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"Proteggere gli occhi dalla proiezione di schegge e schizzi di liquidi"
fonte www.puntosicuro.it / D.P.I.
10/03/2016 - In Veneto tra il 2009 e il 2011 sono stati denunciati all’INAIL ben 8.906
infortuni agli occhi, cioè in media circa 3.000 infortuni all’anno. E sicuramente molti infortuni agli occhi non vengono denunciati perché generalmente non comportano lunghe assenze dal lavoro.
A riportare queste cifre e a dare informazioni sulla prevenzione di
questa tipologia di infortuni è il Servizio Prevenzione Igiene e
Sicurezza in Ambienti di Lavoro (SPISAL) dell’ Azienda ULSS 9 di Treviso che
ha prodotto e pubblicato sul proprio sito una serie di schede
informative per agevolare i lavoratori e le aziende che affrontano il
difficile tema della prevenzione e che utilizzano
dispositivi individuali di protezione
(DPI).
Alla
protezione degli occhi è, ad esempio, dedicata la scheda “
Occhiali per la protezione degli occhi
contro la proiezione di schegge”.
Nella scheda si ricorda che
nonostante l’apparente lievità anche lesioni minime agli occhi “possono
provocare gravi conseguenze per la vista se insorgono complicanze infettive o
si formano cicatrici nella cornea in corrispondenza della pupilla”. In 123 dei
casi riportati nell’introduzione dell’articolo, gli infortuni “hanno
determinato lesioni permanenti indennizzabili (superiori al 5%) e più della
metà di questi hanno comportato seri danni alla vista, fino alla perdita del
bulbo oculare”.
Ed è dunque evidente che nei
luoghi di lavoro è perciò necessario “adottare sempre tutti gli accorgimenti
necessari per proteggere
gli occhi”.
Quali sono le lavorazioni più a rischio?
La scheda ricorda che “il maggior
numero di infortuni denunciati agli occhi negli ultimi tre anni si registra in
metalmeccanica (2.334) e in edilizia (1.666)”. E un caso particolare è quello
degli agenti chimici: con questi agenti gli infortuni “non sono molto numerosi
ma sono spesso gravi” quando sono coinvolte sostante corrosive.
Cosa fare per la prevenzione?
Si segnala che se la prevenzione si
basa innanzitutto sull’adozione di misure protettive di tipo collettivo, “per
questa tipologia di rischio spesso è inevitabile ricorrere anche all’uso dei dispositivi
individuali di protezione”, come occhiali e schermi.
Il documento riporta indicazioni
su cosa deve fare, per questa tipologia di prevenzione, il datore di lavoro, il
preposto e i lavoratori.
Il
datore di lavoro (o il dirigente) deve:
- “valutare i rischi e individuare le misure di protezione
più idonee;
- assicurarsi che le attrezzature siano dotate degli schermi
di protezione contro la proiezioni di materiali, se previsti (protezione
collettiva);
- se necessario usare anche i DPI, esporre la segnaletica
che indica l’obbligo di utilizzare gli occhiali
protettivi in prossimità del posto di lavoro in cui è presente il rischio;
- fornire i DPI idonei ai lavoratori;
- informare, formare ed addestrare i lavoratori all’uso dei
DPI;
- formare i preposti;
- vigilare sulla sicurezza delle attrezzature e sull’uso dei
DPI da parte dei lavoratori”.
Cosa deve fare invece il
preposto:
- “vigilare sull’uso dei DPI da parte dei lavoratori;
- segnalare al datore di lavoro (o al dirigente) le deficienze
dei DPI e ogni condizione di pericolo di cui venga a conoscenza”.
E i
lavoratori
devono:
- “osservare le disposizioni aziendali ai fini della
protezione collettiva e individuale;
- utilizzare correttamente i DPI;
- segnalare al datore di lavoro,
al dirigente o al preposto le deficienze dei DPI e ogni condizione di pericolo
di cui vengano a conoscenza;
- non rimuovere o modificare senza
autorizzazione i dispositivi di sicurezza o segnalazione o controllo;
- partecipare ai programmi di formazione e
addestramento”.
Infine i
lavoratori
autonomi devono:
- “utilizzare correttamente DPI
idonei rispetto al rischio”.
Riguardo agli occhiali
protettivi la norma di riferimento è la
UNI EN 166, norma che specifica i requisiti funzionali dei vari
tipi di
protettori individuali
dell'occhio e contiene considerazioni generali come: designazione,
classificazione, requisiti di base applicabili a tutti i protettori
dell'occhio, particolari vari e requisiti facoltativi, marcatura, informazioni
per gli utilizzatori.
