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"Inail: la sicurezza con le macchine da piccola perforazione"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza Macchine ed Attrezzature
07/03/2016 - Le
attività di perforazione e le attività di
fondazione o consolidamento del terreno possono essere realizzate con
macchine specificatamente destinate a questo scopo o con attrezzature
intercambiabili che conferiscono la funzione di perforazione a macchine
destinate ad altro utilizzo. E, in particolare, le
attrezzature di perforazione sono
progettate per diverse applicazioni, ad esempio per l’esecuzione di
fori nel terreno e nella roccia, per la realizzazione di pali di
fondazioni, muri di sostegno, per l’installazione di elementi per il
miglioramento del suolo e consolidamento del suolo, ...
Queste attrezzature di hanno avuto una grande evoluzione negli anni
e sono state pubblicate norme tecniche, come la nuova serie di
norme EN 16228,
che hanno introdotto significative innovazioni, con riflessi
particolarmente rilevanti sulle perforatrici per diametro non superiore a
350 mm.
Proprio in relazione all’evoluzione
dello stato dell'arte delle perforatrici, il Dipartimento Innovazioni
Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodotti ed Insediamenti Antropici
(DIT) dell’Inail ha recentemente prodotto un documento che descrive le
situazioni nelle quali la tipologia d'intervento o le caratteristiche
dell'ambiente impediscono l'adozione di
protezioni
per l'organo di perforazione, cercando di offrire indicazioni procedurali
che possano conciliare le misure di sicurezza con le esigenze operative.
Nel documento Inail “
Macchine da piccola perforazione.
Evoluzione dello stato dell’arte per la protezione degli elementi mobili
coinvolti nel processo produttivo” si segnala che le novità più rilevanti
delle norme EN 16228 (sostituiscono la EN 791, specifica per le perforatrici, e
la EN 996, dedicata alle apparecchiature per palificazione) riguardano “la
protezione degli organi di perforazione:
le EN 16228, infatti, prescrivono l’adozione di misure di protezione, quali ripari
fissi o interbloccati, dispositivi sensibili o una loro combinazione, nei
casi in cui sia prevedibile l’accesso alle parti in movimento coinvolte nella
lavorazione”. E per le sopracitate perforatrici per piccolo diametro sono “previsti
interventi nella zona di lavoro dettati dalla necessità di aggiungere o
togliere le aste di perforazione o i tubi di rivestimento, in base alla
profondità da raggiungere e alla lunghezza unitaria delle aste utilizzate.
Secondo la tecnica di perforazione adottata, possono essere necessari anche
interventi di altro personale, ad esempio per prelevare campioni, per
introdurre e ritirare la sonda di misurazione, per pulire la zona di lavoro e
sgomberare i detriti, per sostituire il monitor jet grouting o le aste
danneggiate”.
In tutti questi casi – continua
il documento -
è necessario che “l’operatore
tenga conto delle misure di protezione che il fabbricante (per quanto
riguarda la macchina) e il datore di lavoro/dirigente (per quanto riguarda l’ambiente di lavoro) hanno adottato a
protezione della zona di lavoro e della modalità degli interventi per poter lavorare
in sicurezza con tutte le attrezzature di cui dispone”.
Inoltre si indica che l’operatività
della macchina perforatrice comporta che “in talune situazioni, o per le
caratteristiche dell’ambiente di lavoro o per le attività da condurre, non sia
possibile mantenere le misure di sicurezza attive (ripari chiusi e/o montati o
dispositivi sensibili attivi)”. E proprio per dare riscontro a queste esigenze “le
EN 16228 introducono delle modalità di utilizzo particolari nelle quali è
prevista la disattivazione
dei dispositivi di protezione, solo però a seguito dell’adozione, da parte
dei fabbricanti, di opportune misure di riduzione dei rischi”.
È dunque necessario individuare
alcune di queste situazioni, “da considerarsi come esemplificative delle
circostanze che potrebbero presentarsi, anche per evidenziare come il rispetto
dei requisiti di sicurezza della Direttiva
Macchine da parte del fabbricante debba accompagnarsi all’adozione di
procedure di utilizzo sicure per gli operatori, secondo le prescrizioni che gli
stessi fabbricanti sono tenuti a indicare nelle istruzioni”.
E in questo senso il
nuovo documento Inail si propone come
uno “strumento di supporto nella definizione delle prassi d’utilizzo per le
nuove perforatrici, in particolare individuando quali sono le circostanze nelle
quali, per garantire l’operatività della macchina, è necessario aprire,
rimuovere o disabilitare i ripari”. E si indica che queste misure “ad oggi
riguardano esclusivamente le macchine immesse sul mercato dopo il 13 febbraio
2015, considerato che il D.lgs. 81/08 e s.m.i. prevede per il datore di lavoro l’obbligo di
aggiornamento dei requisiti minimi di sicurezza solo a seguito di specifico
provvedimento regolamentare; provvedimento che ad oggi l’Autorità preposta non
ha ritenuto necessario adottare per l’adeguamento delle perforatrici”. E
tuttavia l’Inail per agevolare un miglioramento del livello delle macchine, “nel
caso in specie delle perforatrici già immesse sul mercato alla data di
pubblicazione della serie EN 16228 (13 febbraio 2015), ha previsto nell’ambito
della
riduzione del tasso medio di
tariffa ( modello
OT 24), un intervento per la mitigazione dei rischi meccanici”, più
dettagliatamente descritto nel documento stesso.
Riprendiamo alcune indicazioni
riguardo alle misure di protezione, contenute nel paragrafo “La pratica
nell’utilizzo”.
