News
"Rischio rumore: gli effetti sull’attività lavorativa ed extra-lavorativa"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
05/11/2013 - È ormai assodato che la prolungata
esposizione a rumori elevati durante
l’attività professionale rappresenta circa il 40% dei casi di malattie
professionali riconosciuti in Italia. E dunque il
rumore è
una delle maggiori cause di inquinamento ambientale ed un preoccupante
fattore di rischio per la popolazione lavorativa, con particolare
riferimento alle attività industriali, alle attività artigianali, alle
attività edili, alle attività commerciali/ricreative e all’uso di
numerose attrezzature di lavoro.
Per parlare di rischio rumore, ci soffermiamo su alcune “
note informative in materia di salute e sicurezza sul lavoro” prodotte, e pubblicate sul sito, dall’ IIS “Giancarlo Vallauri”, un Istituto di Istruzione Secondaria superiore, situato a Fossano, in posizione centrale rispetto alla provincia di Cuneo.
Nel documento “
Rischi di esposizione al rumore durante il
lavoro - Informazioni per la tutela della salute dei lavoratori a norma
dell’art. 195 del D.Lgs. 9.04.2008 n. 81”, a cura dell’Ing.
Ezio Meineri, vengono affrontati diversi argomenti. Si presentano cenni
di acustica e di anatomia dell’orecchio e si riportano i vari
effetti negativi del rumore. Con riferimento agli effetti uditivi, agli effetti extrauditivi (o di tipo non specifico), alle sostanze ototossiche e al rapporto tra
rumore e gravidanza.
Infatti in studi su
donne esposte
professionalmente al rumore (85 dB(A) per 8h al giorno) “è stato
riscontrato un aumento della percentuale di disturbi mestruali, una riduzione
della fertilità, del peso fetale alla nascita e della durata media della
gravidanza. Infine è stata segnalata una correlazione tra esposizione a rumore
durante la gravidanza e riduzione della capacità uditiva dei neonati alle alte
frequenze”. In questo senso i datori di lavoro “sono tenuti a valutare natura,
grado e durata dell’esposizione al rumore delle lavoratrici gestanti; qualora
sussista un rischio per la sicurezza o per la salute della lavoratrice od un
possibile effetto negativo sulla gravidanza, il datore di lavoro deve
modificare le condizioni di lavoro della gestante per evitarne l’esposizione”.
Ricordando che “l’uso di dispositivi
di protezione individuale da parte della madre non protegge il feto da
pericoli di natura fisica”.
Puntiamo ora la nostra attenzione
sugli
effetti del rumore sulla attività
lavorativa ed extra-lavorativa.
Infatti non bisogna dimenticare
che l'inquinamento acustico, “che il rumore semplicemente disturba e
infastidisce”.
Si possono creare i seguenti
disturbi:
-
disturbi della comunicazione: “i livelli di rumore che spesso si
raggiungono per strada, nei giardini, sui balconi, interferiscono con la
comunicazione. All'interno degli edifici, ove il livello continuo di rumorosità
esterna raggiunga 70 dB(A), il rumore è tale da obbligare gli occupanti a
chiudere le finestre per potersi parlare. In linea di principio negli ambienti
abitativi il rumore non dovrebbe eccedere 40÷45 dB(A), valore che è spesso
superato a causa del rumore del traffico, anche a finestre chiuse;
-
disturbi del sonno: i disturbi
del sonno cominciano con livelli di rumore stazionario continuo pari a 30
dB(A). In situazioni particolari si osservano disturbi del sonno anche a
livelli inferiori”. Il parametro più importante di esposizione al rumore a tal
fine è “comunque rappresentato dal livello massimo di esposizione. Si dimostra
altresì che in presenza di traffico pesante in ore notturne e ove non siano
rispettati i valori raccomandati, si possono manifestare sintomi quali
malumore, stanchezza, mal di testa e ansia;
-
disturbi psichici: il rumore può interferire con le attività
mentali che richiedono molta attenzione, memoria ed abilita nell’affrontare
problemi complessi. Le strategie di adattamento (come regolare o ignorare il
rumore) e lo sforzo necessario per mantenere le prestazioni sono state
associate ad aumento della pressione arteriosa e ad elevati degli ormoni legati
allo stress. Il rumore inoltre contribuisce, quando ritenuto soggettivamente
molto fastidioso o ripetuto e troppo prolungato, ad aumentare comportamenti
aggressivi in alcuni soggetti predisposti;
-
incremento del rischio di infortuni - Il rumore può essere la causa
di infortuni: in quanto rende meno udibili e comprensibili ai lavoratori le
parole e i segnali acustici; in quanto può coprire il suono di pericoli in
avvicinamento o di segnali di allarme (per esempio, le indicazioni di
inversione di marcia dei veicoli); in quanto distrae i lavoratori, ad esempio i
conducenti; in quanto contribuisce a innalzare lo stress sul lavoro.
