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"Imparare dagli errori: infortuni negli scavi a cielo aperto"
fonte www.puntosicuro.it / INFORTUNI
23/11/2015 - Ci siamo occupati in queste settimane - malgrado le già segnalate
disfunzioni di INFOR.MO., la nostra principale fonte di informazioni
sulle dinamiche degli incidenti - dei rischi che affrontano i lavoratori
impegnati in edilizia nelle
attività di scavo. E
abbiamo parlato delle conseguenze, a livello di infortuni gravi e
mortali, di tali rischi e delle possibili misure di prevenzione per
prevenirli.
Dopo aver presentato in particolare gli incidenti negli scavi in trincea,
continuiamo oggi il nostro viaggio in quest’ambito lavorativo troppo
spesso funestato da infortuni gravi, affrontando gli incidenti che
avvengono più generalmente nei cosiddetti “
scavi a cielo aperto”.
Anche in questo caso le dinamiche che presentiamo sono tratte dall’archivio di
INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al dal sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi, strumento che speriamo sia nuovamente e prontamente disponibile per la consultazione pubblica.
I casi
Il
primo caso è relativo ad un infortunio in un
cantiere stradale.
Un lavoratore si trova presso un
cantiere stradale insieme ad un collega di lavoro. Nel suddetto cantiere è
presente uno scavo a cielo aperto effettuato dalla stessa impresa per lavori di
demolizione di un vecchio tracciato stradale; il fronte scavo è alto circa otto
metri e lungo circa trenta metri, privo di armature di sostegno e palancole per
il rinforzo delle pareti.
Alla base del rilevato stradale
gli operai stanno eseguendo uno scavo in sezione obbligata delle dimensioni
circa m 2 di larghezza e m 2 di profondità per il posizionamento di una
tubazione metallica del diametro di m 1,57 per la raccolta delle acque
meteoriche.
Il lavoratore ha il compito di
rilevare le quote all’interno dello scavo, che segna con dei picchetti
metallici, mentre il collega ha il compito di effettuare lo scavo con un
escavatore. Quasi al termine dei lavori di scavo una parte consistente di
materiale di terreno sabbioso si stacca dalla parete, investendo e seppellendo il
lavoratore provocandogli la morte.
Siamo dunque di fronte ad uno scavo
a cielo aperto senza le adeguate protezioni.
Il
secondo caso riguarda un infortunio avvenuto in uno
scavo a sezione obbligata in una
porzione di cantiere adiacente ad una parete in cemento di una costruzione
preesistente.
Un lavoratore, mediante un
mini-escavatore, procede all’effettuazione dello scavo a sezione obbligata.
Al fine di usufruire di una
migliore visuale tiene aperti lo sportello di sinistra e lo sportello frontale
del mezzo e senza aver allacciato la cintura di sicurezza si sporge con il capo
all’esterno dell’abitacolo. Mentre procede con le operazioni di scavo si
verifica un cedimento del terreno sottostante, ciò provoca lo slittamento del
mezzo verso lo spigolo della parete in cemento e il conseguente schiacciamento
del capo tra la stessa e la cabina del mezzo. L’operaio muore a causa del forte
trauma per schiacciamento del cranio.
Due i principali
fattori causali rilevati dalla scheda
di Infor.mo.:
- cedimento del terreno sottostante il mezzo;
- il lavoratore si sporge dal
mezzo aprendo la porta sinistra e il vetro anteriore e non indossando la cintura
di sicurezza del mezzo.
Il
terzo caso fa riferimento a
lavori
di scavo per fondazione a sezione ristretta per l'alloggiamento della trave
di un fabbricato.
Un lavoratore con altri colleghi
ha provveduto a sistemare le gabbie in ferro nello scavo profondo m 1.20 e
largo m 1.50, per poi effettuare la colata di cemento. Alla ripresa del lavoro
i suddetti si trovavano all'interno dello scavo, alcuni all'interno della
gabbia di ferro ed altri all'esterno della struttura in ferro intenti ad
effettuare lavoro di legamento delle maglie della gabbia. Ad un certo punto il
muro di cinta in tufo, alto circa 2 m, crolla e finisce addosso agli operai.
L'operaio all'interno della gabbia muore per frattura della parete toracica
destra, mentre gli altri sono ricoverati con fratture multiple agli arti.
Il principale fattore causale in
questo caso è il cedimento del muro di confine adiacente allo scavo.