Si ricorda che la conformità del
DPI è attestata dal marchio CE accompagnato dal numero della norma.
La
marcatura inoltre consente di “
individuare
i DPI idonei per un rischio specifico; la sola presenza dei ripari laterali
non è sufficiente per individuare gli occhiali che forniscono protezione dalle
schegge”. E se è dunque “necessario proteggere gli occhi da impatti ad alta
velocità (schegge)”, è importante “utilizzare la marcatura per individuare il
DPI idoneo”, una marcatura che è presente “sia sulla lente che sulla montatura;
se l’occhiale è un corpo unico, esiste un’unica marcatura”.
Rimandiamo alla lettura della
scheda che contiene precise indicazioni e immagini esplicative sulla lettura e
interpretazione dei codici relativi alla marcatura.
Riportiamo anche una
tabella, presente nella scheda, che può
essere di utilità per scegliere i DPI:
i
DPI evidenziati dalla cornice rossa nella tabella sono idonei per la protezione
da schegge.
Ci soffermiamo brevemente anche
su una seconda scheda, prodotta dallo SPISAL dell’ULSS 9, dal titolo “
Occhiali per la protezione degli occhi contro schizzi di liquidi,
polveri, gas e metalli fusi”.
L’uso di questa tipologia di occhiali
di protezione potrebbe essere necessario per chi svolge un’attività che “comporta
il rischio di lesioni alla mucosa congiuntivale o alla cornea in seguito a:
- schizzi di liquidi di agenti
chimici o fluidi biologici;
- esposizione a polveri;
- esposizione a vapori o gas;
- proiezione di metalli fusi”.
E anche per questa tipologia di
rischio spesso è “inevitabile ricorrere anche all’uso dei dispositivi
individuali di protezione (DPI: occhiali,
maschere).
Riportiamo anche in questo caso
cosa deve il datore di lavoro (o il
dirigente):
- “valutare i rischi e
individuare le misure di protezione più idonee. Se necessario proteggere anche
la bocca o le vie aeree, agli occhiali deve essere abbinata una semimaschera o,
in alternativa, si deve usare una maschera a pieno facciale che protegge
contemporaneamente occhi e vie aeree. In alcuni casi è possibile usare uno
schermo;
- stabilire procedure di lavoro
che evitino la produzione di schizzi di liquidi, emissione di polveri, gas e
proiezione di metalli fusi;
- se necessario usare anche i
DPI, esporre la segnaletica che indica l’obbligo di utilizzare gli occhiali
protettivi o la maschera in prossimità del posto di lavoro in cui è presente il
rischio;
- fornire i DPI idonei ai lavoratori;
- informare, formare ed addestrare i lavoratori all’uso dei
DPI;
- formare i preposti;
- vigilare sulla sicurezza delle attrezzature e sull’uso dei
DPI da parte dei lavoratori”.
Ricordando che anche in questo
caso la norma di riferimento è la UNI EN 166 e rimandando alle immagini
esplicative e alle indicazioni nel dettaglio della scheda, riportiamo in
conclusione i
codici di marcatura per
le varie tipologie di protezione:
-
schizzi di liquidi (codice presente soltanto sulla montatura):
codice
3;
-
particelle di polvere di grandi dimensioni (codice presente
soltanto sulla montatura): codice
4;
-
gas e particelle di polvere fini (codice presente soltanto sulla
montatura):codice
5;
-
protezione da arco elettrico dovuto a corto circuito: codice
8;
-
proiezione di metalli fusi e penetrazione di solidi caldi: codice
9.
ULSS 9 Treviso, “ Occhiali per la protezione contro la proiezione di schegge”,
scheda elaborata dal Dipartimento di Prevenzione U.O.C. SPISAL - Servizio
Prevenzione Igiene e Sicurezza in Ambienti di Lavoro, V2 del 25/06/2013 (formato
PDF, 211 kB).
ULSS 9 Treviso, “ Occhiali per la protezione contro spruzzi di liquidi
pericolosi, polveri, gas, proiezione di gocce di metallo fuso”, scheda
elaborata dal Dipartimento di Prevenzione U.O.C. SPISAL - Servizio Prevenzione
Igiene e Sicurezza in Ambienti di Lavoro, V1 del 20/06/2013 (formato PDF, 211
kB).
Tiziano Menduto
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