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"La valutazione dell’esposizione professionale a silice libera cristallina"
fonte www.puntosicuro.it / Rischio Chimico
30/03/2016 -
E’ disponibile sul sito INAIL il
volume “ Network
Italiano Silice. La valutazione dell’esposizione professionale a silice libera
cristallina“.
Dal 2003 il Network Italiano
Silice (NIS), di cui l’Inail è uno dei fondatori, è costantemente impegnato a
stimolare e promuovere iniziative mirate al contenimento delle esposizioni,
divulgando documenti tecnici utili a gestire tale rischio in tutti i suoi
aspetti. Il volume rappresenta la versione aggiornata al 2015 dei documenti
tecnico-scientifici pubblicati dal NIS nel 2005 in tema di epidemiologia,
normativa, sorveglianza sanitaria e metodi di campionamento e analisi.
[…]
Il problema dell’esposizione a
SLC nei luoghi di lavoro è particolarmente rilevante, essendo tale agente di
rischio presente in numerose attività lavorative. La SLC è infatti estremamente
comune in natura e utilizzata in una vasta gamma di prodotti di uso civile e industriale.
La pericolosità di tale agente, già nota da tempo, è stata rivalutata dalla
IARC che, nella monografia 100C/2010, sulla base di una nuova revisione della
letteratura di merito, ha confermato che la silice
è un cancerogeno di categoria 1, nelle sue forme di cristobalite e quarzo.
La valutazione del rischio di
esposizione a SLC presenta molteplici criticità connesse sia ad aspetti
tecnico-operativi, sia a questioni di carattere normativo ed organizzativo
ancora irrisolte, anche per la mancanza di VLE nazionali per le diverse forme
di SLC. A tal proposito va puntualizzato che in Italia, mentre in sede
giudiziale e in alcuni contratti di lavoro collettivi è prassi riferirsi al
TLV-TWA® proposto dall’ACGIH, il limite di esposizione oltre il quale decorre
l’obbligo per le aziende di essere assicurate contro il rischio silicosi è
stabilito dal Ministero del Lavoro.
Il documento propone le prassi
operative che il Gruppo “Igiene Industriale” del Nis ha elaborato in tema di
accertamento del rischio di esposizione a SLC, allo scopo di fornire utili
indicazioni a tutti gli operatori pubblici e privati impegnati in tale
attività.
Seguendo per quanto possibile le
indicazioni delle norme europee e nazionali vigenti, il documento fornisce
suggerimenti pratici sui temi della strategia di campionamento, dei sistemi di
prelievo delle frazioni dimensionali delle polveri aerodisperse, delle tecniche
e dei metodi di analisi applicabili per il dosaggio di tale analita nelle
polveri. Vengono infine affrontati gli aspetti della trattazione statistica dei
dati e dei sistemi di valutazione della conformità con il VLE.
Salute e sicurezza sul lavoro: normativa nazionale
Nelle lavorazioni in cui è
prevista la presenza di SLC respirabile è necessario valutare il rischio e
provvedere alla sua gestione, abbattendo o comunque limitando la diffusione in aria
delle polveri contenenti tale sostanza per ridurne il suo effetto nocivo.
Tenuto conto dell’attuale
classificazione della SLC, le istanze relative alla tutela della salute in
ambito lavorativo e agli aspetti di prevenzione, trovano oggi rispondenza nel D.lgs.
81/2008 e s.m.i. agli artt. 224 e 225 del Capo I “Protezione da agenti
chimici”, Titolo IX, dove si fa riferimento esplicito: 1) alle misure e ai
principi generali per la prevenzione dai rischi di esposizione a sostanze
pericolose e 2) alle misure specifiche di prevenzione e protezione da adottare
per limitare tale rischio (ad es.: sostituzione della sostanza, progettazione
di processi produttivi, misure organizzative e di protezione collettiva ed individuale
e sorveglianza sanitaria).
Nonostante la classificazione IARC,
non vi è attualmente per la SLC una chiara corrispondenza ai criteri di
classificazione per le sostanze cancerogene o mutagene di categoria 1A e 1B
previste nell’Allegato I del Regolamento CLP. Sul tema, al momento non esiste
inoltre una Direttiva europea recepita dallo Stato Italiano o una Normativa Nazionale
o Regionale che identifichi, per la silice,
una modalità di esposizione cancerogena come sostanza, preparato o processo di
cui all’Allegato XLII del D.lgs. 81/2008 e s.m.i.
In estrema sintesi, si può
affermare che la normativa nazionale in tema di salute e sicurezza sul lavoro,
di derivazione europea, non può trattare la SLC alla stregua di sostanza
cancerogena in assenza di una classificazione armonizzata.
Il recepimento delle direttive
comunitarie riguardanti gli agenti chimici pericolosi e gli agenti cancerogeni
e mutageni definisce anche i limiti al di sopra dei quali è vietata
l’esposizione lavorativa, alimentando anche gli Allegati XXXVIII e XLII del
D.lgs. 81/2008 e s.m.i. contenenti, rispettivamente, un elenco di valori limite
di esposizione professionale per agenti chimici ed un elenco di sostanze,
preparati e processi cancerogeni e mutageni. Allo stato attuale la silice non è
ricompresa nell’elenco di cui agli Allegati.
