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"Donne lavoratrici: la prevenzione e la ripresa dopo l’infortunio"

fonte www.puntosicuro.it / Salute

11/03/2014 -
Presentiamo il dossier dell’Inail sulle differenze di genere nel mondo del lavoro lette attraverso le testimonianze di alcune donne che raccontano la storia dei loro infortuni e di come hanno potuto curarsi e reinserirsi nella vita lavorativa e sociale. Le esperienze sono precedute da un’analisi dei dati sugli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali che indicato un trend decrescente.

Dossier Donne, lavorare in sicurezza
Meno infortuni e un lieve calo di denunce per malattie professionali: i dati Inail in ottica di genere. 
I dati degli infortuni sul lavoro confermano il trend decrescente. Infatti, negli ultimi cinque anni (2008-2012) sono diminuiti del 12,8% per le donne e complessivamente del 25,0%. In particolare, nel 2012 rispetto al 2011, si registra una diminuzione del 5,7% con 218.701 casi che hanno colpito le lavoratrici (di cui 66 mortali) per le tre gestioni principali (Agricoltura, Industria e servizi, Dipendenti per conto dello Stato), pari esattamente a un terzo del totale (656.828, -9,5%). Le denunce delle malattie professionali, invece, in crescita costante fino al 2011 (circa da 7 mila a 14 mila casi), registrano una battuta di arresto nel 2012 rispetto allo scorso anno, con un calo del 2,3% per quelle femminili e complessivo dell’1,5%. La lettura dei dati Inail 2012, comparata a quella sui trend occupazionali dell'Istat, fa emergere che le donne rappresentano il 51,9% della popolazione in età lavorativa e il 41,3% del totale occupati e sono concentrate prevalentemente nel centro-nord. Inoltre, le donne si infortunano in generale di meno rispetto agli uomini, ma molto di più in itinere a causa della fatica di conciliare ogni giorno lavoro e famiglia.
 
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Medicina al femminile e “capitale umano”. La medicina di genere, fondata circa 20 anni fa, si sta facendo strada di pari passo con il riconoscimento dello specifico ruolo del “gender effect” sia nell’insorgenza delle malattie, sia nella appropriatezza della cura, sia nel determinare la qualità della vita. Tuttavia, ancora oggi la ricerca epidemiologica, farmacologica, i protocolli diagnostici e terapeutici sono sviluppati principalmente sugli uomini, trasferendo poi, acriticamente, i risultati sulle donne. Inoltre, considerato che in Italia la cura della famiglia, dei bambini e degli anziani grava ancora principalmente sulle donne, il fenomeno infortunistico al femminile va letto anche alla luce del ‘reale capitale umano’.
 
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Storie di donne: Caterina, Cinzia, Emanuela e Raffaella raccontano la loro vita dopo l’infortunio. Ce l’hanno fatta o ce la stanno mettendo tutta per ‘tornare come prima’. Questa la testimonianza di quattro infortunate sul lavoro (3 in itinere e una per caduta) che possono essere di esempio a tutte le donne dimostrando che si può cominciare una nuova vita o ridefinire quella precedente sulla base di una condizione mutata, di necessità prima sconosciute superando limiti che, all’inizio, sembrano insormontabili.
 
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Prevenzione al femminile, oltre l'approccio neutro. Il Decreto legislativo 81 del 2008 ha stabilito per la prima volta che nella valutazione dei rischi sul lavoro, oltre agli altri fattori, va tenuto in considerazione anche il genere. Ma al dettato normativo devono seguire iniziative concrete, che trasformino i principi in bagaglio culturale e in piani di intervento, intersecando pubblico e privato, perché il benessere individuale e la maggiore o minore esposizione ai rischi connessi all’ambiente di lavoro passano anche dalla possibilità di conciliare tempi di vita e tempi di lavoro. In questo contesto, si inserisce l’ampliamento della missione istituzionale di Inail (Polo della salute e sicurezza) con competenze che vanno dalla prevenzione alla formazione, dalla cura alla riabilitazione, dalla tutela dei lavoratori alla ricerca. Un approccio multidisciplinare capace di dare valore aggiunto e una nuova prospettiva di lettura al lavoro di genere.
 
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Inail, una PA con efficaci strumenti di conciliazione lavoro-vita privata-e un progetto pilota per promuovere una prevenzione su misura per donne e uomini. Il Comitato Unico di Garanzia (Cug) dell’Inail, presieduto dall’avvocato Antonella Ninci, ha promosso, circa due anni fa, la realizzazione del progetto “ Salute e sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere”. Lo studio è stato pubblicato in quattro Quaderni tematici allegati alla Rivista infortuni e malattie professionali, due dei quali (volumi 3 e 4, presentati in occasione dell’omonimo convegno il 25 ottobre 2013), ridefiniscono le linee guida sulla valutazione dei rischi in ottica di genere. La presidente del Cug, in un’intervista rilasciata a metà del percorso progettuale, ha sottolineato come, per troppo tempo, l’ottica di genere sia rimasta relegata ai temi della maternità o dell’allattamento e come trattare il lavoratore in modo indistinto, come se fosse un soggetto neutro, abbia condotto a una forma di ingiustizia sociale. In questo scenario, si collocano non solo la sperimentazione dell’Inail in tema di conciliazione lavoro-vita privata (con telelavoro, part time e asilo nido), ma anche la consapevolezza della necessità di contaminare politiche di pari opportunità e di sicurezza sul lavoro, con un nuovo approccio multidisciplinare, mirato anche all’universo femminile, da seguire a livello di sistema.
 
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Conti P., Ninci A. - Salute e sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere, Quaderni della Rivista degli Infortuni e delle Malattie Professionali, Edizioni Inail, Disegno di linee guida e primi strumenti operativi ( vol. 1 e 2), settembre 2011; Integrazione di genere delle linee guida per un SGSL ( vol. 3) e Biancheri R., Carducci A., Foddis R., Ninci A. - Rischi lavorativi. Un approccio multidisciplinare ( vol. 4), agosto 2013
 
 
Fonte: Inail.it

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