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"Rischio elettrico: le norme CEI per ricerca guasti, misure e prove"
fonte www.puntosicuro.it / RISCHIO ELETTRICO
16/09/2015 - In realtà “non esiste norma, per quanto buona possa essere, che
garantisca al 100 per 100 dai danni che l’elettricità può provocare”. Ed
infatti è necessario che accanto al rispetto delle norme “tutti i
soggetti maturino quel modo di pensare il lavoro in cui la sicurezza non
è un prezioso accessorio, ma è parte integrante del lavoro stesso, è
l’unico modo di fare bene il lavoro”.
Queste preziose parole sono tratte da un intervento - tratto dagli atti del seminario Inail, dal titolo " La Sicurezza nei lavori in presenza di rischio elettrico. Le ‘nuove regole’” – che affronta le criticità della normativa tecnica e delle attività relative alle
prove e misure su impianto elettrici.
Ricordiamo che il seminario Inail si è tenuto a Roma l’11 marzo 2014 e
si è proposto l’obiettivo di fare il punto della situazione, a fronte
della evoluzione normativa di questi anni, sui lavori in bassa ed in
alta tensione.
In “
Le criticità connesse alla ricerca guasti e prove”, a cura dell’Ing.
Mario Iulita (membro della Commissione per i Lavori sotto tensione), si ricorda
che le norme che trattano l’argomento
prove
e misure su impianti elettrici (e conseguente rischio elettrico) sono la
CEI EN 50110-1 e la CEI
11-27, con riferimento ‘al punto 5.3 dal titolo ‘
Controlli funzionali’”.
Ricordiamo a questo proposito che
a gennaio 2014 è stata pubblicata una
nuova
edizione revisionata della Norma CEI EN 50110-1, con l’obiettivo di
progredire verso un graduale allineamento in Europa dei livelli di sicurezza
associati alle modalità operative di lavoro eseguito sugli, o nelle vicinanze
di impianti
elettrici, e creare un livello di sicurezza comune. Tale Norma ha sostituito
completamente la precedente CEI EN 50110-1:2005-02, che è rimasta applicabile
fino al 1 febbraio 2015.
E, come ricordato anche da
PuntoSicuro in precedenti
articoli, il CEI ha pubblicato anche la quarta edizione della Norma CEI
11-27 che costituisce l’integrazione in ambito nazionale della Norma CEI EN
50110-1 per tener conto della legislazione nazionale applicabile.
Anche per quanto riguarda la
ricerca guasti su impianti elettrici (e
conseguente rischio elettrico), le norme di riferimento sono la CEI EN 50110-1
e la CEI 11-27, con riferimento, in questo caso, ‘al punto 7.3 dal titolo ‘
Lavori di riparazione’”.
Dopo aver riportato, come per le
misure e prove i punti principali delle due norme in materia di guasti, l’intervento
si sofferma sul
confronto tra CEI EN
50110-1 e CEI 11-27.
In particolare sull’argomento
prove e ricerca guasti, “le due norme dicono sostanzialmente le
stesse cose, con qualche
specificazione in più nella 11-27 (in particolare il piano di prova).
Da tener presente che la 11-27
non riguarda i lavori sotto
tensione per tensioni superiori a 1 kV (che in Italia sono regolati dalla
CEI 11-15), mentre la 50110 sì”.
E riguardo alle attività di prove
e ricerca guasti in MT (media tensione) e AT (alta tensione), il relatore
ricorda che la
norma CEI 11-15
all’art.2 recita: ‘
non costituisce
altresì lavoro sotto tensione l'uso di apparecchi ed attrezzi durante le operazioni
attinenti a prove, ricerca guasti, ecc., tecnicamente eseguibili soltanto in
assenza di messa a terra e in cortocircuito di parti attive messe fuori
tensione, a condizione che vengano adottate, a seguito di un’attenta analisi
del rischio, adeguate precauzioni per prevenire che le predette parti attive
siano rimesse in tensione da ogni possibile sorgente di alimentazione’.
