accordo
Stato-Regioni inerente le attrezzature di lavoro, pubblicato il 22 febbraio
2012, richiede una specifica abilitazione degli operatori.
Pagina introduttiva del sito web di
INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero
102a e
529a (archivio incidenti 2002/2010).
Tiziano Menduto
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