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"Olio: obbligatoria l’origine in etichetta "

fonte La Gazzetta del Mezzogiorno / Sicurezza alimentare

08/11/2009 - ROMA. Non solo le scritte «100% made ‍in Italy», «Italiano» o «Prodotto italiano», ma anche la presenza, ‍in ‍etichetta, del simbolo di una bandiera italiana o di una fascia tricolore per garantire che ‍quell‍'‍olio d’oliva è nostrano. È quanto prevede il decreto ministeriale che recepisce a livello nazionale le disposizioni relative all’etichettatura ‍dell‍’olio, ‍in fase di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Viene così resa ‍obbligatoria ‍l‍’‍indicazione dell’origine delle olive ‍in ‍etichetta. L’obiettivo è la tutela della produzione italiana, quest’anno stimata dall’Unaprol-consorzio olivicolo italiano ‍in 500.000 tonnellate, con un calo del 15% rispetto all’anno scorso. Il provvedimento sull'etichettatura entrerà ‍in vigore a breve, ma ha già prodotto i suoi effetti concreti. «Sugli scaffali dei supermercati e dei negozi di alimentari – spiega Ranieri Filo Della Torre, direttore dell’Unaprol – già sono ‍in vendita oli con la nuova etichettatura. I produttori, infatti, si sono adeguati ‍in anticipo alla nuova normativa. Del resto chi non rispettasse la normativa, una volta ‍in vigore la normativa, sarebbe costretto a ritirare il prodotto dal mercato». Il consumatore, quindi, già oggi può scegliere consapevolmente di acquistare ‍olio di produzione italiana, la cui qualità è riconosciuta anche a livello internazionale: il nostro Paese è secondo nel mondo nelle esportazioni dopo la Spagna con 340 mila tonnellate. Ma anche le importazioni rappresentano una quota rilevante: se il 60-70% dei consumi italiani è rappresentato da produzione italiana, il 30-40%, ricorda Della Torre, «proviene principalmente dalla Spagna, ‍in parte dalla Grecia». Ogni italiano, secondo i dati Unaprol, consuma mediamente 12-13 kg all’anno di ‍olio d’oliva. Intanto, mentre la raccolta delle olive è ancora ‍in corso, l'Unaprol stima quest’anno il 15% di produzione ‍in meno di ‍olio d’oliva. «La produzione, che ‍in Italia vede occupate 1,4 milioni di persone – sottolinea Della Torre – ammonterà a 500mila tonnellate, di cui 300mila di e x t r ave r g i n e » . Dell’extravergine, ricorda il direttore di Unaprol, «100 mila tonnellate finiscono nel canale dell’auto consumo o della vendita diretta, mentre le altre 200 mila restano sul mercato per la vendita». Quasi il 40% della produzione italiana, ricorda il direttore di Unaprol, «è costituita da ‍olio lampante, cioè prodotto da olive non ‍in condizioni perfette, che diventa commestibile dopo un processo di raffinazione».

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