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"DVR: i risultati della sperimentazione di modelli semplificati"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
11/07/2013 - Il progetto “ A Modena la sicurezza sul lavoro, in pratica” - operativo dal settembre 2010 per volontà dell’INAIL locale e del CRIS (Centro
di Ricerca Interdipartimentale sulla sicurezza e prevenzione dei
rischi) dell’Università di Modena e Reggio Emilia – ha tra i suoi
obiettivi la realizzazione di
strumenti semplificati per la gestione delle attività di prevenzione dei rischi. Con particolare attenzione alle esigenze delle micro e piccole imprese.
Di questi strumenti si è parlato al convegno del 12 ottobre 2012 ad “Ambiente Lavoro Convention” di Modena: “
Gestire
salute e sicurezza sul lavoro in modo efficiente ed efficace: il
progetto ‘A Modena la sicurezza sul lavoro, in pratica’. Risultati,
opportunità e prospettive”.
Dopo aver fornito indicazioni pratiche e semplificate per la predisposizione dei DUVRI, ci soffermiamo su quanto riportato al convegno riguardo all’elaborazione di un
modello semplificato di DVR.
Nell’intervento “
Struttura e prospettive del progetto”, a cura del Prof.
Ing. Riccardo Melloni (CRIS), si ripercorrono innanzitutto gli strumenti
tecnici e gli obiettivi del progetto con riferimento alla elaborazione di
indicazioni pratiche per la realizzazione di strumenti a supporto delle aziende
per la efficace applicazione della normativa in materia di salute e sicurezza
sul lavoro.
Si sottolinea in
particolare la sperimentazione del DVR avvenuta in due settori su 5 aziende,
per ciascun settore, di diverse dimensioni aziendali così suddivise:
- 2 aziende con
meno di 11 dipendenti;
- 2 aziende con
numero di dipendenti compreso tra 11 e 30;
- 1 azienda con più
di 30 dipendenti.
Il progetto
sviluppato nel 2010-2011 ha “raggiunto risultati positivi che vanno oltre la
realizzazione dei documenti previsti in fase progettuale”.
Per comprendere i
risultati della sperimentazione possiamo far riferimento all’intervento “
Risultati della sperimentazione del
modello di DVR”,
a cura dell’Ing. Andrea Govoni (CRIS).
Riguardo alle
caratteristiche del modello di DVR
elaborato, la struttura “è stata studiata per:
- gestire i
contenuti per mezzo di tabelle;
- fornire
indicazioni chiare sul metodo da seguire;
- processo di
valutazione e contenuti seguono la stessa direttrice;
- evitare
ripetizioni, ridondanza di informazioni;
- ricorrere
all’utilizzo di immagini, disegni, fotografie limitando le descrizioni estese;
- utilizzare una
codifica per migliorare la ricerca di informazioni nel documento, utilizzare i
ruoli anziché i nomi propri delle persone”.
Nel documento agli
atti del convegno – che vi invitiamo a visionare integralmente - è presente un
diagramma di flusso relativo al
metodo
di valutazione dei rischi.
Queste le
fasi di sperimentazione del DVR:
- “introduzione per
illustrare brevemente gli scopi della sperimentazione e la struttura del
modello;
- da parte del
CRIS, ai consulenti, agli RSPP, ai datori di lavoro è stato fornito il modello
DVR proposto;
- il D.d.L. ha
fornito al CRIS il DVR aziendale”;
- “valutazione del
DVR aziendale (completezza, aggiornabilità, …);
- sopralluogo in
azienda (verifica della rispondenza del DVR aziendale alla situazione in
essere; compilazione insieme al
D.d.L., al RSPP, agli RLS di alcune schede di valutazione dei
rischi
mentre vengono osservate direttamente le attività; interviste a campione per
verificare la comprensibilità del documento, il livello di formazione del
personale, l’interesse al tema; simulazione di una possibile variazione al DVR;
simulazione di implementazione di nuove misure di prevenzione o protezione;
raccolta di note ed osservazioni);
- valutazione delle
differenze tra il DVR aziendale ed il modello da parte del CRIS;
- valutazione di
problemi nell’utilizzo del modello, sia per la fase di stesura che par la
gestione della sicurezza in azienda, che nella comprensibilità dei contenuti”.
In particolare le
prima fase della sperimentazione
riguardo alla valutazione della completezza del documento realizzato “ha
evidenziato che complessivamente il documento è completo, non si evidenziano
quindi lacune o carenze rispetto a quanto richiesto dalla legge”.
Tuttavia elementi
che “sembra necessario dover aggiungere alle tabelle di riepilogo
riguardano:
-
sorveglianza sanitaria: non tanto le
modalità di gestione della sorveglianza sanitaria, quanto l’obbligo o meno per
ogni attività;
-
formazione specifica per l’attività svolta:
ad esempio per la guida del carrello
elevatore
è necessario un patentino”.
Riguardo poi alla
metodologia di valutazione del rischio
si indica che:
-
“l’identificazione del rischio residuo dopo l’attuazione delle misure di
prevenzione e protezione è un aspetto non trattato, se non in modo estremamente
marginale, dai DVR delle aziende sottoposte a sperimentazione. Si ritiene che
tale aspetto debba essere ben affrontato in un DVR, e su tale affermazione
tutti i consulenti ed RSPP coinvolti nella sperimentazione concordano”;
- “si è deciso di
esplicitare l’efficacia delle misure di prevenzione e protezione per quelle già
attuate, ed una stima per quelle ancora da attuare;
- è possibile
aggiungere, sostituire, modificare o eliminare una misura semplicemente
aggiungendo o eliminando una riga in una tabella, senza inficiare la
valutazione, ma semplicemente aggiornandola”.
