News
"Piano regionale 2016-2020 per la SSL"
fonte www.puntosicuro.it / Linee Guida
05/04/2016 -
E’ noto che qualsiasi sistema organizzato
di tipo complesso in campo fisico, biologico e sociale, se lasciato a se stesso
tende progressivamente a degradare e a distruggersi. La termodinamica
ottocentesca ci insegnava che l’unico modo per evitare che ciò accada consiste
nell’immettere
“energia” ordinatrice nel sistema. E’ esattamente questo
il significato della delibera assunta dalla Giunta Regionale Toscana il primo
di marzo scorso, immettere energia in un sistema, quello dei
“servizi”
[1] di prevenzione nei
luoghi di lavoro, da troppo tempo in debito di “
ossigeno”. La delibera è
molto articolata, ricca di allegati (ben 20), volta a delineare gli scenari di
lavoro di questo segmento del Dipartimento di Prevenzione per i prossimi cinque
anni, un periodo molto lungo rispetto alle abitudini di programmazione invalse.
Commentare puntualmente un testo di 167 pagine è impresa impossibile. In questa
sede ci limiteremo a segnalare i passaggi che ci paiono più qualificanti.
Innanzitutto va sottolineato con forza il
merito di aver destinato risorse economiche ingenti (7 940 000 euro) derivanti
dall’uso integrale ed esclusivo dei fondi
“sanzioni” come da normativa
vigente, che però è troppo spesso disattesa in altre regioni. La delibera mostra
come sia stata adottata una modalità virtuosa di utilizzare tali risorse, come
noto derivanti dal pagamento delle sanzioni
amministrative e penali erogate ai datori di lavoro inadempienti alle
normative sull’igiene e la sicurezza dei lavoratori. In un certo senso si
tratta del recupero di risorse non spese da chi doveva, che vengono reimmesse
nel sistema di regolazione della sicurezza e salubrità del lavoro per
consentirne la manutenzione essenziale. Niente a che fare con incentivi
ad
personam, tutto invece per il miglioramento della qualità del servizio
reso. Questo almeno nelle intenzioni. Rimanendo su questo tema, diremo anche
che la strada per tradurre in pratica le giuste intenzioni contenute nella
norma approvata è ancora lunga e difficile. Attribuire risorse
“fresche”
ad amministrazioni che sono alla disperata ricerca di supporto finanziario da
reperire “costi-quel-che-costi”, stimolerà da una parte gli appetiti di una
parte dell’apparato amministrativo, dall’altra incontrerà le resistenze all’adozione
dei necessari atti aziendali. Esperienze negative anche recenti non mancano in
questo senso. E’ bene apprestarsi a vere e proprie battaglie. E la sola
minaccia della regione di recuperare i fondi non spesi non sembra deterrente
sufficiente. Vedremo.
Passando al merito del provvedimento
descriviamo brevemente i vari allegati.
Il
primo
è dedicato ai
“Criteri Generali per la vigilanza, il controllo,
l’informazione, l’assistenza e la formazione in ambito di prevenzione igiene e
sicurezza del lavoro”. In pratica si descrivono con dettaglio quali sono i
criteri con cui verrà implementata la vigilanza dei luoghi di lavoro nel
territorio della Regione Toscana. Qui vorremmo sottolineare l’enfasi posta
sulla programmazione di tale attività, basata sui sistemi informativi
disponibili, oltre che su considerazioni legate alla conoscenza dei fattori di
rischio nei vari settori e comparti lavorativi. Il rilievo dedicato all’aspetto
della programmazione non è casuale. Trasparenza amministrativa, lotta a
fenomeni di corruzione purtroppo sempre in agguato, possibilità di confronto
con i soggetti interessati per una maggior condivisione e un loro
coinvolgimento sono i motivi alla base di un atteggiamento di attenzione per la
programmazione, finalmente declinato in atti concreti e misurabili. Un buon
punto di partenza, non di arrivo.
