News
"Storie di infortunio: poco tempo, troppa fretta"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza
16/12/2014 -
Il Centro regionale di Documentazione per la Promozione
della Salute della Regione Piemonte ( Dors) raccoglie storie d'infortunio rielaborate dagli operatori dei Servizi
PreSAL delle ASL piemontesi a partire dalle inchieste di infortunio, con la
convinzione che conoscere come e perché è accaduto sia una condizione
indispensabile per proporre soluzioni efficaci per la prevenzione. In questa
storia, dal titolo “Poco tempo… troppa fretta” (a cura di Laura Traversini, Antonino Nebbia
Servizio Pre.S.A.L. della Asl VC),
un agricoltore, a causa del
ribaltamento del carica letame con cui stava lavorando, è deceduto a seguito
dello sfondamento del cranio da parte del tettuccio del mezzo dal quale era
stato sbalzato.
Chi è stato coinvolto
Antonio, agricoltore di 51 anni,
italiano, sposato e da oltre trenta anni titolare, con il fratello Ettore, di
un'azienda agricola con annesso allevamento di bovini.
Dove e quando
L'infortunio è avvenuto nel 2012,
verso le due del pomeriggio di un giorno di inizio settembre, in un paese della
provincia di Vercelli, ai margini del cortile della cascina sede dell'azienda
di famiglia.
Come è tipico delle aziende
agricole a gestione familiare nei piccoli paesi di questa zona, la cascina,
appena fuori dal centro abitato e confinante con i terreni dove si svolgono le coltivazioni,
era costituita da una parte abitativa, dalle stalle per l'allevamento di
bovini, da rustici per il ricovero degli attrezzi e dei mezzi agricoli, da
depositi per il foraggio e naturalmente da un ampio cortile.
La zona dove è avvenuto
l'infortunio è la porzione di cortile dietro alla stalla, che finisce direttamente
in un appezzamento di terreno coltivato a granturco. Una zona con fondo in terra
utilizzata anche come deposito temporaneo per vari materiali come i teloni in plastica
che vengono usati per coprire il deposito del trinciato di mais che serve per l'alimentazione
del bestiame da allevamento.
Come
Il giorno dell'infortunio in
azienda erano in corso lavori di riordino in previsione della prossima raccolta
del mais e della predisposizione dei nuovi depositi di mangime.
Dietro la stalla, durante l'estate,
erano stati ammucchiati i teloni di plastica tolti dai depositi di mangime mano
a mano che questi erano stati utilizzati e ora era il momento di riordinarli e
spostarli dove sarebbero stati riutilizzati dopo il raccolto.
Nella mattinata erano stati ripiegati
e impilati su di un pallet per essere poi spostati nel pomeriggio.
Dopo pranzo, Antonio, che abitava
in cascina, visto che il fratello tardava ad arrivare ha incominciato a
spostare il trattore con attaccato il carica letame vicino al pallet con i teloni.
Sistemati i mezzi, ancora solo,
ha ritenuto di poter completare il lavoro senza perdere altro tempo ed ha
agganciato pallet e teloni al braccio sollevatore del carica letame. È salito
sulla cabina del mezzo per manovrare ed ha iniziato il sollevamento del carico.
Durante il sollevamento del
carico il carica letame si è sbilanciato ribaltandosi di lato.
A causa dell'improvviso
movimento, Antonio è stato sbalzato dalla cabina ed è caduto a terra a poca
distanza dal mezzo. Il tettuccio della cabina del carica letame gli è caduto sulla
testa causando lo sfondamento del cranio.
Perché
Anche se il carico era piuttosto
ingombrante, il peso non sarebbe stato sufficiente a far ribaltare il mezzo
anche in presenza di terreno sconnesso e in parte cedevole (carico di 180 Kg. a
fronte di una portata di 6.000 Kg).
Il problema è stato
principalmente nella posizione del carica letame rispetto al trattore al quale
era agganciato per il traino (freccia arancio) e la presa di potenza (freccia
verde).