Quest’ultimo aumenta il carico cognitivo e, di conseguenza, la probabilità di
errori.
-
stress sul lavoro: lo stress sul lavoro si verifica quando le
esigenze dell’ambiente di lavoro superano la capacita del lavoratore di farvi
fronte (o di controllarle). Lo stress sul lavoro e dovuto a numerose concause
(fattori che causano stress) ed è raro che sia un singolo fattore a provocare
l’insorgenza di stress di questo tipo. Il modo in cui il rumore influenza i
livelli di stress percepiti dai lavoratori dipende da una serie di fattori che
include: la natura del rumore, incluso il suo volume, tono e prevedibilità; la
complessità dell’operazione eseguita dal lavoratore (per esempio, altre persone
che parlano possono costituire un fattore di stress quando l’operazione in
corso richiede estrema concentrazione); il tipo di occupazione del lavoratore;
il lavoratore stesso (
l ivelli di
rumore che in alcune circostanze possono contribuire allo stress,
specialmente quando la persona è stanca, in altri casi possono risultare
innocui)”.
Rimandando ad una lettura
integrale del documento, che affronta anche temi come normativa, valutazione
del rischio e sorveglianza sanitaria, diamo infine dei brevi cenni alla
lotta contro il rumore.
Il documento sottolinea che nel
mondo del lavoro può essere necessario adottare alcune soluzioni ed
accorgimenti per ridurre l’esposizione al rumore dei lavoratori.
Ad esempio, con riferimento ai
settori artigianali, produttivi e cantieristici, si possono adottare
contromisure mediante:
- “
riduzione della formazione del rumore alla fonte: impiego di
macchine silenziate (chi acquista macchine e apparecchi silenziosi non ha più
bisogno di combattere il rumore); ricorso a processi lavorativi più silenziosi;
eliminazione delle esposizioni estreme (come quelle indotte per esempio da
colpi eccessivi o impatti da grandi altezze); adozione di mezzi ben
dimensionati e sistemi di lavorazione appropriati; corretta manutenzione delle
attrezzature di lavoro;
-
misure di organizzazione ambientale: separazione (confinamento) delle
sorgenti rumorose dalle altre lavorazioni; aumento della distanza tra la
sorgente rumorosa e i posti di lavoro; insonorizzazione delle sorgenti di
rumore;
-
protezione personale dell’udito: informazione ai lavoratori;
segnalazione delle zone rumorose; utilizzo dei dispositivi di
protezione individuale contro il rumore; attivazione della sorveglianza
sanitaria;
-
organizzazione del lavoro: riduzione della durata dei lavori
rumorosi; introduzione di turni di lavoro; esecuzione dei lavori rumorosi fuori
dalle ore fisse di lavoro”.
IIS “Giancarlo Vallauri”,
Istituto di Istruzione Secondaria superiore, “ Rischi di esposizione al rumore durante il lavoro -
Informazioni per la tutela della salute dei lavoratori a norma dell’art. 195
del D.Lgs. 9.04.2008 n. 81”, a cura dell’Ing. Ezio Meineri - Aggiornamento 2010 (formato PDF, 353 kB).
RTM
Segnala questa news ad un amico
Questa news è stata letta 1298 volte.
Pubblicità