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"Un problema ancora poco noto: l’illuminazione con proiettori ad infrarossi"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza
23/06/2016 -
I proiettori a luce infrarossa, assai apprezzati
soprattutto per la discrezione della loro illuminazione, trovano una
applicazione sempre più vasta in nuovi impianti di videosorveglianza.
Talvolta questi proiettori sono addirittura incorporati
nella telecamera stessa, rendendo più semplice la procedura di installazione.
Vi sono tuttavia dei problemi non trascurabili da
esaminare, quando il proiettore è esterno alla telecamera. Ricordo ai lettori
che questa soluzione è assai più flessibile, in quanto permette al progettista
di scegliere il proiettore più appropriato e non dover necessariamente valersi
delle scelte che sono state fatte a monte, da chi ha progettato la telecamera
con i LED
di illuminazione incorporati.
La relativa novità dei proiettori a raggi infrarossi sta
nel fatto che per essi ancora nessuno ha sviluppato delle normative
internazionali e quindi vi è un certo grado di libertà, per non dire eccessiva
discrezionalità, da parte dei singoli produttori, che immettono sul mercato
questi prodotti.
Soprattutto i prodotti che vengono dall’estremo oriente
sono spesso accompagnati da descrizioni tecniche, che danno dei parametri di
utilizzo, privi di qualsiasi riscontro oggettivo e quindi difficilmente
recuperabili con i parametri che vengono forniti da altri fabbricanti, che si
appoggiano a procedure oggettive.
In questo articolo, adesso in più parti, prenderò in esame
successivamente i seguenti temi:
- come individuare la portata utile del proiettore
- valutazione complessiva dell’efficienza radiante del proiettore
- proiettori a fascio fisso ed a fascio variabile
- proiettoriPoE
- supporto in fase di progettazione.
Cominciamo ad
esaminare il dato di portata utile del proiettore
La portata del proiettore non v’è dubbio rappresenti uno dei parametri che maggiormente interessa
il progettista. Sul mercato possono essere presenti due prodotti, per uno dei
quali si dichiarano la portata utile di 100 metri e per un altro di 200 metri.
Il prezzo magari è lo stesso e a questo punto il
progettista potrebbe essere attirato dalla seconda soluzione. Il problema è che
occorre vedere che cosa si intende quando si afferma che la portata è pari a
200 metri.
Come noto, quando si abbassa il livello di illuminazione,
aumenta il rumore del segnale video. Tale rumore può diminuire se la telecamera
è dotata di un sensore ad alta sensibilità e utilizza una ottica con una valore
di diaframma particolarmente basso. Appare evidente che se il venditore del
proiettore ad infrarossi non dichiara
con che tipo di telecamera, di ottica e di sensore egli afferma che la portata
è pari a 200 metri, non si ha la minima idea del fatto che l’immagine, nella
applicazione pratica sia realmente visibile.
Chi scrive parla per diretta esperienza, avendo comperato
proprio due fari ad infrarossi
con queste caratteristiche, avendoli installati sul campo e avendoli sottoposti a prova pratica.
Utilizzando la stessa telecamera ed accendendo
alternativamente l’uno nell’altro faretto, le differenze dell’immagine erano
addirittura clamorose.
Non solo il faro con portata dichiarata di 200 metri non
permetteva di vedere praticamente nulla, a 200 metri, se non rumori di fondo,
ma anche a parità di distanza con l’altro faretto, vale a dire con tutt’e due i
bersagli posizionati a 100 metri, la differenza fra le due immagini era
clamorosa.
Questi sono dati di cui deve tener ben conto chi sviluppa capitolati di appalto
e, più ancora, fa parte delle commissione di aggiudicazione.
Se infatti la commissione di aggiudicazione non è in grado
di avere a disposizione parametri oggettivi, potrebbe essere facilmente
fuorviata dalla scheda tecnica del fornitore, che però non è sostanziata da
alcun riferimento oggettivo.
Passiamo adesso ad
esaminare l’efficienza radiante complessiva del proiettore
Esistono già da decenni delle normative, applicabili alle
sorgenti di luce visibile, che permettono, grazie ad appositi strumenti, di
misurare oggettivamente quale sia il flusso luminoso complessivo emesso da una
sorgente luminosa. Il flusso luminoso è misurato in lumen. Innanzitutto, ci si
chiede come mai non sia possibile effettuare la stessa misura anche per
proiettori a raggi infrarossi, utilizzando il flusso radiante complessivo.
Questo valore dovrebbe essere espresso in un watt.
Paragonando questo flusso luminoso radiante con
l’assorbimento energetico, si ha immediatamente una indicazione oggettiva della
efficienza radiante del proiettore.
Anche se sappiamo tutti che proiettori a stato solido
hanno dei notevoli vantaggi, in termini di efficienza, nei confronti di
proiettori con altre sorgenti luminose, le differenze esistono anche tra due
diversi proiettori, entrambi in grado di emanare una radiazione infrarossa.
Un secondo aspetto fondamentale è legato al modo in cui
questa radiazione luminosa viene proiettata sulla zona da riprendere.
Vi sono delle sorgenti oltremodo direttive, che in genere
garantiscono una lunga portata di captazione di eventuali intrusi, e vi sono
sorgenti invece di tipo panoramico, che sono particolarmente adatte, ad
esempio, per illuminare le pareti verticali perimetrali di un magazzino. Il
fabbricante deve mettere a disposizione delle accurate documentazioni, che
devono illustrare la distribuzione della luce, su 360 gradi. I produttori più
raffinati mettono addirittura a disposizione degli applicativi, che possono
essere inseriti in software in grado di assistere il progettista illuminotecnico,
effettuando delle simulazioni al tavolino dei livelli di intensità luminosa che
si avranno nei vari punti della zona da illuminare.
Sono questi applicativi preziosissimi, perché permettono
di risparmiare tempo, in fase di installazione; tuttavia essi sono utili solo
nei limiti in cui i dati che vengono forniti siano credibili.
Infine, non dimentichiamo che esistono anche dei radiatori
ad infrarossi che possono essere comandati a distanza, vedremo in seguito come,
in modo da poter passare da una configurazione radiante energetica assai
concentrata in una lunga portata, verso una distribuzione della radiazione più
panoramica, con portata evidentemente ridotta.
Si tratta di soluzioni oltremodo raffinate, che hanno un
costo, ma credo proprio che il costo possa essere assorbito in tempi
relativamente brevi, a fronte del grande vantaggio operativo che si ottiene con
queste soluzioni flessibili.
Adalberto Biasiotti
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