News
"I rischi di sovraccarico biomeccanico nell’attività di intonacatura"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
14/11/2012 - Nel comparto
edile sono in aumento progressivo le segnalazioni di casi di
malattie muscoloscheletriche correlate
a diverse attività lavorative. Per questo motivo dal 2008 l’Unità Operativa di
Medicina del Lavoro (UOOML) degli Ospedali Riuniti
Bergamo e la società di progettazione e ricerca ergonomica Ergodesign
collaborano alla realizzazione del progetto-studio “
Valutazione ergonomica di attività caratteristiche del settore edile”.
Promosso dall’INAIL, dal Comitato Paritetico Territoriale (CPT) della provincia
di Bergamo, dall’ARS di Bergamo, dall’ASLE Milano Lodi Brianza ed effettuato in
collaborazione con il Servizio PSAL dell’ASL e con la Scuola Edile di Bergamo,
il progetto ha l’obiettivo di stimare i fattori di rischio per il rachide e gli
arti superiori nello svolgimento di attività complesse e di singoli compiti
tipici del comparto edile per favorire una adeguata valutazione del
sovraccarico biomeccanico delle strutture
osteomioarticolari nei lavoratori del comparto.
Una
relazione presentata al 74° Congresso Nazionale SIMLII (Torino, 16/19 novembre 2011), pubblicata sul numero
di luglio/settembre 2011 del Giornale
Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, ha riportato il lavoro di
analisi dell’
attività di intonacatura
manuale svolta da un lavoratore edile, descrivendo i dati ottenuti dalla
valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico per gli arti superiori,
tramite l’applicazione della checklist e del metodo OCRA, ed il dispendio
energetico dell’operatore, misurato tramite calorimetro portatile.
In
"
L’attività di
intonacatura manuale: valutazione del sovraccarico biomeccanico degli arti
superiori e del dispendio energetico”, a cura di M. Santini, M.
Bresciani, M.M. Riva, G. Mosconi (Unità Operativa Ospedaliera Medicina del
Lavoro, Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo), G. Buratti e L.
Dellera (Ergodesign), si indica che tale lavoro di analisi è stato svolto
filmando e successivamente scomponendo e temporizzando le singole azioni
tecniche svolte da un lavoratore esperto (11 anni) di 25 anni. Sono stati poi
impiegati alcuni metodi di valutazione del rischio disponibili e analizzate le
azioni tecniche svolte con attenzione alla correlazione tra i fattori
di sovraccarico biomeccanico per gli arti superiori riscontrati ed i dati
di dispendio energetico.
In
una tabella nel documento, che vi invitiamo a visionare, sono raccolti i dati
clinici dell’operatore derivati da accertamenti strumentali.
Queste
sono le
azioni individuate nell’analisi dell’intonacatura
manuale:
-
“prelievo della malta con cazzuola (arto dominante);
-
posizionamento della malta prelevata (arto dominante) sul frattazzo (trattenuto
dalla mano non dominante);
-
prelievo della malta dal frattazzo (trattenuto dalla mano non dominante) con
cazzuola (arto dominante) e posizionamento sul tavolato, con movimento ‘a
lancio’ dell’arto dominante”.
Le
tre operazioni “sono ripetute per un primo segmento di muro, successivamente
l’operatore rifinisce l’area su cui ha applicato la malta” compiendo
altre azioni tecniche:
-
“passaggio della staggia (impugnatura bimanuale);
-
passaggio del frattazzo (impugnatura monomanuale);
-
controllo visivo (non attività manuale)”.
E
poiché “il completamento del primo segmento di muro intonacato tramite le
operazioni di finitura deve essere effettuato prima che la malta si rapprenda e
si solidifichi”,
le operazioni di
finitura sono ciclicamente intervallate a quelle di apposizione della malta.
Il
documento riporta diverse tabelle relative ai risultati ottenuti (tramite
compilazione della checklist OCRA) per l’attività di intonacatura su parete
verticale e al confronto degli indici di rischio ottenuti applicando la
checklist OCRA e il metodo OCRA.
