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"Storie di infortunio: un carrello fuori dai binari"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
24/06/2014 -
Il Centro regionale di Documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte ( Dors) raccoglie storie d'infortunio rielaborate
dagli operatori dei Servizi PreSAL delle ASL piemontesi a partire dalle
inchieste di infortunio, con la convinzione che conoscere come e perché
è accaduto sia una condizione indispensabile per proporre soluzioni
efficaci per la prevenzione. In questa storia, dal titolo “
Un carrello fuori dai binari”
(a cura di Carlo Manzoni, Maurizio Bosi, Elena Barberis, Gianluca
Gelain, SPreSAL della ASL VCO), è stato urtato da un carrello lungo il
tragitto in pendenza dentro una galleria posta a fianco di una condotta
forzata.
Che
cosa è successo
Un lavoratore è stato urtato da un
carrello lungo il tragitto in pendenza che stava compiendo per raggiungere la postazione
di lavoro dentro una galleria posta a fianco di una condotta forzata a oltre
300 metri dall’imbocco d’entrata. Il lavoratore ha subito la frattura di più
falangi con frattura esposta e lussazione del tarso e metatarso del piede
destro.
Chi
è stato coinvolto
Un uomo di 35 anni ecuadoriano di
nome Juan residente a Genova, assunto da un anno con contratto a tempo
indeterminato e mansione di manovale.
Dove
e quando
L’evento si è verificato nel mese
di agosto del 2008 verso mezzogiorno, all’interno della galleria che affianca
una condotta forzata in provincia di Verbania.
Nella galleria si stavano
eseguendo lavori edili per il montaggio di una scala a servizio della condotta
forzata. La galleria ha una pendenza del 61%, è lunga circa 300 metri ed è
situata all’interno dell’area di cantiere allestita dall’impresa esecutrice dei
lavori in una zona montana a circa 1.800 metri di altitudine. Non vi è una
strada di collegamento e tutto il materiale e il personale è stato trasportato
sul cantiere con l’elicottero. I lavoratori soggiornavano in baracca durante
tutta la settimana.
Come
Quella mattina di agosto, verso
mezzogiorno, il capo
cantiere ha fatto scendere Juan all’interno della galleria dove si stavano
effettuando i getti in cemento per la posa della scala in vetroresina, con un
carrello carico di cemento contenuto in secchi. Juan, dopo aver caricato i
secchi con il cemento, è salito sul carrello e ha iniziato la discesa sul piano
inclinato della galleria. La discesa dipendeva dal capocantiere che manovrava
l’argano all’esterno dell’imbocco superiore. A un certo punto il carrello è
deragliato a causa di un sasso e Juan è sceso per risistemarlo correttamente
sul binario, utilizzando un tubo di ferro. Con la radiotrasmittente ha comunicato
al capo cantiere che manovrava l’argano di fermare tutto, poi si è messo al
lavoro per ripristinare il carrello. La possibile mancata ricezione o la
incomprensione della trasmissione da parte del capo cantiere hanno fatto sì che
il cavo dell’argano continuasse a svolgersi nonostante il carrello fosse fermo.
Quando Juan ha riposizionato sul binario il carrello, questo, privo di trazione
a causa del cavo svolto, l’ha investito e travolto schiacciandogli il piede
destro.
“Dopo il primo viaggio, sono risalito da solo per fare un altro carico
di cemento. Ho caricato i secchi e quindi sono salito sul carrello e mi sono
fatto scendere dal capo cantiere. A un certo punto, a circa 150 m dall’imbocco
della galleria superiore, il carrello ha schiacciato un sasso e la ruota destra
anteriore è uscita dal binario. Ho chiamato il capo cantiere e ho detto di
fermare il carrello che era uscita la ruota. Lui ha fermato il carrello e io
sono sceso dal carrello e con un “tubo innocenti” ho fatto leva al lato destro
anteriore per riposizionare la ruota sul binario. Appena messo in asse le
ruote, il carrello si è improvvisamente e velocemente spostato in avanti per
circa 30 metri, schiacciandomi il piede destro. Ho subito chiamato dicendo che
mi ero fatto male ma non ho ricevuto alcuna risposta. Da quel momento il
carrello non si è più mosso. Io dopo un po’ di tempo ho iniziato a trascinarmi
a valle… sentivo un male terribile… pensavo di non farcela.”
È rimasto a terra solo e senza la
radiotrasmittente, caduta e smarrita durante l’evento.
Dopo aver inutilmente gridato
“aiuto” attendendo per un certo tempo i soccorsi ha iniziato a trascinarsi
verso l’uscita inferiore, gridando ad intervalli “soccorso”, fino a quando i
colleghi che si trovavano all’imbocco inferiore della galleria lo hanno sentito
ed immediatamente hanno avvisato il capo
cantiere di fermare tutto e risalito la galleria fino a trovare Juan.
Mentre un collega lo assisteva, l’altro usciva dall’imbocco e comunicava al
capo cantiere quanto avvenuto, chiedendo l’invio immediato dei soccorsi.
