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"Codice Prevenzione incendi: il metodo di progettazione prestazionale"
fonte www.puntosicuro.it / Rischio incendio
07/03/2016 - Più volte parlando del nuovo Codice di prevenzione Incendi abbiamo sottolineato i principi ispiratori e il tentativo del legislatore di superare l’
approccio prescrittivo
(norme e regole tecniche che impongono un livello minimo di sicurezza fissato con misure prescrittive) verso un
approccio ingegneristico
, prestazionale che si basa sulla predizione della dinamica evolutiva dell'incendio tramite l'applicazione di idonei modelli di calcolo.
Come si applica una metodologia
per l'ingegneria della sicurezza antincendio?
Per rispondere a questa importante domanda, facciamo riferimento
direttamente al contenuto del documento “
Norme
tecniche di prevenzione incendi” allegato al nuovo “ Codice
di prevenzione Incendi”, il Decreto
del Ministero dell’Interno del 3 agosto 2015 recante “
Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi, ai sensi
dell'articolo 15 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139” (entrato in
vigore il 18
novembre 2015).
Nel documento si indica che l'applicazione dei principi
dell' ingegneria
della sicurezza antincendio “consente, analogamente alle altre discipline
ingegneristiche, di definire soluzioni idonee al raggiungimento di obiettivi
progettuali mediante analisi di tipo quantitativo”.
E un capitolo del codice descrive in dettaglio la
metodologia di progettazione dell'ingegneria della sicurezza antincendio (o progettazione
antincendio prestazionale), rimandando ad altri capitoli per alcuni
specifici aspetti tecnici (“scenari di incendio per la progettazione
prestazionale”, “salvaguardia della vita con la progettazione prestazionale”).
La
metodologia di
progettazione prestazionale si compone di
due fasi:
a.
prima fase -
analisi preliminare: “sono formalizzati
i passaggi che conducono ad individuare le condizioni più rappresentative del
rischio al quale l'attività è esposta e quali sono le soglie di prestazione cui
riferirsi in relazione agli obiettivi di sicurezza da perseguire;
b.
seconda fase
-
analisi quantitativa: “impiegando
modelli di calcolo, si esegue l'analisi quali-quantitativa degli effetti
dell'incendio in relazione agli obiettivi assunti, confrontando i risultati
ottenuti con le soglie di prestazione già individuate e definendo il progetto
da sottoporre a definitiva approvazione”.
In particolare la
fase di analisi preliminare si compone poi
di sotto-fasi necessarie per definire i rischi da contrastare e, di
conseguenza, i criteri oggettivi di quantificazione degli stessi necessari per
la successiva analisi numerica:
-
definizione del
progetto (nei riferimenti internazionali:
Define project scope): “in questa sotto-fase viene definito lo
scopo della progettazione antincendio. Il professionista
antincendio identifica e documenta almeno i seguenti aspetti: destinazione
d'uso dell'attività; finalità della progettazione antincendio prestazionale;
eventuali vincoli progettuali derivanti da previsioni normative o da esigenze
peculiari dell'attività; pericoli di incendio connessi con la destinazione
d'uso prevista; condizioni al contorno per l'individuazione dei dati necessari
per la valutazione degli effetti che si potrebbero produrre; caratteristiche
degli occupanti in relazione alla tipologia di edificio ed alla destinazione
d'uso prevista”;
-
identificazione
degli obiettivi di sicurezza antincendio (
Identify goals, define objectives): “dopo aver stabilito lo scopo
del progetto, in particolare la destinazione e le modalità di impiego
dell'attività, il professionista antincendio specifica gli obiettivi di
sicurezza antincendio, tra quelli previsti nel presente documento, in relazione
alle specifiche esigenze dell'attività in esame ed alle finalità della
progettazione”. Ad esempio si specificano qualitativamente “il livello di
salvaguardia dell'incolumità degli occupanti, il massimo danno tollerabile
all'attività ed al suo contenuto, la continuità d'esercizio a seguito di un evento
incidentale”;
-
definizione delle
soglie di prestazione (
Develop
performance criteria): gli obiettivi devono essere tradotti in soglie di
prestazione, “soglie di tipo quantitativo e qualitativo rispetto alle quali si
può svolgere la valutazione oggettiva di sicurezza antincendio. Con la scelta
delle soglie di prestazione si rendono quindi quantitativi gli effetti termici
sulle strutture, la propagazione dell'incendio, i danni agli occupanti, ai beni
ed all'ambiente”. E queste soglie “devono poter essere utilizzate nella seconda
fase della progettazione per discriminare in modo oggettivo le soluzioni
progettuali che soddisfano gli obiettivi antincendio da quelle che invece non
raggiungono le prestazioni richieste”. E ai fini della progettazione per la
salvaguardia della vita si stabiliscono le soglie di prestazione per la vita (
life safety criteria), soglie impiegate
per definire l'
incapacitazione degli
occupanti esposti al fuoco ed ai suoi prodotti”;
-
individuazione
degli scenari di incendio di progetto (
Develop
fire scenarios): gli scenari di incendio “rappresentano la schematizzazione
degli eventi che possono ragionevolmente verificarsi nell'attività in relazione
alle caratteristiche del focolare, dell'edificio e degli occupanti”. Si ricorda
che la procedura di identificazione, selezione e quantificazione degli scenari
di incendio di progetto è descritta nel capitolo M.2 del documento.
