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"Ambienti confinati: le nove regole per controllare l’atmosfera"
fonte www.puntosicuro.it / Normativa
15/09/2014 - Quando si
parla della prevenzione degli incidenti nei lavori in
ambienti sospetti di inquinamento o confinati, si sottolinea la
necessità di effettuare una misura strumentale del tenore di ossigeno e della
concentrazione di gas o sostanze pericolose eventualmente presenti nell’ ambiente
confinato.
Ma come farlo? Seguendo quali
procedure? Con quali analizzatori?
Per aiutarci a rispondere a
queste semplici domande, riprendiamo la presentazione delle “ Istruzioni
operative in materia di sicurezza ed igiene del lavoro per i lavori in ambienti
confinati”, realizzate dal gruppo di lavoro denominato “Ambienti Confinati”,
insediato dal Comitato Regionale di Coordinamento ex art. 7 del D.Lgs 81/2008
della Regione Emilia Romagna, con la collaborazione, nella fase di seconda
revisione, dell’ing. Adriano Paolo
Bacchetta.
Oltre a indicare la
sequenza operativa e ad analizzare le
varie
fasi di lavoro in questi
particolari ambienti, le istruzioni operative dedicano al tema della misura
strumentale dell’atmosfera uno specifico allegato, la cui fonte è l’Ing.
Bacchetta.
In “
Caratteristiche e modalità del controllo strumentale dell’atmosfera in
ambienti confinati” innanzitutto vengono dati utili suggerimenti per la
scelta di un
analizzatore ideale:
- “portabile, robusto, facile da
utilizzare, explosion proof, intrinsecamente sicuro;
- con un minimo tempo di risposta
(tempo che intercorre da quando il sensore viene in contatto con il gas da
analizzare a quando l’apparecchio genera sul display il dato di
concentrazione);
- con un
range di misura adeguato alle concentrazioni previste;
- sensibile (capacità dello
strumento di misurare con accuratezza anche minime variazioni di
concentrazione);
- selettivo (capacità dello
strumento di rilevare e misurare uno specifico agente chimico o famiglia di
agenti chimici senza subire interferenza da parte di altre sostanze);
- accurato (minima differenza tra
la lettura della concentrazione del contaminante e l’effettiva concentrazione
in ambiente);
- preciso (capacità di fornire
misure riproducibili)”.
L’allegato fornisce poi
nove regole base per effettuare un
controllo dell’atmosfera.
Il documento sottolinea che
seguire queste regole “consente di eseguire una corretta misurazione con il
risultato di poter garantire le condizioni di sicurezza all’interno degli ambienti
confinati”.
Queste le
nove regole:
-
prima regola: quando si effettua il test dell’atmosfera in uno
spazio confinato è importante “realizzare le verifiche secondo un preciso
ordine (se non si dispone di un unico analizzatore multigas). Innanzi tutto,
prima di effettuare le misure di altri gas, si verifica l’eventuale presenza di
una atmosfera corrosiva (questo per proteggere l’analizzatore in caso di
presenza di atmosfera troppo aggressiva), poi si controlla il livello di
ossigeno per assicurarsi di poter fare una corretta misurazione del limite di
infiammabilità. Quindi si misura il limite di infiammabilità e infine si
effettua la misura della tossicità dell’atmosfera”;
-
seconda regola: richiede che si consideri la densità dei
gas/vapori. Infatti “i gas/vapori più pesanti dell’aria – con densità relativa
maggiore di uno tendono a stratificare verso il basso mentre i gas/vapori più
leggeri dell’aria con densità relativa minore di uno – tendono ad accumularsi
verso la sommità dello spazio confinato, saturando eventuali spazi a ventilazione
naturale impedita. Gas/vapori che sono simili all’aria – con densità relativa
vicino all’unità – tendono a disperdersi nella massa dell’atmosfera”;
-
terza regola: “riguarda la conoscenza dei limiti del proprio
apparecchio di misura”. Le limitazioni che devono essere note dell’apparecchio
– che deve “essere certificato ATEX se risulta necessario effettuare le misure
in aree potenzialmente a rischio di esplosione” - riguardano la “sensibilità
dello strumento, il minimo tempo di risposta, le condizioni di misura e
selettività, la percentuale di aria necessaria per poter effettuare una lettura
accurata del limite di infiammabilità, l’effetto sulle letture strumentali di
temperature estreme, umidità, altitudine e pressione barometrica. È inoltre
necessario conoscere quali sono i gas/vapori che possono interferire con le
letture e con una corretta analisi e quelli che possono danneggiare l’elemento
sensibile”. Il documento ricorda anche che quando si utilizza un analizzatore
con tubo di prelievo per effettuare le misure all’ interno dello spazio
confinato “bisogna tenere conto del tempo necessario all’aria aspirata per
raggiungere il sensore e per la stabilizzazione del segnale”;
-
quarta regola: “riguarda la conoscenza dei parametri operativi
dell’analizzatore. I parametri operativi possono essere la vita media operativa
del sensore, il numero di pompate che sono necessarie quando si utilizza un
misuratore con aspirazione manuale (es. fialette a lettura diretta) e quali
accessori sono necessari per il corretto funzionamento in campo”;
-
quinta regola: “si riferisce al fatto che molti gas infiammabili
sono anche tossici. Il pericolo di esposizione a gas tossici è indipendente
dalla concentrazione di ossigeno e dalla presenza di atmosfere infiammabili.
