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"Profili di rischio e misure di prevenzione nell’attività di asfaltatura"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
26/10/2015 - L’
attività di asfaltatura strade presenta diversi rischi per gli operatori del “comparto asfaltatori”, sia nelle operazioni di stesa per le
opere di rifacimento di una pavimentazione preesistente che nelle operazioni di stesa per l’
edificazione di nuove pavimentazioni.
Nel primo caso è necessario procedere preventivamente alla fresatura
del vecchio conglomerato (alla rimozione della parte superficiale della
vecchia pavimentazione che viene condotta con macchine fresatrici o
scarificatrici), alla spazzatura e raccolta del fresato. E
successivamente alla spruzzatura di emulsione bituminosa ed infine alla
stesa e compattazione del conglomerato bituminoso. Mentre nel caso di
edificazione di nuove pavimentazioni si rende necessaria una preventiva
opera di spianamento tramite ruspe, seguita dal livellamento ad opera di
mezzi livellatrici e dalla compattazione del rilevato con rullo.
Per soffermarci sui rischi nell’ attività di
asfaltatura torniamo a sfogliare un documento Inail dal titolo “ ASFALTATORI. I
profili di rischio nei comparti produttivi dell’artigianato, delle piccole e
medie industrie e pubblici esercizi” e a cura di Diego De Merich e Massimo
Olori (INAIL - Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro ed
Ambientale), insieme a Piero Emanuele Cirla e Irene Martinotti (Centro Italiano
Medicina Ambiente Lavoro, Gruppo CIMAL).
Dopo aver descritto le varie fasi
e caratteristiche dell’attività, il documento riporta un elenco con le
principali
attrezzature, macchine e
impianti utilizzati (camion a cassone ribaltabile, macchine fresatrici o
scarificatrici, macchine spazzatrici, mezzo-cisterna, vibrofinitrice stradale, rullo
compattatore, piastra vibrante, tagliasfalto a disco, ...) e riporta i
principali
fattori di rischio:
- agenti chimici e cancerogeni;
- agenti chimici - infortuni;
- agenti chimici -
incendio/esplosione;
- utilizzo di macchine –
infortuni;
- utilizzo di macchine – rumore;
- utilizzo di macchine –
scuotimenti;
- utilizzo di macchine –
vibrazioni;
- ambiente di lavoro – infortuni;
- ambiente di lavoro – microclima;
- ambiente di lavoro – polvere;
- ambiente di lavoro - agenti
biologici;
- ambiente di lavoro - radiazione
solare ultravioletta;
- ambiente di lavoro - punture di
insetti;
- movimentazione carichi con
macchine;
- movimentazione carichi manuale;
- organizzazione del lavoro.
Rimandando ad una lettura
integrale del documento, ci soffermiamo sul
rischio correlato agli scuotimenti nell’utilizzo delle macchine.
Il documento ricorda che “il
rischio si può presentare generalmente nella conduzione di fresatrice, camion,
vibrofinitrice e rullo. I valori di accelerazione ponderata in frequenza delle
vibrazioni equivalente a 8 ore di lavoro A(8) applicata alle moderne macchine
oggi utilizzate sono in genere inferiori a 0,5 m/s2, ma ogni singolo
caso è meritevole di appropriata valutazione”.
E riguardo alle
vibrazioni “il rischio si può
presentare limitatamente ad alcune fasi lavorative specifiche che prevedono
l’utilizzo di strumenti vibranti (piastra vibrante manuale, tagliasfalto a
disco), per altro dotati di accorgimenti progettuali atti a minimizzare la
trasmissione delle vibrazioni al sistema mano-braccio dei lavoratori”.
Per il
rischio microclimatico si segnala che le lavorazioni “si svolgono
sia in ambiente confinato (guida di mezzi con cabina) che in ambienti esterni
(esposizione ad agenti atmosferici)” e che i mezzi d’opera “sono in genere
dotati di impianto di climatizzazione o condizionamento”. Tuttavia in estate ci
si trova di fronte alla situazione più pericolosa: “la combinazione delle
temperature stagionali elevate, con la temperatura
radiante e con l’intenso lavoro possono arrecare non solo discomfort, ma
rischi per la salute più importanti”.
