News
"Imparare dagli errori: gli incidenti con le macchine nelle gallerie"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
03/10/2013 - Con riferimento ai
lavori eseguiti in sotterraneo per costruzione e manutenzione di gallerie -
in particolare gallerie stradali e ferroviarie - torniamo a parlare
degli infortuni correlati alla presenza di operatori nel raggio d’azione delle attrezzature di lavoro.
Un pericolo che, come mostrato in molti articoli di PuntoSicuro, si concretizza spesso in incidenti, anche gravi e mortali.
Per affrontare questo tema prendiamo spunto dalle schede di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
I casi
Il
primo
caso è relativo alla
costruzione di
una galleria autostradale, composta “da due canne, quattro imbocchi e
quattro fronti di scavo”.
In questo caso, già presentato
anche in un’altra puntata di “Imparare dagli errori”, una squadra di minatori
si reca presso la canna sinistra per effettuare la preparazione di una volata.
Terminata la fase, anziché uscire dalla galleria, i minatori si recano presso
il fronte di scavo della canna destra ove è in atto la fase di smarino
(relativa all’allontanamento dei detriti), in attesa che questa fase termini
per poter iniziare una nuova preparazione della volata. Fase che avviene
mediante due mezzi: una pala meccanica con la quale vengono raccolti i detriti
e un camion sul quale i detriti vengono depositati.
Un minatore, dopo aver parlato
con il caposquadra, si avvicina alla
parte posteriore della pala
meccanica proprio mentre questa, dopo aver prelevato dei detriti, effettua
una manovra di retromarcia per raggiungere il camion. Viene così scaraventato
al suolo e investito con la ruota posteriore sinistra della pala meccanica,
decedendo sul colpo per sfondamento della cassa toracica. La pala
meccanica era in buono stato di conservazione (specchietti retrovisori,
segnalatori, cicalini in efficienza). Sul PSC e sul POS vi era una disposizione
che vietava la presenza di personale a terra durante la fase di smarino, ma
questa disposizione era frequentemente disattesa dai lavoratori e dai preposti.
Inoltre il lavoratore non indossava un
indumento ad alta visibilità.
Il
secondo caso è relativo ad attività di
costruzione di una
galleria
ferroviaria.
Una squadra composta da tre
lavoratori deve sollevare l’ultima centina posizionata ad arco rovescio,
all’interno della costruenda galleria al fine di togliere materiale sottostante
abbassandone la quota (risulta eccedente nei confronti delle centine precedentemente
posizionate). Uno dei tre è alla guida di un escavatore dotato di martellone,
mentre gli altri due provvedono ad agganciare le catene al braccio
dell’escavatore, per effettuare il sollevamento della centina.
Completata la fase di aggancio il
collega a terra comunica l’avvenuta imbracatura così che l’operatore alla guida
del mezzo possa iniziare la fase di sollevamento. Successivamente alla messa in
tiro della catena un movimento improvviso della centina sollevata colpisce
l’infortunato schiacciandolo contro il fronte dello scavo e procurandone la
morte.
In realtà l’escavatore veniva
usualmente usato in modo improprio “in quanto nel PSC e nel libretto di utilizzo
dell’escavatore era specificato di non usare quel mezzo per il sollevamento
di carichi. L’infortunato al momento dell’incidente si trovava nel raggio
d’azione del mezzo e del carico sospeso perché interveniva per guidare
manualmente il posizionamento del carico, come faceva di solito. Non è stata
usata durante le operazioni alcuna corda che potesse evitare l’oscillazione del
carico”. Dunque siamo di fronte sia ad errori procedurali che ad usi impropri
dell’attrezzatura fornita.
Infine un
terzo caso relativo ad attività in una
galleria stradale.
Un operaio sta lavorando
all'interno di una galleria stradale con le volte già finite in cui erano in
corso lavori di sistemazione del fondo stradale.
All'interno della galleria opera
uno “scavatore cingolato di grosse dimensioni” a cui l’operaio presta assistenza.
Il lavoratore si sposta, per un controllo, sul marciapiede aderente alla volta
della galleria, nella parte posteriore dello scavatore e in posizione tale da
non essere visibile direttamente dall'escavatorista. Durante la rotazione della
torretta dell'escavatore il lavoratore rimane schiacciato dal contrappeso dello
scavatore contro la volta della galleria.
Anche in questo caso siamo di
fronte a
due fattori determinanti
dell’incidente:
- l’escavatorista ruota il braccio
dell'escavatore senza accertarsi della presenza di persone nel raggio d'azione;
- un lavoratore si posiziona nel
raggio d'azione della torretta posteriore del braccio dell'escavatore fuori
dalla vista diretta dell'escavatorista.
La prevenzione
Per avere suggerimenti riguardo
alla prevenzione di questa tipologia di incidenti possiamo sfogliare la “ Guida
per la sicurezza in edilizia”, risultato della collaborazione fra l’ INAIL Sicilia, il Coordinamento Regionale dei CPT della
Sicilia, il CPT-ESE di Messina
e il CPT di Torino. La
guida, che racchiude al suo interno un gran numero di liste di controllo e
schede bibliografiche per la verifica di diversi elementi del sistema sicurezza
aziendale nelle attività edili, si occupa anche della sicurezza degli scavi di
avanzamento e il rivestimento di prima fase nella
costruzione di gallerie.
Uno dei rischi che viene
affrontato è quello relativo agli
investimenti.