Molte atmosfere pericolose, anche quando si riduce la concentrazione di gas
infiammabile al di sotto del limite inferiore di infiammabilità, continuano a
essere tossiche. Analogamente possono verificarsi condizioni per cui
l’atmosfera non risulta più tossica ma rimane il pericolo di infiammabilità”;
-
sesta regola: “considera il fatto che alcuni vapori migrano verso
l'esterno dello spazio, come se fossero in cerca di aperture verso l'esterno.
Prestare molta attenzione a queste sostanze, perché non richiedono di andare da
loro, invece, verranno a te. Per questo motivo è necessario affrontare uno
spazio confinato con grande cautela, utilizzando cartine al tornasole sensibile
al PH e monitor per determinare se dallo spazio
confinato fuoriescono gas tossici o infiammabili ad alta tensione di
vapore”;
-
settima regola: “si riferisce alla necessità di effettuare la
calibrazione e lo zero dello strumento di analisi con aria pulita, anche in
condizioni operative. Prima di utilizzare un analizzatore, bisogna assicurarsi
che lo stesso sia correttamente calibrato, che legga 20,9% come percentuale
di ossigeno e che si stato correttamente verificato lo zero del campo di
misura di infiammabilità e tossicità”;
-
ottava regola: “stabilisce che è necessario effettuare una analisi
preliminare attraverso una piccola apertura nello spazio confinato, ponendosi
sopravento rispetto all’apertura stessa durante la misura. In molti casi quando
si viene chiamati a seguito di un incidente all’interno di uno spazio
confinato, questo risulta essere aperto. Ma se questo non è il caso, bisogna
ricordarsi che il gas può accumularsi in corrispondenza del portello di
accesso; quindi è meglio effettuare una analisi attraverso una piccola apertura
prima di spalancare il portello di accesso. Restare sopravento aiuta a non
essere investiti da gas tossici durante la misurazione, in ogni caso è
opportuno indossare un adeguato sistema di protezione”;
-
nona regola: “prevede di verificare sempre che le batterie
dell’analizzatore abbiano una carica sufficiente per l’utilizzo previsto. È
opportuno mettere sotto carica lo strumento dopo ogni utilizzo. È una buona
idea incaricare qualcuno di effettuare la verifica dello stato di carica della
batteria prima di ogni impiego.
Inoltre si segnala che nel caso
“si debba verificare uno spazio confinato molto profondo e/o l’area operativa
si trovi molto distante dal punto di ingresso/uscita, l’atmosfera interna
potrebbe essere stratificata e/o avere concentrazioni diverse nel volume
interno. In questo caso la misurazione deve essere effettuata nell’intorno
dell’operatore”. Bisogna tenere “sempre conto del tempo di risposta
dell’apparecchio prima di spostarsi da un’area operativa a un’altra all’interno
dello spazio confinato.
Concludiamo ricordando che i
risultati analitici delle rilevazioni effettuate “devono essere registrate sul
permesso di lavoro”; inoltre è necessario “verificare periodicamente che le
condizioni di sicurezza inizialmente rilevate non siano modificate” e in ogni caso
è necessario “ripetere le analisi prima di rientrare nello spazio
confinato dopo una sospensione dei lavori”.
Regione Emilia Romagna, “ Istruzioni operative in materia di sicurezza ed igiene del
lavoro per i lavori in ambienti confinati”, documento realizzato dal gruppo
di lavoro denominato “Ambienti Confinati”, insediato dal Comitato Regionale di
Coordinamento ex art. 7 del D.Lgs 81/2008 della Regione Emilia Romagna. Gli
autori delle indicazioni operative sono Villiam Alberghini, Lorena Bedogni,
Patrizia Ferdenzi, Luca Cavallone, Giuseppe Fioriti, Paolo Ghini, Celsino
Govoni, Giampiero Lucchi, Massimo Magnani, Stefano Moretti, Luigi Trimarchi,
Gianfranco Tripi – Revisione a cura di Stefano Moretti, Massimo Magnani,
Patrizia Ferdenzi e Paolo Ghini (formato PDF, 1.42 MB).
Tiziano Menduto
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