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"Imparare dagli errori: esplosioni e infortuni con le bombole di GPL"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
26/04/2013 - PuntoSicuro si è più volte soffermato sulla sicurezza nell’uso e nella
gestione dei gas con
riferimento, ad esempio, ai rischi e alle precauzioni correlate a
diversi gas industriali, dai gas infiammabili ai gas compressi.
Con “Imparare dagli errori” andiamo oggi a cogliere tra le schede di INFOR.MO. - strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi – alcuni casi di infortunio correlati all’utilizzo e gestione del
gas di petrolio liquefatto, il
GPL.
I casi
Il
primo caso è relativo ad
attività in un cantiere edile.
Il capocantiere, appena giunto nel cantiere, si reca al primo piano
del'immobile dove i lavori edili sono già finiti (manca solo il
collegamento dell'impianto elettrico e poche rifiniture).
Negli stessi locali è stata lasciata, dal medesimo capocantiere,
una bombola di gas GPL con cannello - di tipo per saldature guaine
bituminose - ritrovata poi con volantino aperto. La fiamma lasciata
accesa dalla sera precedente per asciugare una macchia di umidità, per
cause non chiare, si è spenta durante la notte ma ciò ha consentito la
fuoriuscita del gas GPL che ha saturato l'ambiente. Ambiente che, tra
l'altro, era completamente chiuso dalla recente installazione di infissi
a tenuta.
Per un innesco ancora non identificato (tra le ipotesi una chiamata
al cellulare o una scarica elettrostatica dai vestiti) si verifica
l'esplosione nell'ambiente saturo di gas che investe in pieno il
lavoratore. Viene sbalzato nel giardino sottostante e travolto e
schiacciato da varie macerie di muratura ed anche da una trave doppia in
ferro di circa 2 metri che lo ha colpito alla testa. Nell'incidente il
lavoratore ha perso immediatamente la vita.
Nel
secondo caso un lavoratore sta
lavorando autonomamente ad una pressa meccanica per il
compattamento di rifiuti metallici.
Insieme
ai rifiuti è presente una bombola di GPL piena di gas che - a seguito del
compattamento - esplode ed un pezzo della stessa colpisce l'infortunato al
cranio causandogli lesioni mortali. È evidente il grave errore di una bombola di gas impropriamente
messa tra i rifiuti da compattare.
Infine
il
terzo caso è relativo all’
esplosione di un container per trasporti
marittimi, adibito a ricovero attrezzi e materiali vari.
Il
giorno precedente l’infortunio “veniva riposta nel container una bombola di gas
GPL da 15 kg con la valvola di chiusura leggermente aperta. Nella notte il gas
che fuoriusciva dalla bombola ha saturato il container, depositandosi nella
parte inferiore.
Il
mattino successivo, l’infortunato ha trovato il lucchetto di chiusura dei
portelloni bloccato dal ghiaccio, per sbloccarlo ha dato fuoco ad alcuni pezzi
di carta. Non appena ha avvicinato la fiamma al lucchetto, ha incendiato il gas
che fuoriusciva dalle fessure dei portelloni provocando l’esplosione
dell’intero container”.
Si
sottolinea che il container non disponeva di aperture per l’areazione e
pertanto era
inidoneo al deposito di
bombole di gas.
La prevenzione
Per
dare qualche informazione relativa alla prevenzione degli incidenti con il GPL
possiamo riprendere quanto riportato negli atti del seminario “ Sicurezza nell’uso
dei gas compressi e liquefatti”, riportati sul sito dell’ Università degli studi di Parma; seminario che si
è tenuto al Campus Universitario di Parma il 6 luglio 2010.
Nell’intervento
“
GPL in serbatoi”, a cura dell’ing.
Luca Moroni (Gruppo Socogas Spa), si ricorda innanzitutto che il GPL, una
miscela di idrocarburi a basso peso molecolare, proviene “dai giacimenti di
estrazione del gas metano e del greggio, oppure dalla distillazione del
petrolio” e viene “generalmente commercializzato in bombole o in piccoli
serbatoi”. Poiché il GPL allo stato gassoso ha una densità superiore a quella
dell'aria “in caso di fuoriuscite accidentali tende a concentrarsi ristagnando
al suolo e nelle cavità, causando situazioni potenzialmente pericolose”.
Per
distribuire e contenere il GPL si utilizzano sia
serbatoi che
bombole.
