News
"Il rischio di vibrazioni per i lavoratori che utilizzano motocicli"
fonte www.puntosicuro.it / Rischio Vibrazioni
31/07/2015 - Molti lavoratori, ad esempio lavoratori impiegati nel comparto
della logistica, del recapito postale, della sicurezza stradale e
vigilanza urbana, utilizzano il
motociclo come principale mezzo di trasporto durante l’attività lavorativa e sono esposti alle
vibrazioni meccaniche trasmesse al corpo intero (WBV). Un rischio spesso sottovalutato non solo dai datori di lavoro, ma anche dagli stessi produttori di motocicli e scooter.
Per parlare e approfondire la conoscenza di questo rischio,
presentiamo un intervento al 21° convegno di Igiene Industriale,
organizzato dall’Associazione Italiana degli Igienisti Industriali ( AIDII), che si è tenuto a Corvara (Bolzano) dal 25 al 27 marzo 2015.
Nell’intervento “
Valutazione del
rischio da esposizione a vibrazioni trasmesse al Corpo Intero (WBV)
nell’impiego professionale di motocicli”, pubblicato nel portale “ PAF
– Portale Agenti Fisici” e a cura di Nicola Stacchini, Iole Pinto, Andrea Bogi (Azienda USL 7 di Siena — Laboratorio di Sanità Pubblica — Agenti
Fisici — Siena), viene presentato un lavoro di ricerca in cui è stato
affrontato il problema della
valutazione
del rischio di esposizione professionale alle vibrazioni meccaniche trasmesse
al corpo intero (WBV), a cui sono sottoposti gli operatori che, come
abbiamo indicato nell’introduzione all’articolo, svolgono la loro abituale
attività lavorativa con utilizzo di motocicli.
Nel lavoro svolto è stata eseguita una “valutazione dell’entità del
rischio WBV in condizioni standardizzate ed opportunamente monitorate, idonee a
caratterizzare le condizioni lavorative differenti, riscontrabili in ambito
urbano ed extraurbano, a bordo dei motocicli e ciclomotori utilizzati sul
territorio della Regione Toscana”. E i risultati dello studio – che “possono
essere estesi a condizioni occupazionali analoghe riscontrabili sul territorio
nazionale per differenti condizioni espositive” – saranno disponibili attraverso la banca Dati Nazionale Vibrazioni
– Portale Agenti Fisici per poter essere “fruibili nella valutazione
del rischio nelle differenti attività lavorative”.
L’intervento ricorda poi che le metodiche valutative del rischio da esposizione
a vibrazioni WBV adottate “sono conformi a quanto prescritto dal D.Lgvo
n.81/2008 (Titolo VIII - Capo III – Allegato XXXV parte B) (1), che prevede
metodiche conformi allo standard internazionale
UNI EN ISO 2631”. La Norma ISO
2631-1 (2010) "
Mechanical
vibration and shock - Evaluation of human exposure to whole-body vibration.
Parte
1: General requirements"
permette in particolare di stimare l’entità del rischio nei casi in cui vi è
una “forte componente delle vibrazioni impulsive”.
Le rilevazioni sono state condotte su “una tipologia di motociclo
ampiamente diffusa per le consegne postali nei comuni di Livorno ed Arezzo, in
condizioni di impiego opportunamente monitorate, al fine di poter
caratterizzare l’entità dell’ esposizione
a vibrazioni per ogni tipologia di percorso effettivamente effettuato
dall’addetto. Il criterio adottato nella scelta è stato quello di valutare
l’esposizione a vibrazioni nei diversi tipi di percorso abitualmente
riscontrabili nelle operazioni di recapito postale, nelle abituali condizioni
di guida. Per ciascun tragitto sono stati monitorati, unitamente alle
vibrazioni, la velocità di avanzamento e la tipologia di fondo stradale, in
quanto questi rappresentano i principali parametri che influiscono
sull’esposizione a vibrazioni trasmesse al corpo del conducente”.
Rimandando ad una lettura integrale dell’intervento, che presenta le metodiche
di misura e valutazione e la valutazione dei “fattori di incertezza”, passiamo
direttamente ai risultati dello studio.
Risultati che evidenziano come i motocicli presentino
esposizione a vibrazioni impulsive di
rilevante entità e come sia importante che le aziende valutino anche
l’aspetto delle vibrazioni in fase di acquisto e scelta dei mezzi di trasporto.
