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"I vantaggi per le aziende sensibili alle differenze di genere"
fonte www.puntosicuro.it / Formazione ed informazione
28/09/2012 - Intervenire negli ambienti di lavoro riducendo la
mancanza di eguaglianza in termini di salute può essere non solo una
novità per il contesto italiano, spesso mancante di un approccio alla salute e
sicurezza che tenga conto delle “ differenze di genere”, ma anche
un
vantaggio per le aziende.
È
quanto possiamo ricavare dal primo dei due volumi - prodotti dall’Inail e
presentati da PuntoSicuro – dal titolo “ Salute e
sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere. Disegno di linee guida e
primi strumenti operativi”.
Nel
primo volume Paola Conti indica che per poter applicare un modello di Salute e
Sicurezza sul Lavoro “sensibile al genere” devono esserci tuttavia alcuni
fattori facilitanti:
-
“attori socio-economici e policy maker sensibili all’approccio
‘equo-sostenibile’ del concetto di Salute” introdotto dal Decreto legislativo 81/2008 e s.m.i.;
-
“sostegno e/o incentivazioni alle imprese/organizzazioni che adottano il nuovo
Sistema di gestione della Salute e Sicurezza attento alle differenze di genere;
-
promozione di ambienti favorevoli: anche l’impresa più sensibile e
‘conciliante’, ha necessità di operare in un contesto ambientale favorevole e
di confrontarsi con il proprio sistema territoriale e produttivo per
strutturare, formalizzare e promuovere queste strategie e/o percorsi virtuosi”.
Bisogna
tener conto che i
processi di inclusione
e valorizzazione “contribuiscono in modo rilevante alla riduzione delle
disuguaglianze di salute e delle varie forme di discriminazione nei confronti
delle donne”. Infatti nella realtà il loro ruolo sociale, “quando sono madri o
quando si prendono cura di altri, viene
ancora considerato come costo dalle aziende/organizzazioni e può ingenerare,
appunto, discriminazioni che sempre più colpiscono anche chi, uomo o donna,
punti ad assumere comportamenti orientati alla redistribuzione
dei carichi nell’ambito dell’equilibrio vita-lavoro”. E anche gli uomini
che oggi scelgono di “partecipare attivamente a tale redistribuzione assumendo
oneri/opportunità di storica pertinenza femminile”, si trovano ad essere
penalizzati nella carriera e a subire le stesse discriminazioni che un tempo
colpivano le sole donne.
L’applicazione
di un modello “sensibile al genere” può portare diversi
vantaggi alle aziende:
-
“se la forza lavoro è diversificata da punti di partenza e prospettive diverse,
essa può offrire alle organizzazioni
una
più ampia gamma di idee e intuizioni cui attingere sia nel processo
decisionale e nella politica di sviluppo aziendale, che nel processo di
prevenzione e rimozione dei rischi per la salute e sicurezza”;
-
“un ambiente di lavoro che rappresenta la sua comunità lavorativa è in grado di
capire i suoi clienti e offrire servizi
migliori. Un ambiente di lavoro con risorse che si sentono valorizzate e
tutelate nelle proprie vulnerabilità, otterrà efficienza in termini di rapporto
costi/benefici, anche in riferimento alla capacità di fidelizzare la clientela”;
-
“le imprese e le organizzazioni che valorizzano le peculiarità dei dipendenti
sviluppano
produttività e senso di
appartenenza all’azienda, diventano più ‘appetibili’ sul mercato e sono
maggiormente in grado di attrarre - e trattenere - le eccellenze professionali.
Questo determina risparmi sulle voci di bilancio che incidono sulle spese di
formazione e gestione del personale, nonché lo sviluppo di conoscenze e
competenze del proprio patrimonio aziendale”. Risparmi che possono poi essere
investiti sull’innovazione e sulla competitività, anche nei servizi pubblici.
Dunque
riguardo alla sicurezza nei luoghi di lavoro le aziende devono incominciare a “
considerare i corpi diversamente sessuati
e promuovere conoscenza sulle donne così come sugli uomini,
tenendo ben presente che il genere è una
costruzione sociale e agisce principalmente nel modo in cui le relazioni tra
donne e uomini vengono definite” (Gherardi 2009).
Il
volume si sofferma su alcuni aspetti relativi al dove e al perché delle
variabili di genere:
-
“le donne e gli uomini sono spesso concentrati in determinate attività
professionali o in diversi ruoli e si trovano pertanto ad affrontare pericoli
specifici riferiti a tali ambiti;
-
le donne e gli uomini sono fisicamente diversi, non solo nella sfera
riproduttiva: hanno condizioni di partenza, percezioni, stati di
vulnerabilità differenti a causa della posizione relativa dei due generi nella
società;
-
le donne e gli uomini hanno differenti carichi in ambito familiare: le donne
che svolgono una professione possono avere di fatto una duplice occupazione, sul
posto di lavoro e a casa.
-
donne e uomini possono avere percezioni diverse di salute e di pericolo,
diverse forme di vulnerabilità ed esiti di salute”.
È
dunque importante riconoscere tali differenze e adottare un approccio, un
modello “ sensibile alla
dimensione di genere” rispetto alla salute e sicurezza sul lavoro. Le attività
relative alla SSL (salute e sicurezza sul lavoro) devono essere “correlate agli
interventi volti alla realizzazione dell’equità di genere” e devono essere accompagnate
da valutazioni attente agli impatti sulla salute correlati alle differenze.
Concludiamo
con un breve schema che riporta un esempio di
evoluzione dell’approccio al Sistema Salute e Sicurezza sul lavoro:
-
“
l’approccio legato all’adempimento:
la sola redazione del documento di
valutazione dei rischi (DVR), ovvero il rispetto formale della norma mette
al sicuro dalle sanzioni ma non garantisce la messa in sicurezza della salute;
-
l’approccio strategico classico: un
progetto di miglioramento continuo delle condizioni di lavoro per raggiungere
quello stato di benessere psico-fisico e sociale auspicato, entro cui collocare
la stima dei rischi e la pianificazione per ridurli. Questo secondo approccio,
per essere realmente efficace e aderente allo spirito della norma, deve essere
fondato sull’appropriatezza e sull’equità ed evolvere nell’approccio ‘sensibile
al genere’;
-
l’approccio sensibile al genere:
fondato sull’appropriatezza e sull’equità, esso è caratterizzato dall’adozione
di un set di strumenti miranti a promuovere una dinamica partecipativa e di empowerment
diffuso, soddisfacendo gli obblighi di legge. Tali strumenti permettono di
promuovere e garantire la salute e la sicurezza anche in relazione al fatto che
‘i lavoratori’ possano essere provenienti o no da altri Paesi, siano giovani o
anziani, lavorino con contratti precari o a tempo indeterminato e che, in ogni
caso, essi non possano che essere donne o uomini”.
Inail,
“Salute e sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere. Disegno di linee
guida e primi strumenti operativi”, a cura di Paola Conti e Antonella Ninci, quaderno
tematico della "Rivista degli Infortuni e delle Malattie
Professionali", realizzazione di un progetto coordinato dal Comitato Pari
opportunità dell'INAIL, unitamente alla Direzione regionale Toscana dell'INAIL
e alla Regione Toscana:
-
Volume I: “ Metodologia
e strumenti. Evidenze scientifiche delle variabili di genere” (formato PDF,
17.11 MB);
-
Volume II: “ Analisi
dei dati in ottica di genere. Monografie normative” (formato PDF, 8.73 MB).
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