Ci
soffermiamo in questo caso sulle
bombole
mobili che “normalmente contengono dai 10 ai 25 kg di gas liquefatto con un
riempimento massimo dell'80% del volume. Lo spazio residuo compensa la
pressione al variare della temperatura ed evita la fuoriuscita di liquido. La
bombola non deve mai essere utilizzata orizzontale o capovolta al fine di
evitare l’uscita di gpl in fase liquida”.
Riguardo
le procedure per il trattamento, la messa in sicurezza e lo smaltimento delle
bombole trasportabili e ricaricabili per GPL ricordiamo la nuova edizione
della norma UNI EN 12816:2011 che sostituisce la versione del 2002.
Nella
norma sono prese in considerazione anche le fasi di rottamazione e di riciclo
dei materiali. Ad esempio si indica che per l’eliminazione della bombola “è
necessario procedere con lo scarico del gas e con lo smontaggio del rubinetto
come indicato nella norma stessa, che indica altresì le azioni necessarie per
lo stoccaggio delle bombole”.
Riportiamo
alcune informazioni generali relative all’
uso
delle bombole:
-
“una bombola di GPL piena deve
contenere al massimo l’80% di liquido e il 20% di vapore;
-
la bombola deve essere riempita esclusivamente fino all’80% del suo volume. Una
bombola riempita completamente può scoppiare;
-
le bombole ad uso domestico devono essere sempre acquistate presso i
rivenditori autorizzati;
-
è estremamente pericoloso e per questo severamente vietato dalla legge riempire
le bombole dai distributori di GPL per auto o con mezzi artigianali. Solo gli
stabilimenti autorizzati possono riempire le bombole. Il riempimento abusivo è
sanzionato penalmente e con ammenda pecuniaria. La sanzione colpisce
direttamente l'utente;
-
la bombola vuota non deve essere gettata o abbandonata ma va riconsegnata al
rivenditore dal quale si acquista la bombola piena;
-
dopo ogni sostituzione della bombola, eseguire la prova di tenuta degli
allacciamenti con acqua saponata (mai con fiamma), prima di provare
l'accensione degli apparecchi;
-
la bombola deve rimanere sempre verticale, con il rubinetto in alto;
-
la sostituzione della bombola deve essere eseguita con il rubinetto chiuso;
-
non bisogna effettuare la sostituzione in presenza di fiamme scintille o
apparecchi elettrici in funzione;
-
il tubo flessibile di gomma, di lunghezza non superiore a 1,5 m, deve essere di
tipo adatto per GPL, marcato UNI 7140, deve essere controllato frequentemente,
non deve presentare strozzature e stiramenti. Va fissato al portagomma con
fascetta di sicurezza e deve essere sostituito entro la data stampigliata sul
tubo stesso”.
Infine
prendiamo qualche spunto per la prevenzione dal documento dal titolo “ Esplosioni.
Pericoli e misure di protezione”, un documento prodotto da Suva, istituto svizzero per l'assicurazione e
la prevenzione degli infortuni.
Dopo
aver fatto un riassunto delle sostanze infiammabili pericolose e aver
affrontato il tema delle esplosioni di recipienti e delle fonti d’innesco, il
documento riporta un breve sunto delle
misure
di protezione contro il pericolo di esplosioni.
Alcune
misure di tipo preventivo:
-
“sostituire i liquidi facilmente infiammabili, i gas e le polveri combustibili
con sostanze che non formano miscele esplosive;
-
utilizzare sistemi chiusi, ossia sistemi volti ad impedire che un’ atmosfera
potenzialmente esplosiva possa svilupparsi all’esterno;
-
aerare i locali e gli ambienti di lavoro allo scopo di evitare o per lo meno
limitare la concentrazione e la formazione di atmosfere esplosive. L’eventuale
fuoriuscita di gas e vapori di liquidi facilmente infiammabili deve essere
sufficientemente diluita”;
-
“inertizzare le apparecchiature e gli impianti”;
-
evitare fonti di innesco efficaci:”questa misura deve essere sempre applicata,
eccetto in quei casi in cui si è certi di evitare l’atmosfera esplosiva.
Tuttavia, nella pratica questa misura non è di per sé sufficiente a scongiurare
ogni pericolo”.
Ricordiamo,
per concludere, che in presenza di liquidi facilmente infiammabili o di gas più
pesanti dell’aria “le aperture per l’evacuazione (ventilazione naturale) e per
l’aspirazione devono essere il più vicino possibile al pavimento”.
Pagina
introduttiva del sito web di
INFOR.MO.:
nell’articolo abbiamo presentato le schede numero
2882,
1967 e
1557 (archivio incidenti 2002/2010).
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