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"La sicurezza elettrica nelle imprese metalmeccaniche"
fonte www.puntosicuro.it / RISCHIO ELETTRICO
30/01/2015 - Come riporta l’articolo 80 del D.Lgs. 81/2008 il datore di lavoro è
tenuto a prendere le misure necessarie affinché i lavoratori
siano salvaguardati dai tutti i
rischi di natura elettrica connessi all’impiego dei materiali, delle apparecchiature e degli impianti elettrici messi a loro disposizione con particolare riferimento ai rischi connessi a:
a) contatti elettrici diretti;
b) contatti elettrici indiretti;
c) innesco e propagazione di incendi e di ustioni dovuti a sovratemperature pericolose, archi elettrici e radiazioni;
d) innesco di esplosioni;
e) fulminazione diretta ed indiretta;
f) sovratensioni;
g) altre condizioni di guasto ragionevolmente prevedibili.
Per affrontare il tema della
sicurezza elettrica nei luoghi di
lavoro, ci soffermiamo oggi sul documento “ ImpresaSicura_Metalmeccanica”
dedicato al comparto metalmeccanico e presentato nei mesi scorsi dal nostro
giornale.
Il documento - “distribuito
gratuitamente per diffondere la cultura della sicurezza all’interno delle
imprese” – è correlato a Impresa Sicura, un progetto multimediale - elaborato da EBER, EBAM, Regione
Marche, Regione Emilia-Romagna e Inail - che è stato validato dalla Commissione
Consultiva Permanente per la salute e la sicurezza come buona
prassi nella seduta del 27 novembre 2013.
Il
capitolo sulla sicurezza elettrica riporta gli obblighi di legge e
le principali caratteristiche legate agli impianti elettrici dei locali che
ospitano le lavorazioni oggetto della pubblicazione.
Si indica in particolare che in
questi ambiti lavorativi gli
impianti
elettrici sono “composti principalmente da:
- una fornitura dell’energia
elettrica;
- da uno o più quadri elettrici;
- dalle condutture elettriche;
compresi gli accessori per la loro posa;
- da sottoquadri e da apparecchiature
elettriche generali quali per esempio: prese a spina, apparecchi
illuminanti, ecc”.
A quadri elettrici, condutture
elettriche, apparecchiature elettriche generali, prese a spina, apparecchi
illuminanti, il capitolo dedica specifici approfondimenti.
Rimandando il lettore ad un
lettura integrale del documento, riprendiamo alcune
indicazioni generali:
- in presenza di
ambienti umidi o bagnati e dove si utilizzano utensili elettrici
portatili “si devono applicare specifiche norme impiantistiche”;
- “è vietato eseguire lavori
sotto tensione. Sono consentiti solo quando i lavori sono eseguiti nel rispetto
di specifiche condizioni”;
- “non possono essere eseguiti
lavori in prossimità di linee
elettriche o di impianti elettrici con parti attive non protette, o che per
circostanze particolari si debbano ritenere non sufficientemente protette, e
comunque a distanze inferiori a specifici limiti” (riportati nella tabella
“Distanza da linee o parti elettriche non isolate”), salvo “che vengano
adottate disposizioni organizzative e procedurali idonee a proteggere i
lavoratori dai rischi conseguenti”.
In merito agli obblighi di legge
generali – altri obblighi di legge specifici riguardano gli impianti di messa a
terra, gli impianti di protezione da scariche atmosferiche e gli impianti elettrici
installati in luoghi con pericolo di esplosione - si segnala che il datore di
lavoro “a seguito della
valutazione del
rischio elettrico:
a) adotta le misure tecniche ed
organizzative necessarie ad eliminare o ridurre al minimo i rischi presenti;
b) individua i dispositivi di
protezione collettivi ed individuali necessari alla conduzione in sicurezza del
lavoro;
c) predispone le procedure di uso
e manutenzione atte a garantire nel tempo la permanenza del livello di
sicurezza raggiunto;
d) integra il documento della valutazione
del rischio con la valutazione del
rischio elettrico”. Inoltre provvede affinché gli edifici, gli impianti, le
strutture, le attrezzature, siano protetti:
- “dagli effetti
dei fulmini con sistemi di protezione realizzati secondo le norme di buona
tecnica;
- dai pericoli determinati
dall’innesco elettrico di atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza o
sviluppo di gas, vapori, nebbie o polveri infiammabili”.
Saltando gli approfondimenti
dedicati alla dichiarazione di conformità, al grado di protezione IP e agli
obblighi di legge specifici, ci soffermiamo brevemente sul
quadro elettrico e sulle
condutture
elettriche.