I due mezzi non erano stati
disposti secondo una stessa linea, ma formavano un angolo che faceva
sovrapporre il telaio del caricatore al braccio sinistro del sistema di sollevamento
del trattore (freccia blu).
Il peso dei teloni, al momento
dell'azionamento del braccio del caricatore, ha causato l'abbassamento del
telaio che è andato a schiacciare il braccio del sistema di sollevamento del
trattore. Tale sistema operando per mezzo di cilindri idraulici a “singolo effetto”
e con “funzionamento a posizione controllata”, è ritornato per reazione in
alto, provocando il ribaltamento
del carica letame.
Cosa si è appreso dall’inchiesta
L'attrezzatura, chiamata
comunemente “macchina carica letame”, è in effetti un “caricatore posteriore
trainato” che non può muoversi né lavorare autonomamente. È usato
principalmente per il carico e il trasporto del letame, ma nella aziende
agricole è utilizzato anche per il sollevamento e lo spostamento di altro
materiale.
Il modello in questione è montato
su due ruote gommate ed è dotato di comando idraulico azionato dalla presa di
potenza di un trattore; è costituito da un telaio con attacco per il traino e
una piattaforma sulla quale è sistemata la sovrastruttura ruotante che
comprende la gru a braccio, la cabina di comando con tettuccio e la zavorra per
bilanciare i movimenti del braccio sollevatore.
Il mezzo era stato acquistato una
decina di anni prima già usato e il posto di manovra della cabina di comando
non era dotato di cinture di sicurezza.
Antonio ha iniziato il lavoro con
la sovrastruttura del caricatore completamente ruotata sul lato sinistro; il
trattore e il caricatore erano sistemati ad angolo per via della manovra in retromarcia
effettuata per mettere in posizione i mezzi.
Durante il sollevamento del
carico il telaio si è appoggiato sul braccio del sistema di sollevamento
del trattore che, per effetto del “funzionamento a posizione controllata”, ha spinto
verso l'alto per ritornare in posizione causando il ribaltamento del caricatore
(da quanto verificato, i bracci del sistema di sollevamento hanno la forza per
sollevare pesi pari a quello del trattore).
La dinamica dell'incidente è
stata confermata risollevando e riposizionando il mezzo come al momento
dell'infortunio: l'ammaccatura presente sul telaio del caricatore combaciava
per forma e posizione con il gancio del braccio sinistro del sistema di sollevamento
del trattore.
Alla luce dei fatti accertati,
per quanto riguarda l'infortunio, è stata stabilita la responsabilità dello
stesso infortunato per non aver utilizzato un'attrezzatura di lavoro conforme
alle disposizioni; al fratello Ettore è stato prescritto di adeguare il
caricatore dotando il mezzo di un dispositivo di protezione delle leve di
comando contro i rischi di azionamento accidentale, di un dispositivo contro il ribaltamento
e di un sistema di ritenuta del conducente.
Non essendo economicamente
conveniente l'adeguamento, il mezzo è stato rottamato.
Indicazioni per la prevenzione
· È verosimile che se i due mezzi
fossero stati sistemati in linea tra di loro e non ad angolo, il ribaltamento
del mezzo non si sarebbe verificato.
· Se il posto di comando fosse
stato dotato di sistemi di ritenzione per l'operatore (banalmente una cintura
di sicurezza), l'esito dell'infortunio sarebbe stato meno grave.
· Il ribaltamento si sarebbe
potuto evitare anche dotando il mezzo di idonei stabilizzatori per “ancorarlo”
durante le operazioni di caricamento (inutili i dispositivi a sfilo, di cui era
dotato il mezzo in questione) per la stabilizzazione durante il rimessaggio.
· La presenza di un'altra persona
avrebbe consentito manovre meno frettolose e approssimative.
Fonte: Dors.
Segnala questa news ad un amico
Questa news è stata letta 2202 volte.
Pubblicità