Il documento indica che la soluzione
tecnica che ad oggi i fabbricanti hanno adottato per la protezione dell’organo
di perforazione è “rappresentata dalla fornitura di una
gabbia di protezione, che in fase di allestimento o manutenzione o
per alcune specifiche applicazioni è possibile che debba essere rimossa”. E se
è indubbio che la nuova norma definisca un “livello di sicurezza maggiore
rispetto al pregresso, in particolare per le attrezzature di perforazione di
piccolo diametro; tuttavia, va rilevato che questo nuovo approccio comporta una
diversa organizzazione delle modalità operative e, di conseguenza, diverse
tempistiche produttive”.
Ad esempio le
nuove modalità operative prevedono:
- “fase di apertura e chiusura
della ‘gabbia’;
- sostituzione del riparo per
differenti tecnologie, laddove le ‘gabbie’ non risultino appropriate per tutte
le tecnologie;
- dilatazione dei tempi di lavoro
dovuta ad una minore velocità di lavoro degli automatismi di rotazione e di
movimentazione ‘slow rotation’ (avvitamento e svitamento, traslazione rotary,
traslazione aste e rivestimenti);
- interruzioni della lavorazione
per pulizia della porzione compresa fra l’asta di perforazione, mast e gabbia
per la gestione delle terre di risulta che in alcuni casi di lavorazioni con
mast verticali, possono creare numerosi problemi;
- montaggio e smontaggio dei
ripari per attività di movimentazione e trasporto e attività speciali”.
E a questo devono aggiungersi
alcune “
potenziali condizioni che i
nuovi sistemi di protezione potrebbero comportare, soprattutto in
considerazione delle caratteristiche degli ambienti di lavoro in cui le
perforatrici si trovano ad operare, tra queste:
- blocco dell’attrezzatura per
possibili problemi di contatto della chiusura del riparo dovuti a vibrazioni e
urti;
- mal funzionamenti e conseguente
blocco dell’attrezzatura durante la perforazione per problemi di sporcizia e
polvere nei contatti”.
E non possono essere trascurate
le “problematiche legate alla gestione di più complessi impianti, sia elettrico
che idraulico: la presenza di sensori che devono rilevare apertura e chiusura
dei ripari è gestita dalla parte elettrica, mentre gli automatismi relativi
alla riduzione della rotazione e traslazione che dall’apertura del riparo
conseguono dipendono dall’impianto idraulico”.
E si ricorda di nuovo che,
malgrado le nuove norme prevedano la “segregazione dell’organo di perforazione”,
molti interventi dell’operatore possono essere eseguiti, in base alle
indicazioni fornite dal fabbricante nelle istruzioni, “con le
protezioni aperte o disattivate (se
trattasi di dispositivi sensibili); questi interventi possono riguardare
attività di allestimento o manutenzione ed in tal caso si parla di modalità di funzionamento
limitata (ROM) o attività di perforazione da condursi in condizioni di lavoro
speciali (quali ad es. ambienti con spazi ridotti, aree di lavoro limitate,
lavori in prossimità di ostacoli o strutture)”.
Il documento segnala che “per
quanto riguarda le
operazioni di
allestimento/manutenzione (come ad esempio la sostituzione delle aste) è
necessario innanzitutto prevedere l’accesso all’organo lavoratore mediante
apertura dei ripari e quindi conseguente blocco dei movimenti. L’apertura del
riparo interbloccato, infatti, determina l’azionamento di sistemi
di sicurezza che comportano l’arresto delle funzioni di avanzamento e
rotazione della testa”.
E successivamente, “sempre
mantenendo il riparo aperto, previa azione su apposito comando sarà possibile
consentire l’avviamento dei movimenti esclusivamente agendo su comandi ad
azione mantenuta ed in condizioni di velocità ridotta. In questa modalità
operativa è sempre prevista la presenza di due operatori, uno per presidiare la
postazione di comando, l’altro per condurre praticamente gli interventi sulla
macchina (sostituzione aste e/o tubi di rivestimento); è necessario assicurare
la reciproca visibilità e la chiara comunicazione tra i due operatori”. Si
ricorda che “l’unica situazione in cui, per la sostituzione/caricamento delle
aste, è possibile l’utilizzo della macchina con un solo operatore è quella in
cui la macchina sia dotata di caricatore automatico per aste, senza aggiungere
altre aste rispetto a quelle presenti sul caricatore stesso. Se fosse, infatti,
necessaria l’aggiunta di ulteriori aste sarebbe richiesta la presenza di una
seconda persona. Una volta chiusi i ripari sarà possibile riutilizzare la
macchina in modalità normale, a seguito di un’azione volontaria dell’operatore
sugli appositi comandi”.
Rimandando ad una lettura
integrale del documento, che riporta diversi dettagli sulle misure di
protezione anche in relazione a diverse modalità operative della macchina,
concludiamo riportando l’
indice del
documento:
- Introduzione
- Le attrezzature di perforazione
- Lo stato dell’arte
- L’attività di sorveglianza del mercato
- La pratica nell’utilizzo
- L’OT24 per il miglioramento delle condizioni di sicurezza
Inail - Dipartimento Innovazioni
Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodotti ed Insediamenti Antropici, “ Macchine da piccola perforazione. Evoluzione dello stato
dell’arte per la protezione degli elementi mobili coinvolti nel processo
produttivo”, a cura di Luigi Monica, Abdul Ghani Ahmad, Sara Anastasi,
Sabrina Cairoli, Roberto Cattaneo, Marco D’Egidio, Francesca Ferrocci, Fabio
Giordano, Fabiola Leuzzi, Lorenzo Mastroeni, Alessandro Matteucci, Fabio Pera,
Massimo Rizzati, Roberto Rocchetti, Margherita Sani, Michele Tritto, documento
pubblicato nel mese di gennaio 2016 (formato PDF, 6.40 MB).
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RTM
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