La zona di lavoro posta in alta
montagna, le imprecise indicazioni fornite dai lavoratori all’elicottero del
118 e le difficoltà di trovare una zona idonea e sicura per il recupero
dell’infortunato hanno rallentato i soccorsi prolungando il tempo di arrivo. In
questa fase il capo cantiere è rimasto all’imbocco superiore presso l’argano.
Perché?
Le ruote del carrello avevano un
diametro esterno più grande rispetto ai binari, tale da interferire, a volte,
con il piano di cemento su cui appoggiavano e bastava che sul tracciato ci
fosse un piccolo sasso o del cemento che il carrello deragliava. Juan era solo
all’interno della galleria quando il carrello è deragliato, ha cercato di
riposizionarlo sui binari, ha comunicato con la radio al manovratore
dell’argano di arrestare la discesa ma non è stato sentito all’esterno, per
questo l’addetto non ha bloccato il movimento. Infatti, dentro
la galleria, le comunicazioni radio non erano garantite a causa della
schermatura della roccia e della forte pendenza fra l’imbocco superiore e
quello inferiore. Mancava un ripetitore di segnale all’interno e, ovviamente,
era impossibile far funzionare i cellulari. Non era stato installato un sistema
di telefoni a filo, come per altro previsto nel piano di sicurezza e
coordinamento.
Essendo da solo ed impegnato a
rimettere a posto il carrello non si è reso conto che il cavo d’acciaio
continuava a srotolarsi. Quando ha riposizionato il carrello sul binario,
questo, per la forte pendenza, si è mosso velocemente verso il basso
travolgendolo.
Anche il percorso a piedi
presentava delle difficoltà a causa della forte pendenza, era costituito da
gradini di piccole dimensioni senza corrimano e cavo d’acciaio a cui collegare
i dispositivi di trattenuta.
Cosa
si è appreso dall’inchiesta?
Juan usava come mezzo di trasporto
improprio il carrello che era adibito al solo trasporto di materiali, in
contrasto anche con le indicazioni del fabbricante (progettista carrello).
Inoltre non vi era alcuna certificazione di conformità dell’impianto di
trasporto e, all’interno della galleria, il percorso dei lavoratori non era
separato dal sistema di trasporto dei materiali. Questa carenza rendeva
comunque pericoloso l’accesso e il transito dei lavoratori nella galleria.
Era stato anche manomesso il
controllo dell’argano istallando una barra di ferro e un cordino sulla
struttura, questa manomissione permetteva a chi lo manovrava di allontanarsi
dai comandi di manovra e pertanto di non poter intervenire tempestivamente in
caso di necessità.
Juan operava da solo in galleria in
contrasto rispetto alle indicazioni normative (art.9 DPR 320/56) che prevedevano
la presenza di due operatori nelle aree interne degli scavi non accessibili
alla visuale diretta di altri operatori.
Inoltre non funzionavano i sistemi di
comunicazione tra interno ed esterno della galleria come previsto dal piano di
sicurezza e coordinamento e il manovratore dell’argano indossava, durante il
lavoro, una cuffia antirumore che costituiva un impedimento/ostacolo alla corretta
e tempestiva ricezione dei segnali di chiamata provenienti dalle
radio-ricetrasmittenti. La cuffia non aveva un auricolare o un altro sistema di
comunicazione con l’operatore che era dentro la galleria.
Infine non vi era alcuna
organizzazione di un sistema di allerta e di primo soccorso. Il fatto che
l’infortunato fosse da solo non ha consentito di ricevere un primo soccorso
tempestivo.
Indicazioni
per la prevenzione
Le indicazioni per la prevenzione da
applicare in contesti simili comportano:
1-
integrare il piano operativo di sicurezza che deve prevedere i requisiti
essenziali e i contenuti minimi previsti dall’allegato XV del D.Lgs. 81/08, con
riferimento in particolare agli aspetti relativi alla sicurezza dei lavoratori
durante l’accesso, il lavoro all’interno della galleria in pendenza e le
specifiche misure di sicurezza per il rischio di caduta all’interno della
stessa.
2-
installare idonei dispositivi di protezione contro il pericolo di
cadute in
considerazione dei lavori da eseguirsi all’interno della galleria con pendenza
pari al 61% (posizionamento di un cavo d’acciaio tesato lungo la galleria dove
sono i gradini ed utilizzo di dispositivi scorrevoli di trattenuta da abbinare
all’uso della cintura di sicurezza)
3-
provvedere a una adeguata formazione di ciascun lavoratore sulle
procedure di primo soccorso e l’evacuazione dei luoghi di lavoro.
4-
provvedere a designare preventivamente i lavoratori incaricati
dell’attuazione delle misure di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di
pericolo grave e immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di
gestione dell’emergenza; così come previsto nell’art. 18 comma 1 lettera b
D.Lgs. 81/08 e S.M.I.
5-
garantire con un’azione adeguata di controllo da parte del
capocantiere, la presenza di almeno due lavoratori all’interno della galleria,
durante gli spostamenti e/o i lavori.
Carlo Manzoni, Maurizio Bosi, Elena Barberis,
Gianluca Gelain
SPreSAL della ASL VCO
Fonte: Dors.
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