News
"Il rischio di sovraccarico nel commercio all’ingrosso e al dettaglio"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
13/02/2015 - La
grande distribuzione è uno dei settori lavorativi che in questi anni è stato più analizzato e studiato in merito alle patologie muscoloscheletriche, al sovraccarico biodinamico e ai movimenti ripetitivi.
Tuttavia non tutte le attività nella grande distribuzione, al dettaglio o all’ingrosso, sono a
rischio di sovraccarico degli arti superiori. E per mostrarlo presentiamo due diverse schede presenti nel
secondo volume Inail della monografia dal titolo “ Schede
di rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori nei
comparti della piccola industria, dell’artigianato e dell’agricoltura”, schede relative ad attività nel
commercio all’ingrosso e attività nel
commercio al dettaglio.
Ricordiamo che se le schede
rappresentano uno strumento consultabile ai fini della redazione della
valutazione dei rischi secondo le procedure
standardizzate, di cui al Decreto
Interministeriale del 30 novembre 2012, tuttavia i risultati valutativi
stimati “sono riferibili alle specifiche caratteristiche (lay-out,
macchinari/attrezzature utilizzate, organizzazione del lavoro, ciclo di lavoro,
ecc.) descritte per ciascun compito; ne consegue che, per un corretto utilizzo
dei dati illustrati nelle schede, sarà necessario tener conto delle specificità
di ogni singola realtà lavorativa”.
Scheda 52 - Commercio all’ingrosso non specializzato - Cassiera -
carrelli grandi
Il compito analizzato dai tecnici
dell’Inail è relativo all’ attività
di cassiera presso un
ipermercato
all’ingrosso. Attività caratterizzata, rispetto ad un supermercato al
dettaglio, “dal passaggio di carrelli con merce imballata di grandi dimensioni,
per cui l’operatore lavora prevalentemente in piedi e si muove intorno al
carrello per individuare il codice a barre presente sulle confezioni”.
In particolare “l’operatore
impugna il lettore laser con la mano dx e, girando intorno al carrello,
individua la posizione del codice a barre sulle confezioni, le smarca premendo
un pulsante sul lettore e confermando la lettura sulla tastiera della cassa.
Con la mano sx si aiuta spostando gli oggetti nella posizione più idonea alla
lettura. Al termine procede al pagamento, solitamente effettuato con carte di
credito”.
In questa attività la
frequenza delle azioni tecniche è molto
bassa e i livelli di rischio per lo più accettabili o molto lievi.
In particolare nel ciclo
osservato (cassa continuativa, turno di lavoro giornaliero, passaggio di un
carrello, durata di 5 minuti e 20 secondi) “la frequenza dei movimenti per la
dx è molto bassa ed anche intervallata da periodi di inattività durante la
ricerca del codice a barre. Tuttavia la mano dx impugna costantemente il
lettore (azione tecnica statica prevalente). L’arto sx ha una frequenza di
azioni maggiore in relazione all’attività di posizionamento degli oggetti
(azioni tecniche dinamiche prevalenti)”.
In questa tipologia di attività
si rileva solo un
rischio
molto lieve per l’arto dx dalle 6h di
lavoro in poi e comunque un
rischio
accettabile per l’arto sin.
Tuttavia un elemento di
discomfort è “dato dalla postura costantemente in piedi; potrebbe essere utile
fornire agli addetti un appoggio alto da poter utilizzare nelle pause tra un
cliente e l’altro”.
Scheda 53 - Discount
di alimentari - Addetto alla cassa
Ben diversi i rischi per l’ addetto
alla cassa “in un
discount di
alimentari con un totale di 3 banchi con cassa, costituiti da nastro
trasportatore automatico anteriore, scanner di lettura orizzontale e verticale
(non è disponibile quello manuale), tastiera con visore, registratore di cassa,
bancomat, cassetto denaro, bacino di raccolta inclinato posteriore e sgabello”.
