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"Movimenti ripetuti: cicli, azioni tecniche e azioni statiche"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
05/10/2012 - PuntoSicuro si è soffermata recentemente sulla
valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico da movimenti
ripetuti degli arti superiori con riferimento specifico al settore dell’abbigliamento.
In
particolare abbiamo presentato alcune indicazioni relative alla valutazione
contenute in una tesi di Ilenia Marfisi, presentata al Corso di Laurea in
Tecniche della Prevenzione negli Ambienti e Luoghi di Lavoro e premiata (grazie
ad un accordo concluso con le Università degli Studi de L’Aquila e “G.
D’Annunzio” di Chieti-Pescara) dall’Associazione Italiana Formatori della
Sicurezza sul Lavoro ( AiFOS).
Per
comprendere alcune particolari specificità della valutazione del rischio
relativo alla ripetitività delle attività professionali è necessario dare
alcune informazioni specifiche su
cicli,
tempi di ciclo e
azioni tecniche.
Nella
tesi, dal titolo “ Rischio
da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori in un’industria di
abbigliamento”, se ne parla ad esempio con riferimento alla
frequenza di azione.
Infatti
“per quantificare e valutare la ripetitività
dei movimenti bisogna far riferimento alla frequenza d‘azione, che risulta
dal conteggio delle azioni tecniche in un ciclo, riferite all‘unità di tempo
(espressa in minuti). Per ognuna di queste azioni tecniche si analizzerà la
presenza di posture
incongrue, il livello di forza, eventuali fattori complementari”.
Intanto
diamo alcune semplici
definizioni,
contenute nella tesi, dei termini utilizzati, con riferimento alla valutazione del
rischio da sovraccarico
biomeccanico da movimenti ripetuti degli arti superiori:
-
“
ciclo: sequenza di azioni tecniche
degli arti superiori che viene ripetuta più volte sempre uguale a se stessa;
-
tempo di ciclo: tempo totale
assegnato per lo svolgimento della sequenza di azioni tecniche che
caratterizzano il ciclo, il quale comprende tempi attivi e passivi ed eventuali
altri parametri utilizzati per determinare la cadenza;
-
azione tecnica: azione comportante
attività degli arti
superiori; non va identificata con il singolo movimento articolare ma con
il complesso di movimenti di uno o più segmenti corporei che permettono il
compimento di una singola operazione lavorativa”.
Ricordiamo
che il
calcolo delle azioni tecniche
è, secondo la norma
ISO 11228-3 ed
il
metodo OCRA, il punto di partenza
per giungere ad una valutazione del rischio da movimenti ripetuti degli arti
superiori.
Nel
documento sono elencati i
criteri per la
definizione e il conteggio delle azioni tecniche: afferrare, prendere,
posizionare, riprendere, raggiungere, deporre, accompagnare, tenere, sostenere,
inserire, estrarre, infilare, tirare, spingere, distendere, premere, bloccare, azionare,
trasportare peso, trascinare, muovere peso, sollevare peso, abbassare peso,
ruotare, avvitare, svitare, girare, arrotolare, chiudere, tagliare con forbici,
tagliare con coltelli, strappare, colpire, pennellare, levigare, pulire,
segnare, scrivere, lisciare, schiacciare, scorrere, lanciare, scuotere, curvare,
piegare, raddrizzare, assestare, incastrare.
A
titolo esemplificativo riportiamo alcune azioni tecniche con i criteri di conteggio:
-
afferrare, prendere: “l‘atto di
afferrare un oggetto con la mano o con le dita, finalizzato a compiere un’attività.
Sono sinonimi: prendere, impugnare, riprendere, riafferrare. Le azioni di
afferrare con destra e riafferrare con sinistra vanno conteggiate come singole
azioni di prendere e attribuite all‘arto che le ha effettivamente eseguite. Il
termine ‘passare l‘oggetto all’altra mano’ non permette
di stabilire quale arto lo ha eseguito;
-
posizionare: “l‘atto di posizionare
un oggetto o un attrezzo in un punto prestabilito. Sono sinonimi: appoggiare,
collocare, disporre, riposizionare, ricollocare, ecc. Le azioni di prendere e
posizionare sono pressoché sempre presenti prima di ogni altra azione tecnica
che definisce l‘inizio della lavorazione vera e propria dell‘oggetto”;
-
raggiungere: “l‘atto arrivare a
prendere un oggetto collocato oltre la lunghezza del braccio teso dell‘operatore
e non è raggiungibile camminando. L‘operatore esegue un movimento del tronco e
della spalla per raggiungere l‘oggetto. Se l‘oggetto è collocato a distanza
adeguata (entro 42 cm dalla spalla, o si veda la Norma UNI EN ISO 14738 – Sicurezza
del macchinario)”, l‘azione ‘raggiungere’ non deve
essere conteggiata e si scriverà solo l‘azione ‘prendere’”;
-
tenere: “l‘atto di mantenere un
oggetto in mano tra il prendere e posizionare, per una durata superiore a 5
secondi consecutivi: essa rappresenta un‘azione statica. Sono sinonimi:
mantenere in mano, mantenere in prensione. L‘azione non va conteggiata quando
il mantenimento in mano dell’oggetto dura meno di 5 sec consecutivi;
-
sostenere: l‘atto di sostenere, con
l‘arto superiore, carichi non in prensione o il corpo stesso, per una durata
superiore a 5 sec consecutivi: essa rappresenta un‘azione statica. Sono
sinonimi: appoggiarsi sulle braccia, sostenere con l’avambraccio. L’azione non
va conteggiata quando il sostegno del corpo o dell’oggetto duri meno di 5 sec;
-
inserire: l‘atto di mettere un
oggetto in un punto profondo (almeno 25 mm) e stretto (il gioco tra le pareti
della canalina e l‘oggetto non deve superare complessivamente i 5 mm). È
sinonimo: introdurre. All’atto di introdurre una componente in una canalina (o
supporto) di una lunghezza uguale o superiore a 25 mm, si avrà l’azione
inserire (se inferiore si avrà l’azione posizionare). Se il gioco tra le due
componenti è inesistente (capovolgendo non si dissociano spontaneamente) si
avranno le azioni posizionare più inserire”;
-
tirare/
spingere: “l’atto di tirare un oggetto ottenendone uno spostamento
di luogo. L’atto di spingere un oggetto ottenendone uno spostamento di luogo.
