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"I rischi per la salute nel settore della stampa industriale"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
04/08/2015 -
Nella rivista
ISL è stato pubblicato tempo fa un approfondimento dedicato al settore della stampa. Da
questo interessante lavoro riprendiamo alcuni temi di utilità nella nostra
attività di tutela.
Esposizione a rumore
L’esposizione a rumore nelle
aziende di stampa industriale ha da sempre costituito un rischio professionale
assai importante (vedi sessione tematica del Congresso SIMLII di Torino) in
quanto i lavoratori solitamente sono in contatto con macchine particolarmente rumorose
durante le fasi di stampa.
Oggigiorno, nonostante la
tecnologia sia intervenuta in modo importante per ridurre i livelli sonori e
l’esposizione dei lavoratori durante le fasi di funzionamento delle macchine,
l’ esposizione a rumore
costituisce comunque il rischio più rilevante per i lavoratori del settore.
La tabella sottostante di fonte
UNI illustra , in termini indicativi, quelli che potrebbero essere i livelli di
esposizione dei lavoratori per una produzione standard notturna.
Ovviamente tali valori possono
essere oggetto di variazioni qualora intervengano alcune variabili produttive
(variazioni quotidiane di tiratura, fermi macchina, ecc).
Rischio da vibrazioni
L’esposizione a vibrazioni nelle aziende di stampa industriale, dovuta
all’utilizzo di attrezzature di lavoro non costituisce di per sé un rischio
professionale di particolare rilevanza.
Solitamente le attività interessate riguardano i manutentori
elettromeccanici per quanto riguarda l’uso di attrezzature elettriche manuali
(trapani, avvitatori, ecc), relativamente alla sollecitazione del sistema
mano-braccio ed i carrellisti, ad esempio per l’uso dei carrelli elevatori per
la movimentazione delle bobine di carta, per quanto riguarda le sollecitazioni
trasmesse al corpo intero.
Il rischio di esposizione è considerabile come trascurabile per i
manutentori qualora l’uso delle attrezzature elettriche manuali sia poco
rilevante in termini temporali mentre per quanto riguarda i carrellisti il
rischio potrebbe essere presente in quanto il valore limite di azione potrebbe
essere superato in funzione dei carichi di lavoro giornalieri e dei tempi di esposizione.
Da tenere presente nella valutazione la tipologia e lo stato di manutenzione dei
carrelli elevatori e lo stato della pavimentazione dei luoghi di lavoro in
cui operano solitamente i carrellisti, soprattutto cortili esterni.
Da segnalare che al rischio vibrazioni solitamente non sono esposti gli
addetti che operano sulle rotative di stampa in quanto l’istallazione di queste
macchine prevede la realizzazione di specifiche strutture antivibranti onde
ridurre al minimo vibrazioni e scuotimenti prodotti durante il loro
funzionamento anche al massimo regime. Tuttavia a titolo cautelativo, è opportuno
effettuare misure strumentali anche su queste macchine.
Rischio da radiazioni ottiche
artificiali (ROA)
I principali rischi per la salute derivanti da una eccessiva esposizione
a radiazioni ottiche, sia artificiali che naturali, riguardano essenzialmente
due organi bersaglio: l’occhio in tutte le sue parti (cornea, cristallino e
retina) e la cute determinando ustioni o fotosensibilizzazione.
Negli insediamenti produttivi la presenza di apparecchiature che
presentano sorgenti di emissione di radiazioni ottiche artificiali è piuttosto
diffusa. Tale situazione si verifica anche negli stabilimenti di stampa
industriale.
Ad esempio:
·
Impianti CTP (sistemi di scannerizzazione lastra da stampa) è presente
una sorgente laser classe 3 (pericolosa) ma essendo completamente schermata e inaccessibile
al contatto è declassata a classe 2;
· Sistemi di trasporto bobine LGV: è un sistema di trasporto robotizzato
delle bobine di carta i cui percorsi sono monitorati da sistemi laser di classe
1;
·
Lettori ottici di codici a barre, sistemi di conteggio copie giornali,
sensori ottici di livello, fotocellule, possono essere presenti sorgenti laser
classe 1 e 2.
Rischio da agenti chimici
Nel settore della stampa industriale il rischio agenti
chimici è dovuto principalmente alla presenza e all’utilizzo di sostanze
quali gli inchiostri da stampa, le soluzioni di sviluppo delle lastre da
stampa, i solventi di pulizia, altri prodotti dell’industria grafica che
possono differenziarsi a seconda della tecnologia di stampa utilizzata (offset
o flessografica).
