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"Industrie meccaniche: i rischi dell’addetto al finissaggio"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
21/10/2015 - Una fase delle operazioni che avvengono nelle
industrie meccaniche, ad esempio nella laminazione a caldo dei semilavorati metallici, comprende anche l’
attività di finissaggio.
In questa attività, nel caso di prodotto in rotoli, il laminato finito
può essere avvolto in rotoli, spinto su una tapparella di trasferimento
ed avviato alla zona di confezionamento. E i rotoli raffreddati vengono
fasciati e ribaltati su una giostra, prelevati con carrello elevatore, pesati e depositati in area dedicata. Per queste attività è predisposto un
addetto al finissaggio, la
persona che esegue la fase di raccolta e stoccaggio del laminato finito.
Per conoscere i rischi di questa
attività e le possibili misure di prevenzione, facciamo riferimento alla
ricerca Inail “ Profili
di rischio nei comparti produttivi dell'artigianato, delle piccole e medie
imprese e pubblici esercizi: Industrie Meccaniche” che raccoglie diverse
schede relative ai rischi infortunistici, igienico-ambientali e organizzativi
delle fasi che costituiscono il ciclo lavorativo nelle
industrie meccaniche.
In particolare la scheda “
S.P.R. 6_Addetto al finissaggio”
segnala che l’
addetto al finissaggio
è in grado di:
- “avviare o fermare le
operazioni di raccolta del materiale laminato (rotoli, barre);
- controllare il corretto
svolgimento della lavorazione di raccolta sugli aspi di avvolgimento, oppure
sulla placca di raffreddamento;
- azionare in manuale i singoli
strumenti a funzionamento meccanico”.
E nel caso in cui “il prodotto in
arrivo fuoriesca dal sistema di contenimento (aspo di raccolta/placca di
raffreddamento) interviene prontamente per eliminare la parte di laminato
uscita dal margine del sistema di contenimento, utilizzando cannelli ad
ossiacetilene su carrelli con i quali esegue il taglio del materiale
fuoriuscito, poi il rottame viene evacuato”. Inoltre con l’ausilio della
macchina impacchettatrice/fasciatrice “avvolge con fasce il prodotto lavorato”.
Vediamo innanzitutto quali sono i
principali
fattori di rischio connessi
alla professione.
La scheda ricorda che l’addetto
al finissaggio:
- “può essere soggetto a caduta o scivolamento
in piano”;
- “può essere soggetto a caduta
dall’alto durante l’attraversamento dell’impianto mediante scale fisse, oppure
nel raggiungere le postazioni di lavoro in quota”;
- “può essere investito dai
carichi che vengono movimentati con carroponte;
- “può essere vittima di urti,
tagli e schiacciamenti”;
- “può essere investito dai
semilavorati ancora caldi”;
- “può essere esposto a fonti di
calore causate dal materiale ancora caldo. Ciò può determinare l’insorgere di
fenomeni quali colpi di calore soprattutto nel periodo estivo”;
- “può essere esposto alle
radiazioni ottiche provenienti dal materiale ancora caldo”;
- “può essere esposto a livelli
di rumore prodotto principalmente dalle macchine/impianti e attrezzature di
lavoro impiegate o presenti nell’area di lavoro oppure provenienti dalle aree
limitrofe”.
Dopo aver ricordato le principali
macchine/impianti utilizzate nel processo (aspi di avvolgimento, spingitore,
tapparella di trasferimento, impacchettatrice/fasciatrice, ribaltatore,
carrello elevatore, placca di raffreddamento, cesoia, carroponte, ...), la
scheda riporta il profilo di rischio e le misure di prevenzione con riferimento
a: rischi infortunistici, rischio rumore, rischio chimico, rischio biologico,
rischio vibrazioni sistema mano-braccio, rischio vibrazioni corpo intero, movimentazione
manuale dei carichi (MMC), esposizione a campi
elettromagnetici (CEM), esposizione a radiazioni ottiche artificiali (ROA),
lavoro ripetitivo, rischio microclimatico.
Ci soffermiamo in particolare sui
rischi microclimatici, con particolare attenzione alle alte o basse temperature
stagionali, e sui rischi infortunistici.
Riguardo ai
rischi microclimatici si indica che è necessario “mantenere un
corretto quantitativo di aria salubre nei luoghi di lavoro chiusi:
- aerare sufficientemente
l’ambiente di lavoro anche tramite l’ausilio di impianti di aerazione;
- controllo, manutenzione,
sanificazione e pulizia degli impianti di condizionamento quando presenti”.