Sono sinonimi: spostare, guidare, tirare o spingere un carrello. Si conta come
azione tecnica ogni spostamento continuativo (senza interruzione del tiro o
della spinta). Dopo ogni interruzione e ripresa e/o cambio di direzione, si
conta una nuova azione tecnica di tirare o spingere. Inoltre si conta come
azione tecnica sia che richieda sforzo o meno”;
-
premere: “l’atto di imprimere una
forza con un attrezzo (avvitatore, trapano) senza provocare uno spostamento
degli oggetti. L’azione premere (spingere attrezzo) va conteggiata come un’azione
tecnica solo se la forza è più che leggera: almeno valore 3 in scala di BORG”;
-
trasportare peso: l’atto di trasferire
manualmente (con gli arti superiori) un carico camminando per una distanza
di almeno un metro (2 passi). Se il carico non ha le caratteristiche minime
descritte, non si conterà l’azione trasporta tra le due azioni prendere e
posizionare” (
oggetto pesante:
oggetto con peso superiore a 3 kg per arto con presa in grip, presa di forza
della mano, o peso superiore a 1 kg con altra presa);
-
sollevare peso: “l’atto di
trasferire dal basso all’alto un carico per una distanza verticale di almeno 50
cm. Se il carico non ha le caratteristiche minime descritte, non si conterà l’azione
sollevare tra le due azioni prendere e posizionare”;
-
avvitare/
svitare: “l'atto di ruotare manualmente cacciaviti o altri attrezzi
allo scopo di posizionare un componente dotato di filettatura. Si conta come
azione tecnica ogni rotazione fino al suo completamento prima di un nuovo
afferramento; ricordarsi che prima di avvitare è pressoché quasi sempre
presente l'azione prendere (cacciavite, attrezzo). Dopo ogni ripresa della
mano, va contata una nuova azione di avvitare. Quando il cacciavite vengono
fatti ruotare con la punta delle dita contare come un‘azione per ogni avvitare
senza contare prendere. Quando il cacciavite o l‘attrezzo vengono fatti ruotare
sulla vite, sul bullone o dado, vengono fatti ruotare con la punta delle dita
contare come un’azione per ogni avvitare-svitare senza contare
prendere”;
-
tagliare con coltelli: “l'atto di
ottenere, con lame taglienti,
coltelli, la divisione di un oggetto in due parti. Per l’ uso
dei coltelli, si conta una azione tecnica per ogni taglio (o ogni riposizionamento
della lama) o ad ogni cambiamento di direzione del taglio. Dopo l'azione
prendere contare subito l'azione tagliare (senza l'azione posizionare la lama).
Nell'uso del coltello per disosso, quando viene usata la punta prima
dell'azione di taglio, contare anche l'azione posizionare”;
-
colpire: “l'atto di battere con un
attrezzo o direttamente con gli arti superiori un punto di lavorazione al fine
di ottenere un risultato tecnico. Sono sinonimi: martellare, battere,
percuotere. Si conterà una azione tecnica ogni colpo sulla superficie”.
Rimandandovi
alla lettura del dettaglio delle altre azioni tecniche riportate nella tesi, ricordiamo
che invece “
non vanno conteggiate come
azioni tecniche: camminare senza trasportare carichi; passare un oggetto da
una mano all’altra; rilasciare un oggetto (l’azione non va conteggiata come
azione tecnica quando un oggetto o un attrezzo, una volta finito di usare, non
viene posizionato in un punto preciso, ma ‘rilasciato’ per semplice apertura della mano o delle dita, per ritorno passivo o
per caduta); muovere, sollevare, abbassare, trasportare un oggetto leggero”.
Concludiamo
indicando che “dopo la descrizione delle azioni tecniche, si dà inizio alla
valutazione della frequenza delle azioni
nell’unità di tempo (n. azioni per minuto) e del numero complessivo delle
azioni nel compito e quindi nel turno”: il
calcolo
della frequenza “consente una valida progettazione del lavoro e una stima
dell’effetto sulla salute”.
Senza
dimenticare che nell’analisi delle azioni tecniche e della frequenza “occorre
considerare le
azioni statiche”.
Si
definiscono “azioni statiche tutte le azioni che durano 5 secondi o più, in cui
persiste fisso il tipo di contrazione muscolare, il livello di forza e la
postura dell’arto superiore. Un esempio è quando un arto è impegnato a
mantenere un oggetto o uno strumento e l’altro esegue le operazioni. Per il
conteggio delle azioni statiche, si calcolano 0,75 azioni per ogni secondo di ‘mantenimento
in prensione’, quindi ad esempio 60 secondi di attività statica
saranno considerati pari a 45 azioni tecniche dinamiche”.
Ilenia
Marfisi, “ Rischio
da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori in un’industria di
abbigliamento”, tesi di laurea per il Corso di Laurea in Tecniche della
prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, Facoltà di medicina e
chirurgia, Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara, anno accademico
2010/2011 (formato PDF, 1.41 MB)
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