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"Sicurezza in edilizia: lucernari, parapetti e bocche di lupo"
fonte www.puntosicuro.it / Edilizia
07/10/2013 - Il rischio delle
cadute dall'alto nel comparto
edile è uno di quei temi sensibili che non devono essere mai abbandonati
da un giornale di informazione come PuntoSicuro. È necessario - anche a
costo di presentare documenti che non sono di recente elaborazione –
continuare a soffermarsi non solo sugli aspetti normativi e sulle dinamiche degli incidenti, ma anche sulle
soluzioni pratiche ai pericoli di caduta negli ambienti di lavoro.
Per farlo facciamo riferimento ad alcuni documenti pubblicati sul sito prevenzionecantieri.it, un portale informativo collegato al Piano Nazionale di Prevenzione in Edilizia.
Partiamo in realtà con un documento già presentato dal nostro giornale, “
Soluzioni per la sicurezza: Difesa lucernari”. Un documento elaborato dal Gruppo Edilizia Regione Veneto
per la prevenzione della
caduta dai lucernari.
Durante la realizzazione
di coperture, o di solai, di abitazioni civili e di edifici industriali si
possono infatti creare situazioni di rischio “legate alla predisposizione di
aperture che andranno coperte con lucernari, shed, cupolini ecc.”. Aperture che
normalmente vengono protette in maniera provvisoria, “tramite tavole facilmente
rimovibili, per permettere le operazioni di posa delle guaine impermeabilizzanti, di misurazione da parte
dei posatori di serramenti o per altre operazioni preliminari alla messa in
opera del prodotto scelto per la chiusura definitiva”.
E durante queste operazioni “non
viene quasi mai utilizzata alcuna protezione alternativa e il lavoratore si
trova ad operare direttamente sul vuoto”. Succede poi che le tavole, “qualora
rimosse, non vengano sempre correttamente riposizionate con rischio notevole
per chi
transita sulla copertura o sul solaio”.
In questo caso la
soluzione sicura prospettata prevede
“una chiusura del foro nella parte inferiore della copertura tramite opera
provvisionale costituita da un assito sostenuto da una adeguata puntellatura.
La soluzione può rimanere in sede per tutte le operazioni che possono essere
effettuate dalla parte superiore dalla copertura”. Protezione che si toglierà
unicamente “quando si dovrà procedere alla posa in opera del lucernario o
simile, e sarà di regola sostituita con un ponteggio o trabattello per le
operazioni effettuate dal basso”.
Rimandandovi al precedente
articolo di PuntoSicuro dedicato ai lucernari, veniamo ad un secondo
documento elaborato dal Gruppo Edilizia Regione Veneto: “
Soluzioni
per la sicurezza: Parapetti”.
Il documento fa riferimento all’allestimento
di parapetto perimetrale all’edificio sui lati prospicienti il vuoto”. In tale
contesto “il parapetto fornisce la protezione collettiva contro il rischio
di caduta dall’alto al personale impiegato nelle lavorazioni al
piano”.
Spesso tuttavia il parapetto è
realizzato “con tavolette in legno assicurate, con filo di ferro, ai ferri di
ripresa che spuntano dal solaio del piano di lavoro. Questo tipo di parapetto
viene realizzato rapidamente, soprattutto in occasione del getto dei solai, in
attesa di poter predisporre un regolare ponteggio al contorno”. Il problema è
che tale configurazione “
non risulta
adeguata a garantire un efficace livello di protezione in caso di caduta
dall’alto dei lavoratori”.
Riguardo al caso esaminato nella
scheda - che vi invitiamo a visionare, anche in relazione al ricco corredo di
foto e disegni esplicativi – come
soluzione
sicura si propone la messa in opera di un parapetto “
normale con fascia ferma piede” che “garantisca efficacemente i
lavoratori dal rischio di caduta dall’alto e impedisca caduta di materiali”.
Il parapetto deve comunque
possedere “almeno i seguenti
requisiti:
-
essere costruito con materiale rigido e resistente;
- avere un'altezza utile di
almeno un metro;
- l’interasse fra i montanti non
sia superiore a 2 metri;
- essere costituito da almeno due
correnti, di cui quello intermedio posto a circa metà distanza fra quello
superiore ed il pavimento; i correnti devono essere fissati nella parte interna
del parapetto;
- una tavola ferma piede alta non
meno di 20 cm;
- essere costruito e fissato in
modo da poter resistere al massimo sforzo cui può essere assoggettato”
Ed è considerata una
soluzione equivalente al parapetto
“normale” qualsiasi “protezione, quale muro, balaustra, ringhiera e simili, che
garantisca uguali condizioni di sicurezza contro la caduta verso i lati aperti.
Non sono ammesse realizzazioni che non garantiscano livelli equivalenti di
protezione e resistenza”.
