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"Imparare dagli errori: le cataste e i mezzi di movimentazione"
fonte puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
10/01/2012 - Con la nostra rubrica “Imparare dagli errori” abbiamo iniziato una
rassegna degli incidenti correlati alle attività
di stoccaggio,
immagazzinamento,
accatastamento e
movimentazione.
Ci
soffermiamo ancora su queste attività, ma con un attenzione maggiore ai casi di
infortuni in cui sono coinvolti anche carrelli trasportatori e altre macchine
di movimentazione.
I
casi riportati sono tratti dall’archivio di
INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio
collegato al sistema di
sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
I casi
Il
primo caso è relativo a ad
attività nel comparto edile.
Un
lavoratore si trova in prossimità della macchina operatrice denominata
terna (una macchina usata per eseguire
lavori di scavo, riporto, e movimento di materiale) per munirla delle forche di
cui è dotata. La macchina deve servire per il prelievo di travi in legno
accatastate all’interno di un capannone dove sono state precedentemente
depositate. La catasta è costituita da colonne di travi, adagiate in senso
orizzontale l’una sull’altra e separate le une dalle altre da muraletti che ne
permettono il prelievo con forche. Le colonne sono accoppiate, con interasse di
circa 1m, a due a due mediante i muraletti che ne vengono a costituire un
collegamento e un legame in modo da dare stabilità alla singola struttura.
Per
eseguire il lavoro in sicurezza bisogna prelevare la trave posta sulla sommità
della prima catasta quindi quella allo stesso livello della seconda, togliere i
muraletti su cui sono state appoggiate e poi procedere con la stessa tecnica
fino all’ultima trave posta a livello di terra: procedendo in tal modo le due
catasta risultano sempre stabili perché legate tra loro.
La
squadra di 3 lavoratori decide invece di procedere in altro modo per la
rimozione di una coppia, formata ciascuna da 6 travi impilate, poiché sulla
seconda catasta (quella interna) era appoggiato un muraletto caricato con del
materiale (non si potevano prelevare le travi se prima non veniva rimosso).
Viene
utilizzata la tecnica di togliere una alla volta tutte le travi della prima catasta,
tagliando di volta in volta le parti di muraletti sporgenti, e poi di rimuovere
il materiale (travi) sovrastante la colonna di travi rimasta. In tal modo la
catasta è messa in una condizione
di stabilità precaria perché è rimossa completamente la colonna con cui è
legata e la base di appoggio è costituita dalla sezione longitudinale della
trave di base (0,15 x 10 m); inoltre con gran probabilità, in analogia con le
altre colonne della catasta rimaste, le travi sono impilate l’una sull’altra
non in perfetto allineamento.
Uno
degli operatori cammina sulla restante catasta di travi, retrostante la
colonna, per passare a mano al collega a terra dei muraletti. Si suppone che in
tale operazione abbia urtato la colonna facendole perdere stabilità e quindi
determinandone il crollo.
Le
travi cadendo vanno a colpire uno dei lavoratori che si trova a terra a poca
distanza e, dando le spalle alla colonna, stava posizionando una forca sulla
benna della terna; inoltre, forse per il rumore provocato dal motore acceso
della macchina e per l’ipoacusia di cui era portatore, non sente l’allarme dato
dal collega di lavoro. Le lesioni riportate evidenziano traumi da
schiacciamento dovuti allo schiacciamento della trave che lo ha colpito e
all’impatto con il suolo e con la pala della terna.
Il
modo di procedere dei lavoratori era a conoscenza del capo cantiere e comunque
la fase lavorativa del prelievo delle travi non era stata prevista nel POS.
Dunque
le cause dell’incidente sono varie:
-
“rimozione travi soprastanti che bloccavano la colonna e rimozione colonna con
cui era accoppiata;
-
“il collega urta una catasta facendone perdere la stabilità”;
-
“non perfetto allineamento verticale delle travi impilate”;
-
l’operaio “operava a terra in una zona con rischio di investimento per crollo”;
-
l’operaio “era portatore di ipoacusia e non ha sentito il richiamo di pericolo
del collega”.
Il
secondo caso è relativo allo
stoccaggio di prodotti alimentari
all'interno di un magazzino, mediante l' utilizzo
di un carrello elevatore.
Dal
“sopralluogo effettuato sul luogo dell’infortunio è emerso quanto segue:
l’infortunato, insieme ad altri colleghi era dipendente di una ditta
specializzata in movimentazione
di merci all’interno del magazzino.
Un
operaio, addetto allo stoccaggio dei prodotti alimentari con carrello
elevatore, dopo aver depositato della merce ad una altezza di circa 5,70 metri
si dirige verso l’area adibita a stoccaggio merci per prelevare un’altra pedana
di materiale.