Il
secondo allegato
si articola in numerosi (12) sub-allegati, uno per ogni settore produttivo,
comparto, fattore di rischio trattato. In questo secondo allegato,
complessivamente, si dettagliano le premesse, i presupposti informativi, si
descrivono per sommi capi, narrativamente, sulla base dell’esperienza maturata
nei servizi sul territorio, i rischi e i danni alla salute che fungono da
promptper il dispiegamento delle attività d’intervento in comparti, settori, aree
di lavoro. Viene anche fornito uno specchietto delle attività di vigilanza
prevedibili nel corso del quinquennio e questo fornisce un ancoraggio
apprezzabile per future valutazioni del raggiungimento degli obiettivi dichiarati
in partenza. Solo per stimolare l’interesse e la curiosità dell’internauta,
elenchiamo quali sono gli argomenti dei 12 sub-allegati:
1. Comparto
Edilizia;
2. Comparto
Agricoltura;
3. Comparto
Estrattivo e Lapideo;
4. Comparto Lavoro
portuale – Cantieristica navale – Lavoro in mare e navigazione;
5. Comparto
Metalmeccanica;
6. Comparto Legno;
7. Comparto
Progetto Speciale Area Vasta Centro, dedicato alla verifica degli insediamenti
produttivi di ditte straniere a seguito dell’evento luttuoso verificatosi a
Prato nel 2013;
8. Comparto Grande
Distribuzione Organizzata (GDO);
9. Comparto
Tessile;
10. Comparto
Concerie;
11. Comparto Rischio Chimico e aziende ad
alto rischio;
Il
terzo allegato
è intitolato
“Obiettivi di formazione strategica per il quinquennio 2016
-2020 per i soggetti del SST e delle Parti sociali” ed è quindi dedicato al
tema, sempre attuale, della formazione, sia di quella destinata agli operatori
del Servizio Sanitario della Toscana, sia ai soggetti esterni, datori
di lavoro, consulenti alla sicurezza e salute, rappresentanti dei
lavoratori per la sicurezza. La realizzazione delle iniziative di formazione
che verranno previste è demandata a SAFE, il polo regionale da poco tempo
creato proprio per occuparsi di questo campo.
Nel quarto
allegato,
intitolato “
Obiettivi di comunicazione per la sicurezza del lavoro per il
quinquennio 2016-2020” vengono descritte le modalità di divulgazione della
sicurezza e salubrità nei luoghi di lavoro attraverso l’uso delle moderne
tecniche della comunicazione di massa. La o le compagne pubblicitarie verranno
affidate, dal punto di vista tecnico, a agenzie specializzate, mentre
veglieranno sui contenuti gli operatori dei servizi, con la mediazione di
strutture che la Regione Toscana ha sul versante della comunicazione di massa.
L’allegato
cinque
è molto importante, perché destina risorse e azioni all’adozione da parte dei
datori di lavoro di semplici, ma indispensabili presidi di sicurezza per la
soluzione di problemi strutturali legati all’uso di macchine e attrezzi di
lavoro. E’ quindi un modo pratico per mostrare la fattibilità e aiutare
l’adozione di interventi a basso costo, ma ad alto rendimento in termini di
sicurezza. Il paradigma di questo genere d’interventi riguarda le protezioni
dei mezzi semoventi e dei trattori, le cui carenze rappresentano tuttora una
delle più rilevanti cause di infortuni mortali sul lavoro. Favorire
l’adeguamento dei presidi di sicurezza con una politica ben calibrata
d’incentivi anche economici può rappresentare un importante valore aggiunto.