In particolare il “ fissaggio
del parapetto su legname, murature compatte, calcestruzzi e su materiali
forati e semicompatti richiede adeguate indagini preventive in merito allo
stato e alle caratteristiche di resistenza e consistenza delle pareti per la
determinazione del carico limite utile; deve cioè essere sempre garantita in
ogni caso la resistenza pari a quella di un parapetto provvisorio”.
Nel documento sono presentati
inoltre
indicazioni per la
pianificazione operativa di sicurezza e per la pianificazione di sicurezza
e coordinamento.
Riguardo a quest’ultima si
segnala che per l’esecuzione di lavori in quota “va valutata l’opportunità di
installare un ponteggio
perimetrale con funzioni di parapetto di protezione, soluzione che
eviterebbe anche i rischi legati alle modalità di montaggi dei parapetti. Il Coordinatore
per la Progettazione, o quello per la Esecuzione, può comunque scegliere, in
sostituzione del ponteggio, l’adozione di misure collettive di protezione che
prevedano un grado di protezione equivalente”. Nel Piano
di Sicurezza e Coordinamento (PSC) “andranno indicate le zone in cui i
parapetti devono rimanere presenti, in relazione all'utilizzo in successive
fasi di lavoro (giro scale, vano ascensore, poggioli, ecc.) . La pianificazione
della sicurezza dovrà quindi tenere conto delle tecnologie e modalità di
esecuzione e delle fasi previste di lavoro e ciò anche in relazione alle
caratteristiche dell'opera in corso di costruzione e all'organizzazione
dell'appalto”.
Non bisogna tuttavia dimenticare
i
rischi residui. Il parapetto “ha
lo scopo di impedire la caduta di persone e proteggere il lavoratore che opera
a livello del pavimento e quindi dovranno essere vietati lavori su scale e
cavalletti in prossimità del parapetto stesso; rimane presente il rischio di caduta
di oggetti o materiali che può essere ridotta con una tavola fermapiede”.
Concludiamo con il documento “
Soluzioni per la sicurezza: Protezione
delle bocche di lupo su cavedio perimetrale” elaborato dal Gruppo
Interregionale Edilizia, un documento che ci permette di fare luce sui rischi
di “
caduta in profondità”.
In relazione alla costruzione del
solaio con l’utilizzo di cassaforma per solai, per “dotare i locali interrati,
cantine o garage, di areazione e illuminazione naturale, vengono ricavate delle
aperture a livello del terreno, comunemente chiamate ‘bocche di lupo’, ottenute
interrompendo il solaio in corrispondenza del cavedio”. E la bocca di lupo “può
essere ottenuta sia attraverso il getto in opera della struttura in elevazione
e del solaio, sia utilizzando elementi prefabbricati a formare le pareti
perimetrali”.
È evidente tuttavia che “la
presenza delle aperture a livello del suolo espone gli addetti al
rischio di caduta in profondità”. Per
prevenire questo rischio la copertura con tavole di legno è la tipologia di
sicurezza più frequentemente adottata: “spesso però non sono idonee o non sono
fissate solidamente tra loro o alla struttura, oppure non rimangono in sede con
continuità. Inoltre, al momento della finitura vengono levate esponendo i
lavoratori al rischio di caduta”.
Una soluzione sicura consiste nel
predisporre in fase di getto “una doppia rete elettrosaldata per la protezione
del foro in corrispondenza della bocca da lupo che resterà a protezione dello
stesso fino alla posa in opera del serramento definitivo (grigliato in ferro o
vetromattone)”.
Nel documento/scheda vengono
riportate nel dettaglio le modalità di realizzazione.
Si indica inoltre che la medesima
soluzione è “realizzabile anche con bocche di lupo prefabbricate predisponendo
ed opportunamente fissando, ad es. con saldatura, la rete elettrosaldata a
copertura del foro prima ancora di installare il manufatto”.
Riguardo infine ai
rischi residui, si segnala che in
corrispondenza della rete di copertura della bocca di lupo “può rimanere un
dislivello da proteggere eventualmente con tavola di legno”.
Gruppo Edilizia Regione Veneto, “ Soluzioni per la sicurezza: Parapetti”, su proposta di
Massimo Peruzzo, Spisal ULSS 22 del Veneto (formato PDF, 136 kB).
Gruppo Edilizia Regione Veneto, “ Soluzioni per la sicurezza: Difesa lucernari”, su proposta
di Massimo Peruzzo, Spisal ULSS 22 del Veneto (formato PDF, 249 kB).
Gruppo Interregionale Edilizia, “ Soluzioni per la sicurezza: Protezione delle bocche di lupo su
cavedio perimetrale”, su proposta di G.B. Costruzioni Edili di Bellini
Giancarlo e geom. Bellini Marco ed elaborazione SPISAL ULSS 22 del Veneto
(formato PDF, 1.99 MB).
Tiziano Menduto
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