E riguardo infine al
rischio correlato alla presenza di polveri,
la polverosità nell’aria “si può presentare soprattutto durante la fresatura,
dove possono essere raggiunti anche livelli di polverosità molto rilevanti ma
sempre per tempi contenuti. Per quanto riguarda le fasi di stesa la metanalisi
dei risultati di monitoraggio ambientale e della letteratura ha evidenziato
livelli di polvere inalabile al di sotto di un ordine di grandezza rispetto ai
valori limite professionali suggeriti da enti internazionali per polveri non
altrimenti classificate, senza differenze significative tra i diversi operatori
(autisti, asfaltatore manuale, addetto alla vibrofinitrice, addetto al rullo)”.
Concludiamo questa presentazione
delle problematiche dell’attività di asfaltatura riportando una serie di
suggerimenti, di misure per eliminare o ridurre i rischi per la salute e la
sicurezza dei lavoratori.
Ad esempio per gli
attrezzi e mezzi d’opera sono indicate
le seguenti
misure generali di
prevenzione: “possedere i requisiti di sicurezza stabiliti dalla Comunità
Europea (marchio ‘CE’); essere dotati di idonei sistemi che impediscono l’accesso
a organi mobili se non in condizioni di sicurezza; avere motori manovrabili
nella messa in moto e nell’arresto con facilità e sicurezza (comandi
chiaramente visibili, identificabili ed ergonomici) e dotati di dispositivi
contro l’avvio accidentale; essere provvisti di involucri o schermi protettivi,
atti a trattenere elementi proiettati durante il funzionamento o ad impedire la
diffusione di polvere; essere sottoposti a regolare e periodica
manutenzione; essere sottoposti a controlli di sicurezza preliminari prima
di ogni turno lavorativo (cavi, freni, luci, ecc.); essere dotati di sistemi
visivi e acustici appropriati per la segnalazione dei movimenti, anche in
situazioni di scarsa visibilità del conducente (un utile ausilio in questo senso
può essere dato anche dall’utilizzo di sistemi di comunicazione locali via
radio); essere acquistati privilegiando la minore emissione di rumore,
vibrazioni e scuotimenti; essere dotati di cabine ergonomiche, climatizzate o
condizionate e con sedili dotati di sistemi di ammortizzamento”.
Riportiamo altre
misure di prevenzione:
- “prestare cautela in caso di
apertura di fusti di emulsione bituminosa assicurando un’idonea
ventilazione;
- tenere i fusti di emulsione
bituminosa in zone fresche e ventilate, lontano da sorgenti di calore, fiamme
libere ed ogni altra sorgente di accensione;
- durante la stesa di asfalto
cercare di lavorare sopravvento;
- nelle lavorazioni entro
ambienti chiusi (gallerie, ecc.) utilizzare opportuni sistemi di estrazione
(aspirazione) oppure di diluizione dell’aria (ventilazione forzata);
- tenere a disposizione nelle
immediate vicinanze delle zone di lavoro estintori portatili in numero
sufficiente;
- utilizzare erogatori a spruzzo
automatici montati su mezzo d’opera per la spruzzatura dell’emulsione
bituminosa;
- allestire il cantiere studiando
una via di accesso, un percorso ed una via di uscita percorribili senza dover
eseguire manovre pericolose con mezzi (compresa la retromarcia);
- allestire il cantiere
predisponendo piste di transito adatte ai tipi e alla quantità di veicoli che
le utilizzano, di ampiezza sufficiente, con il fondo mantenuto in buone
condizioni e la velocità forzatamente limitata dalla presenza di impedimenti
fisici (dossi artificiali);
- chiudere al traffico della
normale viabilità l’area di lavoro; se non fosse possibile prevedere opportuni
mezzi di separazione e protezione dal traffico veicolare (segnaletica, barriere
in calcestruzzo o plastica riempita di acqua tipo new jersey, ecc.);
- utilizzare, per le operazioni
di carico e scarico, personale qualificato diverso dai conducenti dei mezzi; se
non fosse possibile, prevedere congrui periodi di riposo per i conducenti;
- coordinare il lavoro con le
altre ditte appaltatrici eventualmente presenti nello stesso cantiere (rumore,
carichi sospesi, ecc.);
- regolamentare l’accesso al
cantiere;
- assicurare un’illuminazione
adeguata all’area di lavoro;
- trasportare i fusti di
emulsione bituminosa mediante specifici carrelli a due (carico massimo 50-100
