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"Le vibrazioni trasmesse al corpo intero"
fonte puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
19/12/2011 - Continua il viaggio di PuntoSicuro attraverso i rischi professionali
presentati in “ PAF
– Portale Agenti Fisici”, un portale web realizzato dal Laboratorio Agenti
Fisici del Dipartimento di Prevenzione dell' Azienda Sanitaria USL 7 Siena
nell'ambito del "Piano Mirato sui rischi derivanti dagli Agenti Fisici"
approvato con decreto di Giunta Regione Toscana n° 5888 dell'1 dicembre 2008.
Ricordando
che da marzo 2012 il portale sarà disponibile nella sua configurazione
definitiva e, quando validato della
Commissione consultiva ex art.6, DLgs. 81/2008, sarà utilizzabile ai fini della
valutazione dei rischi da agenti fisici, ci soffermiamo oggi sulle
vibrazioni trasmesse al corpo intero.
Nella
parte dedicata alla
descrizione del
rischio si ricorda che il Decreto
legislativo 81/2008 fornisce la definizione di
vibrazioni
trasmesse al corpo intero:
le
vibrazioni meccaniche che, se trasmesse al corpo intero, comportano rischi per
la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare lombalgie e traumi del
rachide.
È
infatti noto che “diverse attività lavorative svolte a bordo di mezzi di
trasporto o di movimentazione espongono il corpo a vibrazioni o impatti, che possono risultare
nocivi per i soggetti esposti”. Un tabella riporta, a titolo indicativo, “
macchinari o lavorazioni che abitualmente
espongono i lavoratori a vibrazioni tali da rientrare nell'ambito di
applicazione individuato dalla normativa”:
-
ruspe, pale meccaniche, escavatori: edilizia, lapidei, agricoltura, cave,
movimentazione portuale, etc.;
-
perforatori: lapidei, cantieristica;
-
trattori, mietitrebbiatrici: agricoltura;
-
carrelli elevatori: cantieristica, movimentazione industriale, portuale etc.;
-
trattori a ralla: cantieristica, movimentazione industriale, portuale etc.;
-
camion, autobus: trasporti, servizi spedizioni etc.;
-
motoscafi, gommoni, imbarcazioni: trasporti, marittimo;
-
trasporti su rotaia: trasporti, movimentazione industriale;
-
elicotteri: protez.civile, pubblica sicurezza etc.;
-
motociclette, ciclomotori: pubblica sicurezza, servizi postali, servizi
spedizioni e consegne etc.;
-
autogru, gru: cantieristica, movimentazione industriale, portuale etc.;
-
piattaforme vibranti: vibrati in cemento, varie industriali;
-
autoambulanze: sanità”.
Come
nel caso della sezione relativa alle vibrazioni mano – braccio, anche in questo
caso il portale dedica molto spazio alla
Banca
dati Vibrazioni corpo intero, una banca dati che fornisce due
tipologie di dati:
-
i valori di emissione dichiarati dal produttore ai sensi della Direttiva
Macchine;
-
i valori
di vibrazione misurati in campo secondo specifici standard internazionali
di misura.
Si
ricorda che l’
obiettivo della Banca Dati
Vibrazioni è:
-
“garantire un’agevole reperibilità dei
valori di
esposizione a vibrazioni prodotte dai
macchinari comunemente utilizzati in ambito industriale, al fine di
favorire il più possibile l’attuazione immediata di interventi di riduzione del
rischio alla fonte, già in sede di valutazione del rischio, senza dover necessariamente ricorrere a misure onerose e
talvolta complesse. Infatti l'analisi
delle possibilità di riduzione del rischio, oltre ad essere un obbligo
specifico conseguente la valutazione dei rischi, qualora si riscontri il
superamento dei livelli d'azione, rappresenta parte integrante del processo di
individuazione e valutazione dei rischi prescritto dalla normativa. Proprio in
tale contesto è espressamente prescritto dalla normativa che in sede di
valutazione
del rischio si prendano in esame
le
informazioni fornite dal costruttore dell'apparecchiatura ai sensi della
direttiva macchine;
-
consentire ai datori di lavoro ed ai loro consulenti di individuare i macchinari che riducano al
minimo il rischio vibrazioni, in fase di acquisto ed aggiornamento del
parco macchine;
-
consentire ai produttori nella
progettazione e produzione di nuovi macchinari pienamente conformi alla
Direttiva Macchine”.
Sul
portale sono presenti informazioni e strumenti idonei per facilitare il
calcolo dei livelli di esposizione.
Riguardo
alla
valutazione del rischio e alla
normativa correlata vi rimandiamo a quanto riportato sul portale e quanto da
noi detto in merito alle
vibrazioni trasmesse al
sistema mano-braccio.
Ci
soffermiamo invece sul
cosa fare a
seguito della valutazione del rischio.
