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"Agricoltura: vibrazioni, esposizione al sole e rischi biologici"
fonte www.puntosicuro.it / Aziende Agricole
31/03/2015 - Nel mondo agricolo sono diversi i rischi per gli operatori. Non
sono solo rischi chimici, ad esempio in relazione all’uso di
fitosanitari, o rischi correlati all’utilizzo di macchine agricole.
Per affrontare brevemente le altre tipologie di rischio in questo comparto, con particolare riferimento alle
aziende agro-zootecniche, riprendiamo la presentazione di un documento pubblicato sul sito dell’ Alma Mater Studiorum – Università di Bologna per la prevenzione dei rischi di coloro che in relazione a corsi di studio, come quello in agraria e medicina veterinaria,
si trovino a svolgere
attività in campi agricoli o in stalle.
In relazione al documento “
Sicurezza e salute nelle aziende
agro-zootecniche” ci siamo soffermati nei giorni scorsi su aree di
transito, macchine agricole e rischio chimico. Ora affrontiamo brevemente le
altre tipologie di rischio.
Uno dei rischi ben presenti nelle
aziende agro-zootecniche è il
rischio
biologico.
Infatti nel lavoro
agro-zootecnico questo rischio è dato sia da microrganismi che da esseri
viventi più grandi e può provocare, se non si adottano semplici misure
preventive, la comparsa di malattie infettive anche gravi e letali.
In particolare il rischio biologico e le
conseguenti malattie “possono derivare da:
- suolo, fieno contaminati;
- bestiame, animali domestici e
selvatici (cani, gatti, topi, piccioni, altri uccelli);
- insetti potenziali veicoli di
contagio (es. zecche, mosche e zanzare);
- acqua, sia quella utilizzata
per bere e per lavarsi che quella usata per l'irrigazione dei campi”.
Si ricorda, a questo proposito,
che generalmente l’uso abiti protettivi e stivali resistenti e bere solo acqua
potabile “sono misure che limitano le possibilità di contrarre malattie.
Infatti, molte malattie si trasmettono con piccole ferite e abrasioni durante
il lavoro nei campi ed alcune per contaminazione dell'acqua, spesso l'acqua dei
pozzi è contaminata”.
Il documento riporta alcune
specifiche indicazioni per
ridurre il
rischio di contrarre malattie trasmesse da animali (es. salmonellosi,
brucellosi, carbonchio, tetano, rabbia):
- “evitare di ferirsi e non
utilizzare attrezzature appuntite o taglienti che possono provocare tagli,
abrasioni o punture;
- in caso di prelievi di sangue
su animali non reincappucciare gli aghi ma eliminarli in contenitori rigidi
resistenti alle punture;
- lavare immediatamente le ferite
con acqua potabile corrente e disinfettare, applicare una medicazione
impermeabile prima di riprendere il lavoro;
- lavarsi accuratamente le mani
prima di mangiare, bere o fumare;
- utilizzare i dispositivi di
protezione (guanti, abiti, maschere
e occhiali) quando si aiutano gli animali a partorire, quando si manipolano
i prodotti del parto (placenta) o si esamina la bocca e il retto degli animali;
- lavare accuratamente gli
indumenti e i dispositivi di protezione utilizzati per il lavoro con gli
animali”.
Il documento, che vi invitiamo a
visionare integralmente, si sofferma in particolare sul tetano e sull’eventuale
respirazione di polveri provenienti dal fieno e dagli sfarinati di cereali.
Un altro rischio è legato alla
movimentazione manuale dei carichi.
Infatti in agricoltura esistono
“ancora oggi numerosi lavori che comportano sforzi
fisici considerevoli come, per esempio, il carico e lo scarico a mano di
sacchi di mangime e concimi chimici, di bidoni di latte, di balle di
fieno”.
Si ricorda che la movimentazione
manuale dei carichi può causare numerosi infortuni, tra cui principalmente
lesioni della colonna vertebrale dorso-lombare: “spesso tali lesioni si
verificano in seguito al tentativo da parte dei lavoratori di spostare
manualmente carichi eccessivamente pesanti, oppure quando tale operazione viene
condotta in maniera scorretta”.
Nel documento vengono riportati i
principali fattori nella movimentazione manuale che possono determinare lesioni
e vengono fornite precise indicazioni per la prevenzione.
Viene poi riportata qualche
informazione sul
rischio elettrico,
con riferimento alla reazione dei muscoli all’impulso elettrico e anche
all’effetto termico della corrente elettrica che può portare a bruciature e
ustioni nei tessuti attraversati.
Anche nel comparto agricolo è poi
presente il
rischio incendio che può
avere “gravi conseguenze per la salute umana per esposizione al calore, al
fumo, ai gas tossici e alla rapida diminuzione di ossigeno”.
Dopo aver accennato al
rischio rumore, che con il tempo può
causare negli operatori più esposti e senza un’adeguata prevenzione anche
sordità, il documento si sofferma sul
rischio
vibrazioni.