Kg) o a quattro ruote (carico massimo 250 Kg) e attrezzi girafusti;
- utilizzare attrezzi per la
stesa manuale in buono stato di conservazione (lame non piegate, ecc.),
maneggevoli e adatti al lavoro da eseguire (pale e badili con lame in lega di
alluminio e manici in legno leggero);
- tenere ordinate le aree di
lavoro e di stoccaggio
transitorio dei materiali;
- procedere ad un’accurata
pianificazione giornaliera e settimanale della attività, che tenga in
considerazione l’impegno fisico richiesto e le cadenze operative vincolanti,
provvedendo ad una adeguata distribuzione dei compiti lavorativi;
- mettere a disposizione dei
lavoratori idonei ambienti di ristoro riparati, freschi o riscaldati, in base
alle diverse situazioni climatiche;
- non mangiare cibi e bevande e
non fumare durante la stesa di conglomerato bituminoso;
- organizzare l’orario di lavoro,
ove possibile, in maniera tale da ridurre l’esposizione ai raggi ultravioletti
durante le ore della giornata in cui sono più intensi (12.00 – 14.00);
- assicurare ai lavoratori la
disponibilità presso la sede aziendale di spogliatoi appropriati ed adeguati,
nonché di armadietti individuali a doppio scomparto (separare indumenti privati
e di lavoro), programmando periodica pulizia ed eventuale sostituzione;
- mettere a disposizione dei
lavoratori servizi igienici in numero sufficiente, dotati di lavabi con acqua
calda e fredda, mezzi detergenti e per asciugarsi;
- equipaggiare i lavoratori con
idonei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) quali: indumenti protettivi
(tute da lavoro complete, oppure pantaloni lunghi con maglietta o camicia a
maniche lunghe), che devono assicurare una idonea protezione dagli agenti
atmosferici (abbinare un giubbotto); calzature antinfortunistiche con suola
antiscivolo e anticalore; guanti resistenti al calore; indumenti ad alta
visibilità quando la stesa avviene in prossimità di traffico veicolare; tuta
monouso in tyvek durante la spruzzatura manuale di emulsione bituminosa;
cappello a tesa larga durante la stesa in presenza di sole; casco durante
l’attività di sollevamento carichi con mezzi; occhiali
con protezione laterale durante la spruzzatura manuale di emulsione
bituminosa; occhiali anti-UV durante la stesa in presenza di sole; facciale
filtrante antipolvere di classe 1 (FFP1) durante la fresatura e spazzatura
di asfalto; facciale filtrante antipolvere di classe 2 con filtro in carbone
attivo (FFP2SL) durante la spruzzatura manuale di emulsione bituminosa e la
stesa di asfalto in particolari condizioni (gallerie, sottopassi, ecc.);
protezione auricolare nei lavoratori secondo livello di esposizione
giornaliera; prodotti antisolari con filtri UVA-UVB (fattore di protezione
solare almeno 20 ed adeguato al fototipo) durante la stesa in presenza di sole;
- controllare ed eventualmente
implementare stato di copertura vaccinale antitetanica;
- attuare formazione;
- cercare di stimolare
l’affiatamento degli operai, che si trovano a stretto contatto per tutta la
giornata, smorzando sul nascere eventuali problemi di conflittualità
interpersonale;
- favorire l’inserimento di nuovo
personale, specialmente se di nazionalità non italiana, mediante
l’affiancamento di un tutor”.
Il documento ricorda infine che
la
sorveglianza sanitaria eseguita
in maniera mirata è “un utile ausilio soprattutto per escludere condizioni di
ipersuscettibilità che potrebbero predisporre a danni per la salute, nonché per
monitorare condizioni di rischio con il monitoraggio biologico”.
Inail - Dipartimento di Medicina,
Epidemiologia, Igiene del Lavoro ed Ambientale, “ ASFALTATORI. I profili di rischio nei comparti produttivi
dell’artigianato, delle piccole e medie industrie e pubblici esercizi”, un
documento a cura di Diego De Merich e Massimo Olori (INAIL - Dipartimento di
Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro ed Ambientale) insieme a Piero
Emanuele Cirla e Irene Martinotti (Centro Italiano Medicina Ambiente Lavoro,
Gruppo CIMAL), con la collaborazione editoriale di Tiziana Belli (INAIL -
Direzione Centrale Prevenzione, Roma), edizione 2014, pubblicato nel mese di
marzo 2015 (formato PDF, 1.81 MB).
RTM
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