La prevenzione
Prima di soffermarci su alcuni
suggerimenti per la prevenzione ricordiamo - attraverso il contenuto del
documento “ La
sicurezza nei lavori di scavo. Istruzioni operative per la scelta delle opere
provvisionali in funzione della natura dei terreni”, ospitato nello spazio
web della Regione
Autonoma Friuli Venezia Giulia – che gli
scavi a cielo aperto si suddividono in:
-
scavi di sbancamento (o splateamento o in sezione ampia o sterri):
“sono quelli in cui la superficie orizzontale è preponderante rispetto alla
profondità dello scavo, e tale sezione è sufficientemente ampia da consentire
l'accesso ai mezzi di trasporto sino al fronte di scavo (accesso diretto o a
mezzo di rampe provvisorie), in modo che il materiale scavato venga caricato
direttamente sui mezzi di trasporto. In genere si ricorre a questi tipi di
scavo quando è necessario eseguire scavi su vasta superficie quali quelli per
lo spianamento o sistemazione del terreno”;
-
scavi a sezione aperta: sono gli scavi “in cui la superficie
orizzontale è preponderante rispetto alla profondità dello scavo. In genere si
ricorre a questi tipi di scavo quando si deve realizzare cantinati di nuova
costruzione, corpi di fabbrica interrati, piani di appoggio di platee di
fondazione ed in genere scavi al disotto del piano di campagna”;
-
scavi a sezione ristretta o obbligata: “si intendono di solito gli
scavi aventi la larghezza uguale o inferiore all'altezza, eseguiti a partire
dalla superficie del terreno naturale o dal fondo di un precedente scavo di
sbancamento, sempre che il fondo del cavo non sia accessibile ai mezzi di
trasporto”.
Riguardo alla prevenzione
possiamo sfogliare invece il Quaderno tecnico “ Sistemi
di protezione degli scavi a cielo aperto” realizzato dal Dipartimento
innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti
antropici (DIT) dell’Inail.
Il documento ricorda che i
sistemi di protezione degli scavi a cielo aperto vengono utilizzati nei cantieri
temporanei o mobili per attività come, ad esempio, la costruzione o
manutenzione delle reti infrastrutturali, di fondazioni e, più in generale, di
manufatti interrati.
Questi sistemi di protezione sono
“
dispositivi di protezione collettiva
che proteggono il lavoratore, che lavora all’interno dello scavo, dal rischio di
seppellimento” e possono essere utilizzati “in aree non antropizzate (scavi
di splateamento o sbancamento) ed antropizzate (scavi a sezione obbligata per
trincee, sottomurazioni o fondazioni)”.
I sistemi di protezione possono
essere realizzati in cantiere o prodotti in fabbrica e possono essere
suddivisi in:
-
sistemi realizzati in cantiere: sistemi realizzati totalmente in
legno; sistemi realizzati con puntoni in metallo;
-
sistemi realizzati con componenti prefabbricati: sistemi realizzati
mediante blindaggi; sistemi realizzati mediante palancole.
Si sottolinea che le “principali
attenzioni da porre nell’utilizzo dei sistemi prefabbricati sono relative al
rispetto delle indicazioni contenute nel libretto di uso e manutenzione del
fabbricante” e che se i sistemi realizzati in cantiere “sono apparentemente di
minore complessità”, è opportuno che anche questi “siano soggetti a regolare
manutenzione e controllo visivo, prima della messa in opera”.
Concludiamo con qualche
informazione ulteriore sulle diverse tipologie di sistemi di protezione:
-
sistemi realizzati in cantiere totalmente in legno: “sono
costituiti da tavole orizzontali affiancate, disposte sulle pareti dello scavo,
sostenute da montanti a tutt’altezza con interasse compreso tra 1,5 e 2 metri
affiancati e vincolati fra loro al piede ed alla sommità attraverso puntelli
orizzontali”. Il documento indica che il puntello “deve essere collocato
sull’elemento verticale che lo sostiene e non direttamente sulla tavola
orizzontale”;
-
sistemi realizzati in cantiere con puntelli in metallo: sono
costituiti da “tavole e montanti sui quali agiscono i puntelli. L’adozione di
tali sistemi presuppone la verifica che i carichi trasmessi dai puntelli siano
compatibili con quelli sopportabili dai montanti”;
-
sistemi realizzati mediante blindaggi (componenti prefabbricati):
tali sistemi, definiti come “sistemi di puntellazione per scavi” dalla UNI EN
13331-1: 2004, “devono assicurare la stabilità delle pareti verticali e sono
composti da diversi componenti prefabbricati, assemblati fra loro, che creano
un sostegno blindato dello scavo”. In particolare la protezione
dello scavo lungo tutta la profondità “prevede l’assemblaggio di un modulo
detto ‘insieme di base’ ed un modulo detto ‘insieme superiore’. L’insieme di
base viene collocato nello scavo prima dell’insieme superiore che può essere
più di uno per supportare scavi profondi. Il blindaggio dello scavo avente
larghezza variabile (distanza fra i lati dello scavo) è effettuato con puntelli
regolabili in modo continuo o in modo incrementale. La realizzazione della
protezione lungo il tracciato dello scavo è attuata collegando in orizzontale
uno o più moduli”;
-
sistemi realizzati mediante palancole (componenti prefabbricati):
“la palancola è un elemento in acciaio, di opportuno profilo, provvisto di
incastri (guida metallica o gargame) maschio-femmina che, collegati fra loro ed
infissi nel suolo, formano un pannello continuo resistente alla spinta laterale
del terreno. I profili delle palancole si distinguono in sezione ad U e a Z; la
loro lunghezza varia a seconda dei produttori e per gli utilizzi abituali può
arrivare fino a 12 metri circa”.
Pagina introduttiva del sito web di
INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero
1774,
3492 e
2295a (archivio
incidenti 2002/2010).
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