Stampa offset: gli inchiostri offset sono classificati come “inchiostri
grassi”, contengono composti di derivazione minerale, idrocarburi alifatici e
aromatici, o vegetali, olii vegetali medio-altobollenti.
L’esposizione agli inchiostri avviene quasi esclusivamente nella fase di
stampa e ne sono coinvolti gli addetti alle rotative di stampa.
I solventi di pulizia utilizzati contengono normalmente composti di
derivazione minerale (idrocarburi alifatici basso-medio bollenti). Per le
quantità utilizzate e le modalità di uso probabilmente costituiscono le
sostanza da valutare con più attenzione. L’esposizione ai solventi di pulizia
coinvolge gli addetti stampa ed i manutentori elettro-meccanici.
Le soluzioni di sviluppo lastre offset sono utilizzate per sviluppare le
lastre dopo essere state sensibilizzate (riproduzione dell’immagine della
pagina) attraverso sistemi a raggi laser o altri sistemi di esposizione. Tali
soluzioni possono essere di diversa composizione a seconda della natura della
lastra. L’esposizione alle soluzioni disviluppo avviene in parte durante le
fasi produttive di pre4prazioned delle lastre e in parte durante le fasi di pulizia
e di manutenzione della sviluppatrice e coinvolge esclusivamente gli addetti di
linea.
Per altri prodotti della stampa offset sono intesi le soluzioni di
bagnatura (presenza di alcool alifatici), i prodotti di rigenerazione dei
tessuti-stampa (presenza di idrocarburi alifatici), detergenti vari, gommatori,
ecc.
Stampa flessografica: gli inchiostri flessografici sono classificati
come “inchiostri a base acquosa” e non vengono utilizzati solventi di natura
acrilica.
L’esposizione agli inchiostri avviene quasi esclusivamente nella fase di
stampa e ne sono coinvolti gli addetti alla stampa.
I solventi di pulizia
utilizzati non presentano componenti che possano essere classificati come
nocivi per la salute. Contengono percentuali di acidi organici, di alcoli, di
oli vegetali ed idrossido di potassio. Pur trattandosi di prodotti privi di
pericolosità intrinseca, per le quantità utilizzate e le modalità d’uso
(lavaggio manuale), solitamente se ne controlla l’utilizzo evitando inutili
dispersioni in ambiente. L’esposizione ai solventi di pulizia coinvolge gli
addetti stampa ed i manutentori elettromeccanici.
Le soluzioni di sviluppo lastre flessografiche servono per sviluppare le
lastre dopo essere state sensibilizzate (riproduzione dell’immagine della
pagina) attraverso sistemi a raggio laser.
L’esposizione alle soluzioni disviluppo non avviene durante le fasi
produttive (solitamente la sviluppatrice è a circuito chiuso) ma può avvenire
durante le fasi di pulizia e di manutenzione della sviluppatrice e coinvolge
esclusivamente gli addetti di linea.
Altri prodotti che possono essere utilizzati nel ciclo produttivo e
manutentivo della stampa industriale sono:
·
Inchiostri per la stampa su film in polietilene (confezione):
sono a base di sostanze organiche molto volatili (acetone, metiletilchetone,
ecc) e pertanto il loro utilizzo va osservato con molta attenzione anche se i
quantitativi utilizzati sono alquanto bassi.;
·
Olii di lubrificazione e prodotti vari per la manutenzione
meccanica ed elettrica (sgrassatori, disincrostatori).
Nella tabella sottostante viene
fornita, fonte UNI; una classificazione del rischio da agenti
Negli ultimi due decenni vi è stata una profonda modificazione tecnologica
del settore con una riduzione dei rischi lavorativi come appare evidente
confrontando i dati sovra riportati con quelli del Congresso SIMLII dei primi
anni ’90 il che ci permette di ritenere che vi possano ancora essere casi di
malattia professionale collegabili alle diverse modalità espositive.
Rischio polveri di carta
La polvere di carta si forma prevalentemente nelle fasi di stampa (per
sfregamento meccanico della carta sui rulli ad alta velocità e nelle fasi di
taglio della carta). La carta per quotidiani è costituita prevalentemente da
pasta di legno e cellulosa e la polvere prodotta è classificata come polvere
inerte. La fibra di carta, avendo dimensione granulometrica e peso rilevanti se
respirata si ferma prevalentemente nelle prime vie aeree (naso e gola) e
presenta una frazione respirabile poco importante. Tuttavia l’esposizione prolungata
ad alte concentrazioni di polvere di carta, ossia vicine ai limiti di raccomandazione,
può causare infiammazioni alle vie respiratorie e riduzione della capacità
polmonare.
Fonte: Numero
2°/2014 - I rischi per la salute nel settore della stampa industriale – A cura di Marco Bottazzi
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