[…]
Il quadro normativo di
riferimento per l’attuazione delle misure di tutela della salute per l’esposizione
a polveri contenenti varie forme di silice
è oggi estremamente complesso.
Infatti, come descritto, la
classificazione delle forme di silice non è compresa nell’allegato VI del
Regolamento 1272/2008/CE oggi vigente ai fini della classificazione armonizzata
europea. Per tale motivo la silice, nelle sue forme di quarzo e cristobalite, è
notificata obbligatoriamente all’ECHA, secondo una autoclassificazione curata
dalla azienda che produce o immette sul mercato la sostanza.
Sul versante della normativa su
salute e sicurezza sul lavoro, sia in ambito europeo (direttive agenti chimici
e Direttiva su agenti cancerogeni e mutageni 98/24 e 37/2004 EC) sia in ambito
nazionale (D.lgs. 81/2008 e s.m.i.) non esistono misure speciali in funzione della
ben nota pericolosità delle polveri respirabili contenenti silice
cristallina. Le esposizioni a SLC ricadono quindi nel Titolo IX, capo I
“Protezione da agenti chimici” dello stesso decreto.
Nonostante da tempo la IARC ha
definito, sulla base delle evidenze epidemiologiche, la SLC, nelle sue forme di
quarzo (CAS n. 14808-60-7 e CE n. 238-878-4) e cristobalite (CAS n. 14464-46-1,
CE n. 238-455-4), cancerogena certa per l’uomo Categoria 1, tale evidenza non
può essere però utilizzata in ambito normativo a causa della mancata classificazione
armonizzata europea (All.VI del Regolamento 1272/2008 CE). Infatti il D.lgs.
81/2008 al Titolo IX, capo II “Protezione da agenti
cancerogeni e mutageni” definisce agenti cancerogeni quelli che sono
classificati come cancerogeni di Categoria 1° e 1B contenuti nell’allegato VI
del Regolamento 1272/2008 CE.
Anche l’obbligo di fornire
informazioni lungo la catena di approvvigionamento per mezzo della SDS non
sempre è obbligatoriamente prescritta in assenza di una classificazione armonizzata.
Al riguardo si fa riferimento al caso delle pietre artificiali descritte in
allegato, che nella loro qualità di “articoli” sono esentate dagli obblighi di
SDS. Allo scopo di garantire una protezione dei lavoratori esposti alla SLC nei
diversi comparti lavorativi, il gruppo di lavoro ha verificato la possibilità
di procedere ad una richiesta di classificazione armonizzata per la SLC, sia
essa quarzo o cristobalite, per le quali esistono ad oggi il maggior numero di
informazioni scientifiche.
Dopo attente analisi delle
risultanze scientifiche si è ritenuto più attinente appoggiare la posizione
proposta dalla Unione Europea nelle ultime riunioni dell’Advisory Committee of Safety
ahd Health per l’individuazione di una aggiornamento della direttiva sugli
agenti cancerogeni e mutageni contenente un valore limite occupazionale da
recepire obbligatoriamente da parte degli Stati membri.
L’indice del volume:
Capitolo 1 Considerazioni in tema
di normativa
1. Introduzione
2. Classificazione
2.1 Classificazione della SLC
immessa sul mercato
2.2 Classificazioni di Organismi
internazionali
2.3 Accordi di settore e proposte
di classificazione della silice
2.4 Classificazione di campioni
massivi contenenti silice cristallina respirabile
3. Salute e sicurezza sul lavoro:
la Normativa nazionale
4. Informazioni sulla
pericolosità di sostanze e miscele:
4.1 le Schede di Dati di
Sicurezza (SDS),
4.2 Fornitura della SDS
5. Conclusioni
Bibliografia
Allegato I
Allegato II
Capitolo 2 Valutazione del
rischio professionale
1. Introduzione
2. Considerazioni preliminari sul
campionamento
3. Campionamento
4. Analisi per la determinazione
della SLC su filtro
5. Valutazione dei risultati
Allegato A - metodi per la
determinazione del contenuto di SLC in campioni massivi
Bibliografia
Capitolo 3 Sorveglianza sanitaria
ed accertamenti diagnostici sugli esposti a silice
1. Premessa
2. La diagnosi precoce di
pneumoconiosi
3. La sorveglianza sanitaria in
rapporto alle concentrazioni di SLC aerodispersa
4. Frequenza degli esami
radiografici del torace in rapporto
alle condizioni di esposizione
attuale e/o cumulata
5. Il problema degli ex esposti a
SLC
6. Esposti a SLC e registro
cancerogeni
Capitolo 4 La caratterizzazione
chimico-fisica delle fasi di lavorazione di materiali contenenti SLC in
comparti produttivi italiani
1. Premessa
2. Lo studio
3. I risultati dello studio
3.1 Produzione di manufatti
ceramici
3.2 Oreficeria
3.3 Fonderia
3.4 Produzione di laterizi in
cotto e macinazione degli inerti
3.5 Materiali lapidei
3.6 Indagini preliminari sulla
pietra sintetica
4. Conclusioni
Bibliografia
Appendice A - I radicali della
slc
Appendice B1 - Attività del fe
contenuto nel quarzo
Appendice B2 - Contaminazione di
fe metallico nelle materie prime contenenti slc
Inail - Network Italiano Silice. La
valutazione dell’esposizione professionale a silice libera cristallina - Edizione
2015 (formato pdf, 17.32 MB).
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