Con
riferimento a quanto indicato nel
Decreto
legislativo 81/2008 il datore di lavoro deve adottare
misure immediate per riportare
l'esposizione al di sotto del
valore
limite di esposizione.
Infatti
sia nel caso dell'esposizione del sistema mano-braccio che nel caso
dell'esposizione a vibrazioni del corpo intero, “non esistono
DPI
anti-vibrazioni in grado di proteggere i lavoratori adeguatamente e
riportare i livelli di esposizione al di sotto dei valori limite fissati dalla
Direttiva, come ad esempio, nel caso dei
protettori auricolari in relazione al rischio rumore”.
E
in particolare nei casi in cui si rilevi il superamento del valore limite per
tempi brevi “la riduzione del rischio alla fonte è l'unica misura da adottare
al fine di riportare l'esposizione a valori inferiori ai limiti prescritti
dalla Direttiva”.
Dunque
se in sede di
valutazione
dei rischi si riscontra il superamento dei valori limite “si consiglia
di consultare sempre la Banca Dati al fine di individuare le tecnologie a minor
rischio disponibili, secondo quanto previsto dalla normativa. Nel caso non si
trovino macchinari in banca dati sarà necessario – da parte di chi valuta il
rischio - effettuare un’indagine di mercato al fine di individuare le tipologie
di macchinari idonee alla riduzione del rischio, e proporre l’acquisizione
degli stessi in sede di rapporto di valutazione dei rischi. A tal riguardo è
importante tenere presente che i dati dichiarati dai costruttori ai sensi della
Direttiva Macchine consentono di individuare, per ciascuna tipologia di
macchinario, i modelli a basso livello di vibrazioni”.
La
vigente normativa prescrive che, qualora siano superati i livelli di azione, che
il datore di lavoro elabori ed applichi un
piano
di lavoro volto a ridurre al minimo l'esposizione a vibrazioni. Piano che
abbiamo già visto in relazione alle
vibrazioni trasmesse al
sistema mano-braccio.
Per
poter ottemperare pienamente a quanto previsto dalla normativa “è necessario
che, a seguito della valutazione dei rischi, sia programmato e messo in atto un
programma di riduzione e controllo del
rischio WBV (vibrazioni trasmesse al corpo intero, ndr) articolato nelle
seguenti principali fasi:
-
“
acquisto di nuovi macchinari e/o
affidamento noleggio: nell'acquisto o nel noleggio di nuovi mezzi la scelta
andrà orientata verso quelli che producono il minore livello di vibrazioni, a
parità di prestazioni offerte. E’ importante a tal fine richiedere in sede di
capitolato d’acquisto/noleggio che la cabina di guida sia montata su molle per
smorzare le vibrazioni e richiedere il
valore di emissione di vibrazioni dichiarato obbligatoriamente dal produttore
ai sensi della Direttiva Macchine. Si fa presente in merito che le tecnologie
antivibranti attualmente disponibili per tali
numerose tipologie di mezzi, quali carrelli elevatori, macchine
movimento terra etc. consentono di conseguire esposizioni a vibrazioni al posto
di guida (awrms) inferiori a 0,5 m/s2. Generalmente il
dato dichiarato dal produttore è maggiore al dato ottenuto nelle reali
condizioni di impiego, essendo i valori di emissione dichiarati in conduzioni
standardizzate tali da indurre vibrazioni al posto di guida particolarmente
elevate;
-
collaudo nuovi macchinari: è
consigliabile effettuare la valutazione delle vibrazioni al posto di guida dei
nuovi macchinari in sede di collaudo, al fine di verificare la reale
rispondenza delle vibrazioni prodotte dai macchinari acquistati con i dati
dichiarati in fase di acquisto e poter sostituire per tempo eventuali macchinari non rispondenti alle
specifiche richieste;
-
manutenzione fondo stradale e piazzali:
al fine di ridurre il rischio vibrazioni WBV è necessario programmare interventi di manutenzione al manto stradale
ove avviene la movimentazione, evitando buche e asperità, che concorrono ad
incrementare il rischio di esposizione a vibrazioni al corpo intero”;
-
formazione ed addestramento specifico dei
lavoratori”.
In
particolare la formazione deve affrontare diversi argomenti specifici. Eccone
alcuni:
-
necessità di moderare il più possibile
la velocità di guida, particolarmente in caso di asperità della pavimentazione
stradale;
-
modalità di regolazione appropriata del sedile in peso ed altezza;
-
necessità di evitare posture incongrue alla guida, riducendo in particolare il
più possibile le operazioni a marcia indietro;
-
necessità di segnalare tempestivamente problemi manutentivi sul mezzo che
comportino un peggioramento delle vibrazioni percepite al posto di guida;
-
potenziali
lesioni
a carico del rachide derivanti dall’attività svolta e metodi per la
loro prevenzione”.
Il
link del Portale Agenti
Fisici (PAF)
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