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"DPI, attrezzature e sorveglianza sanitaria per gli ambienti confinati"
fonte www.puntosicuro.it / D.P.I.
29/03/2016 - Uno degli ultimi articoli pubblicati da PuntoSicuro sui pericoli dei cosiddetti “
ambienti confinati” si è occupato dei permessi di lavoro,
strumenti che hanno la funzione di assicurare che tutti gli elementi
del sistema sicurezza siano messi in atto prima di permettere ai
lavoratori di entrare e/o lavorare in questi luoghi di lavoro. E, come
avevamo ricordato nell’articolo, tali permessi devono contenere anche
specifiche indicazioni dei DPI, delle attrezzature da utilizzare e della
strumentazione specifica per determinare la pericolosità dell’ ambiente confinato.
Per avere qualche informazione sui
DPI, sulle
attrezzature per gli ambienti confinati e per raccogliere indicazioni relative alla
sorveglianza sanitaria di
chi vi accede, torniamo a consultare un documento realizzato dal
Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro dell’ Azienda Sanitaria Locale di Milano (ATS Milano) in occasione delle attività lavorative correlate alla passata Esposizione Universale 2015 di Milano.
Nel quaderno tecnico “ Attività
in ambienti sospetti di inquinamento o confinati (DPR 177/2011). Riferimenti
normativi e requisiti di sicurezza”, curato da un Gruppo di Lavoro sugli
Ambienti Confinati, costituito da Medici e Tecnici della Prevenzione del
Servizio PSAL, sono riportati alcuni necessari
requisiti dei DPI e delle attrezzature.
Ad esempio si sottolinea che i
DPI per le vie respiratorie devono
essere stati scelti in relazione alle caratteristiche tecniche e all’efficacia
dei DPI, secondo quanto stabilito dal D.Lgs. n. 475/92 e dalla
Norma UNI EN 529:2006 “Dispositivi di
protezione delle vie respiratorie - Raccomandazioni per la selezione, l'uso, la
cura e la manutenzione - Documento guida” e, inoltre, dalle norme armonizzate
specifiche del dispositivo utilizzato.
Ricordiamo che la norma UNI EN
529:2006 fornisce una guida di buona pratica per definire e attuare un
programma adatto ai dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Ed è
stata pubblicata per fornire una base di riferimento a livello europeo per la
selezione, l'uso, la cura e la manutenzione di questi dispositivi. Non è
destinata ad essere esaustiva, ma evidenzia tuttavia gli aspetti importanti sui
quali dovrebbe essere prestata attenzione.
Il documento ricorda poi che i DPI
delle vie respiratorie devono essere individuati “tenendo conto dei
parametri chimici/fisici ambientali dei luoghi confinati (analisi contaminanti
quali/quantitativa della pericolosità dell’atmosfera) valutati nel DVR – POS
(valutazione del piano di intervento) e dal permesso di lavoro.
Per determinare la caratteristica
tecnica che devono avere gli APVR (apparecchi di protezione delle vie respiratorie)
è necessario rispondere ad alcune domande:
- “la percentuale di ossigeno è
inferiore a 19,5 % in Vol/Vol?
- La concentrazione dei
contaminanti è superiore ai limiti di utilizzo dei respiratori a filtro (classi
di protezione filtri)?
- Il contaminante ha una soglia
olfattiva superiore al TLV” (Threshold Limit Value)?
In questo caso se si ha anche una
“sola risposta positiva, non si può utilizzare un respiratore a filtro ma è
necessario utilizzare un respiratore isolato”. Mentre se “le risposte sono
tutte negative, è possibile utilizzare un respiratore a filtro”.
Si ricorda poi che gli APVR
individuati ed utilizzati “devono essere marcati CE, avere la dichiarazione di
conformità ai requisiti essenziali di sicurezza e salute (D.lgs. n. 475/92) con
i riferimenti alla norma specifica di riferimento armonizzata”.
Veniamo alla
strumentazione di misura presente e conforme a permesso di lavoro, DVR,
POS e procedure di lavoro.
Si indica che gli strumenti di
misura devono avere le seguenti “caratteristiche: impossibilità di tacitare
l’allarme, possibilità di effettuare la rilevazione in continuo, impossibilità
di modifica dei parametri di rilevamento, impossibilità di autotaratura
automatica all’accensione”.
Anche le
attrezzature utilizzate devono essere conformi al permesso di
lavoro e al DVR, POS, procedure di lavoro.
Riguardo all’equipaggiamento sono
compresi:
- “ventilatori trasportabili (in
esecuzione ATEX con tubazioni flessibili in materiale antistatico se è prevista
la presenza di atmosfere esplosive) con alimentazione normale e di emergenza;
- illuminazione: la zona di
lavoro deve disporre di un’illuminazione normale e di emergenza;
- accessori per un accesso
sicuro: scale fisse a pioli già presenti, scale portatili, dispositivi
anticaduta;
- apparecchiature elettriche: in
esecuzione ATEX adatta ai gas/vapori/nebbie/polveri di cui si è valutata la
possibilità di presenza presidi antincendio;
- materiale di sbarramento e
segnalazione: elementi per impedire la caduta nelle aperture e l’accesso ai non
addetti alla zona di lavoro (barriere, transenne, nastri e cartelli
segnaletici, ecc.)”.
