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"La Puglia approva la legge sull’archeologia industriale"
fonte www.edilportale.com / Normativa
29/01/2015 - Favorire la
valorizzazione e la promozione del
patrimonio di archeologia industriale del territorio pugliese come
complessi industriali e siti estrattivi dismessi, archivi e raccolte
librarie.
Queste le finalità della legge “ Valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale” approvata il 20 gennaio 2015 dalla regione Puglia.
L’obiettivo è sfruttare anche quegli spazi che rischierebbero di essere destinati alla demolizione, dando dignità e nuova vita ad edifici che in molti casi oltre che essere di grande pregio architettonico, hanno scritto pagine importanti della storia industriale della Regione.
Le attività promosse dalla legge, che mirano alla valorizzazione dell’archeologia industriale, consistono principalmente in una catalogazione dei beni che ne fanno parte, nella valorizzazione e nella tutela attraverso la riqualificazione e il riuso dei beni e infine alla promozione turistica degli stessi.
Il patrimonio di archeologia industriale consiste nell’insieme di beni immateriali e materiali, non più utilizzati per il processo produttivo, che costituiscono testimonianza storica del lavoro e della cultura industriale presenti sul territorio regionale. Ci si riferisce in particolare ai complessi industriali, alle fabbriche e alle relative strutture di servizio e di pertinenza, alle macchine e alle attrezzature, ai prodotti originali dei processi industriali, agli archivi, alle raccolte librarie e documentarie e ai siti estrattivi dismessi.
Gli interventi previsti dalla legge riguardano anche beni mobili e immobili che rivestano un interesse particolare come testimonianze dell’identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose e quelli che costituiscono testimonianza storica dell’industria.
Superando la logica meramente vincolistica, e come dimostrano molti recuperi esistenti effettuati a livello internazionale e nazionale, questa legge si propone in primo luogo di valorizzare e, il qualche caso, salvare dal degrado alcuni importanti siti presenti in Puglia.
La relazione allegata alla norma evidenzia come l’archeologia industriale ha in Puglia delle testimonianze di grandissimo valore, dai tabacchifici alle cave, agli opifici che non avevano alcuna forma di tutela né tantomeno una sede nella quale poter documentare gli avanzamenti della ricerca e della catalogazione in questo campo.
“La legge, ha specificato l’Assessore all’Urbanistica Angela Barbanente, “è strettamente integrata alla legge regionale in materia di beni culturali. Nell’ambito quindi del patrimonio culturale della regione si inserisce anche il patrimonio di archeologia industriale. Noi siamo molto contenti di aver approvato questa legge nell’anno internazionale del patrimonio di archeologia industriale. E ci tengo a sottolineare anche che questa è la seconda legge in Italia, dopo quella dell’Umbria”.
La norma si coordina con altre leggi regionali finalizzate alla tutela, valorizzazione e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente; per la valorizzazione si collega con la LR 17/2013 in materia di beni culturali, per la tutela dei manufatti di archeologia industriale che non ricadono nelle competenze statali con la LR 14/2008 che sostiene la qualità delle opere di architettura e di trasformazione del territorio e per la riqualificazione edilizia e urbana del patrimonio industriale dismesso o abbandonato infine con la LR 21/2008 che regola la rigenerazione urbana.
Nello stesso giorno, 20 gennaio, la Regione ha approvato altre due leggi per la cura del territorio, “Norme per la conoscenza, la valorizzazione e il recupero dei trabucchi” e “Norme per la salvaguardia degli habitat costieri di interesse comunitario”.
Il Presidente della Regione Nichi Vendola ha dichiarato: "All’indomani della firma con il ministro Franceschini dell’ accordo sul piano paesaggistico, il primo Piano che si sia fatto in Italia, queste tre leggi, lette insieme, rappresentano davvero lo sviluppo di una straordinaria rivoluzione nella cultura del territorio e del paesaggio nella nostra regione. Sono molto, molto orgoglioso di queste norme che fanno della Puglia una terra di avanguardia”.
Queste le finalità della legge “ Valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale” approvata il 20 gennaio 2015 dalla regione Puglia.
L’obiettivo è sfruttare anche quegli spazi che rischierebbero di essere destinati alla demolizione, dando dignità e nuova vita ad edifici che in molti casi oltre che essere di grande pregio architettonico, hanno scritto pagine importanti della storia industriale della Regione.
Le attività promosse dalla legge, che mirano alla valorizzazione dell’archeologia industriale, consistono principalmente in una catalogazione dei beni che ne fanno parte, nella valorizzazione e nella tutela attraverso la riqualificazione e il riuso dei beni e infine alla promozione turistica degli stessi.
Il patrimonio di archeologia industriale consiste nell’insieme di beni immateriali e materiali, non più utilizzati per il processo produttivo, che costituiscono testimonianza storica del lavoro e della cultura industriale presenti sul territorio regionale. Ci si riferisce in particolare ai complessi industriali, alle fabbriche e alle relative strutture di servizio e di pertinenza, alle macchine e alle attrezzature, ai prodotti originali dei processi industriali, agli archivi, alle raccolte librarie e documentarie e ai siti estrattivi dismessi.
Gli interventi previsti dalla legge riguardano anche beni mobili e immobili che rivestano un interesse particolare come testimonianze dell’identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose e quelli che costituiscono testimonianza storica dell’industria.
Superando la logica meramente vincolistica, e come dimostrano molti recuperi esistenti effettuati a livello internazionale e nazionale, questa legge si propone in primo luogo di valorizzare e, il qualche caso, salvare dal degrado alcuni importanti siti presenti in Puglia.
La relazione allegata alla norma evidenzia come l’archeologia industriale ha in Puglia delle testimonianze di grandissimo valore, dai tabacchifici alle cave, agli opifici che non avevano alcuna forma di tutela né tantomeno una sede nella quale poter documentare gli avanzamenti della ricerca e della catalogazione in questo campo.
“La legge, ha specificato l’Assessore all’Urbanistica Angela Barbanente, “è strettamente integrata alla legge regionale in materia di beni culturali. Nell’ambito quindi del patrimonio culturale della regione si inserisce anche il patrimonio di archeologia industriale. Noi siamo molto contenti di aver approvato questa legge nell’anno internazionale del patrimonio di archeologia industriale. E ci tengo a sottolineare anche che questa è la seconda legge in Italia, dopo quella dell’Umbria”.
La norma si coordina con altre leggi regionali finalizzate alla tutela, valorizzazione e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente; per la valorizzazione si collega con la LR 17/2013 in materia di beni culturali, per la tutela dei manufatti di archeologia industriale che non ricadono nelle competenze statali con la LR 14/2008 che sostiene la qualità delle opere di architettura e di trasformazione del territorio e per la riqualificazione edilizia e urbana del patrimonio industriale dismesso o abbandonato infine con la LR 21/2008 che regola la rigenerazione urbana.
Nello stesso giorno, 20 gennaio, la Regione ha approvato altre due leggi per la cura del territorio, “Norme per la conoscenza, la valorizzazione e il recupero dei trabucchi” e “Norme per la salvaguardia degli habitat costieri di interesse comunitario”.
Il Presidente della Regione Nichi Vendola ha dichiarato: "All’indomani della firma con il ministro Franceschini dell’ accordo sul piano paesaggistico, il primo Piano che si sia fatto in Italia, queste tre leggi, lette insieme, rappresentano davvero lo sviluppo di una straordinaria rivoluzione nella cultura del territorio e del paesaggio nella nostra regione. Sono molto, molto orgoglioso di queste norme che fanno della Puglia una terra di avanguardia”.
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