Veniamo alla seconda fase, la
fase di analisi quantitativa che si compone a sua volta di alcune
sotto-fasi necessarie per effettuare le verifiche di sicurezza degli scenari
individuati nella fase preliminare:
-
elaborazione delle
soluzioni progettuali (
Develop trial
designs): “il professionista
antincendio elabora una o più soluzioni progettuali per l'attività”, soluzioni
congruenti con le finalità già definite precedentemente, da “sottoporre alla
successiva verifica di soddisfacimento degli obiettivi di sicurezza
antincendio”;
-
valutazione delle
soluzioni progettuali (
Evaluate trial
designs): “il professionista antincendio calcola gli effetti che gli
scenari d'incendio di progetto determinerebbero nell'attività per ciascuna
soluzione progettuale elaborata nella fase precedente. A tal fine il
professionista antincendio impiega un modello di calcolo analitico o numerico:
l'applicazione del modello fornisce i risultati quantitativi che consentono di
descrivere l'evoluzione dell'incendio e dei suoi effetti sulle strutture, sugli
occupanti o sull'ambiente, secondo le finalità della progettazione”. In
particolare la modellazione degli effetti dell'incendio “consente di calcolare
gli effetti dei singoli scenari per ciascuna soluzione progettuale. I risultati
della modellazione sono utilizzati per la verifica del rispetto delle soglie di
prestazione per le soluzioni progettuali per ciascuno scenario d'incendio di
progetto. Le soluzioni progettuali che non rispettano tutte le soglie di
prestazione per ogni scenario di incendio di progetto devono essere scartate”;
-
selezione delle
soluzioni progettuali idonee (
Select
final design): il professionista antincendio “seleziona la soluzione
progettuale finale tra quelle che sono state verificate positivamente rispetto agli
scenari di incendio di progetto”.
Il codice si sofferma poi sulla
documentazione di progetto che deve essere integrata, per la prima
fase (analisi preliminare), dal
sommario
tecnico, “firmato congiuntamente dal professionista antincendio e dal
responsabile dell'attività, ove è sintetizzato il processo seguito per
individuare gli scenari di incendio di progetto e le soglie di prestazione”.
Mentre per la seconda fase (analisi quantitativa) la
documentazione deve essere integrata da:
- “specifica
relazione
tecnica ove si presentino i risultati dell'analisi ed il percorso
progettuale seguito”;
- “
programma per la
gestione della sicurezza antincendio”, con le specifiche modalità
d'attuazione delle misure di gestione della sicurezza antincendio.
Il documento, che vi invitiamo a leggere integralmente, si
sofferma ampiamente sulle caratteristiche del sommario tecnico, della relazione
tecnica, e della gestione della sicurezza antincendio.
Riguardo a quest’ultimo aspetto si indica che con l'applicazione
della metodologia prestazionale “il professionista antincendio basa
l'individuazione delle misure antincendio di prevenzione e protezione di
progetto su specifiche ipotesi e limitazioni d'esercizio: devono pertanto
essere previste specifiche
misure di gestione
della sicurezza antincendio (GSA) affinché non possa verificarsi la
riduzione del livello di sicurezza assicurato inizialmente”.
E le specifiche misure di gestione
della sicurezza antincendio “devono essere limitate agli aspetti trattati
nella progettazione prestazionale, con particolare riguardo alle specifiche
soluzioni progettuali, alle misure antincendio di prevenzione e protezione
adottate, al mantenimento delle condizioni di esercizio da cui discendono i
valori dei parametri di ingresso nella progettazione prestazionale”. Il codice
si sofferma poi sulle verifiche periodiche e sulla necessità di valutare ed
esplicitare provvedimenti relativamente a: organizzazione dei personale; identificazione
e valutazione dei pericoli derivanti dall'attività; controllo operativo; gestione
delle modifiche; pianificazione di emergenza; sicurezza delle squadre di
soccorso; controllo delle prestazioni; manutenzione dei sistemi di protezione; controllo
e revisione”.
Concludiamo ricordando che il capitolo sulla “metodologia
per l' ingegneria
della sicurezza antincendio” si sofferma anche sui
criteri di scelta e d'uso dei modelli e dei codici di calcolo.
Infatti il professionista antincendio “può optare tra i
modelli di calcolo che le conoscenze tecniche di settore mettono a
disposizione, sulla base di valutazioni inerenti la complessità del progetto”.
E il professionista che adotta modelli di calcolo sofisticati, “deve possedere
una particolare competenza nel loro utilizzo, nonché un’approfondita conoscenza
sia dei fondamenti teorici che ne sono alla base che della dinamica
dell'incendio”.
Si segnala infine che allo stato attuale
i modelli più frequentemente utilizzati
sono:
-
modelli analitici:
“i modelli analitici garantiscono stime accurate di effetti specifici dell'incendio”,
ma “per analisi più complesse che coinvolgano interazioni dipendenti dal tempo
di più processi di tipo fisico e chimico presenti nello sviluppo di un incendio
si ricorre generalmente ai modelli numerici”;
-
modelli numerici:
ad esempio modelli di simulazione dell'incendio a zone per ambienti confinati
(codici di calcolo CFAST, Ozone, ...), modelli di simulazione dell'incendio di
campo (codici di calcolo CFX, FDS, Fluent, ...), modelli di simulazione
dell'esodo (codice di calcolo FDS+EVAC, ...), modelli di analisi termo
strutturale (codici di calcolo Abaqus, Adina, Ansys, Diana, Safir, Strauss,
...).
L’
indice del capitolo “Metodologia per l'ingegneria della sicurezza antincendio” (M.1):
- premessa;
- fasi della metodologia;
- prima fase: analisi preliminare;
- seconda fase: analisi quantitativa;
- documentazione di progetto;
- sommario tecnico;
- relazione tecnica;
- gestione della sicurezza antincendio;
- criteri di scelta e d'uso dei modelli e dei codici di
calcolo;
- riferimenti.
RTM
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