Il
quadro elettrico, “che deve essere scelto anche in funzione dei
rischi caratteristici del locale di installazione, è un componente
dell’impianto che deve rispondere alle relative norme di prodotto”. Inoltre i
quadri elettrici di reparto “devono essere equipaggiati con i dispositivi di
protezione scelti in funzione delle singole utenze da servire. Per quanto
possibile è bene garantire la selettività di intervento dei dispositivi di
protezione di reparto (o delle singole utenze) per impedire che il guasto di
una singola macchina determini un disservizio generale”.
Il documento indica che
“l’accesso alle apparecchiature presenti all’interno dei quadri elettrici,
senza sezionare a monte l’energia, deve essere possibile solo in una delle
condizioni seguenti: a) le parti in tensione sono protette con ripari fissi
rimovibili solo per mezzo di un attrezzo;
b) con serratura: l’accesso é
consentito solo a persone esperte o avvertite in possesso delle chiavi;
c) con interblocco: consente
l’accesso solo a persone addestrate.
I soggetti che possono accedere a quadri
elettrici con apparecchiature in tensione, per effettuare lavori elettrici
‘a contatto’ sono: persone idonee; persone avvertite o esperte ma solo per
manovre semplici come riarmo di termiche o sostituzione di fusibili”.
Dal quadro generale vengono poi
alimentati i singoli quadri di reparto “tramite un
sistema di condutture; le condutture di un impianto in cavo
comprendono anche i tubi protettivi, i canali e gli accessori di sostegno”. La
scelta fra cavi isolati e cavi isolati con guaina “deve essere effettuata
tenendo conto del tipo di posa, dei rischi di natura meccanica, chimica,
presenti nell’ambiente e dell’eventuale esposizione agli agenti atmosferici. I
collegamenti e le giunzioni di conduttori devono essere eseguite con appositi
sistemi (morsetti) all’interno di involucri (cassette di derivazione) ispezionabili”.
Queste altre
indicazioni riportate nel documento in merito alla sicurezza
elettrica:
- “tutte le parti elettriche di
un impianto che possano offrire pericoli di contatti diretti con parti in
tensione devono essere racchiuse in involucri. Gli involucri hanno il compito
di limitare la penetrazione di corpi solidi e di acqua, il livello di
protezione si identifica tramite il grado di protezione IPXX”;
- negli impianti
elettrici industriali in genere “si devono utilizzare le prese a spina
previste per usi industriali (prese CEE). Le prese a spina per uso domestico e
similare possono essere utilizzate solo per piccole apparecchiature dove non
sia previsto un servizio gravoso con forti sollecitazioni (come urti o
vibrazioni)”;
- per gli apparecchi illuminanti
degli ambienti di lavoro “è necessario individuare un corretto grado di
protezione IP in funzione dell’eventuale presenza di polveri, liquidi e vapori.
Generalmente quando vi è la presenza degli elementi sopra citati è bene scegliere
apparecchi illuminanti almeno con un grado di protezione IP55”.
Il documento, che si sofferma
anche sui guasti dovuti a sovracorrenti o cortocircuiti e sui guasti
all’isolamento elettrico, dedica molto spazio all’
impianto di messa a terra, “impianto formato da idonei dispersori
metallici posati a intimo contatto con il terreno, al quale devono essere
collegate tutte le apparecchiature metalliche facenti parte dell’impianto
elettrico o delle utenze (macchinari) che in modo diretto o indiretto possono andare
in tensione a seguito di un guasto dell’impianto elettrico”. Il fine
dell’impianto di terra è quello di “ridurre il rischio di fulminazione in caso
di guasto all’isolamento di un qualsiasi componente del circuito elettrico. È
comunque necessaria la contemporanea presenza dei dispositivi di protezione
(automatici-magnetotermici, fusibili, differenziali) in grado di interrompere
il circuito nel più breve tempo possibile”. Riguardo all’impianto di messa a
terra il documento riporta indicazioni specifiche per la progettazione,
costruzione, installazione e manutenzione.
Concludiamo questa breve
presentazione del capitolo segnalando che la
valutazione dei rischi elettrici comprende:
- “le condizioni e le caratteristiche
specifiche del lavoro, ivi comprese eventuali interferenze;
- un censimento dei pericoli a carattere
elettrico e delle situazioni di pericolo che si possono verificare
nell’ambiente di lavoro, sia nella normale conduzione sia in caso di guasti
prevedibili;
- una analisi delle persone esposte al rischio
elettrico”, quindi rivolta non solo ai manutentori elettrici ma a tutte le
possibili figure esposte;
- “i criteri e i mezzi adottati per evitare i
rischi elettrici, tra i quali: dispositivi di protezione collettivi e
individuali; procedure interne formalizzate ; contratti di manutenzione;
formazione del personale; le qualifiche attribuite al personale addetto alla
manutenzione elettrica”.
Il sito “ Impresa Sicura”: l’accesso
via internet è gratuito e avviene tramite una registrazione al sito.
RTM
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