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"«La marca non garantisce la provenienza delle olive»"
fonte La Gazzetta del Mezzogiorno / Sicurezza alimentare
08/11/2009 - ROMA. La marca di un olio di oliva, per quanto rinomato sia, «non basta a garantire che quel prodotto sia italiano. È importante leggere bene l’etichetta, l’unica che può certificarlo». È l'invito rivolto ai consumatori dall’Unaprol, in vista dell’entrata in vigore prevista tra pochi giorni, del provvedimento che rende obbligatoria l'etichettatura d’origine per l’olio d’oliva. L’unione, ricordando che una parte dell’olio in vendita è già provvisto della nuova etichettatura, ha sottolineato che sugli scaffali, come è normale, «ci sono ancora oli dell’anno precedente. Le vecchie confezioni vanno infatti smaltite: l’olio ha una vita media sullo scaffale di 18 mesi, anche se si cerca di ridurla a un anno». Anche dopo l’entrata in vigore del provvedimento sull'etichettatura, dunque, una parte delle bottiglie in vendita potrebbe non contenere la dicitura. Della Torre, in particolare, prevede «qualche mese di co-presenza delle vecchie e nuove etichette. A maggio-giugno 2010 ci saranno in vendita esclusivamente oli con le nuove etichette». L’Unaprol ha accolto positivamente la nuova normativa: «è di buon auspicio – ha aggiunto – per una buona campagna e per fare chiarezza sul mercato. Inoltre dà la possibilità al consumatore di scegliere l’olio migliore». L’unione è anche soffermata sulla qualità del prodotto di quest’anno, che è buona con 200 mila tonnellate di extravergine immesse sul mercato, pari a 200 mila bottiglie. E ha rimarcato come l’extravergine nuovo abbia proprietà salutari superiori rispetto all’olio vecchio grazie al maggiore contenuto di polifenoli. Parlando dell’iter del provvedimento sull'etichettatura, l’Unaprol ha infine ricordato che «ha avuto tanti nemici, tra cui le industrie che fanno miscele di prodotto». E ha definito «pretestuose» le polemiche sollevate da alcuni soggetti sulla cancellazione delle norme semplificative, che prevedevano un codice alfanumerico, per l’autorizzazione delle aziende alla produzione di olio extravergine con la denominazione d’origine «Made in Italy». Unaprol ha concluso sottolineando che la dicitura “olio prodotto da olive coltivate ed estratte in Italia”, per le produzione estere con materia prima italiana, di cui si ipotizzava la cancellazione, potrà essere utilizzata».
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