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"Sovraccarico biomeccanico: controllo rapido della postazione di lavoro"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
04/02/2015 - In questi anni fortunatamente
è sensibilmente aumentata la consapevolezza dei
rischi da sovraccarico biomeccanico nei luoghi di lavoro. E questa
maggiore sensibilizzazione si deve probabilmente sia ai dati sull’aumento delle
malattie professionali correlate, sia all’attività di realtà come il centro EPM
della Clinica del lavoro di Milano, sia all’attività divulgativa e informativa
delle pubblicazioni
Inail sul tema e ai giornali, come il nostro, che ne amplificano la
diffusione. Tuttavia rimane nelle aziende la percezione che l’analisi di questa
tipologia di rischio sia sempre difficile e dispendiosa.
È possibile anche un controllo rapido per verificare il rischio di
sovraccarico biomeccanico?
A rispondere a questa domanda sono
alcune pubblicazioni di Suva,
istituto svizzero per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni, che
forniscono a verificatori, anche in assenza di particolari competenze o
specifiche attrezzature, di utili strumenti per operare un vero e proprio
controllo rapido della postazione di lavoro e determinare le condizioni di
lavoro che possono essere causa di un sovraccarico biomeccanico e quindi di eventuali disturbi
muscoloscheletrici (DMS).
In particolare il
controllo rapido della postazione di lavoro,
operato con i strumenti forniti da Suva, consente di verificare se ci sono
situazioni di sovraccarico biomeccanico - connesse alla postazione di lavoro o
all'attività che si sta svolgendo – con particolare riferimento a tre fattori
di rischio:
-
posture forzate;
-
movimenti ripetitivi;
-
sforzo fisico.
Vengono poi presi in esame “anche
altri fattori di disturbo evidenti, che possono essere un ambiente di lavoro
gravoso, attrezzature di lavoro, dispositivi di protezione o tecniche di lavoro
scomode e inadeguate”.
Come si svolge il controllo?
Nel documento “
Controllo rapido della postazione di lavoro
- Istruzioni per l'uso” si indica che durante il controllo si esaminano i fattori
di rischio e la loro durata nel tempo (senza interruzioni e pause) e ne risulta
una matrice che mostra se è necessario intervenire con misure correttive:
- “il
colore verde indica che non si è in presenza di situazioni
di sovraccarico;
- il
colore giallo indica che si è in presenza di un sovraccarico, anche
se di breve durata e che in concomitanza con ulteriori fattori negativi ci può
essere un pericolo per la salute;
- il
colore rosso indica che l'individuo è sottoposto a una situazione
di sovraccarico per un lungo periodo di tempo e che questo può pregiudicare
gravemente la sua salute”.
E se da questa analisi “risulta
che la salute del lavoratore è in pericolo, è necessario che un esperto svolga
un'
analisi approfondita mediante
strumenti di valutazione specifici. Le misure correttive devono essere
definite solo dopo aver svolto questa analisi”.
Dunque il controllo avviene in
tre tappe:
-
classificare ogni fattore: ogni fattore di rischio viene riportato
sul foglio di lavoro “
Controllo rapido
della postazione di lavoro” in base alla sua frequenza nell'arco di una
giornata di lavoro;
-
definire l'esposizione;
-
mettere una crocetta nella matrice: “dalla combinazione
dell'intensità di un fattore con la sua durata giornaliera risulta il probabile
pericolo”.
Il documento con le “Istruzioni
per l’uso” riporta vari esempi pratici di controllo – ad esempio con
riferimento al lavoro in posizione eretta o alle attività di laboratorio – e
riporta diverse spiegazioni che possono guidare il verificatore in merito ai
fattori di rischio.
Ad esempio in merito alle
posture forzate si indica che “per
ognuno dei fattori sotto elencati bisogna chiarire se il soggetto riesce a
lavorare prevalentemente con una postura naturale e non forzata”:
-
piegamento del busto, posizione eretta o seduta: “a seconda del
piegamento del busto la parte lombo-sacrale è sollecitata in modo più o meno
marcato. Una postura dritta e naturale non dà alcun disturbo. Di solito si
lavora in posizione eretta o seduta. In questo caso si prenderà in esame solo
la posizione di lavoro dominante”. Per ognuno dei fattori vengono riportati
esempi di situazioni con “colore verde” (non si è in presenza di situazioni di
sovraccarico) o di colore “giallo” e “rosso”. Ad esempio si ha il “colore
giallo” quando “la schiena è leggermente piegata, mentre la testa si trova ben
oltre l'addome” e il “colore rosso” quando “la schiena è fortemente piegata in
avanti (diritta o arcuata). Le spalle sono davanti al busto”;
-
direzione dello sguardo, in verticale e orizzontale: “la direzione
dello sguardo determina la posizione della testa. Questo fattore permette di
valutare il sovraccarico
sulla parte superiore della schiena e sul distretto collo e spalle. Bisogna
tenere conto della direzione di sguardo verticale e orizzontale. Se entrambe
rientrano nella fascia di colore verde, il fattore sarà di colore verde. Se una
di queste fasce di colore rientra nel campo rosso, il fattore sarà di colore rosso”.
