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"Spazi confinati: i rischi delle strutture isolate del sottosuolo"
fonte www.puntosicuro.it / Ambienti Confinati
28/06/2016 - In alcuni luoghi di lavoro gli infortuni, anche mortali, avvengono
con eccessiva frequenza e soprattutto a causa di incidenti dovuti alla
qualità dell’aria presente all’interno dell’ambiente.
Stiamo parlando degli
spazi confinati e dei molti incidenti che in Italia continuano ad avvenire malgrado l’entrata in vigore del Decreto del Presidente della Repubblica 14 settembre 2011, n. 177 che prevede un sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi che operano nell’ambito degli ambienti confinati e sospetti di inquinamento.
Affrontiamo il tema degli spazi confinati, con particolare riferimento alle
strutture isolate del sottosuolo, presentando alcuni documenti correlati alla lezione, dal titolo “
Atmospheric Hazards and Isolated Subsurface Structures in the Subsurface Infrastructure - A Deadly Combination”, di uno dei massimi esperti in materia di spazi confinati,
Neil McManus (CIH,
ROH, CSP North West Occupational Health & Safety North Vancouver,
British Columbia Canada). Lezione in webconference che McManus ha tenuto
al quinto convegno nazionale sulle attività negli spazi confinati, dal
titolo “ Confined Spaces: new perspective in Confined Spaces Safety”, un evento organizzato nell’ambito del progetto “ A Modena la sicurezza sul lavoro in pratica”
dal Centro di Ricerca Interdipartimentale sulla Sicurezza e Prevenzione
dei Rischi C.R.I.S. in collaborazione con l'Associazione organismo di
ricerca European Interdisciplinary Applied Research Center for Safety di Parma.
Nel documento “
Strutture isolate del sottosuolo: un
infortunio che sta aspettando di verificarsi?”, McManus, ricorda che i
problemi degli spazi confinati nascono anche perché certi tipi di spazio di
lavoro:
non
sono luoghi dove le persone normalmente lavorano, ovvero non sono progettati o
destinati all’occupazione permanente di un lavoratore;
presentano
vie di accesso e uscita limitate;
hanno
conformazione geometrica in grado di intrappolare le persone e/o inquinanti
aerodispersi e/o un’energia pericolosa.
E non sono disponibili molte
informazioni pubblicate circa il tipo e l’entità delle condizioni di pericolo e
di come queste si sviluppano.
I pericoli che, sulla base dei
dati storici, rappresentano la principale causa d’incidente sono:
atmosfere
contaminate;
incendi
ed esplosioni;
arricchimento
di ossigeno.
Inoltre, prosegue la
presentazione, l’atmosfera pericolosa “può svilupparsi prima di entrare in uno spazio
confinato e/o nel corso dello svolgimento di un’attività lavorativa”.
Riguardo alle
infrastrutture presenti nel sottosuolo queste
sono spesso situate sotto: “zone pedonali, carreggiate, parchi”, ... si indica
che sono solitamente costituite da strutture in calcestruzzo gettato in opera o
prefabbricate, alcune di nuova costruzione quale aggiunta/modifica a reti già
esistenti, o già in servizio. Queste possono costituire
sistemi aperti, ovvero un sistema di ambienti interconnessi tra
loro per mezzo di tubature o condotti, in grado di consentire la diffusione
all’interno dell’intero sistema di eventuali inquinanti oppure strutture
isolate.
Prescindendo dalla modalità con
cui sono interconnesse, bisogna ricordare che queste strutture sono soggette
agli effetti dello stress meccanico, chimico e del tempo che, progressivamente,
ne riducono le caratteristiche prestazionali, specie rispetto alla tenuta. Da
notare che, in particolare, le reti fognarie e di trasporto del gas metano,
sono le condotte sotterranee che più patiscono l’usura da parte del tempo e dall’ambiente
di posa tenuto anche conto che, nel caso delle fognature, queste sono state
spesso costruite in materiali poveri (cemento, cemento-amianto, muratura, ecc.)
con modalità di posa per lo più finalizzate al massimo risparmio dei costi.
Questo insieme di fattori, quindi, determina potenziali situazioni di mancanza
di tenuta di tratti delle reti interrate che potrebbero essere origine (reti
fognarie, distribuzione di gas metano) o recettori (reti fognarie, di
distribuzione di energia elettrica, telefonia/dati) di agenti chimici
pericolosi (inclusi in specifici ambiti geologici i gas endogeni) che
potrebbero penetrare al loro interno.
La lezione propone alcuni
esempi di sistemi aperti:
- “fognature sanitarie/acque
piovane e strutture a loro connesse;
- pozzetti interrati della rete
distribuzione elettricità;
- pozzetti delle reti di
comunicazione (telefono, cavo TV, cavo fibra ottica);
- tunnel servizi (vapore, acqua
calda e fredda, gas di processo)”.