Il relatore riporta poi alcune
considerazioni sui testi normativi,
segnalando come le norme non aggiungano prescrizioni o deroghe (“salvo la
liceità della rimozione di sicurezze”) a tutto il complesso del rimanente articolato.
E “nella sostanza le due norme continuano a raccomandare di applicare i
principi generali di sicurezza e le procedure di lavoro (fuori tensione, sotto
tensione, prossimità) definite e illustrate. Inoltre, la scelta della norma
italiana di un’aderenza sinottica alla norma europea ha portato a collocare le
attività di prova e di ricerca guasti in contesti distinti anche nella 11-27,
mentre in tutti i testi normativi italiani precedenti erano trattate congiuntamente.
Si è tuttavia mantenuto il piano di prova, ma si è perso il responsabile delle
prove previsto dall’edizione precedente”.
Veniamo allora alle
criticità delle attività di misura e di
prova.
L’intervento indica che sono
attività che si eseguono:
- “sistematicamente (a intervalli
di tempo prefissati);
- sotto condizione (al
verificarsi di un evento)”.
E la criticità maggiore “consiste
nel fatto che per eseguirle, di solito, si alterano le normali condizioni di funzionamento
di un impianto. Inoltre, quasi sempre, gli eventuali errori non si evidenziano
se non quando è tardi. I guai si manifestano sia durante l’attività, sia alla
ripresa del servizio”. Si sottolinea che in ogni caso “trattandosi di attività
pianificabili, la norma italiana prescrive (per i casi complessi) la predisposizione
del piano di prova”.
Le conseguenze generalmente “riguardano
danni agli impianti e più raramente alle persone”.
Riguardo invece alle
criticità dell’attività di ricerca guasti,
si indica che le criticità dipendono da due fattori:
- “l’imprevedibilità del quando e
del cosa;
- la fretta”.
In particolare per i guasti più
ricorrenti “si possono predisporre procedure, ma per gli altri è necessario:
- presupporre le possibili cause;
- decidere che cosa fare per
individuare la causa del guasto;
- decidere come farlo”.
E purtroppo “spesso si adottano
sistemi sbrigativi con rischi (calcolati?) per cose e persone. L’imprevedibilità
e l’urgenza fanno sì che spesso attrezzi, strumenti e persone più adatti non
siano disponibili”.
E a proposito di criticità il
relatore sottolinea che spesso nella progettazione e costruzione di impianti
e macchinari “ci si concentra sul funzionamento (quindi l’esercizio
normale) trascurando le esigenze delle attività ‘fuori linea’ come le
verifiche, le ispezioni, i controlli, le misure, le prove e, dulcis in fundo,
la ricerca guasti”.
L’intervento riporta poi un breve
elenco di
misure di prevenzione.
Per le
prove e misure:
- “predisporre procedure
dettagliate per ogni singola attività;
- preparare il piano di prova per
i casi complessi e comunque tutte le volte in cui si altera l’assetto
dell’impianto;
- formazione continua, teorica e
per affiancamento; corsi e seminari di aggiornamento”.
Per la
ricerca guasti:
- “predisporre procedure per i
casi ricorrenti;
- formazione sul modo di
procedere (e al non farsi condizionare dalla fretta);
- raccolta dati sull’evento (cause,
processo di soluzione, errori, criticità, ecc.)”.
L’intervento si conclude
segnalando che vi sono
due strumenti che
riducono le criticità delle prove e dei guasti:
-
piano di controlli sistematici: “permette di organizzare la
formazione adeguata; permette di privilegiare le attività a minore impatto
economico ed organizzativo; costringe ad approfondire la conoscenza
dell’impianto;
-
manutenzione ordinaria: favorisce la conoscenza tecnica
dell’impianto; riduce i guasti; costa
globalmente meno di un disservizio”.
“ Le criticità connesse alla
ricerca guasti e prove”, a cura dell’Ing. Mario Iulita (membro della
Commissione per i Lavori sotto tensione),
intervento al convegno "La Sicurezza nei lavori in presenza di rischio
elettrico. Le ‘nuove regole’” (formato PDF, 951 kB).
Tiziano Menduto
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