E sarebbe utile introdurre in futuro, tra i parametri prestazionali
indicati dai produttori, “anche i valori delle vibrazioni meccaniche prodotte
dal mezzo, in considerazione del fatto che tali mezzi non rientrano tra le
categorie soggette alla certificazione secondo la direttiva macchine e quindi per
questi
non sussiste al momento alcun
obbligo di dichiarazione del rischio legato alle vibrazioni meccaniche”.
I risultati mostrano innanzitutto che “le condizioni e le modalità
espositive possono essere notevolmente diverse, in relazione alle differenti
tipologie di percorsi effettuati, ai tempi di esposizione ed agli stili di
guida adottati nell’impiego del motociclo”, ad esempio in relazione alla
velocità.
Ad esempio le particolarità di un fondo
stradale lastricato “portano quasi sempre al raggiungimento del livello
massimo di esposizione per tempi brevi di 1,5 m/s2 nei tragitti
urbani dei centri storici caratterizzati da pavimentazione lastricata e con
buche”.
Tuttavia se le
condizioni del
fondo stradale “sono considerate generalmente un fattore sul quale il
datore di lavoro non può prendere alcuna misura mirata al miglioramento, fatta
eccezione per i lavoratori dipendenti delle amministrazioni comunali”, il
fattore della velocità “deve essere preso in esame dal datore di lavoro, in
quanto di estrema rilevanza ai fini dell’esposizione a vibrazioni”.
Dai risultati dell’indagine, ai sensi della vigente normativa, emerge infine
l’opportunità di mettere in atto alcune
misure
di riduzione e controllo del rischio, per tutti gli operatori addetti alla
guida di motocicli.
Alcune indicazioni:
- “effettuare regolare manutenzione del parco mezzi, soprattutto delle
parti meccaniche rilevanti ai fini della trasmissione delle vibrazioni al posto
di guida, quali ammortizzatori e sedili;
- formazione dei lavoratori, in relazione a: potenziali lesioni a carico
del rachide derivanti dall’attività svolta e metodi per la loro prevenzione;
metodi per l'individuazione e segnalazione di sintomi e lesioni; procedure di
lavoro sicure per ridurre al minimo il rischio di lesioni e patologie del
rachide”.
Riguardo alle
procedure di lavoro
idonee a ridurre al minimo il rischio di esposizione a vibrazioni, è
importante:
- “moderare il più possibile la velocità, laddove i percorsi risultino
dissestati e con asperità: in particolare non superare la velocità di 15 Km/h
se il fondo stradale è fortemente dissestato;
- segnalare tempestivamente problemi manutentivi sul mezzo che
comportino un peggioramento delle vibrazioni percepite al posto di guida”.
Concludiamo la presentazione dell’indagine con altre
misure di riduzione e di controllo del
rischio:
-
acquisto di nuovi mezzi: “nell'acquisto
di nuovi mezzi la scelta andrà orientata verso quelli che producono il minore
livello di vibrazioni, a parità di prestazioni offerte. È importante a tal fine richiedere ai
produttori - in sede di istruttoria delle pratiche di acquisto - il valore di
emissione delle vibrazioni al posto di guida;
-
controlli sanitari periodici in
relazione a esposizione a vibrazioni WBV: tali controlli risultano obbligatori
ai sensi della vigente normativa qualora si superino valori di A(8) pari a 0,5
m/s2. È compito e cura del medico competente individuare situazioni
in cui la sorveglianza sanitaria sia da richiedere anche per valori di
esposizione a vibrazioni A(8) inferiori ai valori d’azione, soprattutto in
presenza dei co-fattori di rischio”;
-
co-fattori di rischio: “condizioni di lavoro particolari, come le
basse temperature, il bagnato, l’elevata umidità, la presenza di vibrazioni
impulsive ed urti ripetuti, il sovraccarico biomeccanico degli arti superiori e
del rachide rappresentano importanti cofattori di rischio per la colonna vertebrale,
da prendere in esame obbligatoriamente nell’ambito della valutazione dei rischi
ai sensi del D.Lgvo
81/2008”.
“ Valutazione del rischio da esposizione a vibrazioni trasmesse
al Corpo Intero (WBV) nell’impiego professionale di motocicli”, a cura di Nicola
Stacchini, Iole Pinto, Andrea Bogi - Azienda USL 7 di Siena — Laboratorio di
Sanità Pubblica — Agenti Fisici — Siena, intervento al 21° convegno di igiene
industriale (formato PDF, 4.52 MB)
Tiziano Menduto
Segnala questa news ad un amico
Questa news è stata letta 1398 volte.
Pubblicità