Nel caso delle
strutture isolate del sottosuolo, queste
possono
essere “strutture
deliberatamente isolate in sistemi aperti” e “strutture intrinsecamente
isolate”.
Tra le strutture intrinsecamente
isolate possiamo avere:
- “distribuzione acqua potabile
(pozzetto delle valvole, pozzetto apparecchi di misura);
- pozzi di emungimento acqua;
- camerette sulle reti di
distribuzione;
- alcune camerette delle reti di
comunicazione”;
- ambienti caratterizzati
dall’assenza di canalizzazioni di collegamento con altre strutture interrate
che possono consentire l’aerodispersione di inquinanti gassosi (ad esempio le
tubazioni di trasporto dell’acqua in uscita da un pozzetto idrico con valvole
sono direttamente interrate nel terreno).
A causa della loro conformazione
strutturale e del contesto di installazione, le strutture isolate del
sottosuolo possono contenere:
- “acque reflue raccolte in
fogna, acqua di falda, acqua di marea;
- sabbia, piccole pietre;
- foglie, altri detriti organici;
- residui di sale sparso sulle
strade;
- insetti, ragni;
- piccoli animali;
- siringhe ipodermiche, aghi,
altri oggetti
appuntiti;
- rifiuti di origine umana e
animale;
- reflui liquidi per lo
smaltimento e vapori;
- gas e vapori endogeni;
- vapori di liquidi infiammabili
causati da perdite di serbatoi (benzina, GPL, ecc.);
- gas di scarico di veicoli, di
apparecchiature fisse e portatili (es. generatore di corrente mobile)”.
E non bisogna dimenticare che
questi ambiti possono anche essere allagati dall’acqua che, tra l’altro,
favorisce la formazione di ruggine e consente la crescita di microrganismi sui
detriti organici”.
Il documento agli atti, ricco
d’immagini esplicative, riporta alcune strategie per
impedire l’ingresso delle acque superficiali: “impedire l’entrata
di acqua usando un portello di accesso a tenuta stagna deviando le perdite su
un canale di scolo” oppure “prevedere una pompa immersa, predisporre un
drenaggio in fogna prevedendo un sifone per evitare che i gas di fogna possano
permeare l’atmosfera interna”.
Riguardo alla
ventilazione:
- alcune strutture contengono
sistemi di ventilazione fissi (“solo
ventilazione: alcune stazioni di sollevamento/pompaggio; solo aspirazione:
alcune camerette elettriche sotterranee, alcune stazioni di
sollevamento/pompaggio”);
- la maggior parte delle
strutture isolate del sottosuolo “dipendono dalla ventilazione naturale
(aperture di ventilazione nella superficie di accesso; aperture di ventilazione
nella superficie di accesso + aperture supplementari). Alcune strutture
contengono un condotto che ha un’apertura sulla superficie”.
Ci sono peraltro diverse
strutture interrate che non sono ventilate.
Il documento, che vi invitiamo a
leggere integralmente, si sofferma poi su altri aspetti (autoventilazione,
bilanciamento della pressione, ...) e altri ambienti che fanno parte delle reti
interrate (pozzi di respirazione, falde freatiche, strutture di respirazione,
stazioni di pompaggio nei cimiteri, ...). E sono riportate alcune prospettive
di regolamentazione e varie indicazioni tratte da ricerche e studi.
Infatti noi “non sappiamo quasi
niente di:
- condizioni ambientali nelle
strutture isolate del sottosuolo;
- sviluppo della contaminazione
atmosferica e come ripristinare le condizioni ambientali”.
Ed è dunque necessario “compiere
uno sforzo considerevole per indagare su questi temi”.
In conclusione McManus riporta
alcuni “
suggerimenti di misure da
adottare nel luogo di lavoro:
- esaminare tutte le strutture
del sottosuolo indipendentemente dall’età e dall’uso prima dell’accesso al loro
interno e durante lo svolgimento della prestazione lavorativa;
- prima dell’accesso al loro
interno e durante lo svolgimento della prestazione lavorativa ventilare tutte
le strutture del sottosuolo;
- esaminare l’autoventilazione
delle strutture del sottosuolo per determinarne le caratteristiche del
comportamento”.
“
Strutture isolate del sottosuolo: un infortunio che sta aspettando di
verificarsi?”,
prima parte (formato PDF, 5,41 MB) e
seconda parte (formato PDF, 4,31 MB), documenti relativo alla lezione “Atmospheric
Hazards and Isolated Subsurface Structures in the Subsurface Infrastructure — A
Deadly Combination” di Neil McManus
(CIH, ROH, CSP North West Occupational Health & Safety North Vancouver,
British Columbia Canada), V convegno nazionale sulle attività negli spazi
confinati “Confined Spaces: new perspective in Confined Spaces Safety”
RTM
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