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"Come ridurre il rumore in uffici, attività commerciali e scuole"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
20/02/2013 - Uno degli elementi che concorrono al benessere dei lavoratori è il controllo dei
requisiti acustici dell’ambiente lavorativo. Tuttavia spesso si tende a sottovalutare gli effetti del rumorenei locali adibiti ad
attività di lavoro non industriali. In questi locali il rumore può contribuire, ad esempio, all’insorgenza di fenomeni di disturbo e di disagio.
Il manuale operativo “ Metodologie e interventi tecnici per la riduzione del rumore negli ambienti di lavoro”
- approvato il 28 novembre 2012 dalla Commissione consultiva Permanente
per la salute e sicurezza sul lavoro – affronta nel dettaglio i
requisiti acustici di molti ambienti lavorativi e anche dei locali
adibiti ad
uffici, ad
attività commerciali, ad
uso scolastico e ad
uso sanitario.
In queste tipologie di ambienti lavorativi non industriali si
svolgono generalmente “attività di tipo cognitivo e relazionale, nelle
quali i lavoratori ricevono, elaborano, producono e scambiano
frequentemente informazioni principalmente attraverso la voce parlata”.
Pur diversificate tra loro, le
sorgenti sonore che possono causare rischio o disturbo negli ambienti non industriali sono “riconducibili alle seguenti tipologie:
-
sorgenti esterne il cui rumore si trasmette
attraverso le pareti delimitanti l’edificio o l’ambiente. Assai
frequente è il rumore proveniente dal traffico stradale, ferroviario,
ecc. (clima acustico), ma può risultare rilevante anche quello di altre
sorgenti sonore all’interno dell’edificio stesso (ad esempio quello
derivante da processi di lavorazione per uffici adiacenti la
produzione);
-
impianti tecnici dell’edificio quali impianti di
climatizzazione dell’aria e ventilazione, ascensori, condutture
idrauliche, ecc., situazioni nelle quali può essere importante il
contributo della trasmissione del suono per via strutturale”;
-
apparecchiature funzionali all’attività: i
rumori “possono essere di volta in volta generati da telefoni,
fotocopiatrici, stampanti, casse, impianti di diffusione, amplificatori e
apparecchiature in genere, ecc.;
-
attività antropiche tra le quali la più
ricorrente è la voce umana, ma vanno anche ricordate il canto e la
musica, gli urti e i rumori impattivi legati alle attività dell’uomo”.
Se i livelli di esposizione sonora che
si possono rilevare in questo tipo di ambienti non sono generalmente
“di entità tale da causare danni all’apparato uditivo”, possono tuttavia
“contribuire all’insorgenza di
fenomeni di disturbo (annoyance) e di
disagio”.
Infatti
ambienti eccessivamente rumorosi “inducono fatica e
costituiscono causa di distrazioni e di errori nello svolgimento
dell’attività lavorativa; rumori impulsivi inattesi possono
produrre trasalimenti e reazioni di sorpresa particolarmente sgradite
quanto più il soggetto è concentrato sul proprio lavoro. D’altro canto,
l’eccessiva carenza di stimoli sonori può indurre una sensazione di
isolamento che, qualora ritenuta non funzionale all’attività svolta, è
causa di deconcentrazione”.
Dopo aver riportato i principali “
descrittori delle condizioni acustiche”, i parametri da controllare e i valori di riferimento, il manuale operativo affronta alcune specificità dei singoli ambienti.
Uffici
Negli
uffici è necessario “che il rumore nelle postazioni di lavoro non pregiudichi
la concentrazione richiesta per lo svolgimento dell’attività, nonché
l’intelligibilità e la riservatezza della conversazione, principalmente negli
uffici cosiddetti a pianta aperta (open space)”.
In
particolare per realizzare uffici con buon
comfort
acustico “occorre che nella progettazione siano privilegiati gli uffici a
vano chiuso rispetto alle configurazioni con pareti laterali di altezza
limitata al controsoffitto, per le quali la trasmissione sonora interessa aree
più ampie a causa della propagazione sonora attraverso controsoffitti e/o
canalizzazioni di condizionamento dell’aria”.
Quando
poi gli uffici sono ubicati “in zone con clima acustico non compatibile con le
attività svolte, o in prossimità di strutture produttive rumorose”, è evidente che il conseguimento di un buon
comfort acustico “richiede un adeguato potenziamento degli interventi da
attuare”.