Questi alcuni suggerimenti:
- “per l’accesso al sotterraneo
degli addetti ai lavori e dei mezzi di trasporto devono essere predisposti
percorsi sicuri. Deve essere comunque sempre impedito l’accesso dei non addetti
alle zone di lavoro. L’accesso delle squadre di lavoro al fronte di scavo, deve
avvenire prioritariamente con idonei mezzi di trasporto;
- ove sia concesso ai pedoni di
accedere e camminare lungo il tunnel deve essere individuato un passaggio
pedonale di adeguata larghezza opportunamente illuminato ed indicato con
cartelli;
- ove non sia possibile
rispettare un franco adeguato per il passaggio contemporaneo di persone e di
mezzi di trasporto occorre predisporre nicchie di ricovero opportunamente
intervallate e segnalate;
- i pedoni devono essere in grado
di vedere ed essere visti. Ciascun pedone deve essere provvisto di lampada da
utilizzare in caso di emergenza e per segnalare la propria presenza ai mezzi
meccanici in movimento. Nessuna persona deve essere lasciata sola in luoghi di
lavoro non controllati;
- tutti i mezzi meccanici
operanti in galleria devono essere provvisti di segnale acustico e di apparati
di illuminazione. Se un mezzo meccanico non è progettato per operare
indifferentemente nelle due direzioni, deve essere equipaggiato con uno
speciale segnale luminoso e acustico che automaticamente diventa operativo
quando si innesta la marcia indietro. Tutti i mezzi devono essere equipaggiati
con ‘girofaro’;
- persone e materiali non devono
essere trasportati nello stesso mezzo. Il trasporto delle persone deve essere
comunque effettuato in appositi mezzi provvisti di sedili e di robusta tettoia
di protezione;
- le vie di accesso e quelle
corrispondenti ai percorsi interni devono comunque essere illuminate secondo
necessità e mantenute costantemente in condizioni soddisfacenti”.
Anche il “ Manuale macchine
movimento terra: utilizzo e sicurezza”, un quaderno tecnico –
prodotto dalla Scuola Edile Bresciana ( S.E.B.) e curato
da Giuliano Bianchini - si sofferma sul necessario divieto della
presenza
di persone nel raggio d’azione delle macchine (D.Lgs 81/08,
art. 118, comma 3).
Infatti la presenza di persone
nell’area di lavoro dei mezzi meccanici “può causare gravi infortuni, anche mortali”:
è quindi di “fondamentale importanza nell’uso delle macchine
movimento terra organizzare in modo preciso le varie
fasi
operative. A tutte le maestranze presenti nell’area di lavoro e
in particolare agli assistenti a terra, che sono le principali vittime di
infortunio, si devono assegnare compiti ben definiti e corrette modalità di
esecuzione delle singole mansioni. La circolazione degli automezzi e delle
macchine semoventi all’interno della zona di scavo deve avvenire secondo
percorsi predisposti in fase di organizzazione del cantiere. Quando è possibile
occorre prevedere percorsi separati e delimitati per l’accesso dei lavoratori,
opportunamente segnalati con apposita cartellonistica di sicurezza ed
illuminati ove necessario in relazione alle condizioni di visibilità”.
Altre
indicazioni
riportate:
- “i lavoratori che
necessariamente operano in prossimità delle macchine devono indossare indumenti
ben visibili (preferibilmente di colore arancione o rosso) o ad alta visibilità
in caso di lavori serali o notturni”;
- “i lavoratori che operano sulle
strade con traffico veicolare, devono obbligatoriamente indossare indumenti ad
alta visibilità (D.lgs 475/92 - D.M. 30/12/2003 - Norma EN 471)”;
- “se è necessario avvicinarsi
alla macchina bisogna preventivamente rendersi visibili al conducente
richiamando la sua attenzione da una postazione sicura (mai urlando da dietro
la sagoma del mezzo). In seguito, dopo essere stati avvistati dall’operatore,
si attende l’arresto della macchina e, previo consenso del conducente, solo a
questo punto ci si può accostare al telaio se si devono attuare delle
lavorazioni o degli interventi tecnici, oppure alla cabina se si deve
comunicare con l’operatore stesso”.
E prima di effettuare “ogni
manovra
di movimento
della macchina, di traslazione o rotazione del braccio meccanico,
l’operatore si deve accertare che nella zona non vi siano persone. È
indispensabile prestare particolare attenzione durante le manovre di
retromarcia, anche se effettuate con minipale o miniescavatori, perché sono
estremamente pericolose a causa delle condizioni di scarsa visibilità”.
Inoltre è sempre necessario
“assicurarsi che le macchine, compatibilmente con le loro funzioni di utilizzo
ed in conformità con le indicazioni previste nel libretto del fabbricante,
siano attrezzate con
regolari e idonei sistemi di avvertimento di
sicurezza”: avvisatori acustici o segnalatori luminosi “come
previsto nel DPR 459/96, allegato I e nel D.Lgs. 81/01, allegato VI, punto 1.4
e con l’applicazione di specifica cartellonistica di sicurezza ove necessario
in relazione alla particolare configurazione strutturale della macchina”.
Pagina introduttiva del sito web di
INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero
388a,
1045 e
103 (archivio
incidenti 2002/2010).
Tiziano Menduto
Segnala questa news ad un amico
Questa news è stata letta 1294 volte.
Pubblicità