L’autore si
sofferma poi sulla differenza nella metodologia proposta riguardo all’uso di
tre diversi parametri al posto di due (P: Probabilità di accadimento; D: Danno;
M: Misure di Prevenzione e Protezione già adottate).
La
comprensione da parte del datore di lavoro
è un altro aspetto sperimentato del modello:
- “leggibilità: non
sono emerse particolari difficoltà. Vengono ben visti come punti di forza del modello:
struttura a tabelle specialmente per quanto riguarda le attrezzature, il
personale e il piano di attuazione delle misure di miglioramento;
- rintracciabilità
delle informazioni: non sono state evidenziate differenze significative tra il
modello e l’attuale DVR aziendale o altri modelli noti ai D.d.L. /RSPP;
- modello
compilabile in tempi adeguati solo nel caso in cui una serie di schede di
analisi siano già state realizzate e debbano solamente essere rese specifiche”.
Un altro aspetto
positivo evidenziato “è che: ‘
se sono
disponibili schede di analisi dettagliate, il modello permette ad una realtà di
dimensione molto piccola di realizzare un documento con caratteristiche simili
a quello di una realtà di grandi dimensioni’”.
Riguardo alla
velocità di realizzazione il tempo
necessario per la prima realizzazione “supera mediamente quello di altri
modelli di 2 ore /uomo”. Tuttavia “tutti gli RSPP e i consulenti intervistati
hanno mostrato di gradire la semplicità di aggiornamento, specialmente nel
passaggio tra il periodo in cui una misura di prevenzione e protezione è
programmata, e quando tale misura è a regime”.
Alcune
rilevazioni sui DVR delle aziende che
hanno partecipato alla sperimentazione:
- nella maggior
parte dei DVR del settore alimentare la valutazione è fortemente incentrata
sulle attività del ciclo produttivo mentre sono raramente considerate le attività di
manutenzione
o quelle svolte esternamente all’azienda stessa;
- sempre nel
settore alimentare specialmente per le aziende di dimensione inferiore, si è
riscontrata una scarsa abitudine ad occuparsi della sicurezza dal punto di
vista documentale, in alcuni casi la normativa sulla sicurezza veniva confusa
con la gestione dell’igiene alimentare (HACCP)”.
Alcune
criticità generali rilevate:
- presenza di
autocertificazione (all’epoca della sperimentazione era ancora possibile autocertificare la
valutazione)
“anche in aziende che già impiegano più di 10 lavoratori;
- sottostima o
sovrastima dei rischi;
- carenze di
approccio multidisciplinare;
- l’aggiornamento
di alcuni DVR è particolarmente complesso e non viene effettuato
periodicamente;
- le misure di
prevenzione e protezione in molti DVR sono individuate ma non viene esplicitata
quale deve essere la modalità di gestione per realizzarle o per verificarne nel
tempo l’efficacia;
- sono presenti
gravi carenze dei programmi delle misure ritenute opportune per il
miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza”.
Ricordiamo che, con
alcune eccezioni relative alla presenza di particolari rischi, dal primo giugno
2013 i datori di lavoro di imprese che occupano fino a 10 lavoratori possono
effettuare la valutazione dei rischi secondo le disposizioni del documento “ Procedure
standardizzate per la valutazione dei rischi ai sensi dell’art. 29 D.Lgs. 81/2008”, documento
approvato dalla Commissione Consultiva in data 16 maggio 2012.
Altri problemi
hanno riguardato l’
efficacia della
formazione:
- “difficoltà
pratiche a verificare l’efficacia della formazione;
- limitata
efficienza: molte ore dedicate ai programmi formativi, poche ore dedicate a
verificare l’apprendimento;
- difficoltà dei
corsi di formazione a trasferire contenuti specifici delle attività reali;
- è stato
riscontrato da quasi tutti i datori di lavoro ed RSPP che il contenuto della
valutazione dei rischi è scarsamente utilizzato per preparare i corsi di
formazione”.
Una soluzione a
questi problemi potrebbe essere quella di fornire ai formatori le
schede di descrizione attività: non
contengono dati sensibili dei lavoratori o del processo aziendale e possono
quindi essere utilizzate per preparare i corsi di formazione.
Sarebbe poi
necessario un
accesso a finanziamenti
per le aziende maggiormente in difficoltà:
- “in entrambi i
settori (metalmeccanico e alimentare, ndr) sono state visitate anche realtà
aziendali di dimensione estremamente piccola. Queste microimprese quasi a
gestione familiare, hanno condizioni di lavoro al limite dell’accettabilità;
- per lavorare in
condizioni di reale sicurezza sul lavoro, sarebbe necessario un investimento al
di sopra delle loro forze”.
Per concludere,
ricordiamo che l’attività di sperimentazione è continuata anche successivamente
al convegno. Ad esempio al settore metalmeccanico e alimentare si è aggiunto il
settore edile e si sono approfonditi i temi dei problemi legati alle
lavorazione e al coinvolgimento dei
lavoratori.
I documenti
relativi alla sperimentazione sono disponibili gratuitamente sul sito: www.modenasicurezza.cris.unimore.it.
“ Struttura
e prospettive del progetto”, Prof. Ing. Riccardo Melloni – CRIS, intervento al
convegno “Gestire salute e sicurezza sul lavoro in modo efficiente ed efficace:
il progetto ‘A Modena la sicurezza sul lavoro, in pratica’. Risultati,
opportunità e prospettive” (formato PDF,
1.7 MB).
“ Risultati
della sperimentazione del modello di DVR”, Ing. Andrea Govoni – CRIS, intervento al
convegno “Gestire salute e sicurezza sul lavoro in modo efficiente ed efficace:
il progetto ‘A Modena la sicurezza sul lavoro, in pratica’. Risultati,
opportunità e prospettive” (formato PDF, 6.0 MB).
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