Ricordiamo che il campo rosso fa riferimento ad “attività visive sopra
l'altezza degli occhi o davanti all'addome: spesso si situano all'esterno di un
angolo di 45° rispetto all'asse corporeo”;
-
luogo dell'attività manuale, distanza e torsione del busto rispetto
alle gambe: “la distanza della zona di presa davanti ai piedi determina la
lunghezza del braccio di leva. Più è grande il braccio-leva, maggiore sarà il
sovraccarico sul cingolo scapolare e sulla schiena. Uno scostamento laterale
del campo di presa dalla direzione dominante dei piedi (ossia dall'asse
corporeo) porta a una torsione del busto. In questo modo si destabilizza la
parte lombo-sacrale che mal sopporta questa sollecitazione. Bisogna tener conto
della posizione verticale e orizzontale”;
-
fianchi e gambe: “di solito gli arti
inferiori sono più robusti e meno sensibili rispetto agli arti superiori. Se
ci si muove poco, ossia se si mantiene sempre la stessa postura, l'apparato
circolatorio ne risente. Le conseguenze possono essere fiacchezza e a lungo
termine il soggetto può accusare anche disturbi di salute (patologie
cardiocircolatorie)”.
Il documento si sofferma poi su:
-
attività ripetitive: attività manuali, ripetizione di movimenti
ciclici; posizione del polso, prese tipiche delle mani;
-
sforzo fisico: percezione soggettiva dell'entità di sforzo; movimentazione
di carichi, sollevare, trasportare, spostare, trascinare o spingere”.
Infine si sofferma sui
fattori ambientali e
altri fattori di disturbo.
In questa categoria rientrano i
fattori evidenti e che rappresentano un notevole sovraccarico (il singolo
fattore viene indicato solo nella fascia rossa).
Ad esempio tra i
fattori ambientali si può annoverare “l'illuminazione,
il microclima dell'ambiente di lavoro o eventuali fonti di rumore che
ostacolano le attività. Per capire se sono molto negativi vengono forniti dei
semplici indicatori senza ricorrere a particolari strumenti di misurazione”.
Inoltre con l'espressione "
altri fattori di disturbo" si
intendo i restanti fattori che aggravano in modo notevole il lavoro. Questi
alcuni esempi:
- “attrezzi e ausili mancanti o
inadeguati;
- vibrazioni frequenti al corpo
intero (es. sui veicoli) o sistema mano-braccio (es. martello pneumatico, smerigliatrice
angolare, molatrice, contraccolpi, mano utilizzata come utensile a
percussione, ecc.);
- indumenti di lavoro o
dispositivi di protezione individuale che causano un forte disagio (es. respirazione
affaticata, scarsa libertà di movimento, ristagno di calore sotto i vestiti,
capacità visiva e uditiva fortemente limitata, presa difficoltosa, stabilità
ridotta);
- luogo difficilmente
accessibile, soprattutto se vi si accede di continuo (es. gradini alti più di
17 cm, scale a pioli invece di scale a gradini, accesso possibile solo in
posizione china);
- tecniche di lavoro complicate o
difficoltose (es. tecnica di sollevamento e trasporto gravosa, manipolazione di
carichi a scatti, postura innaturale);
- ulteriori limitazioni o fattori
di disturbo che rallentano oppure ostacolano il lavoro (es. concentrazione o
precisione estrema, illuminazione con i colori sbagliati, superfici scivolose,
oggetti molto freddi o molto caldi).
Ricordiamo per concludere alcuni
articoli di PuntoSicuro sulla
valutazione
dei rischi di sovraccarico biomeccanico:
N.B.: I riferimenti legislativi contenuti nei documenti di Suva
riguardano la realtà svizzera. Ricordiamo che per la valutazione dei rischi di
sovraccarico biomeccanico in Italia è necessario fare riferimento a quanto
richiesto e indicato dal Testo Unico in materia di tutela della salute e della
sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs. 81/2008)
Suva, “ Controllo rapido della postazione di lavoro - Istruzioni per
l'uso”, edizione giugno 2014 (formato PDF, 247 kB).
Suva, “ Controllo rapido della postazione di lavoro”, foglio di
lavoro, edizione giugno 2014 (formato PDF, 354 kB).
RTM
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