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"FVG, definiti i criteri per la formazione del nuovo Piano Paesaggistico"
fonte www.edilportale.com / Ambiente
09/10/2013 - Con l’approvazione in Consiglio regionale del
ddl 12/2013, il Friuli Venezia Giulia traccia le linee guida per la formazione del nuovo
Piano Paesaggistico Regionale (PPR), lo strumento di controllo atto a rendere sostenibile la pianificazione urbanistica.
Il provvedimento contiene una disciplina procedurale che porterà all’elaborazione del Piano, la cui formazione obbligatoria è prevista dal Codice dei beni culturali e del paesaggio ( Dlgs 42/2004).
Alla base dell’iter di formazione è prevista un’ampia fase di concertazione tra la Regione, i Ministeri dei Beni Culturali e dell’Ambiente e gli Enti locali presenti sul territorio. Tale approccio permetterà di costruire l’intera struttura della pianificazione in maniera sequenziale, “mattone su mattone”, individuando gli ambiti d'intervento prioritari e le categorie di beni da tutelare.
“Ciò non significa - ha precisato l’assessore alla Pianificazione territoriale, Mariagrazia Santoro - che il PPR non godrà di una visione d’insieme, perché è la cornice stessa della legge a porre garanzie in questo senso, soprattutto considerando che nel procedimento di approvazione è inserito il parere delle Commissioni consiliari competenti”.
Persiste, inoltre, la volontà di dare credito a quanto già fatto in termini di valorizzazione del territorio della regione, conferendo valore paesaggistico al piano di conservazione e sviluppo dei parchi naturali regionali e delegando agli Enti parco la funzione autorizzatoria in materia di paesaggio.
Il disegno di legge, infine, chiarisce alcune disposizioni normative regionali in materia di pianificazione, affermando l’autonomia del PPR rispetto al Piano Territoriale Regionale ed eliminando le disposizioni che avevano attribuito a quest’ultimo valenza paesaggistica.
“La nostra Regione - ha commentato la Santoro - potrà finalmente dotarsi di uno strumento obbligatorio previsto fin dal 2004 dalla normativa nazionale e mai messo in cantiere fino ad oggi con gravi conseguenze sulla possibilità per gli Enti locali di percepire in maniera uniforme le normative urbanistiche in un’ottica di tutela e sviluppo sostenibile del territorio”.
Il provvedimento contiene una disciplina procedurale che porterà all’elaborazione del Piano, la cui formazione obbligatoria è prevista dal Codice dei beni culturali e del paesaggio ( Dlgs 42/2004).
Alla base dell’iter di formazione è prevista un’ampia fase di concertazione tra la Regione, i Ministeri dei Beni Culturali e dell’Ambiente e gli Enti locali presenti sul territorio. Tale approccio permetterà di costruire l’intera struttura della pianificazione in maniera sequenziale, “mattone su mattone”, individuando gli ambiti d'intervento prioritari e le categorie di beni da tutelare.
“Ciò non significa - ha precisato l’assessore alla Pianificazione territoriale, Mariagrazia Santoro - che il PPR non godrà di una visione d’insieme, perché è la cornice stessa della legge a porre garanzie in questo senso, soprattutto considerando che nel procedimento di approvazione è inserito il parere delle Commissioni consiliari competenti”.
Persiste, inoltre, la volontà di dare credito a quanto già fatto in termini di valorizzazione del territorio della regione, conferendo valore paesaggistico al piano di conservazione e sviluppo dei parchi naturali regionali e delegando agli Enti parco la funzione autorizzatoria in materia di paesaggio.
Il disegno di legge, infine, chiarisce alcune disposizioni normative regionali in materia di pianificazione, affermando l’autonomia del PPR rispetto al Piano Territoriale Regionale ed eliminando le disposizioni che avevano attribuito a quest’ultimo valenza paesaggistica.
“La nostra Regione - ha commentato la Santoro - potrà finalmente dotarsi di uno strumento obbligatorio previsto fin dal 2004 dalla normativa nazionale e mai messo in cantiere fino ad oggi con gravi conseguenze sulla possibilità per gli Enti locali di percepire in maniera uniforme le normative urbanistiche in un’ottica di tutela e sviluppo sostenibile del territorio”.
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