E in relazione alle
temperature dei locali di lavoro:
- “modificare la temperatura
dell’ambiente o, se non è possibile, utilizzare tecniche localizzate per
difendere il lavoratore da temperature troppo alte o troppo basse;
- proteggere il lavoratore
mediante dispositivi di protezioni individuale;
- interrompere l’attività
lavorativa frequentemente e svolgere altre lavorazioni;
- prevedere idonee aree ristoro
con clima adeguato e bevande fredde e calde”.
Queste invece le misure di
prevenzione per i
rischi infortunistici:
- “i pavimenti dei luoghi di
lavoro devono essere fissi, stabili ed antisdrucciolevoli, nonché esenti da
cavità o piani inclinati pericolosi. Eliminare lungo le vie di circolazione
evidenti ostacoli;
- mantenere l’area di lavoro in
ordine ed evitare l’accumulo di materiale che possa intralciare i movimenti
dell’operatore;
- dotare gli ambienti di lavoro
di sufficiente illuminazione naturale e/o artificiale e garantire idoneo
fattore di uniformità dell’illuminazione;
- dotare l’ambiente di lavoro di
idonea segnaletica di sicurezza e vietare l’accesso alle persone non
autorizzate e progettare in modo adeguato le vie di circolazione per veicoli e
pedoni al fine di evitare investimenti, incidenti tra mezzi e ribaltamenti;
- nei lavori in quota devono
essere adottati idonei parapetti o altre precauzione adatte ad eliminare il
pericolo di caduta dall’alto;
- prevedere idonee procedure ed
istruzioni operative per lo scarico e lo stoccaggio
in magazzino di materie prime;
- utilizzare scaffalature,
bancali, ecc. idonei a sostenere e trattenere il carico da immagazzinare;
- prevedere idonee procedure ed
istruzioni operative per l’approvvigionamento del materiale dal magazzino ai
reparti di produzione al fine di evitare un’interferenza con le attività di
reparto e ribaltamenti;
- prevedere idonei sistemi di
trattenuta e idonei accessori per imbracatura (catene, fasce, funi);
- le zone di lavoro pericolose
devono essere protette o provviste o provviste di sistemi protettivi che ne
impediscano l’accesso;
- prevedere idonee procedure ed
istruzioni operative per l’attrezzaggio di impianti e macchine;
- in caso di inceppamento della
macchina, vietare la rimozione delle protezioni per intervenire e attendere
l’intervento di personale specializzato;
- verificare che le macchine e
attrezzature siano dotate dei RES di cui alla Direttiva Macchine o alla
specifica Direttiva di Prodotto;
- verificare che le
macchine/impianti immesse sul mercato dopo il 21/09/1996 siano corredate da: marcatura
CE; manuale d’istruzione; Dichiarazione di conformità;
- verificare che le attrezzature
di lavoro di cui all’Art. 70 co.2 del D.Lgs. 81/2008 siano conformi ai requisiti
di sicurezza di cui all’Allegato V del medesimo decreto;
- verificare che nel corso della
valutazione dei rischi siano stati individuati i rischi palesi;
- eseguire manutenzione periodica
e programmata delle macchine e delle attrezzature di lavoro al fine di
mantenere l’efficienza dei RES;
- prevedere specifiche procedure
o Istruzioni Operative per svolgere tutte le attività che comportano lo
stoccaggio,il trasporto e la manipolazione di agenti chimici pericolosi per la
salute e la sicurezza dei lavoratori;
- prevedere procedure di
emergenza da attuare in caso di primo soccorso, lotta antincendio ed
evacuazione dei lavoratori e di pericolo grave ed immediato;
- verificare la sicurezza di
apparecchiature elettriche prima del loro utilizzo. Sottoporre attrezzature
elettriche difettose o che presentano anomalie sospette ad ispezione ed
eventuale riparazione da parte di un tecnico elettricista qualificato e
mantenere i cavi elettrici in ordine;
- adottare le idonee misure contro
il rischio esplosione e incendio”.
Per concludere, segnaliamo che nella
scheda è presente anche una breve check-list relativa agli
aspetti di sicurezza minimi richiesti dall’organo di controllo (con
riferimento alla “ Guida al
sopralluogo in aziende del comparto metalmeccanico” - DGR 7629 Regione
Lombardia 10 agosto 2011) con riferimento all’uso degli
apparecchi di sollevamento.
Profili di rischio nei comparti
produttivi, “ S.P.R. 6_Addetto al finissaggio”, Inail/ex Ispesl (formato
PDF, 199 kB).
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abbonati dedicata a “ Profili di rischio nei comparti produttivi: industrie
meccaniche”.
RTM
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