Ricordiamo
infine che il capitolato di acquisto dei “principali impianti ed
apparecchiature, incluse quelle direttamente pertinenti all’attività di ufficio
(fotocopiatrici, stampanti, telefoni, ecc.), dovrebbe richiedere l’indicazione
della loro emissione sonora al fine di privilegiare quelli a minore emissione”.
Scuole
Negli
ambienti scolastici e comunitari “il rumore influenza direttamente la fonazione
degli insegnanti e le condizioni di ascolto degli studenti, con conseguenze sull’affaticamento
dei docenti e sull’apprendimento scolastico. Solo raramente, ed in ambienti
particolari (officine, alcuni tipi di laboratori, palestre, mense) i livelli
sonori rilevabili raggiungono entità tale da poter causare danni all’apparato
uditivo”.
Si
sottolinea che l’ eccessivo rumore (di fondo o
ambientale) presente all’interno di ambienti comunitari destinati all’ascolto
della parola o della musica, “determina una riduzione dell’intelligibilità del
messaggio vocale o della percezione del brano musicale, attraverso due
meccanismi che riguardano il mascheramento uditivo e la diminuzione
dell’attenzione da parte degli ascoltatori. La
riverberazione, oltre a ridurre l’intelligibilità per gli
ascoltatori, condiziona la regolazione del volume della voce degli oratori con
conseguente affaticamento degli stessi”.
Si
indica che per le scuole, dalle materne alle secondarie superiori, sono ancora
in vigore i requisiti stabiliti dal
D.M.
del 18 dicembre 1975 “Norme tecniche aggiornate relative all'edilizia
scolastica, ivi compresi gli indici di funzionalità didattica, edilizia ed
urbanistica, da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica”.
Attività
commerciali
Negli
ambienti adibiti ad attività commerciale è generalmente necessario realizzare
condizioni di comfort acustico “tali da favorire l’intelligibilità del parlato,
tanto per i lavoratori quanto per gli acquirenti. In prima approssimazione si
deve infatti convenire che, in questa tipologia di ambienti (come per quelli ad
uso scolastico e sanitario) il rispetto delle esigenze dell’acquirente (ovvero
delle esigenze didattiche o delle esigenze degli utenti) determina anche il
rispetto delle esigenze del lavoratore”.
In
particolare nei centri commerciali – “generalmente
strutturati su di una prima sezione di grande superficie (supermercato con magazzini
e locali di servizio), una seconda di raccordo (galleria) ed una terza di
medie/piccole dimensioni (negozi)” - si
verificano spesso i “seguenti
problemi:
-
la tipologia dell'edificio richiede generalmente un impiego rilevante di
superfici che devono essere trasparenti (vetrate) e che male si sposano con le
esigenze di contenimento della propagazione sonora;
-
i negozi prospicienti la galleria hanno solitamente pareti di contenimento con
caratteristiche di ridotto isolamento mentre la galleria centrale presenta
spesso un tetto con caratteristiche di spiccata riflessione verso il basso;
-
le infrastrutture comuni (impianti di refrigerazione per apparecchiature
frigorifere, impianti di condizionamento dell'aria, ecc.) sono generalmente
rumorose e non sempre progettate con criteri di contenimento della rumorosità
ambientale”.
In
generale occorre quindi “fornire al progettista dell’edificio commerciale la
destinazione d’uso dei singoli negozi (o, comunque, almeno di quelli
acusticamente più critici) per metterlo nelle condizione di creare efficaci
interventi progettuali”.
Edilizia sanitaria
In
ospedali, case di cura, day hospital, poliambulatori “i problemi di esposizione a
rumore
riscontrabili nella maggior parte delle situazioni, non sono in genere legati
al rischio di danno uditivo ma al disagio causato agli operatori ed agli utenti
della struttura, con possibili compromissioni della qualità ed efficacia delle
prestazioni sanitarie erogate”.
Si
ricorda che la vigente normativa “prescrive che gli ospedali siano insediati in
aree del territorio a bassa rumorosità ambientale, classificate in classe I ,
ove non si superino i 40 dB(A) di LAeq notturni ed i 50 dB(A) di LAeq diurni
misurati alla facciata della struttura, in condizione di normale funzionamento
dei macchinari”.
Concludiamo
segnalando che nel manuale è presente una specifica tabella che comprende i
requisiti e standard acustici di luoghi di lavoro non industriali, con
riferimento anche a bar, palestre, discoteche, negozi, mense, ...
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