Nel
percorrere il corridoio che collega i due reparti urta con la parte superiore
delle guide del carrello elevatore la trave di copertura posta ad un’altezza di
circa 5,70 metri, provocando così il ribaltamento del mezzo.
Durante
la caduta l’infortunato nel tentativo di mettersi in salvo esce dalla cabina
comando dirigendosi lungo il raggio di caduta del carrello elevatore venendo
così colpito alla testa dai supporti delle guide e riportando così lesioni
mortali.
Il
carrello elevatore non era provvisto di idonee cinture di sicurezza.
Sono
evidenti i problemi relativi alla guida del carrello elevatore con le forche
alzate e alla mancanza di idonei dispositivi di protezione individuale.
La prevenzione
Avendo
già fornito informazioni nelle scorse puntate sui problemi di stabilità delle
cataste, ci soffermiamo oggi sull’uso in sicurezza dei carrelli trasportatori
con riferimento a un documento dell’ Azienda
Sanitaria n. 5 Ovest Vicentino che - benché pubblicato prima dell’entrata
in vigore del Decreto legislativo 81/2008 - contiene ancora utili suggerimenti
per l’uso in sicurezza dei carrelli: le “ Linee Guida per
la gestione del rischio da carrelli trasportatori”.
Dopo
aver fornito dei
consigli per
l’avviamento di carrelli a motore a combustione interna (prima
dell’avviamento verificare che sia azionato il freno di stazionamento e che il
comando della direzione di marcia sia in posizione di folle) e carrelli
elettrici (verificare che il selettore della direzione di avanzamento sia in
folle e che il comando di marcia non sia azionato), vengono date indicazioni
specifiche relative al comportamento
di guida, comportamento che deve essere conforme ai regolamenti del
traffico stradale:
-
“guidare lentamente nelle curve, nei passaggi stretti, nell’attraversamento di
porte, in zone di ridotta visibilità, su pavimentazioni irregolari;
-
mantenere una distanza di sicurezza dai veicoli e dalle persone che si trovano
davanti a lui ed avere sempre il proprio carrello sotto controllo;
-
evitare arresti improvvisi, inversioni veloci, sorpassi;
-
essere correttamente seduto nel posto di guida (anche se si tratta di piccoli
spostamenti): nessuna parte del corpo deve sporgere oltre la sagoma del
carrello”.
Inoltre
durante la marcia il conducente deve:
-
“guardare nella direzione di traslazione del carrello ed avere una visibilità
sufficiente nella corsia di marcia;
-
guidare in retromarcia a passo d’uomo e con massima cautela se la visibilità è limitata o i carichi sono
ingombranti o con l’ausilio di una seconda persona da terra”.
Se
per ottenere una visibilità sufficiente
fossero necessari dispositivi ausiliari (es. specchi, monitor), “l’operatore
deve acquisire dimestichezza con tali dispositivi: occorre prestare molta
attenzione quando ci si muove in retromarcia con l’ausilio di specchi”.
Inoltre
sempre con riferimento ai carrelli elevatori riportiamo infine quanto contenuto
nella “ Scheda
tecnica n° 24: i carrelli elevatori con operatore a bordo (carrelli elevatori a
forche)”, presente sul sito dell’ Azienda
Ospedaliera S.Orsola Malpighi di Bologna e curata dal Servizio Prevenzione
e Protezione dell’Azienda.
Dopo
aver parlato della necessità delle protezioni per i lavoratori, la scheda
riporta alcune indicazioni relative alla movimentazione del carico:
-
“devono essere movimentati carichi non eccedenti la portata del carrello;
- devono essere movimentati solo carichi
stabili e disposti con tutta sicurezza. Particolare attenzione va posta
soprattutto per carichi lunghi e/o alti;
- è vietata l’utilizzazione simultanea di due
carrelli per movimentare carichi molto ingombranti;
- per aumentare la stabilità del carico
allargare sempre le forche in relazione alla larghezza dello stesso;
- in caso di trasporto di carichi sovrapposti
fare in modo che questi siano di analoghe dimensioni;
-
le manovre di sollevamento e/o prelevamento merci devono essere effettuate
previo allontanamento delle persone che si trovano esposte al pericolo di una
eventuale caduta del carico;
-
non utilizzare il carrello per spingere carichi;
-
il sollevamento
di persone non è consentito. Non utilizzare il carrello elevatore per
effettuare interventi di manutenzione (es. su impianti di illuminazione);
-
prima di azionare il carrello abbassare sempre le forche (sia vuote che
cariche) per evitare il pericolo rovesciamento o ribaltamento;
-
tenere il carico il più vicino possibile al montante e inclinare il montante
all’indietro;
-
non sovraccaricare mai il carrello; evitare che la distanza del baricentro del
carico sia troppo elevata rispetto al montante”.
Pagina
introduttiva del sito web di
INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero
834 (archivio incidenti 2005/2008) e
678 (archivio incidenti 2002/2004).
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