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"Edilizia: sicurezza e prevenzione nelle attività di scavo "
fonte www.puntosicuro.it / Edilizia
25/07/2016 - In un precedente articolo abbiamo affrontato il tema degli
scavi per le opere di fondazione con riferimento a quanto contenuto in alcuni materiali didattici, in materia di “
Organizzazione del cantiere”, pubblicati sul sito web del Dipartimento Ingegneria Civile Edile Ambientale dell’ Università degli Studi di Napoli Federico II e a cura del Prof. Fabrizio Leccisi.
Oggi torniamo ad affrontare il tema degli scavi - con particolare
attenzione alla sicurezza degli operatori e ai rischi di alcune
tipologie di scavo - con riferimento al materiale “
Il
tracciamento delle fondazioni. Le operazioni di scavo. Trasporto a
rifiuto di terre e rocce di scavo. Esecuzione delle fondazioni” elaborato sempre dal Prof. Leccisi.
Il materiale didattico si sofferma, ad esempio, sulla
riduzione del rischio.
Infatti si indica che ai fini della prevenzione dei rischi
“importanza prioritaria va attribuita ai provvedimenti d’ordine
tecnico-organizzativo diretti ad eliminare o ridurre sufficientemente i
pericoli alla fonte ed a proteggere i lavoratori mediante mezzi di
protezione collettivi”.
Tuttavia laddove queste misure di tipo collettivo non permettano di
evitare e/o ridurre i rischi per la sicurezza e la salute ad un livello
accettabile, “si deve ricorrere all’uso di idonei Dispositivi di
Protezione Individuale” (DPI).
Senza dimenticare che nelle attività esercitate nei cantieri
temporanei o mobili deve essere impiegato personale adeguatamente
“formato, informato ed addestrato e deve essere evitata la presenza di
personale non formato”. E particolare attenzione “va posta nei confronti
del rischio legato al fattore umano”.
Il documento si sofferma poi sulle
macchine movimento terra,
le macchine destinate ad essere adibite a lavori di scavo, carico,
trasporto, spianamento di materiali (roccia, sabbia, terra, ecc.). Come
abbiamo visto anche in varie puntate di “ Imparare dagli errori”,
la rubrica dedicata al racconto e alla prevenzione degli infortuni
lavorativi, ogni macchina movimento terra può essere divisa in:
- “
macchina adibita esclusivamente alla movimentazione del materiale: apripista (bulldozer), motorgrader, scraper;
-
macchina per il caricamento del materiale e da scavo: caricatore, escavatore, terne, miniescavatore, minipala;
-
macchina per il trasporto materiale: dumper, autocarro, autoarticolato”.
Si ricorda che i
movimenti terra si distinguono poi “in riporti di terreno e scavi” e gli scavi si differenziano in
scavi a cielo aperto e
scavi sotterranei”.
Il documento, che vi invitiamo a leggere integralmente, descrive gli scavi a cielo aperto e riporta anche indicazioni sulla
sicurezza negli scavi di splateamento (“attività relativa ad un vasto scavo pianeggiante”)
e di sbancamento
(“attività relativa alla modifica dell’andamento naturale del
terreno”), scavi che “vengono effettuati su aree di notevoli dimensioni e
presentano problematiche di sicurezza simili tra loro”.
Si indica che l’ampiezza dell’area di intervento “permette
l’utilizzo di mezzi meccanici, sia per lo scavo che per il trasporto del
materiale, con conseguente ulteriore rischio connesso alla
movimentazione degli stessi”. E negli scavi di splateamento e di sbancamento
“possono verificarsi problemi di stabilità dei versanti, dovuti alla
variabilità delle caratteristiche strutturali e di composizione dei
terreni trasversalmente e lungo il tracciato”.
Il materiale si sofferma poi sugli
scavi a sezione obbligata.
In particolare gli scavi a sezione obbligata
“vengono effettuati in tutte quelle attività dove la sezione dello
scavo è vincolata allo stato dei luoghi e/o alla presenza di strutture o
servizi”. E questa tipologia di scavi a cielo aperto, che “presenta
pareti verticali o subverticali, e viene effettuata spesso nei centri
urbani per realizzare trincee, pozzi, sottomurazioni e fondazioni o
servizi interrati”, può nascondere diverse insidie per i lavoratori.
Infatti la sezione ristretta è “
fonte di pericolo:
- per il distacco di blocchi di terreno dalla pareti;
- per la limitatezza della via di fuga;
- per la bassa velocità di scampo consentita agli operatori, in caso di pericolo, per raggiungere un luogo sicuro”.
Si segnala che recentemente “sono state immesse sul mercato
macchine per lo scavo parallelepipeidale a sezione obbligata che
consentono di scavare le dimensioni minime necessarie”.
Si ricorda poi che se negli scavi può verificarsi un
accumulo di acqua, “le precauzioni da prendere possono prevedere:
- armature particolari per evitare franamenti delle pareti dello scavo;
- sistemi adeguati per l’eliminazione delle acque o per il controllo del livello;
- uso di opportuni dispositivi di protezione individuali”.
E se lo scavo interrompe il naturale drenaggio del terreno “vanno
predisposte canalizzazioni e/o barriere o altri adeguati mezzi per
impedire l’allagamento dello scavo. Nell’eventualità di allagamento
dell’area di scavo occorre attivare la procedura di emergenza, con la
sospensione dei lavori, l’immediato allontanamento dei lavoratori e
l’attivazione dei sistemi di smaltimento delle acque da parte degli
addetti all’emergenza”.
Sempre negli scavi a sezione obbligata l’eventuale
presenza di reti di servizio “può provocare gravi incidenti, quando si fa uso di utensili o macchine di scavo, ossia nella quasi totalità dei contesti operativi presi in considerazione”.
A questo proposito si segnala che se gli scavi devono essere
effettuati in prossimità di gasdotti o linee elettriche sotterranee
“occorre comunicarlo all’azienda erogatrice e ottenere le necessarie
autorizzazioni. Quando non è possibile stabilire l’esatta posizione
delle canalizzazioni, nemmeno con sistemi elettronici di rilevamento, il
lavoro deve essere svolto con cautela e, se possibile, con scavo
manuale”.
Concludiamo riportando quanto indica il materiale universitario
relativamente alla salubrità dell’aria nella trincea e alla sicurezza
dei lavoratori dal
rischio incendio o esplosione. Per garantirla si dovrà “disporre all’occorrenza di strumenti di rilevazione di gas nocivi od esplodenti”.
Dipartimento Ingegneria Civile Edile Ambientale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, “ Il
tracciamento delle fondazioni. Le operazioni di scavo. Trasporto a
rifiuto di terre e rocce di scavo. Esecuzione delle fondazioni”, materiale didattico a cura del Prof. Fabrizio Leccisi, a.a. 2014-2015 e 2015-2016 (formato PDF, 10.20 MB).
RTM
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