La valutazione è stata condotta
in particolare su un’operatrice di altezza e corporatura media con un ciclo di
lavoro relativo al passaggio di una spesa media di 50 articoli (3 minuti).
Nell’attività analizzata
“l’operatore inizia a passare gli oggetti, prelevando il primo con la mano sx
dal nastro trasportatore, passandolo nella mano dx e successivamente sullo
scanner. L’oggetto viene poi posato sul piano di destra e contemporaneamente
viene afferrato un secondo prodotto con la sx. Nel caso di oggetti ingombranti
o pesanti (max 15 kg), l’operatore li afferra con entrambe le mani. Quando
l’operatore è seduto, in questa fase i gomiti sono privi di appoggio. Terminati
i prodotti, l’operatore si volta a sinistra per consegnare la busta, provvede a
riscuotere, in contanti o con bancomat, calcola l’eventuale resto battendo
sulla tastiera; la cassa si apre automaticamente davanti all’operatore, che
consegna l’eventuale resto e lo scontrino, dal registratore posto sulla destra.
Nei tempi di attesa di questa seconda fase (riscossione, battitura, consegna
scontrino) le braccia riposano appoggiate sul piano se l’operatore è in
posizione seduta; quando l’operatore è in piedi appoggia invece le mani sul
piano”.
Vediamo i
fattori di rischio:
-
frequenza: “il compito in esame comporta l’effettuazione di
movimenti rapidi soprattutto da parte dell’arto dx. Presenza di stereotipia di
grado moderato a carico dell’arto dx e sx;
-
forza:
di grado moderato con entrambi gli arti superiori per 1/3 della durata del
ciclo;
-
posture:
spalla sx in postura
incongrua per circa il 20% del ciclo. Entrambi i gomiti ed i polsi in
postura incongrua per oltre la metà del tempo di ciclo. Mantenimento della
presa pinch (presa di precisione di un oggetto piccolo, per lo più tra pollice
e indice, ndr) o palmare per l’80% del ciclo con entrambe le mani”.
In questa tipologia di attività
si rileva sia per l’arto dx che per l’arto sx un
rischio medio dalle 6h di lavoro in poi (lieve dalle 4h di lavoro).
La scheda ricorda che questa attività
generalmente non è omogenea, ma segue “l’andamento dei flussi di clientela sia
all’interno di una stessa giornata che nel corso della settimana”. E nei
piccoli supermercati spesso l’ addetto
alla cassa svolge anche altri compiti, quali “il riempimento degli
scaffali, le piccole pulizie e la movimentazione della frutta”. Per questo
motivo si ricorda di considerare nella valutazione del rischio anche questi
aspetti “che, se da un lato possono favorire il recupero, dall’altro possono
esporre a rischi aggiuntivi per gli arti superiori e/o per il rachide”.
Concludiamo con qualche accenno
alla
prevenzione.
Con “adeguate pause e tempi di
recupero, e limitata tempistica giornaliera di adibizione pari a massimo 2 ore,
l’attività in esame potrebbe essere caratterizzata da un rischio di entità
molto lieve a carico dell’arto destro e accettabile a carico del sinistro”.
Contarp Inail, “ Schede di rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti
superiori nei comparti della piccola industria, dell’artigianato e
dell’agricoltura”, volume II, edizione 2014, pubblicazione realizzata da
Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione (Contarp) di Direzione
Regionale Marche, Direzione Regionale Friuli Venezia Giulia, Direzione
Regionale Liguria, Direzione Regionale Toscana, Direzione Regionale Umbria;
Autori: Ugo Caselli, Chiara Breschi, Raffaella Compagnoni, Laura De Filippo, Maria
Angela Gogliettino, Elena Guerrera, Marina Mameli, Eleonora Mastrominico,
Daniela Sarto con la collaborazione di Silvia Mochi (formato PDF, 2.07 MB).
Vai all’area riservata agli
abbonati dedicata a “ Il rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori:
schede di valutazione del rischio lavorativo”.
RTM
Segnala questa news ad un amico
Questa news è stata letta 1110 volte.
Pubblicità