Concludiamo questo breve
articolo, sulla sicurezza dei lavoratori impegnati in attività negli spazi
confinati, parlando della
sorveglianza
sanitaria.
Il documento ricorda che il medico
competente (MC) “deve programmare ed effettuare la sorveglianza sanitaria
attraverso protocolli sanitari definiti in funzione dei rischi specifici
(art.25, comma 1, lettera b, D.Lgs. 81/08).
Ed in particolare:
- “valuta, in fase preventiva,
l’assenza di controindicazioni allo svolgimento della mansione specifica; in
fase periodica controlla lo stato di salute del lavoratore ponendo particolare
attenzione a condizioni suscettibili di peggioramento a causa dell’attività lavorativa
svolta (art.41 comma 2);
- esprime il giudizio di idoneità
alla mansione specifica (per iscritto, dandone copia al lavoratore e al datore
di lavoro - art.41 comma 6-bis)”.
Inoltre:
- tale sorveglianza
sanitaria “è finalizzata anche a verificare la possibilità di indossare
dispositivi di protezione respiratoria durante il lavoro (art.259 comma 1 D.Lgs.
81/08);
- le informazioni anamnestiche
necessarie a valutare lo stato di salute dei lavoratori possono essere
utilmente raccolte tramite modelli strutturati che indaghino in maniera
sistematica le condizioni di ipersuscettibilità a carico dei diversi apparati”.
Nel documento dell’ASL Milano,
che vi invitiamo a leggere integralmente, è presente una proposta di
scheda anamnestica da far compilare al
lavoratore.
Riportiamo, infine, una breve
rassegna di aspetti da tenere in considerazione nell’espressione del giudizio
di idoneità per lavoratori che operano in ambienti confinati (nel documento
sono riportate anche specifiche proposte di analisi e valutazioni):
-
apparato cardiovascolare: “si tratta spesso di lavori che
richiedono un elevato impegno fisico (lavori gravosi, microclima sfavorevole,
spazi angusti, eventuale necessità di recuperare colleghi in caso di soccorso…)”;
-
apparato respiratorio: “elevato impegno fisico, ridotto tenore di
ossigeno, necessità in alcuni casi di indossare DPI specifici per le vie
respiratorie o autorespiratori”;
-
apparato muscoloscheletrico: “gli spazi angusti, la difficoltà di
manovra, la possibilità di dover effettuare complesse azioni di recupero di
colleghi in difficoltà, rendono necessaria una buona efficienza di tale
apparato”;
-
udito: “esiste generalmente la necessità di comunicare con
l’esterno tramite mezzi idonei”;
-
apparato neurologico: “necessario indagare tutte le patologie che
possano portare a perdita di coscienza improvvisa (es. epilessia, sincopi…)”;
-
sistema psichico: “necessario valutare l’attitudine a entrare e
permanere in ambienti
confinati, escludendo la claustrofobia o altre forme di patologie
psichiatriche che possano alterare la capacità di giudizio del lavoratore”;
-
diabete: “diabete mal controllato dalla terapia può portare a
perdita di coscienza improvvisa: valutare sempre la ricorrenza di questi eventi
nel passato, prestare particolare attenzione all’utilizzo di insulina e
sulfaniluree o altri farmaci che possano indurre crisi ipoglicemiche”;
-
varie: “malattie della pelle (es. psoriasi) possono peggiorare in
condizioni microclimatiche sfavorevoli o con l’utilizzo di indumenti non
traspiranti che possono rendersi necessari in alcuni casi; soggetti obesi o
comunque soggetti >130kg (di raro riscontro vista la tipologia di lavoro)
possono richiedere attrezzature particolari e specifiche per il recupero in
caso di emergenza; Problemi di circolazione periferica (es. Morbo di Raynaud)
possono peggiorare in climi freddi e contemporaneo uso di strumenti vibranti; valutare
se inserire in anamnesi una domanda sull’assunzione di alcol e droghe”.
Asl Milano, “ Attività in ambienti sospetti di inquinamento o confinati (DPR
177/2011). Riferimenti normativi e requisiti di sicurezza”, quaderno
tecnico per datori di lavoro Cantieri Expo Milano 2015 realizzato dal Gruppo di
Lavoro Ambienti Confinati: Enrica Sgaramella, Rosanna Farioli, Giuliana Baldi,
Nora Vitelli, Mauro Baldissin, Omero Cito, Ivano Boati, Dario Bruno, Saverio
Pappagallo, Francesco Corti, Massimo Minnetti, Luca Ottina, Nicola Delussu, edizione
febbraio 2015 (formato PDF, 1.08 MB).
Tiziano Menduto
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