La
valutazione del sovraccarico
biomeccanico secondo le metodiche applicate ha evidenziato un rischio rilevante
per entrambi gli arti superiori.
In
particolare i
fattori
che “contribuiscono in maggiore misura ad
incrementare il rischio di sovraccarico biomeccanico sono la forza
impiegata in alcune azioni, quali quelle di utilizzo di staggia e fratazzo, la ripetitività
gestuale e l’adozione di posture
incongrue (in confronto con normativa vigente UNI EN 1005-4) ripetute e/o
mantenute a carico dei polsi (flesso-estensioni e deviazioni radio-ulnari),
delle mani e delle dita (prese incongrue degli utensili), dei gomiti (movimenti
ripetuti ‘a strappo’ per ‘lanciare’ e far aderire la malta al tavolato) e delle
spalle (elevazione dell’arto superiore al di sopra della linea delle clavicole)”.
Ricordiamo
che l’area in esame di 3,12 m2 è stata intonacata in circa 20
minuti, senza inserimento di pause. E analizzando “l’andamento del dispendio
energetico in rapporto ad alcune azioni tecniche svolte dall’operatore si
osserva una correlazione diretta tra postura assunta e consumo metabolico:
il dispendio energetico aumenta in
corrispondenza degli estremi della zona campione analizzata, cioè quando
l’operatore esegue le operazioni di intonacatura e di rifinitura mediante
frattazzo a quote inferiori ai 50 cm e superiori a 1,30 cm circa”. Nel
documento viene rappresentato per immagini l’andamento del dispendio energetico
nell’intervallo temporale.
Applicando
checklist e metodo OCRA per l’attività di intonacatura manuale di parete
verticale si evidenzia dunque un
importante
rischio da sovraccarico biomeccanico per entrambi gli arti superiori.
Altre
indicazioni tratte dall’analisi:
-
“il rischio è elevato soprattutto in considerazione del valore predittivo degli
indici sintetici di rischio sul possibile sviluppo di una patologia muscolo
scheletrica”;
-
si riscontra “l’adozione di posture
incongrue da parte di entrambi gli arti superiori (distretto mano-polso,
gomito, spalla);
-
il fattore che maggiormente contribuisce ad elevare il rischio
da sovraccarico biomeccanico è l’impiego di forza nei movimenti dell’arto
superiore dominante per fare aderire la malta al tavolato (a ‘lancio’) e
nell’uso della staggia e del frattazzo (effettuato con presa bimanuale) per
rimuovere l’eccesso della malta dal tavolato e livellare la superficie
dell’intonaco”;
-
le azioni tecniche in cui l’operatore raggiunge valori di dispendio energetico
maggiormente elevati sono quelle “effettuate nelle parti superiori della
parete, dove l’addetto è obbligato ad assumere posture incongrue, in
particolare delle spalle, sollevando gli arti sopra la linea clavicolare, ed ad
applicare forza nell’uso della staggia e del frattazzo”.
In
definitiva l’analisi dei risultati mostra che
l’attività di intonacatura risulta disergonomica ed altamente
sovraccaricante per l’operatore, sia a livello biomeccanico che per dispendio
energetico: tale condizione è sostenibile solo per intervalli temporali
limitati e non per l’intera giornata lavorativa.
“ L’attività
di intonacatura manuale: valutazione del sovraccarico biomeccanico degli arti
superiori e del dispendio energetico”, a cura di M. Santini, M. Bresciani,
M.M. Riva, G. Mosconi (Unità Operativa Ospedaliera Medicina del Lavoro, Azienda
Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo), G. Buratti e L. Dellera (Ergodesign),
relazione pubblicata in Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia,
Volume XXXIII n°3, supplemento al n°3, luglio/settembre 2011 (formato PDF, 788 kB).
Segnala questa news ad un amico
Questa news è stata letta 1215 volte.
Pubblicità