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"Dall’Inail un nuovo factsheet su rischi specifici"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza
16/04/2013 -
Disponibile sul sito Inail un factsheet con indicazioni utili su diversi rischi approfonditi dal Centro Ricerca Lamezia Terme:
1. rischio biologico – legionella
2. fibre amiantifere, pietre verdi, peculiarità del territorio
3. agricoltura, serre, microclima, rischio chimico
I factsheet costituiscono uno strumento agile per la diffusione
delle attività di competenza del Dipartimento Medicina del Lavoro - tra
le altre, attività di ricerca, studio, sorveglianza epidemiologica,
standardizzazione delle metodiche, sviluppo di buone prassi,
documentazione - e consentono un aggiornamento costante delle attività
mediante modifica a integrazione di schede.
RISCHIO BIOLOGICO -
LEGIONELLA
(INAIL,
Centro Ricerca Lamezia Terme)
La legionella
La legionella, batterio
gram-negativo appartenente alla famiglia delle legionellaceae, è uno degli
agenti eziologici di polmonite batterica, la legionellosi. Attualmente al
genere Legionella appartengono 58 specie suddivise in oltre 70 sierogruppi e
circa la metà di queste risultano patogene opportuniste. La specie L.
pneumophila comprende 16 sierogruppi ed è quella maggiormente implicata nella
patologia.
Epidemiologia
La
legionellosi è considerata un problema emergente in Sanità Pubblica, e i casi
di patologia e i casi clinici sono sottoposti a sorveglianza speciale sia da
parte dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che della Comunità
Europea; l’ISS (Istituto Superiore Sanità) ha istituito già dal 1993 il
Registro Nazionale della Legionellosi. Negli Stati Uniti
dal 2000 al 2009 il tasso di incidenza dei casi di legionellosi è aumentato del
192%. In Italia si è passati da 325 casi segnalati nel 2001 a 1184 nel 2010.
Legionellosi
occupazionale
La
legionella è notevolmente diffusa in natura, associata principalmente alla
presenza di acqua (superfici lacustri e fluviali, sorgenti termali, falde
idriche ed ambienti umidi in genere).
Da
queste sorgenti la legionella può colonizzare gli ambienti idrici artificiali
(reti cittadine di distribuzione dell’acqua potabile, impianti idrici dei
singoli edifici, impianti di umidificazione, piscine, fontane decorative, ecc.)
che agiscono da amplificatori e disseminatori del microrganismo.
I
casi notificati di legionellosi non sono numerosi, anche se è evidente che in
qualunque luogo di lavoro dove siano presenti sistemi di condizionamento
dell’aria
e reti di distribuzione dell’acqua esiste il rischio di infezione.
Sebbene
il rischio di esposizione a batteri appartenenti al genere Legionella sia stato
riscontrato in diversi ambienti occupazionali, non sono note attività
lavorative associabili ad un maggior rischio di contrarre la malattia.
FIBRE AMIANTIFERE,
PIETRE VERDI, PECULIARITÀ DEL TERRITORIO
Le pietre verdi nel
Sud Italia
L’amianto
in natura è presente in molte località poiché è associato, per genesi
geologica, a rocce molto diffuse quali le pietre verdi o ofioliti ed in
particolare alle serpentiniti. I tipi di amianto presenti in tali
rocce sono il crisotilo e gli amianti di anfibolo (in particolare i minerali
della serie isomorfa tremolite-actinolite).
Gli
affioramenti ofiolitici in Calabria sono, da tempo, un importante risorsa
economica per il territorio. Sono stati sfruttati, nel corso degli anni, secondo
due particolari tipologie di lavorazioni. Laddove la roccia si presenta molto
friabile, si estrae il pietrisco che, attraverso successive frantumazioni e
vagliature, viene utilizzato principalmente come inerte per calcestruzzo o per
rilevati stradali o per il riempimento di scavi.
Dove
la roccia è più compatta, i giacimenti sono caratterizzati da una attività estrattiva di grossi blocchi
di pietra usati per lavorazioni più particolari, quali, ad esempio, manufatti
per arredo urbano, elementi ornamentali da giardino e decorativi, portali,
cornici, arte lapidea, pavimentazioni. Il problema delle pietre verdi non è
limitato soltanto alle attività estrattive e quelle produttive.
La
presenza delle cave in disuso (spesso sfruttate in modo illecito), gli
affioramenti naturali in prossimità dei centri abitati, l’edilizia e le attività
agricole possono costituire una sorgente di diffusione di fibre di amianto
nell’ambiente circostante ed il conseguente rischio per la popolazione. Il
Centro Ricerche sta svolgendo un’attività di studio e ricerca finalizzata allo
sviluppo di conoscenze e buone prassi per la gestione del rischio nelle attività
produttive e negli ambienti di vita del territorio calabrese.
AGRICOLTURA, SERRE,
MICROCLIMA, RISCHIO CHIMICO
Le serre
Il
comparto agricoltura rappresenta, in ambito regionale, uno dei settori
lavorativi più rilevanti le cui molteplici attività coinvolte nei processi di
produzione possono essere causa di esposizione a diversi fattori di rischio da
agenti chimici, fisici e biologici. Il settore della produzione agricola in
serra è caratterizzato dall’utilizzo di un elevato numero di prodotti
fitosanitari
(insetticidi, fungicidi, acaricidi, fitoregolatori, ecc.), in quanto le piante
sono protette dagli attacchi dei parassiti con mezzi prevalentemente chimici.
Le
sostanze attive contenute nei prodotti fitosanitari, ovvero le sostanze che
esercitano la loro azione tossica nei confronti delle specie da combattere,
possono rivelarsi dannose anche per altri organismi che costituiscono elementi
essenziali degli ecosistemi (e per ciò detti organismi “non bersaglio”).
Inoltre, la loro dispersione nell’ambiente può comportare fenomeni di accumulo
nel biota e nei comparti ambientali (acque superficiali, acque sotterranee, suolo, aria).
L’impiego dei prodotti fitosanitari nelle serre, sistemi semichiusi con bassa
capacità di scambio verso l’esterno, potrebbe comportare il rischio che si
generino, anche se per tempi relativamente brevi, potenziali alti livelli di
esposizione per gli operatori del settore, sia durante l’applicazione dei
fitofarmaci che durante le mansioni eseguite dopo il rientro in serra. Durante
l’esposizione occupazionale, i fitofarmaci vengono assorbiti prevalentemente
per via inalatoria e cutanea, quest’ultima può rappresentare quote
significative della quantità assorbita, pari a oltre il 50% della dose totale.
I
livelli di esposizione possono essere molto variabili in dipendenza del tipo di
coltura, del tipo di mansione svolta, dei mezzi impiegati per la distribuzione,
del clima o del microclima.
Inail
- Centro Ricerca Lamezia Terme – Factsheet
- Attività del centro
(formato PDF, 1.94 MB).
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