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"Imparare dagli errori: incidenti negli scavi in trincea"
fonte www.puntosicuro.its / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
22/10/2015 - La nostra rubrica “ Imparare degli errori”,
che vuole ricavare dai racconti, dalle dinamiche di infortuni realmente
avvenuti utili insegnamenti per migliorare la prevenzione, si basa
nella maggior parte dei casi sulle schede presenti nell’archivio di INFOR.MO., importante strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
Purtroppo il sito relativo all’archivio di INFOR.MO., che ha una
funzione indispensabile per migliorare le politiche di prevenzione a
livello pubblico e privato, da qualche settimana è
bloccato,
come sono bloccati buona parte degli approfondimenti in ambito
prevenzionale che fanno riferimento, ad esempio, all’area ricerca
dell’Inail (ex sito dell’Ispesl).
Un blocco che non dovrebbe avvenire, almeno per così lungo tempo,
considerato che questi spazi web pubblici possono definirsi un “servizio
di pubblica utilità” la cui carenza non può che togliere strumenti a
chi, come noi, come ogni ente pubblico e azienda privata, cerca di
affrontare e vincere la sfida quotidiana della tutela della salute e
sicurezza nei luoghi di lavoro.
Malgrado questo blocco, che speriamo sia risolto nel minor tempo
possibile, noi continuiamo oggi a parlare degli elevati rischi per i
lavoratori nelle
attività di scavo.
Se in una precedente puntata ci siamo soffermati in particolare sui lavori di splateamento e sbancamento, ci soffermiamo oggi sui cosiddetti
scavi in trincea.
I casi che presentiamo, raccolti qualche settimana fa, sono tratti dall’
archivio di INFOR.MO. che speriamo sia nuovamente disponibile al più presto per la consultazione pubblica.
I casi
Il
primo caso è relativo ad un infortunio avvenuto durante la
posa in trincea di un tratto di tubatura
fognaria.
Lo scavo è largo 60 cm con una
profondità di 2 metri ed oltre.
Il lavoratore, dipendente
comunale, scende sul fondo dello scavo per verificare la posa corretta delle
tubazioni. Improvvisamente la parete dello scavo crolla seppellendo il
lavoratore che muore per asfissia. Lo scavo era stato condotto sopra un terreno
poco consistente e senza l’applicazione di armature di sostegno alle pareti.
Questi i fattori causali
dell’incidente rilevati nella scheda:
- scavo profondo e stretto non
protetto;
- il lavoratore si calava nello
scavo.
Il
secondo caso riguarda
lavori
di scavo per la sostituzione di condutture atte a convogliare verso la
fognatura comunale i liquami provenienti da un condominio.
Tali condutture sono poste ad una
quota di tre metri sotto il livello stradale.
Per la loro sostituzione si
eseguono tratti di scavo in trincea di pochi metri, si tolgono le tubature
ammalo rate, deteriorate e si posano quelle nuove. Si riempie quindi lo scavo
con sabbia nuova e si procede similmente per il tratto successivo.
Le pareti più larghe dello scavo sono
sostenute mediante un armascavo mentre la parete più corta, costituita dalla
sabbia di riempimento del tratto precedentemente lavorato, è sostenuta da una
colonna di cemento a base quadrata formata da pozzetti prefabbricati in cemento
impilati e non fissati alta circa tre metri.
Al momento dell’infortunio un
lavoratore si trova all’interno dello scavo nello stretto spazio compreso tra
la colonna di cui sopra, alla quale gira le spalle, e il traverso metallico
dell’armascavo intento a pulire l’imboccatura del condotto fognario, quando la
sabbia utilizzata per la chiusura dello scavo frana travolgendo la colonna di pozzetti
prefabbricati che finisce per schiacciare il torace dell’infortunato contro
l’elemento metallico dell’armascavo uccidendolo. Se fosse stata utilizzata una
idonea armatura di sostegno della parete corta di scavo l'infortunio sarebbe
stato scongiurato.
Il principale fattore causale
rilevato è che l'infortunato si è trovato all'interno dello scavo privo
dell'armatura di sostegno sul lato corto.
Il
terzo caso fa riferimento a
lavori
di scavo per la posa in opera di tubazioni relativi all’allaccio alla rete
fognaria di uno stabilimento balneare.
Una mattina i lavoratori provvedono
a tagliare l’asfalto della strada litoranea prospiciente lo stabilimento
balneare e, successivamente, mediante mini escavatore, procedono allo scavo
della trincea. Avendo scavato, anche con pale a mano, fino ad una profondità di
circa 2 metri, due lavoratori provvedevano ad operare la posa della tubazione.
