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"Utilizzo in sicurezza dei fitofarmaci: la fase di trattamento"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
01/10/2012 - PuntoSicuro si è occupata nei mesi scorsi delle
procedure per l’utilizzo in sicurezza dei prodotti fitosanitari in
ambito agricolo, con particolare riferimento alla preparazione
della miscela e al riempimento dell’irroratrice.
Le
procedure presentate sono tratte dal manuale “ Sicurezza in
agricoltura e utilizzazione dei prodotti fitosanitari” - prodotto dall’ Azienda Unità
Sanitaria Locale di Latina, dall’Assessorato alla Sanità e dall’Assessorato
all’Agricoltura della Regione Lazio - rivolto ai formatori dei corsi che gli
agricoltori seguono per ottenere il rilascio del “
patentino” per l’utilizzo di fitosanitari.
Per
migliorare la prevenzione e ridurre i rischi nell’uso di questi prodotti
chimici di sintesi, ci soffermiamo oggi sulle buone
pratiche da mettere in atto
durante il
trattamento delle colture con fitofarmaci.
Vi
sono innanzitutto alcune
norme
comportamentali molto importanti che possono limitare al minimo i rischi
di intossicazione dell’operatore e i rischi di inquinamento dell’ambiente.
Sono
regole che “vanno seguite sempre, anche quando una determinata operazione non
presenta apparentemente pericoli; in particolare è indispensabile porre molta
attenzione se si opera in ambienti chiusi (serre, magazzini), in quanto la
dispersione delle sostanze tossiche è più lenta che all’aperto e la possibilità
di intossicazione più elevata”.
Queste
le
principali norme comportamentali;
-
“non trattare in presenza di vento e comunque disporsi sempre sopra vento e non
trattare nelle ore più calde;
-
non effettuare la distribuzione della miscela fitoiatrica con l’irroratrice
ferma;
-
non trattare durante il periodo della fioritura con insetticidi, acaricidi o PF
(prodotti fitosanitari, ndr) dichiarati, in etichetta, tossici per le api e per
gli insetti pronubi (gli insetti impollinatori, ndr) in genere;
- accertarsi che sul campo non stazionano
animali o persone”.
Il
divieto di trattare durante il
periodo
della fioritura con insetticidi, acaricidi o PF tossici per le api e per i
pronubi in genere è, ad esempio, prescritto da alcune legislazioni regionali “allo
scopo di salvaguardare gli insetti impollinatori (in tal modo si evitano anche
effetti tossici sul fiore). È opportuno limitare il più possibile anche i
trattamenti con anticrittogamici che possono produrre effetti negativi sulle
api”.
Altre
buone pratiche relative al trattamento
delle colture con fitofarmaci:
- “prima di eseguire qualsiasi trattamento su
colture arboree è bene verificare che non siano presenti erbe spontanee sottostanti
in piena fioritura; in questi casi è bene falciare le erbe prima di effettuare
il trattamento;
- non trattare nelle ‘aree di rispetto’
relative a punti di prelievo di acque destinate al consumo umano (per legge non
trattare entro un raggio di 200 metri);
- rispettare le distanze dai corpi idrici
prescritte in alcune etichette di PF; in genere almeno 10 metri di distanza da
qualsiasi corpo idrico (es. fiumi, laghi e fossi)”.
Riguardo
alle “
aree di rispetto” il documento
ricorda che “intorno a pozzi o sorgenti di acque destinate al consumo umano è
vietato eseguire qualunque tipo di trattamento con PF entro un raggio di 200
metri”.
Infine
durante il trattamento è
necessario:
-
“se si effettuano trattamenti nelle vicinanze di abitazioni, strade e colture
confinanti, verificare che la
nube
irrorante non esca dall’appezzamento trattato”: in particolare è necessario
“tenere conto che, anche nelle condizioni climatiche ideali, si verifica sempre
una certa ‘
deriva’ (nube
antiparassitaria che deborda di 5-10 metri dall’appezzamento) e, pertanto, in
prossimità di colture la cui produzione è destinata all’alimentazione umana
(fruttiferi, fragole, ortaggi, ecc.) o a quella animale (medicai, prati, ecc.),
è consigliabile irrorare i due filari esterni solamente verso l’interno
dell’impianto. In questo modo si evita, o perlomeno si riduce al minimo, la
deriva e le conseguenze negative connesse (fitotossicità, raccolta ritardata,
residui tossici superiori ai limiti di legge);
-
“farsi aiutare solo da
personale munito
di patentino nel caso di prodotti molto tossici, tossici o nocivi;
-
durante tutte le operazioni sopra descritte è assolutamente vietato
fumare, mangiare, bere e portare qualsiasi oggetto alla bocca”.
Il
documento ricorda che “quando occorre trattare in
prossimità di abitazioni è opportuno verificare le disposizioni
previste dai regolamenti comunali di igiene (distanze, orari, ecc.) e comunque
avvertire i residenti affinché abbiano il tempo necessario ad adottare le
precauzioni del caso. Inoltre, anche quando si opera in prossimità di strade, si
deve evitare ogni possibile deriva per non danneggiare eventuali passanti. In
particolare, dovendo trattare un filare prospiciente e parallelo alla strada,
l’irrorazione va effettuata soltanto dal lato della strada verso l’interno del
campo, sospendendo momentaneamente la distribuzione in caso di transito di
persone, animali o veicoli”.
È
infine evidente che è da evitare nel modo più assoluto l’impiego di prodotti
fitosanitari sul bestiame, negli ambienti abitati e sulle persone.
Azienda
Unità Sanitaria Locale di Latina, Assessorato alla Sanità e Assessorato
all’Agricoltura della Regione Lazio, “ Sicurezza
in agricoltura e utilizzazione dei prodotti fitosanitari”, manuale per formatori
dei corsi di preparazione per il rilascio del “patentino” per l’utilizzo di
fitosanitari (formato PDF, 23.59 MB).
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