L’allegato
sei
è tutto dedicato alla struttura del Centro Regionale per gli Infortuni e le Malattie
Professionali, del quale la Regione si è dotata da alcuni anni per
l’approfondimento delle statistiche degli eventi avversi sul lavoro, ma anche
per la programmazione degli interventi in base a scale misurabili di priorità e
per la valutazione del raggiungimento dei risultati attesi. Impegno ambizioso
per questo Centro che però ha finora sofferto di una incerta collocazione istituzionale,
penalizzato anche dall’impossibilità a stipulare contratti stabili con il
proprio personale (due statistici e una segretaria amministrativa). La delibera
in questo senso rappresenta un importante, forse decisivo, passo avanti nella
direzione da sempre auspicata dalle autorità regionali, quella di una
definitiva stabilizzazione della struttura del CeRIMP, presupposto essenziale
per lo sviluppo di politiche della prevenzione basate su dati, elaborazioni ben
ponderate, valutazioni di risultato fondate e documentate. Lo stanziamento
previsto risulta adeguato, ma il percorso che descrivevamo in premessa si
presenta particolarmente difficile, dati i tempi che corrono nella Sanità del
nostro paese.
L’allegato sette descrive lo sviluppo e le
prospettive del SISPC-Sistema Informativo Sanitario della Prevenzione
Collettiva, che sta affrontando in questo periodo proprio l’informatizzazione
delle attività dei servizi di prevenzione nei luoghi di lavoro, dopo aver
predisposto gli strumenti per le altre porzioni del Dipartimento di
Prevenzione.
Chiude la corposa serie di allegati il
quadro finanziario delle risorse messe a disposizione per la realizzazione
degli obiettivi.
Una sequenza importante di impegni in un
momento complesso e non facile per la prevenzione; se possiamo fare un appunto
( da pedanti quali siamo ) avremmo voluto un maggiore spazio per alcune
tematiche dell’oggi: rischio organizzativo, genere, invecchiamento al lavoro e
per alcuni comparti di servizio quali ad esempio la sanità.
In conclusione un atto in controtendenza, verrebbe da
dire, rispetto a situazioni del recente passato che dovrebbe facilitare il
lavoro nelle 3 super macro ASL . Non possiamo che accogliere con soddisfazione
questo atto di Policy sanitaria regionale. C’è da sperare che da una parte esso
corrisponda fino in fondo a una presa di coscienza politica, sociale e
sindacale dell’importanza di non lasciare il settore a se stesso, dall’altra
che l’inerzia e vischiosità delle procedure amministrative, aggravata in questi
ultimi anni di vacche estremamente magre, non finisca per vanificare policy
sanitarie regionali e volontà politiche pur chiaramente espresse.
Il
protocollo d’intesa con INAIL
Nella stessa seduta nella quale veniva approvato il Progetto strategico
regionale 2016-2020 per la sicurezza sul lavoro, la Giunta Regionale Toscana ha
anche approvato il protocollo d’intesa con INAIL che fa seguito all’accordo
nazionale del dicembre scorso sottoscritto da INAIL, Ministero della Salute e
Coordinamento delle Regioni e Province autonome
[…]
Nello specifico, almeno due sono le peculiarità che la Regione Toscana
ha aggiunto al testo nazionale. Nell’articolo 2 che rappresenta il cuore del
documento, si dichiara che la collaborazione, finalizzata ad implementare ed
armonizzare i rispettivi sistemi informativi, si avvarrà, in particolare, del
supporto tecnico scientifico del Centro regionale infortuni e malattie
professionali (CeRIMP), struttura che in questa maniera assume un particolare
rilievo come strumento tecnico dell’assessorato nella trattazione di argomenti,
quali quelli legati allo scambio di dati e informazioni tra enti, nei quali è
indispensabile un’alta dose di technicalities per dirla all’anglosassone.
L’altro elemento riguarda la conferma dell’impegno a scambiare informazioni
relative ai casi diinfortuni mortali sul lavoro per i quali la Regione ha da tempo attivato
un programma di supporto economico alle famiglie che si avvale anche dei dati
sui riconoscimenti della causa lavorativa provenienti in maniera tempestiva
dalla sede INAIL regionale.
Fonte: SNOP
[1] Chiameremo
“servizi” le strutture operative e organizzative esistenti dedicate alla
sicurezza e alla salute dei lavoratori nella regione Toscana.
Segnala questa news ad un amico
Questa news è stata letta 1278 volte.
Pubblicità