Improvvisamente parte della parete del ciglio dello scavo (lato stabilimento)
cede e crollava sui due lavoratori che si trovano in quel momento dentro lo
scavo (trincea) seppellendoli.
È evidente l’assenza di
puntellamento dello scavo in presenza di terreno sabbioso.
Un
quarto caso riguarda l'esecuzione del
lavoro di manutenzione straordinaria di un edificio finalizzata al
risanamento della copertura e delle murature perimetrali. L'esecuzione dei
lavori è affidata a due artigiani.
Un muratore in pensione, padre di
uno dei due artigiani, è in cantiere per essere di aiuto al figlio. Durante i
lavori di scavo di una trincea, il muratore entra all'interno della trincea
probabilmente per ripulire il fondo; a causa della mancanza delle armature di
sostegno dello scavo, il terreno sottostante il pavimento del piano terra
dell'edificio cede, provocando il crollo di parte del muro perimetrale e del
pavimento. Il terreno e i detriti derivanti dal crollo travolgono il muratore provocandone
la morte.
La normativa e la prevenzione
Riguardo alla prevenzione dei
rischi negli scavi in trincea, che come abbiamo visto devono fare particolare
riferimento ai rischi di seppellimento, possiamo riportare alcune informazioni tratte
dalla “ Guida
pratica all’antinfortunistica nei cantieri edili”, pubblicata sul sito prevenzionecantieri.it e realizzata dall’ AUSL di Reggio
Emilia e dalla Regione Emilia Romagna.
Se in relazione a
scavi e fondazioni la guida si sofferma
sui
lavori di splateamento e sbancamento
con riferimento all’articolo 118 (Splateamento e sbancamento) del Decreto legislativo 81/2008, riguardo
agli
scavi in trincea si sofferma
sul successivo articolo 119 (Pozzi, scavi e cunicoli).
L’articolo indica che per lo
scavo di pozzi e di trincee profondi
più di m 1,50 “quando la consistenza del terreno non dia sufficiente garanzia
di stabilità, anche in relazione alla pendenza delle pareti, si deve provvedere,
man mano che procede lo scavo, alla applicazione delle necessarie
armature di sostegno”.
Inoltre:
- “le tavole di rivestimento
delle pareti devono sporgere dai bordi degli scavi di almeno 30 centimetri;
- nello scavo dei cunicoli, a
meno che si tratti di roccia che non presenti pericolo di distacchi, devono
predisporsi idonee armature per evitare franamenti della volta e delle pareti.
Dette armature devono essere applicate man mano che procede il lavoro di
avanzamento; la loro rimozione può essere effettuata in relazione al progredire
del rivestimento in muratura;
- idonee armature e precauzioni
devono essere adottate nelle sottomurazioni e quando in vicinanza dei relativi
scavi vi siano fabbriche o manufatti le cui fondazioni possano essere scoperte
o indebolite dagli scavi;
- nella infissione di pali di
fondazione devono essere adottate misure e precauzioni per evitare che gli
scuotimenti del terreno producano lesioni o danni alle opere vicine con
pericolo per i lavoratori;
- nei lavori in pozzi di fondazione
profondi oltre 3 metri deve essere disposto, a protezione degli operai addetti
allo scavo ed all’asportazione del materiale scavato, un robusto impalcato con
apertura per il passaggio della benna;
- nei pozzi e nei cunicoli deve
essere prevista una adeguata assistenza all’esterno e le loro dimensioni devono
essere tali da permettere il recupero di un lavoratore infortunato privo di
sensi;
- il sollevamento di materiale
dagli scavi deve essere effettuato conformemente al punto 3.4.
dell’Allegato XVIII” del D.Lgs. 81/2008.
Concludiamo riportando qualche
indicazione per la prevenzione degli infortuni nelle attività di scavo dalla “ Guida
Ispesl per l’esecuzione in sicurezza delle attività di scavo”.
Questi alcuni brevi
suggerimenti relativi al
rischio
di seppellimento che deve essere eliminato e/o ridotto
mediante:
- “i sistemi di protezione collettiva;
- le metodologie procedurali di lavoro;
- i sistemi alternativi allo scavo”.
Ricordiamo, infine, anche una
puntata di “ Le immagini dell’insicurezza” dedicata
agli scavi, che riporta alcune immagini dello scavo di una trincea e utili
indicazioni relative al
deposito materiali
sul ciglio degli scavi (art. 120 D.Lgs. 81/2008: ‘
è vietato costituire depositi di materiali presso il ciglio
degli scavi. Qualora tali depositi siano necessari per le condizioni del
lavoro, si deve provvedere alle necessarie puntellature’).
Pagina introduttiva del sito web di
INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero
3446,
3040,
3019 e
2570 (archivio incidenti 2002/2010).
Tiziano Menduto
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