Le vibrazioni sono trasmesse al
nostro corpo attraverso i punti di contatto con un mezzo vibrante, in questo
caso le macchine
agricole. Tali vibrazioni “possono interessare il corpo intero, quando
vengono trasmesse attraverso superfici di appoggio come i sedili dei trattori,
o il sistema mano-braccio se trasmesse durante l’uso di strumenti che emettono
vibrazioni come motoseghe o
decespugliatori. Gli effetti negativi dipendono da diversi fattori tra cui
la durata dell’esposizione alle vibrazioni e la presenza di precedenti traumi”.
E l’intensità delle vibrazioni trasmesse al conducente dal mezzo utilizzato
dipende da diversi fattori quali: l’accuratezza costruttiva e di manutenzione
della macchina, il tipo di lavorazione che si sta effettuando, le
caratteristiche fisiche del terreno, la velocità di avanzamento del mezzo, il
numero di giri del motore, l’impiego di rimorchi”.
Dopo aver ricordato i danni
causati dall’esposizione per tempi prolungati a questo tipo di vibrazioni e i
problemi delle vibrazioni per il sistema mano-braccio (creati ad esempio
dall’uso frequente di motoseghe, motofalciatrici, decespugliatori, etc.)
vengono fornite
indicazioni per ridurre
o impedire l’instaurarsi di danni:
- “consultare il medico alla comparsa di disturbi anche
lievi;
- effettuare una manutenzione periodica della macchina, ed
in modo particolare delle sospensioni;
- fornire il sedile di un sistema di sospensioni per lo
smorzamento delle vibrazioni; anche un semplice cuscino può favorire in qualche
misura lo smorzamento delle vibrazioni;
- scegliere in maniera corretta, in fase di acquisto, le
nuove macchine ed attrezzature;
- ridurre il tempo di esposizione alle vibrazioni o
alternare periodi di esposizione a tempi di riposo”.
Per quanto riguarda poi le “
misure preventive da applicare per smorzare le vibrazioni che agiscono
sul sistema mano-braccio è importante:
- “acquistare attrezzi provvisti di misure interne di
smorzamento;
- prevedere l’acquisto di dispositivi di protezione
individuale come i ‘guanti antivibrazioni’;
- rispettare i limiti di
esposizione favorendo i periodi di riposo”.
Concludiamo questa breve
presentazione del documento parlando dei
rischi
da esposizione al sole e
da calore.
Riguardo al
rischio da esposizione al sole, il documento sottolinea che
“l'esposizione ai raggi ultravioletti del sole è la principale causa di cancro
della pelle. I danni causati dal sole si accumulano ed aumentano con una
prolungata esposizione”.
In particolare gli agricoltori e
gli allevatori “hanno un maggior rischio di acquisire un cancro della pelle
perché il loro lavoro li espone per lunghi periodi ai raggi ultravioletti”.
Per
proteggersi dai raggi ultravioletti è opportuno:
- “indossare indumenti
protettivi, come cappello, maglietta a girocollo (di cotone) con maniche lunghe
e calzoni lunghi e proteggere particolarmente il naso, le labbra, le orecchie,
la testa (soprattutto in presenza di calvizie), il collo e il dorso delle mani;
- utilizzare una crema solare con
un alto fattore protettivo e riapplicarla spesso soprattutto se si suda abbondantemente;
- lavorare il più possibile
all'ombra, in particolar modo nelle ore in cui i raggi del
sole sono più intensi (dalle 10.00 alle 16.00);
- utilizzare occhiali da sole per
proteggere gli occhi dal sole (rischio di cataratta)”.
Infine si ricorda, in merito al
rischio da calore, che gli effetti del
calore sul corpo umano “possono variare da un semplice malessere a forme anche
gravi come il cosiddetto ‘
colpo di calore’. Il calore, inoltre,
favorisce la sudorazione che, se abbondante, può portare alla perdita di liquidi
corporei e, quindi, ad una ridotta tolleranza al calore stesso”.
Per
prevenire i rischi da calore è opportuno:
-
all’interno dei locali: “aprire le finestre e le porte per
permettere una ventilazione naturale oppure, se praticabile, installare un condizionatore
d'aria; installare dei ventilatori per abbassare la temperatura e aumentare il
movimento dell'aria; isolare le tettoie metalliche, le pareti o le attrezzature
che producono calore; indossare abiti di cotone che favoriscono la circolazione
dell'aria e l'evaporazione del sudore”;
-
all’aperto: utilizzare una crema solare ad alta protezione;
indossare cappelli per proteggere la testa, il collo, il viso e le orecchie;
utilizzare un fazzoletto inumidito; avere a disposizione aree di riposo
all'ombra; assumere bevande fresche non alcoliche e bere acqua a piccoli sorsi
ad intervalli frequenti per evitare la disidratazione; quando possibile,
effettuare più turni di lavoro in modo da ridurre il tempo impiegato nei lavori
più pesanti”.
Ricordiamo infine che un capitolo
del documento è dedicato anche all’utilizzo dei Dispositivi di Protezione
Individuali (DPI).
Alma Mater Studiorum – Università
di Bologna, “ Sicurezza e salute nelle aziende agro-zootecniche” (formato
PDF, 103 kB).
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